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Danilo Maestosi – Le tele di Penelope. Partitura a schema libero in 5 movimenti
Un viaggio tra l’età omerica e il nostro presente lacerato. Attraverso la figura di Penelope, presa in prestito da Danilo Maestosi per raccontare, insieme alla storia della moglie di Ulisse, la sua, la nostra storia.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Si aprirà al pubblico il 29 settembre la personale di Danilo Maestosi Le tele di Penelope.
Partitura a schema libero in 5 movimenti al Museo Hendrik Christian Andersen, diretto da
Maria Giuseppina di Monte e afferente alla Direzione Musei Statali della città di Roma, diretta
da Massimo Osanna.
L’esposizione, curata da Erminia Pellecchia con la collaborazione di Maddalena Paolillo, resterà
aperta al pubblico fino al 29 ottobre 2023.
Un viaggio tra l'età omerica e il nostro presente lacerato. Attraverso la figura di Penelope, presa in prestito da Danilo Maestosi per raccontare, insieme alla storia della moglie di Ulisse, la
sua, la nostra storia. Un viaggio nel tempo, come tutte le mostre dell'artista romano, e la chiusura di un ciclo iniziato tre anni fa, dalla fine del 2019 al 2022 e che ora lo porta verso altre
scene, cercando il contatto con le opere del Museo Andersen e la «città ideale» sognata dal
pittore norvegese. Caratterizzato da due eventi di straordinario impatto collettivo - la lunga
stagione del Covid e l'invasione dell'Ucraina – la mostra è, soprattutto, una riflessione sul senso
dell'arte. Penelope è la pittura, lo strumento attraverso il quale Maestosi prova a demolire le
nostre prigioni, il gesto di fantasia per immaginare un futuro possibile disfacendo e cercando
forme, proprio come fa l'eroina greca che, nel rito creativo di tessere e scucire la sua tela infinita, prova a impadronirsi del proprio destino. La mostra delle tele di Penelope è come un filo teso tra abissi di speranza, orrore e attesa.
Danilo Maestosi, 1944, romano, giornalista, ha lavorato per varie testate: Tempo, Paese Sera,
Rai, Ansa, Messaggero. Ha diretto la rivista Cinema del silenzio e scrive come cronista e critico
d’arte per i quotidiani on line Succede Oggi e Striscia Rossa.
Ha cominciato ad esporre dal 1998, a Ravello, Palazzo della Marra, con la mostra «Come ombre sui muri». Ha alle spalle oltre quaranta personali in varie città italiane e un centinaio di partecipazioni a collettive. Lavora e sviluppa la sua ricerca per cicli: «Lunario» (2004, Museo del
Vittoriano, Roma, poi a Napoli, Salerno e Potenza), «Le Mille e una seta» (2006, Museo del Vittoriano, Roma, poi a Berlino), «Parabole», con Alexander Jakhnagiev (2007, Macro di Roma, poi
nella Galleria «Studio S» di Carmine Siniscalco, poi al Cairo e a Tel Aviv), «Musica», (2007, Palazzo Comunale, Viterbo, poi a Salerno, Lodi, Ravello e nel 2010 al Museo del Vittoriano, Roma), «Migrazioni» (2010, Galleria «Ca' d’Oro», Roma), «Era glaciale/Innesti» (2011, Carceri papaline, Montefiascone, nel 2013 a Frosinone e a Salerno)
Nel 2009 e nel 2013 è stato invitato al premio Sulmona; dal 2008 al 2013 al festival di Giffoni.
Nel 2009 è stato invitato a Bari al concorso «Dipingi i Silos». Nello stesso anno è tra i vincitori
del concorso «Un mosaico per Tornareccio».
Nel 2010, con altri pittori dell’Associazione «In tempo», ha partecipato ad un libro e una mostra intitolati «Noi credevamo». E ha preso parte, con altri cento pittori, ad una mostra ad
Hangzhou in Cina.
Nel 2016 ha presentato la mostra «Atlante inquieto» al Centro Plus Arte Puls di Roma. E ha
presentato il ciclo «Le terre dei ricordi» alla Galleria «I Preferiti» di Roma, riproposta nel 2017 al
Centro Culturale «Ailikit» di Minori.
