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Damigelle dell’800. Esposizione di abiti aristocratici della seconda metà del XIX secolo
Collezione di modelli di alta sartoria, appartenuti a nobildonne calabresi
Comunicato stampa
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Inaugurata il 13 febbraio, durerà fino al 10 marzo l'esposizione di
originali abiti femminili aristocratici dell'800 nel foyer del Teatro
"Francesco Cilea" di Reggio Calabria. La collezione di modelli di alta
sartoria, appartenuti a nobildonne calabresi, è curata dalla professoressa
Domenica Valensise, discendente di una storica famiglia meridionale di
origine spagnola.
Scrive la curatrice Valensise nella presentazione della mostra:
«La storia è anche tradizione del vestire, oltre che della fatica, dell'
alimentazione e del guerreggiare dei popoli. I modelli originali del primo
periodo post-unitario, esposti al Teatro "Cilea", segnano un passaggio
epocale della moda e del costume sociale. Infatti, dopo l'abbandono della
gabbia a cerchi, gli abiti femminili prendono uno slancio di cigno con l'
ampliarsi del "sellino", mentre la "pettorina" del busto si allunga verso il
ventre, esaltando così un'immagine femminile libera e più seducente.
La vita delle classi alte in Calabria era generalmente aperta alle novità di
moda, che riducevano le costrizioni e le compressioni, rispettando
maggiormente i princìpi igienici, ed aumentavano quindi le comodità. In
questo modo, il vestire spagnoleggiante cedeva, soprattutto tra le damigelle
ansiose dei cambiamenti, ai vezzi sartoriali d'ispirazione francese, anche
se resistevano certi elementi austeri "napolitani", tipici dei piccoli
centri del Sud.
Il nuovo ideale fisico della donna di classe, veicolato dalla moda d'
oltralpe, entra nell'immaginario maschile assieme agli umori rivoluzionari
della metà del secolo XIX, che permeeranno anche molti giovani maschi dell'
aristocrazia borbonica, generando sconcerto e scandalo nelle famiglie, ma
suscitando brividi di seduzione nel mondo femminile già insidiato, nelle sue
convinzioni e vestizioni, dalle nuove tendenze di costume.»
originali abiti femminili aristocratici dell'800 nel foyer del Teatro
"Francesco Cilea" di Reggio Calabria. La collezione di modelli di alta
sartoria, appartenuti a nobildonne calabresi, è curata dalla professoressa
Domenica Valensise, discendente di una storica famiglia meridionale di
origine spagnola.
Scrive la curatrice Valensise nella presentazione della mostra:
«La storia è anche tradizione del vestire, oltre che della fatica, dell'
alimentazione e del guerreggiare dei popoli. I modelli originali del primo
periodo post-unitario, esposti al Teatro "Cilea", segnano un passaggio
epocale della moda e del costume sociale. Infatti, dopo l'abbandono della
gabbia a cerchi, gli abiti femminili prendono uno slancio di cigno con l'
ampliarsi del "sellino", mentre la "pettorina" del busto si allunga verso il
ventre, esaltando così un'immagine femminile libera e più seducente.
La vita delle classi alte in Calabria era generalmente aperta alle novità di
moda, che riducevano le costrizioni e le compressioni, rispettando
maggiormente i princìpi igienici, ed aumentavano quindi le comodità. In
questo modo, il vestire spagnoleggiante cedeva, soprattutto tra le damigelle
ansiose dei cambiamenti, ai vezzi sartoriali d'ispirazione francese, anche
se resistevano certi elementi austeri "napolitani", tipici dei piccoli
centri del Sud.
Il nuovo ideale fisico della donna di classe, veicolato dalla moda d'
oltralpe, entra nell'immaginario maschile assieme agli umori rivoluzionari
della metà del secolo XIX, che permeeranno anche molti giovani maschi dell'
aristocrazia borbonica, generando sconcerto e scandalo nelle famiglie, ma
suscitando brividi di seduzione nel mondo femminile già insidiato, nelle sue
convinzioni e vestizioni, dalle nuove tendenze di costume.»
13
febbraio 2005
Damigelle dell’800. Esposizione di abiti aristocratici della seconda metà del XIX secolo
Dal 13 febbraio al 10 marzo 2005
arti decorative e industriali
Location
TEATRO COMUNALE FRANCESCO CILEA
Reggio Di Calabria, Corso Giuseppe Garibaldi, (Reggio Di Calabria)
Reggio Di Calabria, Corso Giuseppe Garibaldi, (Reggio Di Calabria)
Curatore