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Danilo Correale – The Warp and The Weft / Anna Franceschini – The Stuffed Shirt
Peep-Hole è lieta di inaugurare la stagione autunnale con le mostre personali di Danilo Correale The Warp and The Weft e Anna Franceschini The Stuffed Shirt.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Danilo Correale The Warp and The Weft
Anna Franceschini The Stuffed Shirt
Inaugurazione Mercoledì, 3 ottobre 2012, 18.30
4 ottobre – 10 novembre 2012
Danilo Correale The Warp and The Weft
Danilo Correale utilizza una vasta gamma di tecniche e strumenti espressivi quali fotografia, video e processi collaborativi che attingono dall’immaginario collettivo, dalla cultura popolare e dal paesaggio mediatico contemporaneo per aprire nuovi percorsi interpretativi attraverso i quali avvicinarsi ai modi di produzione della soggettività odierna. Al centro del suo lavoro c’è una critica delle istituzioni che governano la nostra società, da quelle culturali a quelle direttamente legate al sistema economico. Il capitalismo finanziario e i meccanismi di potere che ne regolano gli equilibri sono centrali nella ricerca dell’artista che di recente si è concentrata sull’estetica corporate e il modo in cui essa si riflette sulla società.
Il progetto ideato per Peep-Hole si inscrive all’interno di questa ricerca e consiste in una rappresentazione delle relazioni economiche globali attraverso l’utilizzo dei tessuti industriali come metafora della “trama e ordito” su cui si basano i flussi del sistema finanziario. The Warp and the Weft (La trama e l’ordito) consiste nella produzione di cinque diversi tessuti tartan presentati attraverso un’unica grande installazione che domina la prima sala dello spazio espositivo. Ciascuno dei tartan disegnati dall’artista è composto da una serie di colori scelti rigorosamente in base a quelli corporate dei loghi degli istituti finanziari più potenti del mondo. I cinque tartan contraddistinguono diversi “clan” in un intreccio visibile e pronto per una nuova trasformazione ed introduzione nel mercato. I cinque tessuti rappresentano dei codici che si riferiscono direttamente a diverse aree geografiche dove sono presenti gli istituti con asset economico più influente: Nord America, Sud America, Africa, Europa e Asia.
La scelta del tartan è legata alla natura e alla storia di questo tessuto che da sempre identifica l’appartenenza a un gruppo ristretto di individui, sia esso familiare, sportivo o corporativo. Tipico dei clan scozzesi, il tartan veniva storicamente usato sul campo di battaglia al fine di individuare il clan di appartenenza. Ancora oggi molte famiglie e aziende ne possiedono uno che le contraddistingue come una firma unica e originale. Questo tessuto è strettamente connesso anche al mondo del Golf, uno sport elitario che più di ogni altro rappresenta uno status e il cui contesto informale è sempre più legato a dinamiche politiche ed economiche.
L’identificazione attraverso un codice visivo e il ruolo centrale che esso ha sempre svolto nella società è dunque il punto di partenza di The Warp and the Weft, un progetto che, tra gli altri, trova i suoi riferimenti teorici in Deleuze e Guattari quando usano i termini di “trama” e “ordito” per descrivere la complessa rete di relazioni propria della finanza nell’era della globalizzazione (Mille Piani) e in Hardt e Negri che parlano di “tessitura di relazioni economiche invisibili” tra oriente e occidente (Impero).
Danilo Correale (Napoli, 1982, vive e lavora a Londra) ha conseguito, nel 2006, la laurea in Arti Visive e Studi Curatoriali presso l’accademia di belle arti NABA di Milano. Ha preso parte a numerose mostre collettive tra cui: Moscow International Biennial for Young Art, Mosca (2012), Sotto la strada la spiaggia, Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, Torino, (2012), Enacting Populism, Kadist Art Foundation, Parigi (2012), Manifesta 8: The European Biennial of Contemporary Art, Murcia (2010), Sindrome Italiana, Magasin – Centre National d’Art Contemporain de Grenoble, Grenoble (2010), Emerging Talents, Fondazione Strozzina, Firenze (2008). Tra le mostre personali: We have a business proposal of ..., Galleria Raucci/Santamaria, Napoli (2012), Pareto Optimality, Supportico Lopez, Berlino (2011), We Are Making History, Entrèe, Bergen, (2011), How much art can you take?, Spazio Chan, Genova (2009). Residenze a cui ha preso parte includono: Mazama Art Residence, Seattle (2011), Corso Superiore di Arti Visive Fondazione Ratti, Como (2010), Fondazione Spinola Banna (2010), Night School Program, Seminarium with Raqs Media Collective, New Museum, New York (2009).
