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Daniele Galliano – Self-aggregations
Galliano osserva la folla e le sue diverse forme di aggregazione i simili si attraggono a vicenda e costruiscono relazioni che nel loro farsi diventano folla, ci mostra gli impulsi che generano configurazioni estetiche, veri e propri pattern sociali.
Comunicato stampa
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In chimica la self-aggregation è l'organizzazione autonoma e spontanea di componenti molecolari in strutture ordinate, da cui si originano nuovi sistemi. Un pattern geometrico e ben definito, in cui la distribuzione spaziale degli elementi non è casuale, basti pensare alla formazione della grafite o della bolla di sapone.
La relazione di attrazione o di repulsione tra particelle è regolata da interazioni elettriche o magnetiche, dove la logica di comportamento è guidata dalla regola della similitudine o dell'affnità: “io mi accoppio con me stesso” e “similia similibus solvuntur”.
Un processo che avviene sia in forma statica che dinamica: sistemi in cui le singole parti convergono verso uno stato di equilibrio diretta ad una configurazione finale che mostra strutture particolarmente ordinate e riconoscibili.
Daniele Galliano sembra studiare con questo stesso spirito d'osservazione i comportamenti umani e ritrovarvi le stesse leggi chimiche che governano la natura, quasi a dirci che lo spettacolo offerto dalla chimica riflette il nostro piccolo mondo.
Si chiede all'osservatore di guardare le opere di Galliano come un vetrino al microscopio o una lastra ai raggi X e scoprirvi un reticolo cristallino, una geometria latente. Un microcosmo, una costellazione, collisioni umane. O meglio, un sistema ordinato di persone che dall'auto-aggregazione originano una società. Quest'ultima infatti non è altro che un'auto-organizzazione dal basso, fondata su poche regole semplici e condivise, con risultati che emergono dalle connessioni e dalle interferenze tra singoli individui. Una rete fitta e non lineare di persone regolate da quella stessa aggregazione preferenziale che caratterizza le componenti molecolari.
Galliano osserva la folla e le sue diverse forme di aggregazione, soprattutto i riti collettivi sacri e profani, dalla preghiera ai festini. I simili si attraggono a vicenda e costruiscono relazioni che nel loro farsi diventano folla. E così Galliano ci mostra gli impulsi che generano configurazioni estetiche, veri e propri pattern sociali generati da azioni e comportamenti seriali.
L'umanità è l'oggetto del suo interesse sia nei suoi aspetti individuali che collettivi, con un movimento focale che va dal generale (con le serie Constellations e Come in cielo così in terra) al particolare (con le opere dei volti We are gonna have a very good time together).
La centralità degli spazi di aggregazione si fa quanto mai metafora di questo momento storico, rivendicando l'importanza dei presidi di socialità e cultura, perché l'uomo senza socialità non è davvero uomo e la società senza luoghi di aggregazione e condivisione non è davvero società.
Angelo Mistrangelo scrive di lui: “Vi è nel suo linguaggio la profondità della cultura visiva contemporanea, la sottile energia di una singolare ricerca che unisce fotografa, cinema, musica, letteratura, in una sorta di inesausta connessione con questo nostro tempo. E la sua esperienza rivela una personale definizione dei temi sociali e politici, dei tratti fisionomici dei personaggi, della folla che occupa lo spazio delle Constallations, resa con un segno materico, appena accennato come un fotogramma o il frame di un video o, ancora, una figura ripresa da We’re gonna have a real good time together”.
La relazione di attrazione o di repulsione tra particelle è regolata da interazioni elettriche o magnetiche, dove la logica di comportamento è guidata dalla regola della similitudine o dell'affnità: “io mi accoppio con me stesso” e “similia similibus solvuntur”.
Un processo che avviene sia in forma statica che dinamica: sistemi in cui le singole parti convergono verso uno stato di equilibrio diretta ad una configurazione finale che mostra strutture particolarmente ordinate e riconoscibili.
Daniele Galliano sembra studiare con questo stesso spirito d'osservazione i comportamenti umani e ritrovarvi le stesse leggi chimiche che governano la natura, quasi a dirci che lo spettacolo offerto dalla chimica riflette il nostro piccolo mondo.
Si chiede all'osservatore di guardare le opere di Galliano come un vetrino al microscopio o una lastra ai raggi X e scoprirvi un reticolo cristallino, una geometria latente. Un microcosmo, una costellazione, collisioni umane. O meglio, un sistema ordinato di persone che dall'auto-aggregazione originano una società. Quest'ultima infatti non è altro che un'auto-organizzazione dal basso, fondata su poche regole semplici e condivise, con risultati che emergono dalle connessioni e dalle interferenze tra singoli individui. Una rete fitta e non lineare di persone regolate da quella stessa aggregazione preferenziale che caratterizza le componenti molecolari.
Galliano osserva la folla e le sue diverse forme di aggregazione, soprattutto i riti collettivi sacri e profani, dalla preghiera ai festini. I simili si attraggono a vicenda e costruiscono relazioni che nel loro farsi diventano folla. E così Galliano ci mostra gli impulsi che generano configurazioni estetiche, veri e propri pattern sociali generati da azioni e comportamenti seriali.
L'umanità è l'oggetto del suo interesse sia nei suoi aspetti individuali che collettivi, con un movimento focale che va dal generale (con le serie Constellations e Come in cielo così in terra) al particolare (con le opere dei volti We are gonna have a very good time together).
La centralità degli spazi di aggregazione si fa quanto mai metafora di questo momento storico, rivendicando l'importanza dei presidi di socialità e cultura, perché l'uomo senza socialità non è davvero uomo e la società senza luoghi di aggregazione e condivisione non è davvero società.
Angelo Mistrangelo scrive di lui: “Vi è nel suo linguaggio la profondità della cultura visiva contemporanea, la sottile energia di una singolare ricerca che unisce fotografa, cinema, musica, letteratura, in una sorta di inesausta connessione con questo nostro tempo. E la sua esperienza rivela una personale definizione dei temi sociali e politici, dei tratti fisionomici dei personaggi, della folla che occupa lo spazio delle Constallations, resa con un segno materico, appena accennato come un fotogramma o il frame di un video o, ancora, una figura ripresa da We’re gonna have a real good time together”.
12
settembre 2020
Daniele Galliano – Self-aggregations
Dal 12 settembre al 18 ottobre 2020
arte contemporanea
Location
GALLERIA LOSANO ASSOCIAZIONE ARTE E CULTURA
Pinerolo, Via Savoia, 33, (Torino)
Pinerolo, Via Savoia, 33, (Torino)
Orario di apertura
Feriali: 16-19
Sabato e Domenica: 10-12 e 16-16
Lunedì chiuso
Vernissage
12 Settembre 2020, h 18.00
Autore
Autore testo critico