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Daniel Muñoz (San) – Vexillum Transparent
Il 20 gennaio la Galleria Varsi presenta “Vexillum Transparent”, mostra personale di Daniel Muñoz “SAN”, artista spagnolo impegnato nella realizzazione di progetti di Arte Pubblica pittorici, installativi e partecipativi. La mostra indaga sul concetto di turismo generando una catena di interrogativi
Comunicato stampa
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Il 20 gennaio la Galleria Varsi presenta “Vexillum Transparent”, mostra personale di Daniel Muñoz – SAN, artista spagnolo impegnato nella realizzazione di progetti di Arte Pubblica pittorici, installativi e partecipativi.
Le sue opere di Arte Pubblica divengono un ponte tra il sé e il mondo, un passaggio di scambio libero e aperto che crea una connessione intellettuale attraverso una rottura con l’immaginario visivo quotidiano. L’estetica di Muñoz trova nel disegno, tecnica intima e spontanea, il suo linguaggio primo, elevandone l’aspetto di studio e applicandolo alla critica della realtà.
Oggetto della mostra è la riflessione dell’artista sull’uomo che si muove, sul significato e sulle conseguenze che il suo spostarsi nello spazio ha sulla società, su di noi e sulle necessità che ci spingono a superare i nostri confini.
La mostra indaga sul concetto di turismo generando una catena di interrogativi. ll turismo è invasione o sviluppo? Quali conseguenze ha l’esperienza turistica sul sistema mondiale? I luoghi sono ancora in grado di produrre significati? E noi quali significati possiamo attivare nell’incontro con l’altro e con l’altrove?
«Ho cominciato a considerare il mio interesse per il turismo da una prospettiva diversa a causa delle proteste anti-turismo che si sono svolte in Spagna la scorsa estate, principalmente a Barcellona. Sono stato fortemente attratto dagli aspetti visivi o estetici di questa situazione. I manifestanti erano principalmente gruppi di giovani che per vari motivi volevano difendere l’“integrità” della loro città o provincia, o del loro paese».
L’artista presenta al pubblico una serie di pitture, disegni, serigrafie inedite e un’installazione site specific dove gli strumenti della lotta militare si mescolano all’iconografia dell’Arte Classica e a oggetti ordinari, in una saturazione di simboli. Muñoz immagina così una manifestazione di turisti i quali sembrano ribellarsi alla natura della loro condizione paradossale.
«Ho trovato interessante utilizzare il concetto di elemento unificante e identificativo rappresentato dal vessillo, ma l’ho svuotato completamente, rendendolo trasparente e silenzioso attraverso un eccesso un eccesso di immagini: la saturazione può portare alla confusione, al vuoto generando silenzio».
Il Vexillum da latino vessillo, simbolo identitario per eccellenza, si fa spoglio di segni e colori per raccontare il tessuto sociale odierno e la trama di contraddizioni entro le quali il turista si deve districare e che fanno di lui una figura complessa e ambigua, dai tratti ironici.
L’artista
Daniel Muñoz in arte SAN inizia il suo percorso artistico nei primi anni ‘90 quando comincia a dipingere sui muri del suo paese natale. Dopo anni di sperimentazione da autodidatta, concentrato esclusivamente nella pittura murale, si trasferisce a Madrid, dove frequenta il corso di Belle Arti presso l’Università Complutense.
Parallelamente agli studi universitari realizza le sue prime esposizioni e i sui primi interventi di Arte Pubblica, all’interno di manifestazioni culturali in molteplici città della Spagna e dell’Europa. È in questo momento che la sua estetica evolve verso il disegno figurativo che diviene il suo linguaggio artistico privilegiato.
Le sue opere nascono dalla volontà di instaurare un dialogo diretto con lo spettatore e di parlare al maggior numero di persone possibile, senza discriminazioni socio-culturali; per questo motivo sceglie di esprimersi nello spazio di tutti con una tecnica di rappresentazione riconoscibile.
La sua poetica è formata da simboli e codici che suggeriscono una lettura attenta, tra la narrativa tipica della pittura classica e i discorsi sociologici dell'arte contemporanea. Le sue opere ci inducono a cadere in interpretazioni molteplici e ambigue, nonostante egli racconti fatti e aneddoti quotidiani basati sugli stereotipi comuni.
