Create an account
Welcome! Register for an account
La password verrà inviata via email.
Recupero della password
Recupera la tua password
La password verrà inviata via email.
-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- container colonna1
Daniele Bedulli
La passione per il mare si è concretizzata da diversi anni in una seria di sculture lignee e in ferro
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Daniele Bedulli è nato a Viadana (MN) e lavora presso l’Università di Parma dove si occupa di ricerche nel campo della biologia marina. Proprio la passione per il mare si è concretizzata da diversi anni in una seria di sculture lignee e in ferro che hanno come tema il mare.
“A contatto col mare ho provato emozioni che continuamente emergono nella realizzazione delle mie sculture: l'ondeggiare di un'alga sospesa, i riflessi dell'acqua, la solitudine dei naviganti. Le mie piroghe navigano nel mare della fantasia, dove emozioni e ricordi si rincorrono. Innalzo le mie opere su steli di ferro per isolarle dal contesto, per staccarle dal contingente. Quei fili sottili sono il tramite fra il mondo reale, concreto, e quello della fantasia, dove col sogno mi confronto e gioco.”
Le sue ultime sculture sono sempre più leggere, ondeggianti, poggiate su esili fili, sospese nell'aria come in un immaginario onirico in cui l'artista sembra muoversi a suo agio.
Semplici simboli, incisi sulla roccia, sono i primi segni che L’uomo ha lasciato sulla terra. Figure all’apparenza semplici, in realtà fortemente stilizzate, di straordinaria potenza evocativa. Se oggi il segno è eminentemente comunicazione sociale, allora aveva un valore più alto: era affermazione dell’io, dimostrazione d’autocoscienza, ma soprattutto il mezzo per comunicare con la divinità. Dopo tremila anni quelle raffigurazioni ci colpiscono ancora, forse perché sollecitano in noi il senso della vita e della morte, rapportandosi all’archetipo dell’uomo cacciatore che è dentro di noi. Sulle rocce del Tassili, dell’Armenia, delle Dolomiti e di tutto il Mediterraneo, le stesse scene di caccia, gli stessi simboli si ripetono simili,come appartenenti ad una stessa cultura. Dipinti in ocra o scolpiti sulla roccia sono pugnali, lance, animali, simboli fallici.
Io guardo a quei segni, messaggi di un uomo per il suo dio e li ricompongo per recuperarne il valore celebrativo e l’antica sacralità.
L’altro tema ricorrente dell’artista è il mondo della preistoria, soprattutto i graffiti, segni incisi sulla roccia migliaia di anni fa in cui l’artista vede preconizzati i temi interiori della vita attuale.
“A contatto col mare ho provato emozioni che continuamente emergono nella realizzazione delle mie sculture: l'ondeggiare di un'alga sospesa, i riflessi dell'acqua, la solitudine dei naviganti. Le mie piroghe navigano nel mare della fantasia, dove emozioni e ricordi si rincorrono. Innalzo le mie opere su steli di ferro per isolarle dal contesto, per staccarle dal contingente. Quei fili sottili sono il tramite fra il mondo reale, concreto, e quello della fantasia, dove col sogno mi confronto e gioco.”
Le sue ultime sculture sono sempre più leggere, ondeggianti, poggiate su esili fili, sospese nell'aria come in un immaginario onirico in cui l'artista sembra muoversi a suo agio.
Semplici simboli, incisi sulla roccia, sono i primi segni che L’uomo ha lasciato sulla terra. Figure all’apparenza semplici, in realtà fortemente stilizzate, di straordinaria potenza evocativa. Se oggi il segno è eminentemente comunicazione sociale, allora aveva un valore più alto: era affermazione dell’io, dimostrazione d’autocoscienza, ma soprattutto il mezzo per comunicare con la divinità. Dopo tremila anni quelle raffigurazioni ci colpiscono ancora, forse perché sollecitano in noi il senso della vita e della morte, rapportandosi all’archetipo dell’uomo cacciatore che è dentro di noi. Sulle rocce del Tassili, dell’Armenia, delle Dolomiti e di tutto il Mediterraneo, le stesse scene di caccia, gli stessi simboli si ripetono simili,come appartenenti ad una stessa cultura. Dipinti in ocra o scolpiti sulla roccia sono pugnali, lance, animali, simboli fallici.
Io guardo a quei segni, messaggi di un uomo per il suo dio e li ricompongo per recuperarne il valore celebrativo e l’antica sacralità.
L’altro tema ricorrente dell’artista è il mondo della preistoria, soprattutto i graffiti, segni incisi sulla roccia migliaia di anni fa in cui l’artista vede preconizzati i temi interiori della vita attuale.
16
marzo 2008
Daniele Bedulli
Dal 16 al 30 marzo 2008
arte contemporanea
Location
GALLERIA 2E
Suzzara, Via Enrico Toti, 2E, (Mantova)
Suzzara, Via Enrico Toti, 2E, (Mantova)
Orario di apertura
Venerdì e Sabato: 16- 18,30, Domenica: 10,30 - 12,30 / 16 - 18,30
Vernissage
16 Marzo 2008, ore 17
Autore