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Anna Franceschini The Stuffed Shirt
Anna Franceschini utilizza il mezzo cinematografico come un dispositivo simbolico ed evocativo attraverso cui definisce una poetica cristallina dellʼimmagine in movimento. La sua ricerca tende verso un “cinema puro” e si avvale delle strutture e dei linguaggi dell'arte per esprimere un omaggio al cinema delle origini e a quello sperimentale nelle sue principali linee espressive e teoriche: arte dellʼimmagine, scrittura visiva astratta e concettuale, libertà dai vincoli narrativi. Nel suo lavoro lʼartista esclude quasi completamente la figura umana per concentrarsi su luoghi e oggetti che diventano terreno dʼindagine dellʼenigma dellʼesistenza.
“Cerco di considerare oggetti e spazi come precipitati di quella mistura alchemica che è la vita e da quel residuo, da quelle cristallizzazioni, opero un percorso a ritroso, una “dinamizzazione” degli elementi, una separazione delle particelle. […] Scegliere un luogo, rimanerci il tempo necessario a stanare il giusto punto di vista e poi usare questo cuneo visivo come un grimaldello per far saltare la crosta delle cose e liberarne la natura. Poi inizia il viaggio delle immagini, lʼesplorazione cinematografica dellʼambiente intorno a me. È una traversata in solitaria, è vero, ma quello che mi serve è un campo libero, un mondo fatto dagli uomini, ma senza persone che ne celino la vera essenza.” (AF)
Per la sua mostra personale da Peep-Hole Anna Franceschini ha realizzato una nuova opera filmica, The Stuffed Shirt. Il lavoro, il cui titolo in italiano potrebbe tradursi come Il Pallone Gonfiato, si rifà a unʼespressione idiomatica ormai poco utilizzata ed ha per protagonista un dressman, una macchina stiratrice automatica utilizzata nelle stirerie industriali per eliminare le pieghe da camicie e pantaloni. Il dressman riempie le camicie di vita fino a farle quasi esplodere, le spinge all’estremo limite, fino a una sorta di arresto cardiaco che provoca il collasso dell'indumento. Lʼartista usa la macchina da presa come un rianimatore, una sorta di dispositivo cuore-polmoni dellʼimmagine in movimento: attraverso una macchina – la cinepresa 16mm – per brevi e ripetuti istanti Franceschini restituisce una fugace umanizzazione a unʼaltra macchina – la stiratrice.
Come nei vecchi trick film la ripetizione di un gesto portato al suo parossismo provoca ilarità e disagio allo stesso tempo. Si crea un’empatia con l'oggetto animato, ma anche una specie di timore per questa creatura semi-meccanica, semimorta, attore non umano dall'imbarazzante e ingombrante presenza. L’opera è composta da film girati in pellicola e riversati in digitale la cui componente sonora, puro field recording, lavorerà per sovrapposizioni andando a saturare vaporosamente lo spazio.
Anna Franceschini (Pavia 1979, vive e lavora a Bruxelles) ha conseguito, nel 2006, un Master in Televisione, Cinema e Produzione Multimediale presso L'università IULM di Milano e, successivamente, una borsa di ricerca post-laurea in Storia e Critica del Cinema Italiano. I suoi video e film sono stati selezionati in numerosi Festival di cinema tra i quali il 60ʼLocarno Film Festival (2008) e TFF/Torino Film Festival (2008). Ha preso parte a numerose mostre collettive tra cui: The Flying carpets, Villa Medici, Roma (2012), A text is a thing, Vistamare/Benedetta Spalletti, Pescara (2011), The Eleventh Hour, Futura, Praga (2011), Videoreport Italia 2008-09, GC.AC., Monfalcone (2010). Tra le mostre personali e duo shows si segnalano: Halation, Objectif Exhibitions, Anversa (2012), Subjective projektionen: Anna Franceschini,
Bielefelder Kunstverein, Bielefelder (2012); Thea Ddjordjatze: quite speech in wide circulation / Screening room: Anna Franceschini, Kiosk Gallery – Gent (2011). Nel 2011 ha ottenuto la menzione speciale del premio Ariane de Rothschild, Milano; per il 2012 è la vincitrice del Premio Fondazione Casoli, Fabriano e del Premio New York. Residenze a cui ha preso parte includono la Rijksakademie van Beeldende Kunsten, Amsterdam (2009-2010), VIR / Viafarini In Residence, Milano (2011). Il suo lavoro fa parte di importanti collezioni pubbliche come quella del Museé National d'art Moderne / Centre Georges Pompidou, Parigi e il Museo MACRO, Roma.