Durante gli ultimi anni ha presentato numerose mostre personali e collettive e realizzato opere d’Arte Pubblica in diversi paesi dell’Europa, Nord America, Sud America, Asia e Medio Oriente. Le sue opere sono state esposte in spazi espositivi rinomati come la Galería Luis Adelantado (Valencia), il BACC Museum (Bangkok), il CEART (Fuenlabrada) e la Galería Nacional de Arte de Amman (Giordania) e pubblicate in diversi cataloghi e libri di prestigio.
La Galleria
La Galleria Varsi è una tra le più importanti realtà che producono street culture nella capitale dal 2013, rivolgendo il suo sguardo alla scena underground continuando ad accogliere i migliori artisti del momento. Situata nel centro storico di Roma apre le sue porte permettendo ad artisti contemporanei e d’avanguardia di alternarsi con mostre personali e collettive.
La prossime mostre: Dem (marzo 2018) pioniere dell’Arte Urbana italiana, da sempre attento a tematiche antropologiche crea personaggi bizzarri, creature surreali, abitanti di uno strato impercettibile della realtà umana; Sebas Velasco (giugno 2018), artista spagnolo, alla pittura figurativa affianca una sperimentazione nell’ambito dei graffiti, come un cantastorie contemporaneo racconta attraverso le sue opere scene urbane colme di significato; Andreco (settembre 2018), dottore di ricerca in Ingegneria Ambientale, parallelamente alla formazione scientifica, porta avanti la sua indagine artistica che ha come tema principale il rapporto tra spazio urbano e paesaggio naturale; Waone (novembre 2018), parte del duo ucraino Interesni Kazki, è noto per i dipinti surrealisti realizzati sui muri di tutto il mondo (India, Marocco, Stati Uniti, Croazia). In programma per aprile 2018 la terza edizione di Livelli, mostra collettiva dedicata alla serigrafia, realizzata in sinergia con il laboratorio serigrafico 56Fili e che vedrà la collaborazione di cinque artisti, italiani ed internazionali.
Le sue opere di Arte Pubblica divengono un ponte tra il sé e il mondo, un passaggio di scambio libero e aperto che crea una connessione intellettuale attraverso una rottura con l’immaginario visivo quotidiano. L’estetica di Muñoz trova nel disegno, tecnica intima e spontanea, il suo linguaggio primo, elevandone l’aspetto di studio e applicandolo alla critica della realtà.
Oggetto della mostra è la riflessione dell’artista sull’uomo che si muove, sul significato e sulle conseguenze che il suo spostarsi nello spazio ha sulla società, su di noi e sulle necessità che ci spingono a superare i nostri confini.
La mostra indaga sul concetto di turismo generando una catena di interrogativi. ll turismo è invasione o sviluppo? Quali conseguenze ha l’esperienza turistica sul sistema mondiale? I luoghi sono ancora in grado di produrre significati? E noi quali significati possiamo attivare nell’incontro con l’altro e con l’altrove?
«Ho cominciato a considerare il mio interesse per il turismo da una prospettiva diversa a causa delle proteste anti-turismo che si sono svolte in Spagna la scorsa estate, principalmente a Barcellona. Sono stato fortemente attratto dagli aspetti visivi o estetici di questa situazione. I manifestanti erano principalmente gruppi di giovani che per vari motivi volevano difendere l’“integrità” della loro città o provincia, o del loro paese».
L’artista presenta al pubblico una serie di pitture, disegni, serigrafie inedite e un’installazione site specific dove gli strumenti della lotta militare si mescolano all’iconografia dell’Arte Classica e a oggetti ordinari, in una saturazione di simboli. Muñoz immagina così una manifestazione di turisti i quali sembrano ribellarsi alla natura della loro condizione paradossale.
«Ho trovato interessante utilizzare il concetto di elemento unificante e identificativo rappresentato dal vessillo, ma l’ho svuotato completamente, rendendolo trasparente e silenzioso attraverso un eccesso un eccesso di immagini: la saturazione può portare alla confusione, al vuoto generando silenzio».
