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Daniela Savini – Dal quotidiano al nulla
In occasione delle ricorrenze legate al Giorno della Memoria, la mostra “Dal quotidiano al Nulla” vuole essere una riflessione sulla Shoah e sul genocidio.
Comunicato stampa
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In occasione delle ricorrenze legate al Giorno della Memoria, la mostra "Dal quotidiano al Nulla" vuole essere una riflessione sulla Shoah e sul genocidio.
Domenica Giaco, poetessa siciliana residente a Roma, scrive: "La vita umana può improvvisamente non avere alcun valore. Su questo dovremmo riflettere quando pensiamo alla Shoah. Milioni di persone furono uccise senza che il mondo sapesse. Fu trovata alla violenza una legittimazione, e bastò questo per mettere a tacere le coscienze. Quanto accadde non dobbiamo considerarlo cristallizzato in un passato ormai concluso. Anche oggi si continuano a chiudere gli occhi, anche oggi si rinnovano stragi d'innocenti. E non è mai cessata la pratica della ferocia e dell'abominio, e dell'indifferenza al pari colpevole. La Shoah è ad ora un dramma universale che ci ricorda ciò che l'uomo fu capace di fare all'uomo. "Dal quotidiano al Nulla" non sarà un "discorso" di circostanza. Non cadrà dunque nella retorica della commemorazione. Sarà memoria attiva. Ricordare è pensare. Riflettere. E' l'umanità tutta a mettersi in questione, e occorre davvero, oggi, pensare e riflettere sui nostri modelli di convivenza sociale, sottrarsi dalle ambiguità e, attraverso la dimensione dell'immedesimazione drammatica, ritrovare ognuno l'autenticità di sé e la consapevolezza che nessuno di noi è al riparo dalla barbarie, che l'impensabile e l'inaudito possono accadere ancora, poiché il male è una possibilità. Un' umanità fragile, esposta. Questo siamo. E' ormai purtroppo più volte verificato come i conflitti moderni trasformino i civili in obiettivi. Civili innocenti, incolpevoli, tuttavia da criminalizzare, da annientare e distruggere.
La mostra si pone l'obiettivo di accompagnare emozionalmente lungo un percorso che tenta di ricomporre in un primo momento le innumerevoli vite sottratte, attraverso dimensioni domestiche di gesti, ambienti, presenza di oggetti che in qualche modo suggeriscono una quotidianità, una normalità, ma che tuttavia introducono man mano un'inquietudine che presto conduce nella consapevolezza, di un essere umano lacerato, di corpi che dissolvono nel nulla, senza volto, senza ritorno. Vinti."
"E ho posto di fronte a te il bene e il male, la morte e la vita, e tu sceglierai la vita"
(Deuteronomio, 30.15)
Non il lacerante grido notturno
della civetta, non il latrare
dei cani nell'ora sospesa
che elimina l'ombra.
Né i quasi umani lamenti
dei gatti in calore che torcono
e graffiano all'alba intatti silenzi.
Nessuna profezia di sventura,
nessun calice di amaro veleno.
"L’Angelo del Signore li guidava nel deserto, era sempre davanti a loro" (Esodo 14,19)
Angelo di Dio, Spirito alato
del vento e del fuoco, tu lo sai,
é nell'uomo la bestia indicibile,
in lui tace. Terribile e muta si innesta.
Quel bambino, il fanciullo innocente
e ignaro, ha nel solco la radice
del Male e non sa.
Eccola la meraviglia! Il capolavoro.
Eccolo colui che incenerisce, tormenta
e offende il Creato! Eccolo il dio duo!
Il dio che spiega i palmi e accoglie
la Grazia e l'Amore, l'infamia e il misfatto
con quelle stesse mani traduce,
il dio della malasorte, il dio infero.
Angelo di Dio, Spirito alato
del vento e del fuoco, dov'eri
quel giorno? Ti eri smarrito? Eri lontano?
Non eri? Quando la belva venne a prendermi
quel giorno lacerò il suo latrato la via
e l'aria tutta tremò. S'involarono
dal ramo gli uccelli, il dorso inarcarono
i gatti prima del salto alla fuga.
Sparirono sciamando le api.
Baciavo le mura delle mie stanze
che ancora risuonavano dei canti.
Con le mani, con gli occhi accarezzavo,
addio sussurravo, addio. E promettevo
il ritorno e trattenevo il pianto.
Piccolo misero dio del NULLA
anche tu fosti un tempo un bambino.
E dimenticasti il bambino
e dimenticasti la Grazia. E dell'Amore
dimenticasti il discorso e la trama.
Mentire. Mistificare. Sopprimere.
Contando, separando, disperdendo,
con falso nome l'innominabile nominavi.
E singhiozzando si apriva in zolle la Terra
e lacrimava il Cielo il pianto.
