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Daniela Brambilla – Solo Nudi 1992-2006
Lungo gli anni il percorso espressivo della pittrice, che si esplica felicemente in diverse direzioni e con diverse tecniche, si è evoluto in una graduale affrancatura dal naturalismo, in una sempre maggiore libertà di segno e pennellata, in una sempre più paga inventiva d’interpretazione
Comunicato stampa
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L’immagine – la riproduzione, l’interpretazione, la reinvenzione – del corpo nudo è forse la più antica forma d’arte del pianeta. In realtà il corpo umano, il nostro e quello altrui, è il primo e più naturale metro con cui ci rapportiamo al mondo fin dalla nostra nascita. È una realtà fisica concretamente “a portata di mano”, con cui non possiamo non fare i conti: né per la mera sopravvivenza quotidiana, né per l’esercizio della fantasia e dell’immaginazione tutta. Non c’è dunque da stupirsi se la prima cosa che disegna il bambino è il corpo suo, dei genitori, degli amici veri e immaginari; ed è quasi banale rilevare come la stragrande maggioranza dell’espressività artistica ruoti intorno alla rappresentazione di corpi umani.
All’interno di questa macrocategoria, continua a spiccare la sottocategoria della raffigurazione del corpo nudo. Che non è semplificatoriamente legata al desiderio sessuale, come una prima analisi potrebbe suggerire; ma è pure, fin dagli insegnamenti dei classici antichi, meditazione e confronto con i canoni estetici di equilibrio e armonia, in definitiva di grazia.
Proprio per il diffuso equivoco malizioso di cui si diceva, legato alla molla del desiderio, è opinione comune che il nudo femminile sia prerogativa di artisti maschi. Ma che il corpo di donna sia anche più bello di quello dell’uomo, sia più dolce ed elegante nelle forme, più ricco di possibilità interpretative e creative, sotto sotto lo sanno le donne stesse, e per prime le artiste, che in genere amano rappresentare più le fattezze muliebri di quelle virili.
Lo conferma l’attività ritornante di Daniela Brambilla alla reinterpretazione del nudo femminile. Tra l’altro attenta studiosa dell’immagine (è autrice di un importante testo didattico dedicato a L’inquadratura-Strategia del racconto visivo e da sempre coordina i corsi di Illustrazione dell’Istituto Europeo di Design di Milano), l’artista milanese si è mantenuta fedele alla religiosa pratica regolare del disegno dal vero, inesauribile fonte rigenerante di ispirazione tecnica, compositiva, formale, persino sostanziale nel fare arte.
Lungo gli anni il percorso espressivo della pittrice, che si esplica felicemente in diverse direzioni e con diverse tecniche, si è evoluto in una graduale affrancatura dal naturalismo, in una sempre maggiore libertà di segno e pennellata, in una sempre più paga inventiva d’interpretazione. Anche i suoi splendidi nudi lo testimoniano, da quelli classicamente composti, di esemplare accademismo, passando per altri via via più sciolti e animosi, e approdando infine ai recenti più espressivi e provocatori, in una varietà d’approccio ammirevole.
Così si gode, con lei, dell’incanto assoluto delle membra diversamente disposte, della luce che scivola su superfici vellutate, di qualche insolito atteggiamento catturato, di morbidi volumi delicati e caldi. Si gode della bellezza, semplicemente; e della libertà e felicità dell’arte che riesce a comunicarcela.
Ferruccio Giromini
All’interno di questa macrocategoria, continua a spiccare la sottocategoria della raffigurazione del corpo nudo. Che non è semplificatoriamente legata al desiderio sessuale, come una prima analisi potrebbe suggerire; ma è pure, fin dagli insegnamenti dei classici antichi, meditazione e confronto con i canoni estetici di equilibrio e armonia, in definitiva di grazia.
Proprio per il diffuso equivoco malizioso di cui si diceva, legato alla molla del desiderio, è opinione comune che il nudo femminile sia prerogativa di artisti maschi. Ma che il corpo di donna sia anche più bello di quello dell’uomo, sia più dolce ed elegante nelle forme, più ricco di possibilità interpretative e creative, sotto sotto lo sanno le donne stesse, e per prime le artiste, che in genere amano rappresentare più le fattezze muliebri di quelle virili.
Lo conferma l’attività ritornante di Daniela Brambilla alla reinterpretazione del nudo femminile. Tra l’altro attenta studiosa dell’immagine (è autrice di un importante testo didattico dedicato a L’inquadratura-Strategia del racconto visivo e da sempre coordina i corsi di Illustrazione dell’Istituto Europeo di Design di Milano), l’artista milanese si è mantenuta fedele alla religiosa pratica regolare del disegno dal vero, inesauribile fonte rigenerante di ispirazione tecnica, compositiva, formale, persino sostanziale nel fare arte.
Lungo gli anni il percorso espressivo della pittrice, che si esplica felicemente in diverse direzioni e con diverse tecniche, si è evoluto in una graduale affrancatura dal naturalismo, in una sempre maggiore libertà di segno e pennellata, in una sempre più paga inventiva d’interpretazione. Anche i suoi splendidi nudi lo testimoniano, da quelli classicamente composti, di esemplare accademismo, passando per altri via via più sciolti e animosi, e approdando infine ai recenti più espressivi e provocatori, in una varietà d’approccio ammirevole.
Così si gode, con lei, dell’incanto assoluto delle membra diversamente disposte, della luce che scivola su superfici vellutate, di qualche insolito atteggiamento catturato, di morbidi volumi delicati e caldi. Si gode della bellezza, semplicemente; e della libertà e felicità dell’arte che riesce a comunicarcela.
Ferruccio Giromini
08
febbraio 2007
Daniela Brambilla – Solo Nudi 1992-2006
Dall'otto al 28 febbraio 2007
arte contemporanea
disegno e grafica
disegno e grafica
Location
GALLERIA ARTE & GRAFICA
Genova, Via Di Canneto Il Lungo, 67R, (Genova)
Genova, Via Di Canneto Il Lungo, 67R, (Genova)
Orario di apertura
10-12,30 e 16-19,30. Chiuso domenica
Vernissage
8 Febbraio 2007, ore 18
Autore
Curatore