Il Vexillum da latino vessillo, simbolo identitario per eccellenza, si fa spoglio di segni e colori per raccontare il tessuto sociale odierno e la trama di contraddizioni entro le quali il turista si deve districare e che fanno di lui una figura complessa e ambigua, dai tratti ironici.
L’artista
Daniel Muñoz in arte SAN inizia il suo percorso artistico nei primi anni ‘90 quando comincia a dipingere sui muri del suo paese natale. Dopo anni di sperimentazione da autodidatta, concentrato esclusivamente nella pittura murale, si trasferisce a Madrid, dove frequenta il corso di Belle Arti presso l’Università Complutense.
Parallelamente agli studi universitari realizza le sue prime esposizioni e i sui primi interventi di Arte Pubblica, all’interno di manifestazioni culturali in molteplici città della Spagna e dell’Europa. È in questo momento che la sua estetica evolve verso il disegno figurativo che diviene il suo linguaggio artistico privilegiato.
Le sue opere nascono dalla volontà di instaurare un dialogo diretto con lo spettatore e di parlare al maggior numero di persone possibile, senza discriminazioni socio-culturali; per questo motivo sceglie di esprimersi nello spazio di tutti con una tecnica di rappresentazione riconoscibile.
La sua poetica è formata da simboli e codici che suggeriscono una lettura attenta, tra la narrativa tipica della pittura classica e i discorsi sociologici dell'arte contemporanea. Le sue opere ci inducono a cadere in interpretazioni molteplici e ambigue, nonostante egli racconti fatti e aneddoti quotidiani basati sugli stereotipi comuni.
Durante gli ultimi anni ha presentato numerose mostre personali e collettive e realizzato opere d’Arte Pubblica in diversi paesi dell’Europa, Nord America, Sud America, Asia e Medio Oriente. Le sue opere sono state esposte in spazi espositivi rinomati come la Galería Luis Adelantado (Valencia), il BACC Museum (Bangkok), il CEART (Fuenlabrada) e la Galería Nacional de Arte de Amman (Giordania) e pubblicate in diversi cataloghi e libri di prestigio.
La Galleria
La Galleria Varsi è una tra le più importanti realtà che producono street culture nella capitale dal 2013, rivolgendo il suo sguardo alla scena underground continuando ad accogliere i migliori artisti del momento. Situata nel centro storico di Roma apre le sue porte permettendo ad artisti contemporanei e d’avanguardia di alternarsi con mostre personali e collettive.
La prossime mostre: Dem (marzo 2018) pioniere dell’Arte Urbana italiana, da sempre attento a tematiche antropologiche crea personaggi bizzarri, creature surreali, abitanti di uno strato impercettibile della realtà umana; Sebas Velasco (giugno 2018), artista spagnolo, alla pittura figurativa affianca una sperimentazione nell’ambito dei graffiti, come un cantastorie contemporaneo racconta attraverso le sue opere scene urbane colme di significato; Andreco (settembre 2018), dottore di ricerca in Ingegneria Ambientale, parallelamente alla formazione scientifica, porta avanti la sua indagine artistica che ha come tema principale il rapporto tra spazio urbano e paesaggio naturale; Waone (novembre 2018), parte del duo ucraino Interesni Kazki, è noto per i dipinti surrealisti realizzati sui muri di tutto il mondo (India, Marocco, Stati Uniti, Croazia). In programma per aprile 2018 la terza edizione di Livelli, mostra collettiva dedicata alla serigrafia, realizzata in sinergia con il laboratorio serigrafico 56Fili e che vedrà la collaborazione di cinque artisti, italiani ed internazionali.
20
gennaio 2018
Daniel Muñoz (San) – Vexillum Transparent
Dal 20 gennaio al 25 febbraio 2018
arte contemporanea
Location
GALLERIA VARSI
Roma, Via Di Grotta Pinta, 38, (Roma)
Roma, Via Di Grotta Pinta, 38, (Roma)
Orario di apertura
da martedì a sabato dalle ore 12 alle 20, domenica dalle ore 15 alle 20, lunedì chiuso
Vernissage
20 Gennaio 2018, dalle ore 18.30 alle 21
Autore
Curatore