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Dan Graham – Half Square/Half Crazy
In occasione del primo centenario della nascita di Giuseppe Terragni, l’artista americano presenterà alla ex Casa del Fascio il padiglione Half Square/Half Crazy e all’Associazione Culturale Borgovico 33, una selezione di lavori storici.
Comunicato stampa
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In occasione del primo centenario della nascita di Giuseppe Terragni, il Comitato Nazionale GT04 e l'Associazione Culturale Borgovico 33 hanno invitato Dan Graham a realizzare un'opera inedita per la città di Como.
L'artista americano, riconosciuto a livello internazionale per i suoi interventi in spazi pubblici e privati, così come per i suoi testi critici sulle evoluzioni socio-culturali e gli sviluppi dell'architettura moderna, ha costruito negli anni un profondo legame con l'opera di Giuseppe Terragni. Per il suo intervento a Como, sul sagrato della Casa del Fascio in Piazza del Popolo, Graham ha ideato un padiglione intitolato Half Square/Half Crazy. Si tratta di una struttura in vetro riflettente (Antelio Elite) e acciaio inox, costituita da quattro lati perpendicolari, due dei quali sono curvi, e misura complessivamente 240x600x600 cm.
La presentazione del padiglione è integrata da una mostra su Dan Graham negli spazi di Borgovico 33. Accanto ai plastici di Half Square/Half Crazy, l'esposizione propone una selezione di opere precedenti, tra le quali alcune fotografie della serie Homes for America, due lavori video e alcuni modelli di altri padiglioni.
Un catalogo sarà disponibile a partire dal mese di settembre.
Il progetto si avvale della collaborazione della Galleria Massimo Minini di Brescia.
Dan Graham (1942) è tra i principali esponenti delle neoavanguardie del dopoguerra. Il suo percorso artistico prende avvio con una serie di lavori concettuali (1965-66), basati sull'uso di testi e fotografie. Le successive esperienze di performance, legate a indagini psicologiche e interpersonali a partire da sperimentazioni operate con il proprio corpo, lo portano a maturare la ricerca sui padiglioni (dal 1980). Strutture praticabili di vetro, in parte trasparente e in parte riflettente, costruiti in spazi interni ed esterni e continuamente variati nella tipologia, costituiscono di volta in volta delle situazioni dialettiche che coinvolgono il contesto e lo spettatore in modo interattivo. Il fruitore dei padiglioni si ritrova insieme attore e spettatore, chiamato a sperimentare relazioni ed esperienze molteplici; da oggetto di contemplazione formale, la struttura architettonica diventa luogo fisico d'incontro, di scambio e di riflessione. Per Graham, il padiglione è però anche uno strumento di lavoro per scandagliare a fondo l'architettura modernista in chiave critica, sottoponendola a verifiche e interrogazioni: un mezzo operativo per indagare l'abitare attraverso il rapporto tra l'ambiente interno (privato) ed esterno (pubblico), per sperimentare i rapporti dell'individuo con i codici della realtà urbana. Ponendo i suoi padiglioni in rapporto alla storia dell'architettura, Graham chiama in gioco riferimenti che spaziano dalla ''capanna rustica elementare'' al gazebo dell'Ottocento e al padiglione espositivo ideato dagli esponenti dello Stijl olandese e da altri architetti moderni, fino alle attuali pensiline per gli autobus.
''[?] L'architettura che ha avuto più influenza su di me è quella modernista. Molti dei miei lavori iniziali vengono dal padiglione di Barcellona di Mies van der Rohe o dall'ultimo Rietveld. Essi incarnano significati che vanno dal primo Illuminismo fino all'architettura espressionista. Si può discutere di certe ''idee'' ma le cose concrete hanno più forza di qualunque discorso critico su di esse. Vedere un edificio di Terragni, per esempio, è vedere un livello di astrazione superiore a quello di Sol LeWitt. È da lì che ho cominciato. [?.]'' (D. Graham in conversazione con Daniela Salvioni, Flash Art (ed. intern.), n. 152, maggio-giugno 1990, pp. 140-44).
