Create an account
Welcome! Register for an account
La password verrà inviata via email.
Recupero della password
Recupera la tua password
La password verrà inviata via email.
-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- container colonna1
Daniela Savini – L’Archivio Inciso
Il viaggio virtuale di Daniela Savini, evidenziato da una serie di incisioni a puntasecca che formano “L’Archivio Inciso”, ci trasporta all’interno di una serie di lavori dove sensazioni ed emozioni si fondono giostrando attorno a quella che è la concezione tecnica e storica dell’archivistica, fino a esternarla attraverso una visibilità iconica che evidenzia una serie di immagini incise dove la luce, protagonista in primis, si fonde con il segno, traccia testimoniale di memorie scavate nel tempo
Comunicato stampa
Segnala l'evento
L'archivio inciso è una mostra progettata pensata e realizzata come omaggio per l'Archivio di Stato di Mantova, un lavoro che vede ora la sua fase conclusiva a distanza di anno dal suo inizio, un viaggio attraverso le incisioni che conduce l'osservatore a conoscere i depositi ottocenteschi.
E’ alquanto singolare che partendo da un progetto finalizzato a far conoscere l’archivio esternamente come edificio e internamente come struttura, contenitore di documenti, lo stesso divenga oggetto, contemporaneamente, di un’esposizione e di un libro d’artista.
Il viaggio virtuale di Daniela Savini, evidenziato da una serie di incisioni a puntasecca che formano “L’Archivio Inciso”, ci trasporta all’interno di una serie di lavori dove sensazioni ed emozioni si fondono giostrando attorno a quella che è la concezione tecnica e storica dell’archivistica, fino a esternarla attraverso una visibilità iconica che evidenzia una serie di immagini incise dove la luce, protagonista in primis, si fonde con il segno, traccia testimoniale di memorie scavate nel tempo. ...La luce è protagonista in tutte le lastre incise dalla Savini. Amoreggia con il buio e la polvere, veste secoli di storia e accarezza file di documenti collocati in parata come giovani ufficiali, riflettendo su pavimenti e finestre angolari, creando scorci d’interno che ci riportano allo splendore di Veermer.
In alcuni fogli, il particolare diventa esplicativo dell’insieme. Si può trovare in esso lo stropicciamento della carta, l’individuazione delle lettere. I fogli fascicolati sono lì che sembrano scrutare il pavimento dall’alto, un pavimento zoomato che coglie il delicato segno delle acqueforti di Morandi. In un’altra puntasecca, una finestra rappresentata in primo piano, sembra far parte essa stessa dell’archivio. Oltre troviamo la reticella di protezione, le grate, la luce che impavida tenta di entrare con la sua testimonianza. E poi le grandi visioni d’insieme dove giganteschi scaffali ammiccano perpendicolarmente a tavoli spogli. Qualche lampada, alcuni fogli sparsi, la solita luce che discreta assorbe la stanza.
Ci troviamo di fronte ad un progetto straordinario, sicuramente in divenire data la mole del materiale. Un lavoro eseguito con taglio innovativo, esteticamente pregevole, meticoloso e ricco di quella storicità visiva occorrente per calarsi all’interno di una realtà millenaria.[…]
Guido Signorini
Editore e Storico dell’arte
Daniela Savini, classe 1975, originaria di Teramo, da molti anni vive nel Mantovano con il marito ed i figli Lisa e Sergio. Nell’ambito del suo percorso formativo ha incrociato la realtà dell’Archivio di Stato di Mantova a partire dal 2005.
Da funzionario della sala di studio la conobbi mentre era alle prese con la sua tesi di laurea, conseguita a Parma con il professor Arturo Calzona, sulla committenza della tribuna della Santissima Annunziata di Firenze, nel cuore del XV secolo: studentessa dai modi dolci e apparentemente remissivi, si è rivelata particolarmente tenace e determinata nel perseguire il proprio percorso di ricerca. Percorso che, come talvolta accade nelle persone più sensibili e dotate che frequentano la nostra sala di studio, si è trasformato in un viaggio di maturazione e crescita interiore.
Come lei stessa ci rivela, l’esperienza della ricerca storica, con il suo portato di scoperte, nuove letture ed al contempo inevitabili difficoltà, incomprensioni e frustrazioni, si è tramutato in un lavoro di scavo nel proprio io, alla ricerca di un sé temporaneamente smarrito.
La magia dell’archivio si è così nuovamente manifestata: ripercorrendo le vite e le sorti di altri individui, attraverso il mare delle carte solcate dalle scie lasciate dai pennini, è stato possibile sprofondare dolcemente nell’essenza del proprio essere, in un’esperienza liberatoria e vivificatrice.
Una sorta di percorso analitico autogestito, privo di controindicazioni, perché condotto dal ricercatore fino al punto in cui egli stesso vuole arrivare, con la possibilità di abbandonare il viaggio, o di fermarsi alla semplice ricostruzione storica dei fatti e dei personaggi indagati. Salvo invece arrivare a scoprire le assonanze tra le azioni, le passioni, le motivazioni e i sentimenti di uomini e donne d’altri tempi con il proprio vissuto, in un processo scientifico e catartico al tempo stesso, di analisi e sintesi, ed infine di ricomposizione, per attingere alla parte più intima e sconosciuta del proprio essere.
