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Dancing Under the Sun (Saku Giya Sa ku Sina emuva kwelanga)
In mostra i risultati della ricerca coerente portata avanti da Turiya Magadlela su tematiche legate al genere, alla razza, alle relazioni interpersonali e all’esercizio del potere, tradotte in maniera originale attraverso l’uso di collant multicolore modellati e uniti attraverso il ricamo.
Comunicato stampa
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Inaugura martedì 18 marzo Dancing Under the Sun, mostra personale dell’artista sudafricana Turiya Magadlela (Johannesburg 1978) presso Galleria Anna Marra, Roma.
La mostra, curata da Alessandro Romanini, rappresenta un’ulteriore tappa nell’incessante percorso di ricerca intrapreso dalla Galleria romana nell’arte contemporanea internazionale alla scoperta delle forme di espressione più originali.
Negli spazi di Via S. Angelo in Pescheria 32 vengono presentati i risultati di due decenni di ricerca coerente e di sperimentazione portate avanti da Turiya Magadlela su tematiche legate al genere, alla razza, alle relazioni interpersonali e all’esercizio del potere, tradotte in maniera originale attraverso l’uso di collant multicolore modellati e uniti attraverso il ricamo.
I materiali e la tecnica scelti da Magadlela, i collant e il cucito, assumono una relazione diretta con l’identità femminile e con la dimensione intima e domestica, guidando l’osservatore a una riflessione partecipata sulle dinamiche del razzismo intersezionale.
Il suo lavoro viene condotto da un osservatorio “privilegiato” come il Sudafrica, in cui la popolazione nera ha conquistato da soli trent’anni i diritti all’uguaglianza, dopo oltre quarant’anni di apartheid, discriminazioni e repressioni di ogni genere, che a vario titolo hanno lasciato pesanti eredità anche nel presente.
Turiya Magadlela trasforma i collant in simbolo dell’intimità femminile violata, del suo sfruttamento economico, alludendo al retaggio colonialista, fenomeno che riguarda la situazione sudafricana come quella globale.
Magadlela applica una formula espressiva in cui l’azione del ricamo e del cucito superano le dinamiche di genere e di sfruttamento economico, per diventare un veicolo che viene declinato nella memoria collettiva mondiale in un ambito politico-culturale e mitologico: dalla famosa Arianna del mito greco all’Aracne narrata da Ovidio, dalla Donna Ragno dei nativi americani alla dea Amaterasu Giapponese, dalle Norne della mitologia Norrena per arrivare ai sutra (”Fili”) del Rig Veda Indiano, per citarne alcune.
Nel suo lavoro creativo, tematiche legate alla dimensione autobiografica, come la maternità e l’autoaffermazione, vengono elevate a valenza universale e i materiali assumono anche il valore simbolico di riscatto dalla mercificazione a cui è soggetto il corpo femminile nel contesto della società globalizzata. L’artista infatti unisce il simbolismo degli indumenti con l’atto del cucire, servendosi delle sue valenze di unione e riparazione.
La mostra Dancing Under the Sun offre ai visitatori la possibilità di vedere queste opere di Magadlela che incrociano i canoni della pittura con quelli della scultura, la dimensione etica e quella estetica, l’espressione e l’attivismo, dando vita a una formula estremamente personale che ha fatto guadagnare all’artista sudafricana l’attenzione della critica e degli addetti ai lavori, come testimonia la partecipazione a prestigiose iniziative, quali “Blue Black”, mostra curata da Glenn Ligon ospitata alla Pulitzer Art Foundation di St. Louis nel 2017, e “Planet B. Climate Change and the new sublime”, a cura di Nicolas Bourriaud, presso Palazzo Bollani a Venezia nel 2022.
Turiya Magadlela (Johannesburg, Sudafrica, 1978) ha studiato all'Università di Johannesburg e alla Rijksakademie di Amsterdam. Da quando ha ricevuto l'FNB Art Prize nel 2015 ed è stata selezionata per il Prix D' Prat Prize, ha partecipato a numerose mostre personali e collettive, tra cui l'Armory Show (2016), l'acclamata mostra collettiva "Blue Black", curata da Glenn Ligon alla Pulitzer Arts Foundation di St. Louis (2017), e "Planet B. Climate Change and the new sublime", curata da Nicolas Bourriaud, a Palazzo Bollani a Venezia (2022).
Traendo spunto dalle sue esperienze di donna nera e madre, nonché dalla storia sudafricana, le opere di Magadlela sono vibranti celebrazioni della femminilità nera, suggerendo allo stesso tempo l'implicita erotizzazione e violenza contro il corpo nero.
Attualmente vive e lavora a Città del Capo.
