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Daniele Scarpa Kos – Robert Star In Venice
personale
Comunicato stampa
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Robert Claus (il supplente di Babbo Natale) pulendo la sua casetta trova, dimenticato sotto il letto, un regalo di Natale non consegnato; il destinatario è un bambino che vive a Venice (Florida).
Decide di prendere l’aereo per recapitare velocemente il pacco, ma all’aeroporto perde gli occhiali, sbaglia volo e arriva a Venice (Italy).
Credendo di trovarsi in una comunità d’italoamericani della Florida, Robert cerca di comunicare in slang american-sicilian e usando le uniche parole d'italiano che conosce bene: il testo della canzone “Con te partirò” di Andrea Bocelli.
Trova alloggio in una casa occupata da squatter dove incontra Toto, gondoliere alternativo attivo in vari collettivi, George, cantante australiano con il pallino della musica greca che si fa chiamare da tutti Constantinos Vassilissis, Ute, poetessa tedesca (ma latin lover) appassionata di tatuaggi (ha tutto il corpo tatuato con i nomi dei turisti e turiste che ha conquistato) e Carmela, imponente regista teatrale di Napoli che vuole mettere in scena un musical sui film di T.Milian.
Alla fine della giornata, quando gli viene presentato il conto da pagare, Robert si accorge di trovarsi in un hotel. A Venezia non solo i veneziani stentano a trovar casa, ma persino gli squatter, non essendoci più edifici da occupare, si adattano a vivere in albergo.
Intanto gira in gondola con Toto in cerca dell’indirizzo della consegna.
Suona per errore alla casa della Zia Zitti, un’anziana signora ossessionata dai rumori.
La Zia Zitti gli urla di parlare piano, lo riceve con un gridatissimo “Shhhhhhh” e alla fine chiama la polizia.
Il secondo tentativo è in un negozio strapieno di fragilissimi souvenir di vetro dove per muoversi senza romper nulla bisogna spostarsi con abilità da contorsionista.
Entra in un appartamento di studentesse dell’università, sei ragazze abbandonate dal loro coinquilino che era il fidanzato di tutte. Viene preso immediatamente di mira dal gruppo (in crisi di astinenza di baci), tenta di andarsene ma le studentesse lo rapiscono baciandolo a turno per tutto il pomeriggio.
Riesce a fuggire dall’appartamento calandosi da una finestra, ritrova Toto e insieme cenano al ristorante “Spaghetti Western”. All’interno, come intrattenimento, dei pistoleri giocano al tiro a segno mirando a file di piatti di spaghetti. Robert partecipa alla sfida ma centra per errore la collezione di vini d’annata dello sceriffo del locale. L’inevitabile duello con lo sceriffo è interrotto da due musicisti indiani che entrano cantando “’O sole mio” (musica pop della Florida?).
Robert, Toto e Carmela, usciti dalla comune-hotel, vengono ospitati alcuni giorni da Egle, vedova molto chiacchierona, ottima cuoca (il trio è obbligato a seguire lezioni di cucina, inframmezzate da nostalgici racconti sulla prestanza del marito defunto), ma poi trovano casa in un’altana trasformata in baracca sui tetti.
George “Costantinos” lo invita ad un party affollato da eccentrici e creativi.
Qui incontra Cicci-Impacci (riconoscibile dal teschietto di zucchero che tiene in mano), artista costantemente tormentato da amletici dubbi sulle correnti artistiche contemporanee, e Paparazza, fotografa di performance.
Nel bel mezzo della festa arriva, attesissimo da tutti, El Barba, un tipo magrolino e capelluto. El Barba parla sempre di ponti, pensa che a Venezia tutto si possa risolvere costruendo ponti ovunque. “C’è un ponte per ogni problema” è il suo motto.
Vuole trasformare la città in un grande Bridge & Breakfast. Gli invitati alla festa ascoltano con molta serietà i suoi progetti, Robert cerca d’intervenire alla discussione con il suo repertorio di frasi ad effetto alla Bocelli, ma El Barba, arrabbiatissimo, lo accusa di disfattismo e lo caccia fuori. Paparazza documenta la scena scattando una foto.
