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Damien Meade
I lavori di Damien Meade (Limerick, Irlanda, 1969; vive e lavora a Londra) sono in grado di evocare contemporaneamente il genere della natura morta e del ritratto, in una sospensione inquietante di vitalità e temporalità.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Inaugura sabato 29 settembre presso CAR DRDE la mostra di Damien Meade (Limerick, Irlanda, 1969; vive e lavora a Londra) alla sua prima personale in Italia.
La mostra include un gruppo di dipinti appositamente realizzati per lo spazio di CAR DRDE ma indicativi di una pratica che da più di un decennio contraddistingue il suo lavoro.
Alla base di ogni dipinto c’è un oggetto modellato precedentemente in studio, in argilla, talvolta con l’aggiunta di altri materiali che possono servire a definirne sommariamente la forma.
Sono busti, teste, figure non assimilabili a un soggetto preciso, oppure semplicemente composizioni astratte, superfici bidimensionali, tattili e contrastate.
Queste sculture in argilla che fanno da modello al quadro non vengono mai cotte affinché ogni oggetto possa diventare qualcos’altro: un’altra forma per un nuovo dipinto. Parlare del lavoro di Meade, allora, significa anche sostare su qualcosa che non esiste più, o che ha smesso di esistere prima dell’inizio del dipinto: è solo grazie a una serie di scatti fotografici che l’oggetto ha potuto diventare referente, cioè soggetto del quadro.
Dunque ogni oggetto dipinto da Meade è una scultura - una scultura dalla vita effimera, interstiziale (della durata compresa tra un dipinto e l’altro), ma è anche una forma la cui vita materiale si prolunga, attraverso la fotografia, nel dipinto. E ogni dipinto è una natura morta (per il semplice fatto che ogni soggetto è un oggetto inanimato) ma al contempo anche un ritratto, come quando siamo di fronte ai contorni sommari di un busto, o di una testa (e in questo caso si tratta di ritratti senza sguardo, che si sottraggono a un rapporto di reciprocità con l’osservatore).
I dipinti di Meade sembrano riassumere aspetti non del tutto assimilabili tra loro e talvolta contraddittori: la coesistenza dei diversi linguaggi di pittura, scultura e fotografia; una pittura che continuamente rievoca l’effimera materialità della scultura; i generi classici; la figura e l’astrazione; ed esistere in bilico tra due materialità - quella del quadro come oggetto e quella della cosa rappresentata - che si richiamano e rilanciano reciprocamente.
La mostra include un gruppo di dipinti appositamente realizzati per lo spazio di CAR DRDE ma indicativi di una pratica che da più di un decennio contraddistingue il suo lavoro.
Alla base di ogni dipinto c’è un oggetto modellato precedentemente in studio, in argilla, talvolta con l’aggiunta di altri materiali che possono servire a definirne sommariamente la forma.
Sono busti, teste, figure non assimilabili a un soggetto preciso, oppure semplicemente composizioni astratte, superfici bidimensionali, tattili e contrastate.
Queste sculture in argilla che fanno da modello al quadro non vengono mai cotte affinché ogni oggetto possa diventare qualcos’altro: un’altra forma per un nuovo dipinto. Parlare del lavoro di Meade, allora, significa anche sostare su qualcosa che non esiste più, o che ha smesso di esistere prima dell’inizio del dipinto: è solo grazie a una serie di scatti fotografici che l’oggetto ha potuto diventare referente, cioè soggetto del quadro.
Dunque ogni oggetto dipinto da Meade è una scultura - una scultura dalla vita effimera, interstiziale (della durata compresa tra un dipinto e l’altro), ma è anche una forma la cui vita materiale si prolunga, attraverso la fotografia, nel dipinto. E ogni dipinto è una natura morta (per il semplice fatto che ogni soggetto è un oggetto inanimato) ma al contempo anche un ritratto, come quando siamo di fronte ai contorni sommari di un busto, o di una testa (e in questo caso si tratta di ritratti senza sguardo, che si sottraggono a un rapporto di reciprocità con l’osservatore).
I dipinti di Meade sembrano riassumere aspetti non del tutto assimilabili tra loro e talvolta contraddittori: la coesistenza dei diversi linguaggi di pittura, scultura e fotografia; una pittura che continuamente rievoca l’effimera materialità della scultura; i generi classici; la figura e l’astrazione; ed esistere in bilico tra due materialità - quella del quadro come oggetto e quella della cosa rappresentata - che si richiamano e rilanciano reciprocamente.
29
settembre 2018
Damien Meade
Dal 29 settembre al 10 novembre 2018
arte contemporanea
Location
CAR DRDE
Bologna, Via Azzo Gardino, 14a, (Bologna)
Bologna, Via Azzo Gardino, 14a, (Bologna)
Orario di apertura
da martedì a sabato ore 15-19.30
Vernissage
29 Settembre 2018, ore 18
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