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Daniel Buren / Douglas Huebler
“Il mondo è pieno di oggetti, più o meno interessanti, non voglio aggiungerne”. La frase scritta nel 1969 da Duglas Huebler può essere il filo conduttore che lega due esponenti tra i più rappresentativi della ricerca sulla dematerializzazione dell’arte che sul finire degli anni sessanta coinvolge Stati Uniti ed Europa.
Comunicato stampa
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La galleria 1000eventi ha il piacere di annunciare l’inaugurazione della doppia personale dedicata a Daniel Buren e Douglas Huebler giovedì 17 gennaio ore 18.30.
DANIEL BUREN / DOUGLAS HUEBLER
“Il mondo è pieno di oggetti, più o meno interessanti, non voglio aggiungerne”. La frase scritta nel 1969 da Duglas Huebler può essere il filo conduttore che lega due esponenti tra i più rappresentativi della ricerca sulla dematerializzazione dell’arte che sul finire degli anni sessanta coinvolge Stati Uniti ed Europa.
La messa in discussione nei confronti del tradizionale concetto di pittura viene teorizzato nel corso del 1967 e in questo periodo entrambi gli artisti abbandonano pittura e scultura dando forma compiuta alla loro ricerca. Buren firma col gruppo BMPT a Parigi il manifesto nel quale gli artisti dichiarano di non essere dei pittori, e codifica quello che negli anni a venire sarà il suo mezzo espressivo invariato: tela a strisce bianche e colorate di 8,7 cm che trova al Marche Saint Pierre e nei magazzini di tessuti a Montmartre.
Huebler organizza nel 1968 il suo lavoro secondo 3 assiomi: tempo, luogo e variabilità, ovvero la combinazione dei primi due. Cerca in tal modo di indagare l’essenza della quotidianità in termini di tempo e/o luogo, legandola ad un preciso sistema di documentazione che può concretizzarsi sotto forma di fotografie, mappe o testi scritti. In entrambi i casi il risultato è una inedita relazione fra la definizione di spazio interno ed esterno e spettatore.
Daniel Buren
Si diploma all’ Ecole Nationale Supérieure des Métiers d'Art a Parigi nel 1960 e membro del gruppo BMPT insieme a Mosset, Parmantier e Niele Toroni, dopo il 1966 sviluppa una forma estetica che rifiuta qualsiasi indagine formale per dedicarsi esclusivamente al rapporto fra opera d’arte, contesto e spettatore. Il suo tratto distintivo consiste nell’alternare strisce verticali bianche e colorate, sperimentando tutta una gamma di supporti. Con le sue strisce, Buren abbandona l’idea del dipinto come oggetto e propone un’analisi critica della pittura attraverso i supporti più diversi, dalla carta da parati incollata per le strade di Parigi al grande stendardo steso nel mezzo del Gughenheim Museum di New York (1971). Ha sempre dedicato particolare attenzione al dialogo delle sue installazioni con lo spazio circostante e con il contesto, sia che fossero all’interno di una galleria o in spazi esterni.
Douglas Huebler
Nato ad Ann Arbor in Michigan, ha studiato presso la University of Michigan, presso la Cleveland School of Art e presso l’Academie Julian a Parigi. Ha insegnato presso alcune delle più prestigiose università americane. Esordisce in pittura nell’ambito dell’espressionismo astratto, del minimalismo in scultura. Ottiene la sua prima personale presso la Phillips Gallery di Detroit nel 1953. A partire dalla fine degli anni sessanta avvia le sue ricerche in ambito concettuale: lavora a una serie di lavori quali “Duration Pieces”, “Location Pieces” e “Variable Pieces” tutte documentate, secondo un progetto precedentemente elaborato, con fotografie, mappe, disegni e testi descrittivi. Si dedica poi alla produzione di sculture minimaliste in formica su legno.
DANIEL BUREN / DOUGLAS HUEBLER
“Il mondo è pieno di oggetti, più o meno interessanti, non voglio aggiungerne”. La frase scritta nel 1969 da Duglas Huebler può essere il filo conduttore che lega due esponenti tra i più rappresentativi della ricerca sulla dematerializzazione dell’arte che sul finire degli anni sessanta coinvolge Stati Uniti ed Europa.
La messa in discussione nei confronti del tradizionale concetto di pittura viene teorizzato nel corso del 1967 e in questo periodo entrambi gli artisti abbandonano pittura e scultura dando forma compiuta alla loro ricerca. Buren firma col gruppo BMPT a Parigi il manifesto nel quale gli artisti dichiarano di non essere dei pittori, e codifica quello che negli anni a venire sarà il suo mezzo espressivo invariato: tela a strisce bianche e colorate di 8,7 cm che trova al Marche Saint Pierre e nei magazzini di tessuti a Montmartre.
Huebler organizza nel 1968 il suo lavoro secondo 3 assiomi: tempo, luogo e variabilità, ovvero la combinazione dei primi due. Cerca in tal modo di indagare l’essenza della quotidianità in termini di tempo e/o luogo, legandola ad un preciso sistema di documentazione che può concretizzarsi sotto forma di fotografie, mappe o testi scritti. In entrambi i casi il risultato è una inedita relazione fra la definizione di spazio interno ed esterno e spettatore.
Daniel Buren
Si diploma all’ Ecole Nationale Supérieure des Métiers d'Art a Parigi nel 1960 e membro del gruppo BMPT insieme a Mosset, Parmantier e Niele Toroni, dopo il 1966 sviluppa una forma estetica che rifiuta qualsiasi indagine formale per dedicarsi esclusivamente al rapporto fra opera d’arte, contesto e spettatore. Il suo tratto distintivo consiste nell’alternare strisce verticali bianche e colorate, sperimentando tutta una gamma di supporti. Con le sue strisce, Buren abbandona l’idea del dipinto come oggetto e propone un’analisi critica della pittura attraverso i supporti più diversi, dalla carta da parati incollata per le strade di Parigi al grande stendardo steso nel mezzo del Gughenheim Museum di New York (1971). Ha sempre dedicato particolare attenzione al dialogo delle sue installazioni con lo spazio circostante e con il contesto, sia che fossero all’interno di una galleria o in spazi esterni.
Douglas Huebler
Nato ad Ann Arbor in Michigan, ha studiato presso la University of Michigan, presso la Cleveland School of Art e presso l’Academie Julian a Parigi. Ha insegnato presso alcune delle più prestigiose università americane. Esordisce in pittura nell’ambito dell’espressionismo astratto, del minimalismo in scultura. Ottiene la sua prima personale presso la Phillips Gallery di Detroit nel 1953. A partire dalla fine degli anni sessanta avvia le sue ricerche in ambito concettuale: lavora a una serie di lavori quali “Duration Pieces”, “Location Pieces” e “Variable Pieces” tutte documentate, secondo un progetto precedentemente elaborato, con fotografie, mappe, disegni e testi descrittivi. Si dedica poi alla produzione di sculture minimaliste in formica su legno.
17
gennaio 2008
Daniel Buren / Douglas Huebler
Dal 17 gennaio al 17 febbraio 2008
arte contemporanea
Location
GALLERIA 1000EVENTI
Milano, Via Luigi Porro Lambertenghi, 3, (Milano)
Milano, Via Luigi Porro Lambertenghi, 3, (Milano)
Orario di apertura
martedì-sabato: 14.00-19.00
Vernissage
17 Gennaio 2008, ore 18.30
Autore