Il nuovo tentativo di consegna del pacco è alla Biennale d’Arte.
Nella sala espositiva della Cina trova un grasso artista intento a disegnare sui muri delle grandi merendine colorate, che si presenta come K.M.M.
L’uomo si offre di aiutarlo a trovare il recapito del regalo suggerendogli di cercare nel quartiere di Cannaregio. La via più veloce per arrivarci è via acqua, seguendo il Canal Grande, ma mentre Robert sale in gondola, il pesante K.M.M, per non far affondare l’imbarcazione, monta su un barcone.
Inizia una concitata conversazione tra i due, la distanza tra le barche consente a Robert di capire solo una parte delle parole, ma quando K.M.M gli comunica il proprio nome per intero, Robert rimane di sasso: corrisponde a quello scritto nell’indirizzo del pacco, Kory Mario Mix!
L’artista è in realtà un bambino di 7 anni della Florida in viaggio di lavoro a Venezia, cresciuto a dismisura per aver mangiato troppe merendine con cibo transgenico. Espone alla Biennale d’Arte, e aspettava il pacco contenente il pezzo mancante della sua opera, un’installazione costruita con 5000 merendine al cioccolato. Perché un americano espone nello spazio della Cina? K.M.M è evasivo nel rispondere, ma offre a Robert uno scatolone di caramelle in regalo.
Happy end: Carmela chiede a Robert di partecipare al musical dove recitano anche Toto e George “Costantinos”. Robert vorrebbe, naturalmente, cantare Bocelli, ma Carmela lo costringe ad interpretare canzoni country. Così, tra i balletti di Toto, Ute, Carmela, K.M.M e le musiche greche di George, Robert canta, vestito da cowboy, un classico della musica “country”: “’O sole mio”. Gran successo e applausi. A Star Is Born?
(Ogni riferimento a fatti e/o persone realmente esistenti è puramente casuale. Tutti i personaggi sono frutto della fantasia dell’autore).
Decide di prendere l’aereo per recapitare velocemente il pacco, ma all’aeroporto perde gli occhiali, sbaglia volo e arriva a Venice (Italy).
Credendo di trovarsi in una comunità d’italoamericani della Florida, Robert cerca di comunicare in slang american-sicilian e usando le uniche parole d'italiano che conosce bene: il testo della canzone “Con te partirò” di Andrea Bocelli.
Trova alloggio in una casa occupata da squatter dove incontra Toto, gondoliere alternativo attivo in vari collettivi, George, cantante australiano con il pallino della musica greca che si fa chiamare da tutti Constantinos Vassilissis, Ute, poetessa tedesca (ma latin lover) appassionata di tatuaggi (ha tutto il corpo tatuato con i nomi dei turisti e turiste che ha conquistato) e Carmela, imponente regista teatrale di Napoli che vuole mettere in scena un musical sui film di T.Milian.
Alla fine della giornata, quando gli viene presentato il conto da pagare, Robert si accorge di trovarsi in un hotel. A Venezia non solo i veneziani stentano a trovar casa, ma persino gli squatter, non essendoci più edifici da occupare, si adattano a vivere in albergo.
Intanto gira in gondola con Toto in cerca dell’indirizzo della consegna.
Suona per errore alla casa della Zia Zitti, un’anziana signora ossessionata dai rumori.
La Zia Zitti gli urla di parlare piano, lo riceve con un gridatissimo “Shhhhhhh” e alla fine chiama la polizia.
Il secondo tentativo è in un negozio strapieno di fragilissimi souvenir di vetro dove per muoversi senza romper nulla bisogna spostarsi con abilità da contorsionista.
Entra in un appartamento di studentesse dell’università, sei ragazze abbandonate dal loro coinquilino che era il fidanzato di tutte. Viene preso immediatamente di mira dal gruppo (in crisi di astinenza di baci), tenta di andarsene ma le studentesse lo rapiscono baciandolo a turno per tutto il pomeriggio.
