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Daniele Montis – Summae Difficultates
Esposte sono delle incisioni di grande inusitato formato, le corrispettive matrici, unitamente ad una serie di disegni che tradiscono il travaglio creativo di ciascuna realizzazione.
Comunicato stampa
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Ardito è il viaggio proposto da Daniele Montis nella mostra “Summae Difficultates. I meandri della psiche” in corso fino al 31 dicembre presso l’Istituto di Cultura ferrarese “Casa Giorgio Cini”. Esposte sono delle incisioni di grande inusitato formato, le corrispettive matrici, unitamente ad una serie di disegni che tradiscono il travaglio creativo di ciascuna realizzazione. L’artista sardo si impegna a percorrere le impervie traiettorie di labirinti sospesi in vertiginosa picchiata su abissi profondi, su orizzonti sfilacciati in metamorfico divenire, per scivolare su criptiche stratificazioni di senso. La ciclicità temporale si evidenzia nel ciclo di Ouroboros: il drago che mordendosi la coda, più clemente di un Saturno che divora i figli, si distrugge per rigenerarsi. E la narrazione si struttura nel manifestarsi delle spire che ascendono in complessi grovigli o sprofondano caute nell’immaginario dello spettatore. Pondus di tutto: l’uomo, di vitruviana memoria, che segna il baricentro del respiro compositivo. Ad orchestrare le composizioni subentra una grande abilità segnica, miscelata ad una colta capacità narrativa. Ne consegue un mirabolante tessuto fantastico, smontato, riassemblato in combinazioni che forzano la geometria euclidea, trasformata in altro, osando oltre la quarta dimensione. Alla base c’è la tensione al superamento dei limiti fisici del reale, esplorando latitudini altre, associata al gusto ludico di creare percorsi sempre più complessi per ingegnarsi a cercare nuove ulteriori scappatoie. Ma il substrato corposo, che plasma ogni singola creazione di Montis, è la pericolosa e recalcitrante scoperta dell’io, inerpicandosi negli impervi meandri della psiche, in strettoie anguste e buie, sospinto dalla speranza di una purificazione o di un semplice riconoscimento. Perdersi, per poi ritrovarsi nel laborioso avvolgersi dei mandala buddisti. Costruire architetture inespugnabili come il Kerak des Chevaliers, antica fortezza dei Crociati persa in Siria e immaginata a pel d’acqua, che rivive nella complessità onirica, e allo stesso tempo inventare futuribili macchine d’assedio.
A governare l’orchestrato avvicendarsi degli spazi è un’atmosfera del tutto atemporale, di pura sospensione. Anche quando l’omaggio va ad una città in tutto e per tutto circoscrivibile geograficamente, e dunque riconoscibile, quale Pienza, l’inserimento sincronico di citazioni, elementi, suggestioni la rende eterna, non racchiudibile in una claustrofobica definizione.
Cosa resta, alla fine, dei labirinti di cornici multiformi, di trasparenti sfere di vetro, di foreste di colonne, di vortici di scale e intrichi di porte?
Esacerbati i simulacri di rassicuranti certezze logiche, il viaggio trasversale dello spettatore è iniziato, superando le allucinazioni kafkiane, in una traversata perigliosa e catartica allo stesso tempo. Montis non lo lascia soccombere nei labirinti, che lui crea appositamente unicursali, ma lo sfida su ataviche scommesse, già impresse nella pietra all’albore della storia, per recuperare quanto di più caro ci sia: la conoscenza di sé. Senza trascurare che il peggiore dei labirinti, che non garantisce vie d’uscita, è il deserto, soprattutto quello che alimenta l’aridità del cuore.
Chi è:
Daniele Montis è nato a Sassari nel 1960.
E’ incisore di formazione urbinate, con alle spalle circa vent’anni di attività espositiva sul territorio nazionale.
Intaglia le sue matrici con le tecniche dell’acquaforte, acquatinta, vernice molle, puntasecca e bulino, con intrecci di morsure progressive, usando, a seconda delle esigenze di segno, sia lo zinco che il rame o il ferro.
Usa generalmente più battute e quindi più colori in una stessa opera, che a volte rielabora in stati successivi. Ha inoltre sviluppato una tecnica di incisione a rilievo e a più colori in un’unica lastra, di effetto molto simile al dipinto.
Predilige il grande formato e a Ferrara presenta studi, cartoni preparatori, matrici e procedimenti di stampa di alcuni dei suoi lavori più impegnativi.
A governare l’orchestrato avvicendarsi degli spazi è un’atmosfera del tutto atemporale, di pura sospensione. Anche quando l’omaggio va ad una città in tutto e per tutto circoscrivibile geograficamente, e dunque riconoscibile, quale Pienza, l’inserimento sincronico di citazioni, elementi, suggestioni la rende eterna, non racchiudibile in una claustrofobica definizione.
Cosa resta, alla fine, dei labirinti di cornici multiformi, di trasparenti sfere di vetro, di foreste di colonne, di vortici di scale e intrichi di porte?
Esacerbati i simulacri di rassicuranti certezze logiche, il viaggio trasversale dello spettatore è iniziato, superando le allucinazioni kafkiane, in una traversata perigliosa e catartica allo stesso tempo. Montis non lo lascia soccombere nei labirinti, che lui crea appositamente unicursali, ma lo sfida su ataviche scommesse, già impresse nella pietra all’albore della storia, per recuperare quanto di più caro ci sia: la conoscenza di sé. Senza trascurare che il peggiore dei labirinti, che non garantisce vie d’uscita, è il deserto, soprattutto quello che alimenta l’aridità del cuore.
Chi è:
Daniele Montis è nato a Sassari nel 1960.
E’ incisore di formazione urbinate, con alle spalle circa vent’anni di attività espositiva sul territorio nazionale.
Intaglia le sue matrici con le tecniche dell’acquaforte, acquatinta, vernice molle, puntasecca e bulino, con intrecci di morsure progressive, usando, a seconda delle esigenze di segno, sia lo zinco che il rame o il ferro.
Usa generalmente più battute e quindi più colori in una stessa opera, che a volte rielabora in stati successivi. Ha inoltre sviluppato una tecnica di incisione a rilievo e a più colori in un’unica lastra, di effetto molto simile al dipinto.
Predilige il grande formato e a Ferrara presenta studi, cartoni preparatori, matrici e procedimenti di stampa di alcuni dei suoi lavori più impegnativi.
Daniele Montis – Summae Difficultates
Fino al 31 dicembre 2003
arte contemporanea
Location
ISTITUTO DI CULTURA CASA GIORGIO CINI
Ferrara, Via Boccacanale Santo Stefano, 24, (Ferrara)
Ferrara, Via Boccacanale Santo Stefano, 24, (Ferrara)
Orario di apertura
dal lunedì al venerdì dalle 9,30 alle 12,30 e dalle 15,30 alle 19. Il sabato dalle 9,30 alle 12,30. La domenica e i festivi su prenotazione