Questo penso sia successo a Daniela, e questa la ragione del suo omaggio all’Archivio di Stato con la serie di incisioni ispirate alle immagini dei depositi storici. [...]
Luisa Onesta Tamassia
Direttrice Archivio di Stato
E’ alquanto singolare che partendo da un progetto finalizzato a far conoscere l’archivio esternamente come edificio e internamente come struttura, contenitore di documenti, lo stesso divenga oggetto, contemporaneamente, di un’esposizione e di un libro d’artista.
Il viaggio virtuale di Daniela Savini, evidenziato da una serie di incisioni a puntasecca che formano “L’Archivio Inciso”, ci trasporta all’interno di una serie di lavori dove sensazioni ed emozioni si fondono giostrando attorno a quella che è la concezione tecnica e storica dell’archivistica, fino a esternarla attraverso una visibilità iconica che evidenzia una serie di immagini incise dove la luce, protagonista in primis, si fonde con il segno, traccia testimoniale di memorie scavate nel tempo. ...La luce è protagonista in tutte le lastre incise dalla Savini. Amoreggia con il buio e la polvere, veste secoli di storia e accarezza file di documenti collocati in parata come giovani ufficiali, riflettendo su pavimenti e finestre angolari, creando scorci d’interno che ci riportano allo splendore di Veermer.
In alcuni fogli, il particolare diventa esplicativo dell’insieme. Si può trovare in esso lo stropicciamento della carta, l’individuazione delle lettere. I fogli fascicolati sono lì che sembrano scrutare il pavimento dall’alto, un pavimento zoomato che coglie il delicato segno delle acqueforti di Morandi. In un’altra puntasecca, una finestra rappresentata in primo piano, sembra far parte essa stessa dell’archivio. Oltre troviamo la reticella di protezione, le grate, la luce che impavida tenta di entrare con la sua testimonianza. E poi le grandi visioni d’insieme dove giganteschi scaffali ammiccano perpendicolarmente a tavoli spogli. Qualche lampada, alcuni fogli sparsi, la solita luce che discreta assorbe la stanza.
Ci troviamo di fronte ad un progetto straordinario, sicuramente in divenire data la mole del materiale. Un lavoro eseguito con taglio innovativo, esteticamente pregevole, meticoloso e ricco di quella storicità visiva occorrente per calarsi all’interno di una realtà millenaria.[…]
Guido Signorini
Editore e Storico dell’arte
Daniela Savini, classe 1975, originaria di Teramo, da molti anni vive nel Mantovano con il marito ed i figli Lisa e Sergio. Nell’ambito del suo percorso formativo ha incrociato la realtà dell’Archivio di Stato di Mantova a partire dal 2005.
Da funzionario della sala di studio la conobbi mentre era alle prese con la sua tesi di laurea, conseguita a Parma con il professor Arturo Calzona, sulla committenza della tribuna della Santissima Annunziata di Firenze, nel cuore del XV secolo: studentessa dai modi dolci e apparentemente remissivi, si è rivelata particolarmente tenace e determinata nel perseguire il proprio percorso di ricerca. Percorso che, come talvolta accade nelle persone più sensibili e dotate che frequentano la nostra sala di studio, si è trasformato in un viaggio di maturazione e crescita interiore.
Come lei stessa ci rivela, l’esperienza della ricerca storica, con il suo portato di scoperte, nuove letture ed al contempo inevitabili difficoltà, incomprensioni e frustrazioni, si è tramutato in un lavoro di scavo nel proprio io, alla ricerca di un sé temporaneamente smarrito.
La magia dell’archivio si è così nuovamente manifestata: ripercorrendo le vite e le sorti di altri individui, attraverso il mare delle carte solcate dalle scie lasciate dai pennini, è stato possibile sprofondare dolcemente nell’essenza del proprio essere, in un’esperienza liberatoria e vivificatrice.
Una sorta di percorso analitico autogestito, privo di controindicazioni, perché condotto dal ricercatore fino al punto in cui egli stesso vuole arrivare, con la possibilità di abbandonare il viaggio, o di fermarsi alla semplice ricostruzione storica dei fatti e dei personaggi indagati. Salvo invece arrivare a scoprire le assonanze tra le azioni, le passioni, le motivazioni e i sentimenti di uomini e donne d’altri tempi con il proprio vissuto, in un processo scientifico e catartico al tempo stesso, di analisi e sintesi, ed infine di ricomposizione, per attingere alla parte più intima e sconosciuta del proprio essere.
Questo penso sia successo a Daniela, e questa la ragione del suo omaggio all’Archivio di Stato con la serie di incisioni ispirate alle immagini dei depositi storici. [...]
Luisa Onesta Tamassia
Direttrice Archivio di Stato
14
maggio 2016
Daniela Savini – L’Archivio Inciso
Dal 14 maggio al 04 giugno 2016
arte contemporanea
disegno e grafica
disegno e grafica
Location
ARCHIVIO DI STATO – SACRESTIA DELLA SS TRINITA’
Mantova, Via Dottrina Cristiana, 4, (Mantova)
Mantova, Via Dottrina Cristiana, 4, (Mantova)
Orario di apertura
mercoledì e giovedì ore 9.00 / 17.00, venerdì e sabato ore 9.00 / 13.00
Vernissage
14 Maggio 2016, ore 17
Autore
Curatore