Anna Franceschini The Stuffed Shirt
Inaugurazione Mercoledì, 3 ottobre 2012, 18.30
4 ottobre – 10 novembre 2012
Danilo Correale The Warp and The Weft
Danilo Correale utilizza una vasta gamma di tecniche e strumenti espressivi quali fotografia, video e processi collaborativi che attingono dall’immaginario collettivo, dalla cultura popolare e dal paesaggio mediatico contemporaneo per aprire nuovi percorsi interpretativi attraverso i quali avvicinarsi ai modi di produzione della soggettività odierna. Al centro del suo lavoro c’è una critica delle istituzioni che governano la nostra società, da quelle culturali a quelle direttamente legate al sistema economico. Il capitalismo finanziario e i meccanismi di potere che ne regolano gli equilibri sono centrali nella ricerca dell’artista che di recente si è concentrata sull’estetica corporate e il modo in cui essa si riflette sulla società.
Il progetto ideato per Peep-Hole si inscrive all’interno di questa ricerca e consiste in una rappresentazione delle relazioni economiche globali attraverso l’utilizzo dei tessuti industriali come metafora della “trama e ordito” su cui si basano i flussi del sistema finanziario. The Warp and the Weft (La trama e l’ordito) consiste nella produzione di cinque diversi tessuti tartan presentati attraverso un’unica grande installazione che domina la prima sala dello spazio espositivo. Ciascuno dei tartan disegnati dall’artista è composto da una serie di colori scelti rigorosamente in base a quelli corporate dei loghi degli istituti finanziari più potenti del mondo. I cinque tartan contraddistinguono diversi “clan” in un intreccio visibile e pronto per una nuova trasformazione ed introduzione nel mercato. I cinque tessuti rappresentano dei codici che si riferiscono direttamente a diverse aree geografiche dove sono presenti gli istituti con asset economico più influente: Nord America, Sud America, Africa, Europa e Asia.
La scelta del tartan è legata alla natura e alla storia di questo tessuto che da sempre identifica l’appartenenza a un gruppo ristretto di individui, sia esso familiare, sportivo o corporativo. Tipico dei clan scozzesi, il tartan veniva storicamente usato sul campo di battaglia al fine di individuare il clan di appartenenza. Ancora oggi molte famiglie e aziende ne possiedono uno che le contraddistingue come una firma unica e originale. Questo tessuto è strettamente connesso anche al mondo del Golf, uno sport elitario che più di ogni altro rappresenta uno status e il cui contesto informale è sempre più legato a dinamiche politiche ed economiche.
L’identificazione attraverso un codice visivo e il ruolo centrale che esso ha sempre svolto nella società è dunque il punto di partenza di The Warp and the Weft, un progetto che, tra gli altri, trova i suoi riferimenti teorici in Deleuze e Guattari quando usano i termini di “trama” e “ordito” per descrivere la complessa rete di relazioni propria della finanza nell’era della globalizzazione (Mille Piani) e in Hardt e Negri che parlano di “tessitura di relazioni economiche invisibili” tra oriente e occidente (Impero).
Danilo Correale (Napoli, 1982, vive e lavora a Londra) ha conseguito, nel 2006, la laurea in Arti Visive e Studi Curatoriali presso l’accademia di belle arti NABA di Milano. Ha preso parte a numerose mostre collettive tra cui: Moscow International Biennial for Young Art, Mosca (2012), Sotto la strada la spiaggia, Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, Torino, (2012), Enacting Populism, Kadist Art Foundation, Parigi (2012), Manifesta 8: The European Biennial of Contemporary Art, Murcia (2010), Sindrome Italiana, Magasin – Centre National d’Art Contemporain de Grenoble, Grenoble (2010), Emerging Talents, Fondazione Strozzina, Firenze (2008). Tra le mostre personali: We have a business proposal of ..., Galleria Raucci/Santamaria, Napoli (2012), Pareto Optimality, Supportico Lopez, Berlino (2011), We Are Making History, Entrèe, Bergen, (2011), How much art can you take?, Spazio Chan, Genova (2009). Residenze a cui ha preso parte includono: Mazama Art Residence, Seattle (2011), Corso Superiore di Arti Visive Fondazione Ratti, Como (2010), Fondazione Spinola Banna (2010), Night School Program, Seminarium with Raqs Media Collective, New Museum, New York (2009).
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Anna Franceschini The Stuffed Shirt
Anna Franceschini utilizza il mezzo cinematografico come un dispositivo simbolico ed evocativo attraverso cui definisce una poetica cristallina dellʼimmagine in movimento. La sua ricerca tende verso un “cinema puro” e si avvale delle strutture e dei linguaggi dell'arte per esprimere un omaggio al cinema delle origini e a quello sperimentale nelle sue principali linee espressive e teoriche: arte dellʼimmagine, scrittura visiva astratta e concettuale, libertà dai vincoli narrativi. Nel suo lavoro lʼartista esclude quasi completamente la figura umana per concentrarsi su luoghi e oggetti che diventano terreno dʼindagine dellʼenigma dellʼesistenza.
