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Daniele Novelli – Disvelare l’ovvio
La mostra di Daniele Novelli, uno dei primi tre classificati alla XII edizione del premio Massenzio Arte si inquadra come un riconoscimento al lavoro pittorico dell’artista. Undici le opere esposte, alcune di medio e grande formato, facenti parte di un ciclo pittorico interamente realizzato nel 2007. Tra le opere presenti in mostra anche “Effetto Noir” creata sul tema dell’energia per la prima edizione del Premio Terna e pubblicata sul catalogo della manifestazione. (Silvana Editoriale).
Comunicato stampa
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La mostra di DANIELE NOVELLI si inquadra nel progetto del XII Premio Massenzio Arte come riconoscimento ai primi tre classificati
L’iperrealismo del Novelli (che per altro l’artista ha abbandonato, come ricerca, già dal 2008), è certamente una delle risposte che stavamo cercando; l’estetica del simbolo e la sua trasfigurazione nel reale ci consente di rivalutare, restituire dignità di paesaggio a cose, oggetti e spazi o non-luoghi, pure consueti, eppure accettati con distacco e talvolta con disagio: paesaggi e realtà urbane dalle quali fuggiremmo volentieri, sentendocene succubi, ma nelle quali siamo immersi, pur senza volerne prendere coscienza, con disappunto e disagio. I vani delle scale, le cabine telefoniche, i divisori spartitraffico, le cabine del bancomat divengono, nelle opere del Novelli, paesaggi contenitori di un disagio dello spirito che il colore, saggiamente dosato e basato su mezze tinte di grigi con lievissime sfumature di pochi colori diversi, appena accennati, propongono all’occhio che nella vita reale le guarda senza vedere: intanto, mentre il colore rappresenta il grigio della vita urbana, le geometrie e le masse uniformi e semplici delle cose si rivolgono all’anima ricordandoci che quei simboli antichi hanno perduto in quelle raffigurazioni del reale la potenza del mito.
TESTO DI PRESENTAZIONE CRITICO
L’iperrealismo del Novelli (che per altro l’artista ha abbandonato, come ricerca, già dal 2008), è certamente una delle risposte che stavamo cercando; l’estetica del simbolo e la sua trasfigurazione nel reale ci consente di rivalutare, restituire dignità di paesaggio a cose, oggetti e spazi o non-luoghi, pure consueti, eppure accettati con distacco e talvolta con disagio: paesaggi e realtà urbane dalle quali fuggiremmo volentieri, sentendocene succubi, ma nelle quali siamo immersi, pur senza volerne prendere coscienza, con disappunto e disagio. I vani delle scale, le cabine telefoniche, i divisori spartitraffico, le cabine del bancomat divengono, nelle opere del Novelli, paesaggi contenitori di un disagio dello spirito che il colore, saggiamente dosato e basato su mezze tinte di grigi con lievissime sfumature di pochi colori diversi, appena accennati, propongono all’occhio che nella vita reale le guarda senza vedere: intanto, mentre il colore rappresenta il grigio della vita urbana, le geometrie e le masse uniformi e semplici delle cose si rivolgono all’anima ricordandoci che quei simboli antichi hanno perduto in quelle raffigurazioni del reale la potenza del mito.
Alessandro D’ Ercole
L’iperrealismo del Novelli (che per altro l’artista ha abbandonato, come ricerca, già dal 2008), è certamente una delle risposte che stavamo cercando; l’estetica del simbolo e la sua trasfigurazione nel reale ci consente di rivalutare, restituire dignità di paesaggio a cose, oggetti e spazi o non-luoghi, pure consueti, eppure accettati con distacco e talvolta con disagio: paesaggi e realtà urbane dalle quali fuggiremmo volentieri, sentendocene succubi, ma nelle quali siamo immersi, pur senza volerne prendere coscienza, con disappunto e disagio. I vani delle scale, le cabine telefoniche, i divisori spartitraffico, le cabine del bancomat divengono, nelle opere del Novelli, paesaggi contenitori di un disagio dello spirito che il colore, saggiamente dosato e basato su mezze tinte di grigi con lievissime sfumature di pochi colori diversi, appena accennati, propongono all’occhio che nella vita reale le guarda senza vedere: intanto, mentre il colore rappresenta il grigio della vita urbana, le geometrie e le masse uniformi e semplici delle cose si rivolgono all’anima ricordandoci che quei simboli antichi hanno perduto in quelle raffigurazioni del reale la potenza del mito.
TESTO DI PRESENTAZIONE CRITICO
L’iperrealismo del Novelli (che per altro l’artista ha abbandonato, come ricerca, già dal 2008), è certamente una delle risposte che stavamo cercando; l’estetica del simbolo e la sua trasfigurazione nel reale ci consente di rivalutare, restituire dignità di paesaggio a cose, oggetti e spazi o non-luoghi, pure consueti, eppure accettati con distacco e talvolta con disagio: paesaggi e realtà urbane dalle quali fuggiremmo volentieri, sentendocene succubi, ma nelle quali siamo immersi, pur senza volerne prendere coscienza, con disappunto e disagio. I vani delle scale, le cabine telefoniche, i divisori spartitraffico, le cabine del bancomat divengono, nelle opere del Novelli, paesaggi contenitori di un disagio dello spirito che il colore, saggiamente dosato e basato su mezze tinte di grigi con lievissime sfumature di pochi colori diversi, appena accennati, propongono all’occhio che nella vita reale le guarda senza vedere: intanto, mentre il colore rappresenta il grigio della vita urbana, le geometrie e le masse uniformi e semplici delle cose si rivolgono all’anima ricordandoci che quei simboli antichi hanno perduto in quelle raffigurazioni del reale la potenza del mito.
Alessandro D’ Ercole
08
aprile 2010
Daniele Novelli – Disvelare l’ovvio
Dall'otto al 17 aprile 2010
arte contemporanea
Location
MASSENZIO ARTE
Roma, Via Del Commercio, 12, (Roma)
Roma, Via Del Commercio, 12, (Roma)
Orario di apertura
ore 17:00-20:00 No Festivi
Vernissage
8 Aprile 2010, ore 18
Editore
SILVANA EDITORIALE
Autore
Curatore