Riesce a fuggire dall’appartamento calandosi da una finestra, ritrova Toto e insieme cenano al ristorante “Spaghetti Western”. All’interno, come intrattenimento, dei pistoleri giocano al tiro a segno mirando a file di piatti di spaghetti. Robert partecipa alla sfida ma centra per errore la collezione di vini d’annata dello sceriffo del locale. L’inevitabile duello con lo sceriffo è interrotto da due musicisti indiani che entrano cantando “’O sole mio” (musica pop della Florida?).
Robert, Toto e Carmela, usciti dalla comune-hotel, vengono ospitati alcuni giorni da Egle, vedova molto chiacchierona, ottima cuoca (il trio è obbligato a seguire lezioni di cucina, inframmezzate da nostalgici racconti sulla prestanza del marito defunto), ma poi trovano casa in un’altana trasformata in baracca sui tetti.
George “Costantinos” lo invita ad un party affollato da eccentrici e creativi.
Qui incontra Cicci-Impacci (riconoscibile dal teschietto di zucchero che tiene in mano), artista costantemente tormentato da amletici dubbi sulle correnti artistiche contemporanee, e Paparazza, fotografa di performance.
Nel bel mezzo della festa arriva, attesissimo da tutti, El Barba, un tipo magrolino e capelluto. El Barba parla sempre di ponti, pensa che a Venezia tutto si possa risolvere costruendo ponti ovunque. “C’è un ponte per ogni problema” è il suo motto.
Vuole trasformare la città in un grande Bridge & Breakfast. Gli invitati alla festa ascoltano con molta serietà i suoi progetti, Robert cerca d’intervenire alla discussione con il suo repertorio di frasi ad effetto alla Bocelli, ma El Barba, arrabbiatissimo, lo accusa di disfattismo e lo caccia fuori. Paparazza documenta la scena scattando una foto.
Il nuovo tentativo di consegna del pacco è alla Biennale d’Arte.
Nella sala espositiva della Cina trova un grasso artista intento a disegnare sui muri delle grandi merendine colorate, che si presenta come K.M.M.
L’uomo si offre di aiutarlo a trovare il recapito del regalo suggerendogli di cercare nel quartiere di Cannaregio. La via più veloce per arrivarci è via acqua, seguendo il Canal Grande, ma mentre Robert sale in gondola, il pesante K.M.M, per non far affondare l’imbarcazione, monta su un barcone.
Inizia una concitata conversazione tra i due, la distanza tra le barche consente a Robert di capire solo una parte delle parole, ma quando K.M.M gli comunica il proprio nome per intero, Robert rimane di sasso: corrisponde a quello scritto nell’indirizzo del pacco, Kory Mario Mix!
L’artista è in realtà un bambino di 7 anni della Florida in viaggio di lavoro a Venezia, cresciuto a dismisura per aver mangiato troppe merendine con cibo transgenico. Espone alla Biennale d’Arte, e aspettava il pacco contenente il pezzo mancante della sua opera, un’installazione costruita con 5000 merendine al cioccolato. Perché un americano espone nello spazio della Cina? K.M.M è evasivo nel rispondere, ma offre a Robert uno scatolone di caramelle in regalo.
Happy end: Carmela chiede a Robert di partecipare al musical dove recitano anche Toto e George “Costantinos”. Robert vorrebbe, naturalmente, cantare Bocelli, ma Carmela lo costringe ad interpretare canzoni country. Così, tra i balletti di Toto, Ute, Carmela, K.M.M e le musiche greche di George, Robert canta, vestito da cowboy, un classico della musica “country”: “’O sole mio”. Gran successo e applausi. A Star Is Born?
(Ogni riferimento a fatti e/o persone realmente esistenti è puramente casuale. Tutti i personaggi sono frutto della fantasia dell’autore).
06
luglio 2007
Daniele Scarpa Kos – Robert Star In Venice
Dal 06 al 22 luglio 2007
arte contemporanea
Location
SPAZIO PONTE DELLE LATTE
Venezia, Fondamenta Rio Marin, 2427A, (Venezia)
Venezia, Fondamenta Rio Marin, 2427A, (Venezia)
Orario di apertura
Da lunedì a sabato dalle 21.30 alle 23.30
Vernissage
6 Luglio 2007, ore 3.30
Autore