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Danilo Duroni / Eleonora Pozzi – IN/OUT
Da un anno esatto dalla prima mostra in galleria sull’utilizzo in arte dell’Intelligenza artificiale, Villa Contemporanea torna a trattare il tema attraverso la bi-personale IN/OUT. La pittura di Eleonora Pozzi dialoga con le fotografie elaborate artificialmente da Danilo Duroni.
Comunicato stampa
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IN/OUT
Danilo Duroni – Eleonora Pozzi
Inaugurazione giovedì 30 gennaio 2025, dalle ore 18
Dal 30 gennaio al 15 febbraio 2025
La galleria è aperta da martedì a venerdì dalle ore 17.30 alle 20; sabato dalle ore 15 alle 19
(altri orari su appuntamento)
Da un anno esatto dalla prima mostra in galleria sull’utilizzo in arte dell’Intelligenza artificiale, Villa Contemporanea torna a trattare il tema attraverso la bi-personale IN/OUT. La pittura di Eleonora Pozzi dialoga con le fotografie elaborate artificialmente da Danilo Duroni.
Gli artisti indagano il tema del giudizio attraverso due prospettive: l’introspezione, lo sguardo interiore e la critica, lo sguardo esteriore.
Il tema del giudizio ha attraversato i secoli, trovando nell'arte una delle sue espressioni più potenti e universali. Ogni immagine che lo affronta diventa un luogo di tensione tra chi giudica, chi è giudicato e chi, consapevolmente o meno, si pone al di fuori di questa dinamica.
Questo triangolo emotivo rappresenta non solo una riflessione sulla società ma anche un'indagine profonda sull'animo umano. Chi giudica, spesso rappresentato in opere religiose, mitologiche o di denuncia sociale, incarna il potere, la responsabilità e talvolta l'arroganza.
L'immagine del giudice, è una figura centrale, quasi divina, che definisce confini e destini. Chi viene giudicato, invece, è spesso ritratto in una posizione di vulnerabilità o sfida. I corpi nudi e indifesi del Giudizio Universale o i volti segnati rivelano la tensione tra l'essere esposto e l'anelito a essere compresi. Il giudizio, in questi casi, non è solo una condanna, ma anche un riflesso dell'umanità di chi osserva: ciò che giudichiamo negli altri spesso rivela chi siamo.
Chi si sottrae al giudizio, manifesta una forma di resistenza, ma al contempo una solitudine che si percepisce come il prezzo della libertà.
Da una parte visi trasfigurati, un'autocritica che sembra sgretolare l'identità sotto il peso del proprio sguardo interiore. L'occhio, dettagliato e incisivo, diventa il centro narrativo: osserva e condanna, simboleggiando il tormento dell'autovalutazione. L'aspetto materico e la distorsione formale amplificano il senso di conflitto interno, richiamando l'impossibilità di sfuggire a sé stessi.
Dall’altro lato figure iconiche, serene e al contempo imponenti, che richiamano l'autorità del giudizio esterno. I volti, incorniciati da dettagli raffinati e simbolici, evocano Madonne (a volte medievali). Non un Dio o un uomo a giudicare, ma una figura che, pur nella sua quiete, trasmette un senso di ineluttabile autorità morale. Gli occhi, ipnotici e penetranti, sembrano vedere oltre la superficie, incarnando il giudizio dell'altro, quello che osserva senza pietà.
"IN/OUT" diventa così un dialogo tra due polarità: l'ossessione per il giudizio di sé e la vulnerabilità al giudizio altrui. Le opere, così diverse per stile e linguaggio, trovano un punto d'incontro nella forza emotiva dei volti e nella capacità di spingere lo spettatore a confrontarsi con i propri meccanismi di giudizio, prigione o specchio, a seconda di dove decidiamo di rivolgere lo sguardo: verso l’interno o verso l’esterno.
Danilo Duroni (Seregno, 1972), lavora a Seregno.
Laureato al Politecnico di Milano in Architettura, dopo aver fondato lo studio professionale SYNARCH a Seregno, Duroni ha sviluppato parallelamente una ricerca artistica che spazia tra diverse tecniche e linguaggi espressivi, includendo scultura, pittura, installazioni e, ora, sperimentazioni con l’intelligenza artificiale. La sua visione artistica è caratterizzata da un approccio introspettivo e simbolico che mira sempre a coinvolgere lo spettatore in una riflessione profonda. Le sue opere sono un invito ad osservare, pensare e percepire, creando un dialogo tra l’artista, il suo lavoro ed il fruitore.
Eleonora Pozzi (Seregno, 1981), lavora a Seregno.
E’ un’artista apprezzata a livello nazionale ed internazionale. Laureata al Politecnico di Milano in Architettura, vive a Seregno dove concilia l’attività di architetto, designer e pittrice. E’ co-fondatrice dello studio professionale SYNARCH. Ha partecipato a diversi concorsi e ha esposto in mostre personali e collettive.
La sua ricerca espressiva parte dallo studio della figura umana e del movimento dei corpi che vengono indagati e raffigurati nel loro incontro e nei loro limiti. Negli anni, le figure, le linee, i colori, le proporzioni e le distorsioni delle sue figure, sono diventati lo strumento per esplorare l’imperfezione e la sensazione di inadeguatezza.