L'artista americano, riconosciuto a livello internazionale per i suoi interventi in spazi pubblici e privati, così come per i suoi testi critici sulle evoluzioni socio-culturali e gli sviluppi dell'architettura moderna, ha costruito negli anni un profondo legame con l'opera di Giuseppe Terragni. Per il suo intervento a Como, sul sagrato della Casa del Fascio in Piazza del Popolo, Graham ha ideato un padiglione intitolato Half Square/Half Crazy. Si tratta di una struttura in vetro riflettente (Antelio Elite) e acciaio inox, costituita da quattro lati perpendicolari, due dei quali sono curvi, e misura complessivamente 240x600x600 cm.
La presentazione del padiglione è integrata da una mostra su Dan Graham negli spazi di Borgovico 33. Accanto ai plastici di Half Square/Half Crazy, l'esposizione propone una selezione di opere precedenti, tra le quali alcune fotografie della serie Homes for America, due lavori video e alcuni modelli di altri padiglioni.
Un catalogo sarà disponibile a partire dal mese di settembre.
Il progetto si avvale della collaborazione della Galleria Massimo Minini di Brescia.
Dan Graham (1942) è tra i principali esponenti delle neoavanguardie del dopoguerra. Il suo percorso artistico prende avvio con una serie di lavori concettuali (1965-66), basati sull'uso di testi e fotografie. Le successive esperienze di performance, legate a indagini psicologiche e interpersonali a partire da sperimentazioni operate con il proprio corpo, lo portano a maturare la ricerca sui padiglioni (dal 1980). Strutture praticabili di vetro, in parte trasparente e in parte riflettente, costruiti in spazi interni ed esterni e continuamente variati nella tipologia, costituiscono di volta in volta delle situazioni dialettiche che coinvolgono il contesto e lo spettatore in modo interattivo. Il fruitore dei padiglioni si ritrova insieme attore e spettatore, chiamato a sperimentare relazioni ed esperienze molteplici; da oggetto di contemplazione formale, la struttura architettonica diventa luogo fisico d'incontro, di scambio e di riflessione. Per Graham, il padiglione è però anche uno strumento di lavoro per scandagliare a fondo l'architettura modernista in chiave critica, sottoponendola a verifiche e interrogazioni: un mezzo operativo per indagare l'abitare attraverso il rapporto tra l'ambiente interno (privato) ed esterno (pubblico), per sperimentare i rapporti dell'individuo con i codici della realtà urbana. Ponendo i suoi padiglioni in rapporto alla storia dell'architettura, Graham chiama in gioco riferimenti che spaziano dalla ''capanna rustica elementare'' al gazebo dell'Ottocento e al padiglione espositivo ideato dagli esponenti dello Stijl olandese e da altri architetti moderni, fino alle attuali pensiline per gli autobus.
''[?] L'architettura che ha avuto più influenza su di me è quella modernista. Molti dei miei lavori iniziali vengono dal padiglione di Barcellona di Mies van der Rohe o dall'ultimo Rietveld. Essi incarnano significati che vanno dal primo Illuminismo fino all'architettura espressionista. Si può discutere di certe ''idee'' ma le cose concrete hanno più forza di qualunque discorso critico su di esse. Vedere un edificio di Terragni, per esempio, è vedere un livello di astrazione superiore a quello di Sol LeWitt. È da lì che ho cominciato. [?.]'' (D. Graham in conversazione con Daniela Salvioni, Flash Art (ed. intern.), n. 152, maggio-giugno 1990, pp. 140-44).
16
luglio 2004
Dan Graham – Half Square/Half Crazy
Dal 16 luglio al 31 ottobre 2004
arte contemporanea
Location
EX CASA DEL FASCIO
Como, Piazza Del Popolo, 4, (Como)
Como, Piazza Del Popolo, 4, (Como)
Vernissage
16 Luglio 2004, ore 16.00
Autore