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Daniele Frisina
I trenta lavori esposti raccontano il percorso del giovane artista negli ultimi sei anni.La pittura di Daniele dimostra come il cambiamento e l’evoluzione –nell’arte come nella vita- per essere davvero tali, debbano necessariamente procedere per gradi, affinché si consolidino e si stabilizzino.
Comunicato stampa
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Nella settimana dedicata alla Giornata Internazionale dei Musei nell’intento di creare delle Connessioni alle Collezioni, MAD -divenuto ormai piccolo Ecomuseo del Lazio Virgiliano per il suo carattere sempre più contemporaneo, radicato e diffuso nel nostro territorio- sabato 17 maggio, alle ore 19,00, inaugura la mostra antologica di Daniele Frisina a cura di Fabio D’Achille, presso Sfizi d’Arte, la Galleria/laboratorio e negozio di articoli di belle arti e artigianato di Silvia Zuccoli (estremamente attiva nel campo artistico e culturale nonché ideatrice della rassegna Frammenti d’Arte).
I trenta lavori esposti raccontano il percorso del giovane artista negli ultimi sei anni.
“La pittura di Daniele dimostra come il cambiamento e l’evoluzione –nell’arte come nella vita- per essere davvero tali, debbano necessariamente procedere per gradi, affinché si consolidino e si stabilizzino.
Il messaggio non è qualcosa di definito, ma si manifesta per il suo continuo essere in fieri, in divenire, coincide con il passaggio di emozioni attraverso un cerchio, canale ristretto di entrata e di uscita, luogo di trasformazione, emblema della molteplicità semantica e semiotica dell’individuo, di una dualità tra emozione e raziocinio che solo illusoriamente può essere ricongiunta del tutto, ma che mai smette di cercare un precario equilibrio. Ecco allora che il cerchio, da sempre ritenuto simbolo di un’utopistica perfezione, diventa metafora di perfettibilità, spazio custodito di un’accurata introspezione che esclude le aprioristiche categorie di negativo e positivo, rivela la falsità di ogni manicheismo e inneggia alla relatività di qualsiasi sentimento. E qui subentra l’importanza degli occhi, dell’angolazione visiva, della prospettiva, che rende possibile la trasformazione, fa in modo che la rabbia diventi energia creativa, la paura stimolo alla sopravvivenza e capacità di difesa, il passato linfa vitale di apertura al presente, anziché nostalgico ripiegamento. Questo processo avviene mediante un lavoro in negativo, un corrispettivo pittorico del levare che è tipico della scultura: le campiture cromatiche nette, accese, squillanti e contrapposte dei primi lavori lasciano il posto, nelle opere più recenti, ad una monocromia declinata in diverse sfumature tonali, labili sfaccettature di un’illusione ottica attraverso cui il bianco della tela si fa colore, dona profondità e respiro al quadro, riceve e dà vita a forme diramate, è spazio circoscritto e al contempo aperto, paradossalmente saldo nella sua imprevedibilità, anzi, forse proprio in virtù di questa”. (Laura Cianfarani)
I trenta lavori esposti raccontano il percorso del giovane artista negli ultimi sei anni.
“La pittura di Daniele dimostra come il cambiamento e l’evoluzione –nell’arte come nella vita- per essere davvero tali, debbano necessariamente procedere per gradi, affinché si consolidino e si stabilizzino.
Il messaggio non è qualcosa di definito, ma si manifesta per il suo continuo essere in fieri, in divenire, coincide con il passaggio di emozioni attraverso un cerchio, canale ristretto di entrata e di uscita, luogo di trasformazione, emblema della molteplicità semantica e semiotica dell’individuo, di una dualità tra emozione e raziocinio che solo illusoriamente può essere ricongiunta del tutto, ma che mai smette di cercare un precario equilibrio. Ecco allora che il cerchio, da sempre ritenuto simbolo di un’utopistica perfezione, diventa metafora di perfettibilità, spazio custodito di un’accurata introspezione che esclude le aprioristiche categorie di negativo e positivo, rivela la falsità di ogni manicheismo e inneggia alla relatività di qualsiasi sentimento. E qui subentra l’importanza degli occhi, dell’angolazione visiva, della prospettiva, che rende possibile la trasformazione, fa in modo che la rabbia diventi energia creativa, la paura stimolo alla sopravvivenza e capacità di difesa, il passato linfa vitale di apertura al presente, anziché nostalgico ripiegamento. Questo processo avviene mediante un lavoro in negativo, un corrispettivo pittorico del levare che è tipico della scultura: le campiture cromatiche nette, accese, squillanti e contrapposte dei primi lavori lasciano il posto, nelle opere più recenti, ad una monocromia declinata in diverse sfumature tonali, labili sfaccettature di un’illusione ottica attraverso cui il bianco della tela si fa colore, dona profondità e respiro al quadro, riceve e dà vita a forme diramate, è spazio circoscritto e al contempo aperto, paradossalmente saldo nella sua imprevedibilità, anzi, forse proprio in virtù di questa”. (Laura Cianfarani)
17
maggio 2014
Daniele Frisina
Dal 17 maggio al 30 giugno 2014
arte contemporanea
Location
SFIZI D’ARTE
Latina, Via Giacomo Leopardi, 17, (Latina)
Latina, Via Giacomo Leopardi, 17, (Latina)
Orario di apertura
dal martedì al sabato dalle 10,00 alle 13,00 e dalle 17,00 alle 20,00. Lunedì ore 17,00 – 20,00
(Nel mese di maggio resterà aperto solo il pomeriggio)
Vernissage
17 Maggio 2014, ore 19,00
Autore
Curatore