Dopo il tedesco Anselm Kiefer, è la volta di un altro straordinario evento, la prima rassegna antologica di Damien Hirst mai realizzata al mondo in un’istituzione museale.



Damien Hirst (1965) è uno degli artisti più acclamati e controversi della scena artistica contemporanea e protagonista principale della grande rinascita culturale di Londra alla fine degli anni Ottanta.

I grandi temi del nostro tempo e le contraddizioni dei modelli di vita della società post-industriale, l’eterna sublimazione del decadimento fisico e della morte, nonché i meccanismi e le ambiguità del progresso scientifico e della medicina, sono analizzati e proposti attraverso la creazione di immagini di grande impatto visivo ed emozionale. Assemblaggi e installazioni ricreano ambienti isolati sotto vetro, come quelli con i primi animali sezionati e conservati nelle grandi teche, immersi in formaldeide (quali uno squalo o una mucca col suo vitellino), le composizioni con i medicinali o le sculture con i mozziconi di sigaretta, per nominarne solo alcune fra le più note.

La tradizione della pittura è reinterpretata attraverso la rappresentazione di formule chimico-fisiche, di monocromi violati da farfalle vive che vi atterrano per il loro ultimo volo o da una concentrazione di mosche tale da formare un campo visivo totalmente nero.

I microcosmi seriali di Hirst ricostruiscono e rispecchiano il ciclo della vita ed il conflitto esistenziale che ognuno di noi affronta quotidianamente nella propria intimità e nella collettività.