Danilo Duroni – Eleonora Pozzi
Inaugurazione giovedì 30 gennaio 2025, dalle ore 18
Dal 30 gennaio al 15 febbraio 2025
La galleria è aperta da martedì a venerdì dalle ore 17.30 alle 20; sabato dalle ore 15 alle 19
(altri orari su appuntamento)
Da un anno esatto dalla prima mostra in galleria sull’utilizzo in arte dell’Intelligenza artificiale, Villa Contemporanea torna a trattare il tema attraverso la bi-personale IN/OUT. La pittura di Eleonora Pozzi dialoga con le fotografie elaborate artificialmente da Danilo Duroni.
Gli artisti indagano il tema del giudizio attraverso due prospettive: l’introspezione, lo sguardo interiore e la critica, lo sguardo esteriore.
Il tema del giudizio ha attraversato i secoli, trovando nell'arte una delle sue espressioni più potenti e universali. Ogni immagine che lo affronta diventa un luogo di tensione tra chi giudica, chi è giudicato e chi, consapevolmente o meno, si pone al di fuori di questa dinamica.
Questo triangolo emotivo rappresenta non solo una riflessione sulla società ma anche un'indagine profonda sull'animo umano. Chi giudica, spesso rappresentato in opere religiose, mitologiche o di denuncia sociale, incarna il potere, la responsabilità e talvolta l'arroganza.
L'immagine del giudice, è una figura centrale, quasi divina, che definisce confini e destini. Chi viene giudicato, invece, è spesso ritratto in una posizione di vulnerabilità o sfida. I corpi nudi e indifesi del Giudizio Universale o i volti segnati rivelano la tensione tra l'essere esposto e l'anelito a essere compresi. Il giudizio, in questi casi, non è solo una condanna, ma anche un riflesso dell'umanità di chi osserva: ciò che giudichiamo negli altri spesso rivela chi siamo.
Chi si sottrae al giudizio, manifesta una forma di resistenza, ma al contempo una solitudine che si percepisce come il prezzo della libertà.
Da una parte visi trasfigurati, un'autocritica che sembra sgretolare l'identità sotto il peso del proprio sguardo interiore. L'occhio, dettagliato e incisivo, diventa il centro narrativo: osserva e condanna, simboleggiando il tormento dell'autovalutazione. L'aspetto materico e la distorsione formale amplificano il senso di conflitto interno, richiamando l'impossibilità di sfuggire a sé stessi.
Dall’altro lato figure iconiche, serene e al contempo imponenti, che richiamano l'autorità del giudizio esterno. I volti, incorniciati da dettagli raffinati e simbolici, evocano Madonne (a volte medievali). Non un Dio o un uomo a giudicare, ma una figura che, pur nella sua quiete, trasmette un senso di ineluttabile autorità morale. Gli occhi, ipnotici e penetranti, sembrano vedere oltre la superficie, incarnando il giudizio dell'altro, quello che osserva senza pietà.
"IN/OUT" diventa così un dialogo tra due polarità: l'ossessione per il giudizio di sé e la vulnerabilità al giudizio altrui. Le opere, così diverse per stile e linguaggio, trovano un punto d'incontro nella forza emotiva dei volti e nella capacità di spingere lo spettatore a confrontarsi con i propri meccanismi di giudizio, prigione o specchio, a seconda di dove decidiamo di rivolgere lo sguardo: verso l’interno o verso l’esterno.
Danilo Duroni (Seregno, 1972), lavora a Seregno.
Laureato al Politecnico di Milano in Architettura, dopo aver fondato lo studio professionale SYNARCH a Seregno, Duroni ha sviluppato parallelamente una ricerca artistica che spazia tra diverse tecniche e linguaggi espressivi, includendo scultura, pittura, installazioni e, ora, sperimentazioni con l’intelligenza artificiale. La sua visione artistica è caratterizzata da un approccio introspettivo e simbolico che mira sempre a coinvolgere lo spettatore in una riflessione profonda. Le sue opere sono un invito ad osservare, pensare e percepire, creando un dialogo tra l’artista, il suo lavoro ed il fruitore.
Eleonora Pozzi (Seregno, 1981), lavora a Seregno.
E’ un’artista apprezzata a livello nazionale ed internazionale. Laureata al Politecnico di Milano in Architettura, vive a Seregno dove concilia l’attività di architetto, designer e pittrice. E’ co-fondatrice dello studio professionale SYNARCH. Ha partecipato a diversi concorsi e ha esposto in mostre personali e collettive.
La sua ricerca espressiva parte dallo studio della figura umana e del movimento dei corpi che vengono indagati e raffigurati nel loro incontro e nei loro limiti. Negli anni, le figure, le linee, i colori, le proporzioni e le distorsioni delle sue figure, sono diventati lo strumento per esplorare l’imperfezione e la sensazione di inadeguatezza.
30
gennaio 2025
Danilo Duroni / Eleonora Pozzi – IN/OUT
Dal 30 gennaio al 15 febbraio 2025
arte contemporanea
Location
VILLA CONTEMPORANEA
Monza, Via Bergamo, 20, (Monza E Brianza)
Monza, Via Bergamo, 20, (Monza E Brianza)
Orario di apertura
da martedì a venerdì dalle ore 17.30 alle 20; sabato dalle ore 15 alle 19; altri orari su appuntamento
Vernissage
30 Gennaio 2025, ore 18
Sito web
Autore