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Daniele Capecchi/ Massimo Talone – Beckett. Comment dire
Un omaggio a Beckett concepito come il fronteggiarsi di due pareti. In una, le tele di varie dimensioni di Daniele Capecchi che immortalano e iconizzano il volto di Beckett. Nell’altra, un’installazione video di Massimo Talone con le parole della poesia Comment dire nella traduzione di Frasca.
Comunicato stampa
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Un omaggio a Samuel Beckett concepito come il fronteggiarsi di due pareti. In una, le tele di varie dimensioni di Daniele Capecchi che immortalano e iconizzano il volto di Beckett. Nell'altra, un'installazione video di Massimo Talone con le parole della poesia Comment dire nella traduzione di Gabriele Frasca.
Le due pareti incarnano le due anime dello scrittore irlandese.
Il volto di Beckett, interpretato da Capecchi nella sua felice ricerca pittorica intorno a quella parete bianca che è il viso di ognuno, incarna l'anima inestricabilmente complessa della sua prosa. C'è una felice corrispondenza tra il proliferare ipotattico che scopre l'infinità delle pieghe che increspano la sua pagina e l'espressionismo del suo volto, marcato da rughe , segni, cavità.
La poesia comment dire, riprodotta in video da Talone e installata attraverso uno specchio unidirezionale, indica l'altra strada intrapresa da Beckett, quella sorta di sfinimento beckettiano, quel progressivo indebolimento che riguarda lessico e sintassi e che trova nella sua ultima poesia un punto di arrivo radicale. Comment dire è tutta costruita di deittici (avverbi, pronomi e aggettivi dimostrativi, particelle pronominali), parole poco considerate della lingua e che invece ci situano, sono marcatori del nostro stare al mondo, nella nostra vita. Beckett tenta in questa sua ultima opera la sfida decisiva: dire l'origine del linguaggio, dell'enunciazione e dell'enunciatore e nello stesso tempo testimoniare il fallimento supremo delle parole e delle immagini, di cui resta solo la follia, la smania di infinito, di incompiuto.
La mostra trova la sua conclusione ideale nella riproduzione di Film (unica opera cinematografica di Beckett) nascosta tra i ripiani della libreria in un piccolo schermo. Ancora una volta la testimonianzaa di un tentativo (quello di non essere da parte del protagonista, Buster Keaton) e la constatazione dell'inevitabile fallimento (l'ineluttabilità della percezione di sé, rappresentata dall'occhio della cinepresa).
Le due pareti incarnano le due anime dello scrittore irlandese.
Il volto di Beckett, interpretato da Capecchi nella sua felice ricerca pittorica intorno a quella parete bianca che è il viso di ognuno, incarna l'anima inestricabilmente complessa della sua prosa. C'è una felice corrispondenza tra il proliferare ipotattico che scopre l'infinità delle pieghe che increspano la sua pagina e l'espressionismo del suo volto, marcato da rughe , segni, cavità.
La poesia comment dire, riprodotta in video da Talone e installata attraverso uno specchio unidirezionale, indica l'altra strada intrapresa da Beckett, quella sorta di sfinimento beckettiano, quel progressivo indebolimento che riguarda lessico e sintassi e che trova nella sua ultima poesia un punto di arrivo radicale. Comment dire è tutta costruita di deittici (avverbi, pronomi e aggettivi dimostrativi, particelle pronominali), parole poco considerate della lingua e che invece ci situano, sono marcatori del nostro stare al mondo, nella nostra vita. Beckett tenta in questa sua ultima opera la sfida decisiva: dire l'origine del linguaggio, dell'enunciazione e dell'enunciatore e nello stesso tempo testimoniare il fallimento supremo delle parole e delle immagini, di cui resta solo la follia, la smania di infinito, di incompiuto.
La mostra trova la sua conclusione ideale nella riproduzione di Film (unica opera cinematografica di Beckett) nascosta tra i ripiani della libreria in un piccolo schermo. Ancora una volta la testimonianzaa di un tentativo (quello di non essere da parte del protagonista, Buster Keaton) e la constatazione dell'inevitabile fallimento (l'ineluttabilità della percezione di sé, rappresentata dall'occhio della cinepresa).
10
aprile 2011
Daniele Capecchi/ Massimo Talone – Beckett. Comment dire
Dal 10 aprile al 07 maggio 2011
arte contemporanea
Location
LO SPAZIO DI VIA DELL’OSPIZIO
Pistoia, Via Dell'ospizio, 26, (Pistoia)
Pistoia, Via Dell'ospizio, 26, (Pistoia)
Orario di apertura
da lunedì a domenica ore 9.30-13 e 16-20
Vernissage
10 Aprile 2011, ore 17
Autore