“Cerco di considerare oggetti e spazi come precipitati di quella mistura alchemica che è la vita e da quel residuo, da quelle cristallizzazioni, opero un percorso a ritroso, una “dinamizzazione” degli elementi, una separazione delle particelle. […] Scegliere un luogo, rimanerci il tempo necessario a stanare il giusto punto di vista e poi usare questo cuneo visivo come un grimaldello per far saltare la crosta delle cose e liberarne la natura. Poi inizia il viaggio delle immagini, lʼesplorazione cinematografica dellʼambiente intorno a me. È una traversata in solitaria, è vero, ma quello che mi serve è un campo libero, un mondo fatto dagli uomini, ma senza persone che ne celino la vera essenza.” (AF)
Per la sua mostra personale da Peep-Hole Anna Franceschini ha realizzato una nuova opera filmica, The Stuffed Shirt. Il lavoro, il cui titolo in italiano potrebbe tradursi come Il Pallone Gonfiato, si rifà a unʼespressione idiomatica ormai poco utilizzata ed ha per protagonista un dressman, una macchina stiratrice automatica utilizzata nelle stirerie industriali per eliminare le pieghe da camicie e pantaloni. Il dressman riempie le camicie di vita fino a farle quasi esplodere, le spinge all’estremo limite, fino a una sorta di arresto cardiaco che provoca il collasso dell'indumento. Lʼartista usa la macchina da presa come un rianimatore, una sorta di dispositivo cuore-polmoni dellʼimmagine in movimento: attraverso una macchina – la cinepresa 16mm – per brevi e ripetuti istanti Franceschini restituisce una fugace umanizzazione a unʼaltra macchina – la stiratrice.
Come nei vecchi trick film la ripetizione di un gesto portato al suo parossismo provoca ilarità e disagio allo stesso tempo. Si crea un’empatia con l'oggetto animato, ma anche una specie di timore per questa creatura semi-meccanica, semimorta, attore non umano dall'imbarazzante e ingombrante presenza. L’opera è composta da film girati in pellicola e riversati in digitale la cui componente sonora, puro field recording, lavorerà per sovrapposizioni andando a saturare vaporosamente lo spazio.
Anna Franceschini (Pavia 1979, vive e lavora a Bruxelles) ha conseguito, nel 2006, un Master in Televisione, Cinema e Produzione Multimediale presso L'università IULM di Milano e, successivamente, una borsa di ricerca post-laurea in Storia e Critica del Cinema Italiano. I suoi video e film sono stati selezionati in numerosi Festival di cinema tra i quali il 60ʼLocarno Film Festival (2008) e TFF/Torino Film Festival (2008). Ha preso parte a numerose mostre collettive tra cui: The Flying carpets, Villa Medici, Roma (2012), A text is a thing, Vistamare/Benedetta Spalletti, Pescara (2011), The Eleventh Hour, Futura, Praga (2011), Videoreport Italia 2008-09, GC.AC., Monfalcone (2010). Tra le mostre personali e duo shows si segnalano: Halation, Objectif Exhibitions, Anversa (2012), Subjective projektionen: Anna Franceschini,
Bielefelder Kunstverein, Bielefelder (2012); Thea Ddjordjatze: quite speech in wide circulation / Screening room: Anna Franceschini, Kiosk Gallery – Gent (2011). Nel 2011 ha ottenuto la menzione speciale del premio Ariane de Rothschild, Milano; per il 2012 è la vincitrice del Premio Fondazione Casoli, Fabriano e del Premio New York. Residenze a cui ha preso parte includono la Rijksakademie van Beeldende Kunsten, Amsterdam (2009-2010), VIR / Viafarini In Residence, Milano (2011). Il suo lavoro fa parte di importanti collezioni pubbliche come quella del Museé National d'art Moderne / Centre Georges Pompidou, Parigi e il Museo MACRO, Roma.
03
ottobre 2012
Danilo Correale – The Warp and The Weft / Anna Franceschini – The Stuffed Shirt
Dal 03 ottobre al 10 novembre 2012
arte contemporanea
Location
PEEP HOLE
Milano, Via Stilicone, 10, (Milano)
Milano, Via Stilicone, 10, (Milano)
Orario di apertura
martedì – sabato 15.00-19.00 o su appuntamento
Vernissage
3 Ottobre 2012, h 18.30 - 21.30
Autore