[Domenica Giaco]
Domenica Giaco, poetessa siciliana residente a Roma, scrive: "La vita umana può improvvisamente non avere alcun valore. Su questo dovremmo riflettere quando pensiamo alla Shoah. Milioni di persone furono uccise senza che il mondo sapesse. Fu trovata alla violenza una legittimazione, e bastò questo per mettere a tacere le coscienze. Quanto accadde non dobbiamo considerarlo cristallizzato in un passato ormai concluso. Anche oggi si continuano a chiudere gli occhi, anche oggi si rinnovano stragi d'innocenti. E non è mai cessata la pratica della ferocia e dell'abominio, e dell'indifferenza al pari colpevole. La Shoah è ad ora un dramma universale che ci ricorda ciò che l'uomo fu capace di fare all'uomo. "Dal quotidiano al Nulla" non sarà un "discorso" di circostanza. Non cadrà dunque nella retorica della commemorazione. Sarà memoria attiva. Ricordare è pensare. Riflettere. E' l'umanità tutta a mettersi in questione, e occorre davvero, oggi, pensare e riflettere sui nostri modelli di convivenza sociale, sottrarsi dalle ambiguità e, attraverso la dimensione dell'immedesimazione drammatica, ritrovare ognuno l'autenticità di sé e la consapevolezza che nessuno di noi è al riparo dalla barbarie, che l'impensabile e l'inaudito possono accadere ancora, poiché il male è una possibilità. Un' umanità fragile, esposta. Questo siamo. E' ormai purtroppo più volte verificato come i conflitti moderni trasformino i civili in obiettivi. Civili innocenti, incolpevoli, tuttavia da criminalizzare, da annientare e distruggere.
La mostra si pone l'obiettivo di accompagnare emozionalmente lungo un percorso che tenta di ricomporre in un primo momento le innumerevoli vite sottratte, attraverso dimensioni domestiche di gesti, ambienti, presenza di oggetti che in qualche modo suggeriscono una quotidianità, una normalità, ma che tuttavia introducono man mano un'inquietudine che presto conduce nella consapevolezza, di un essere umano lacerato, di corpi che dissolvono nel nulla, senza volto, senza ritorno. Vinti."
"E ho posto di fronte a te il bene e il male, la morte e la vita, e tu sceglierai la vita"
(Deuteronomio, 30.15)
Non il lacerante grido notturno
della civetta, non il latrare
dei cani nell'ora sospesa
che elimina l'ombra.
Né i quasi umani lamenti
dei gatti in calore che torcono
e graffiano all'alba intatti silenzi.
Nessuna profezia di sventura,
nessun calice di amaro veleno.
"L’Angelo del Signore li guidava nel deserto, era sempre davanti a loro" (Esodo 14,19)
Angelo di Dio, Spirito alato
del vento e del fuoco, tu lo sai,
é nell'uomo la bestia indicibile,
in lui tace. Terribile e muta si innesta.
Quel bambino, il fanciullo innocente
e ignaro, ha nel solco la radice
del Male e non sa.
Eccola la meraviglia! Il capolavoro.
Eccolo colui che incenerisce, tormenta
e offende il Creato! Eccolo il dio duo!
Il dio che spiega i palmi e accoglie
la Grazia e l'Amore, l'infamia e il misfatto
con quelle stesse mani traduce,
il dio della malasorte, il dio infero.
Angelo di Dio, Spirito alato
del vento e del fuoco, dov'eri
quel giorno? Ti eri smarrito? Eri lontano?
Non eri? Quando la belva venne a prendermi
quel giorno lacerò il suo latrato la via
e l'aria tutta tremò. S'involarono
dal ramo gli uccelli, il dorso inarcarono
i gatti prima del salto alla fuga.
Sparirono sciamando le api.
Baciavo le mura delle mie stanze
che ancora risuonavano dei canti.
Con le mani, con gli occhi accarezzavo,
addio sussurravo, addio. E promettevo
il ritorno e trattenevo il pianto.
Piccolo misero dio del NULLA
anche tu fosti un tempo un bambino.
E dimenticasti il bambino
e dimenticasti la Grazia. E dell'Amore
dimenticasti il discorso e la trama.
Mentire. Mistificare. Sopprimere.
Contando, separando, disperdendo,
con falso nome l'innominabile nominavi.
E singhiozzando si apriva in zolle la Terra
e lacrimava il Cielo il pianto.
[Domenica Giaco]
12
gennaio 2019
Daniela Savini – Dal quotidiano al nulla
Dal 12 gennaio al 02 febbraio 2019
arte contemporanea
Location
ATELIER DES ARTS
Mantova, via della Mainolda, 19, (Mantova)
Mantova, via della Mainolda, 19, (Mantova)
Orario di apertura
Martedì - Sabato: 16.30 / 19.30. Lunedì e festivi chiuso.
Vernissage
12 Gennaio 2019, h 17
Autore
Curatore