La mostra, curata da Alessandro Romanini, rappresenta un’ulteriore tappa nell’incessante percorso di ricerca intrapreso dalla Galleria romana nell’arte contemporanea internazionale alla scoperta delle forme di espressione più originali.
Negli spazi di Via S. Angelo in Pescheria 32 vengono presentati i risultati di due decenni di ricerca coerente e di sperimentazione portate avanti da Turiya Magadlela su tematiche legate al genere, alla razza, alle relazioni interpersonali e all’esercizio del potere, tradotte in maniera originale attraverso l’uso di collant multicolore modellati e uniti attraverso il ricamo.
I materiali e la tecnica scelti da Magadlela, i collant e il cucito, assumono una relazione diretta con l’identità femminile e con la dimensione intima e domestica, guidando l’osservatore a una riflessione partecipata sulle dinamiche del razzismo intersezionale.
Il suo lavoro viene condotto da un osservatorio “privilegiato” come il Sudafrica, in cui la popolazione nera ha conquistato da soli trent’anni i diritti all’uguaglianza, dopo oltre quarant’anni di apartheid, discriminazioni e repressioni di ogni genere, che a vario titolo hanno lasciato pesanti eredità anche nel presente.
Turiya Magadlela trasforma i collant in simbolo dell’intimità femminile violata, del suo sfruttamento economico, alludendo al retaggio colonialista, fenomeno che riguarda la situazione sudafricana come quella globale.
Magadlela applica una formula espressiva in cui l’azione del ricamo e del cucito superano le dinamiche di genere e di sfruttamento economico, per diventare un veicolo che viene declinato nella memoria collettiva mondiale in un ambito politico-culturale e mitologico: dalla famosa Arianna del mito greco all’Aracne narrata da Ovidio, dalla Donna Ragno dei nativi americani alla dea Amaterasu Giapponese, dalle Norne della mitologia Norrena per arrivare ai sutra (”Fili”) del Rig Veda Indiano, per citarne alcune.
Nel suo lavoro creativo, tematiche legate alla dimensione autobiografica, come la maternità e l’autoaffermazione, vengono elevate a valenza universale e i materiali assumono anche il valore simbolico di riscatto dalla mercificazione a cui è soggetto il corpo femminile nel contesto della società globalizzata. L’artista infatti unisce il simbolismo degli indumenti con l’atto del cucire, servendosi delle sue valenze di unione e riparazione.
La mostra Dancing Under the Sun offre ai visitatori la possibilità di vedere queste opere di Magadlela che incrociano i canoni della pittura con quelli della scultura, la dimensione etica e quella estetica, l’espressione e l’attivismo, dando vita a una formula estremamente personale che ha fatto guadagnare all’artista sudafricana l’attenzione della critica e degli addetti ai lavori, come testimonia la partecipazione a prestigiose iniziative, quali “Blue Black”, mostra curata da Glenn Ligon ospitata alla Pulitzer Art Foundation di St. Louis nel 2017, e “Planet B. Climate Change and the new sublime”, a cura di Nicolas Bourriaud, presso Palazzo Bollani a Venezia nel 2022.
Turiya Magadlela (Johannesburg, Sudafrica, 1978) ha studiato all'Università di Johannesburg e alla Rijksakademie di Amsterdam. Da quando ha ricevuto l'FNB Art Prize nel 2015 ed è stata selezionata per il Prix D' Prat Prize, ha partecipato a numerose mostre personali e collettive, tra cui l'Armory Show (2016), l'acclamata mostra collettiva "Blue Black", curata da Glenn Ligon alla Pulitzer Arts Foundation di St. Louis (2017), e "Planet B. Climate Change and the new sublime", curata da Nicolas Bourriaud, a Palazzo Bollani a Venezia (2022).
Traendo spunto dalle sue esperienze di donna nera e madre, nonché dalla storia sudafricana, le opere di Magadlela sono vibranti celebrazioni della femminilità nera, suggerendo allo stesso tempo l'implicita erotizzazione e violenza contro il corpo nero.
Attualmente vive e lavora a Città del Capo.
18
marzo 2025
Dancing Under the Sun (Saku Giya Sa ku Sina emuva kwelanga)
Dal 18 marzo all'undici maggio 2025
arte contemporanea
Location
Galleria Anna Marra
Roma, Via di S. Angelo in Pescheria, 32, (RM)
Roma, Via di S. Angelo in Pescheria, 32, (RM)
Orario di apertura
lunedì - venerdì ore 15.30 - 19.30
sabato ore 10.00 - 14.00
Vernissage
18 Marzo 2025, dalle 19.00 alle 21.00
Sito web
Editore
Gangemi Editore
Autore
Curatore
Autore testo critico