Dalla fine del 2019, nel clima di restrizioni della lotta al Covid, lavora ad un ciclo dedicato a
«Penelope e alle sue Tele, fatte e disfatte».
Da un decennio partecipa alle attività dell’Associazione «In Tempo», fondata da Ennio Calabria,
con la quale ha collaborato alla stesura di due manifesti sulla pittura e a una serie di mostre
collettive a Roma, Milano e Varsavia.
La galleria Purificato - Zero ha incluso le sue opere nella mostra «Extravanguardia» che sta portando in giro in vari spazi pubblici d’Italia.
Hanno scritto, tra gli altri, di lui: Massimo Bignardi, Renato Civello, Carla Mazzoni, Ennio Calabria, Danilo Eccher, Patrizia Fiorillo, Gianni Garrera, Roberto Gramiccia, Ida Mitrano, Marcello
Napoli, Erminia Pellecchia, Vittorio Sgarbi, Gabriele Simongini, Claudio Strinati, Carmine Siniscalco, Marco Tonelli, Stefania Zuliani.
Partitura a schema libero in 5 movimenti al Museo Hendrik Christian Andersen, diretto da
Maria Giuseppina di Monte e afferente alla Direzione Musei Statali della città di Roma, diretta
da Massimo Osanna.
L’esposizione, curata da Erminia Pellecchia con la collaborazione di Maddalena Paolillo, resterà
aperta al pubblico fino al 29 ottobre 2023.
Un viaggio tra l'età omerica e il nostro presente lacerato. Attraverso la figura di Penelope, presa in prestito da Danilo Maestosi per raccontare, insieme alla storia della moglie di Ulisse, la
sua, la nostra storia. Un viaggio nel tempo, come tutte le mostre dell'artista romano, e la chiusura di un ciclo iniziato tre anni fa, dalla fine del 2019 al 2022 e che ora lo porta verso altre
scene, cercando il contatto con le opere del Museo Andersen e la «città ideale» sognata dal
pittore norvegese. Caratterizzato da due eventi di straordinario impatto collettivo - la lunga
stagione del Covid e l'invasione dell'Ucraina – la mostra è, soprattutto, una riflessione sul senso
dell'arte. Penelope è la pittura, lo strumento attraverso il quale Maestosi prova a demolire le
nostre prigioni, il gesto di fantasia per immaginare un futuro possibile disfacendo e cercando
forme, proprio come fa l'eroina greca che, nel rito creativo di tessere e scucire la sua tela infinita, prova a impadronirsi del proprio destino. La mostra delle tele di Penelope è come un filo teso tra abissi di speranza, orrore e attesa.
Danilo Maestosi, 1944, romano, giornalista, ha lavorato per varie testate: Tempo, Paese Sera,
Rai, Ansa, Messaggero. Ha diretto la rivista Cinema del silenzio e scrive come cronista e critico
d’arte per i quotidiani on line Succede Oggi e Striscia Rossa.
Ha cominciato ad esporre dal 1998, a Ravello, Palazzo della Marra, con la mostra «Come ombre sui muri». Ha alle spalle oltre quaranta personali in varie città italiane e un centinaio di partecipazioni a collettive. Lavora e sviluppa la sua ricerca per cicli: «Lunario» (2004, Museo del
Vittoriano, Roma, poi a Napoli, Salerno e Potenza), «Le Mille e una seta» (2006, Museo del Vittoriano, Roma, poi a Berlino), «Parabole», con Alexander Jakhnagiev (2007, Macro di Roma, poi
nella Galleria «Studio S» di Carmine Siniscalco, poi al Cairo e a Tel Aviv), «Musica», (2007, Palazzo Comunale, Viterbo, poi a Salerno, Lodi, Ravello e nel 2010 al Museo del Vittoriano, Roma), «Migrazioni» (2010, Galleria «Ca' d’Oro», Roma), «Era glaciale/Innesti» (2011, Carceri papaline, Montefiascone, nel 2013 a Frosinone e a Salerno)
Nel 2009 e nel 2013 è stato invitato al premio Sulmona; dal 2008 al 2013 al festival di Giffoni.
Nel 2009 è stato invitato a Bari al concorso «Dipingi i Silos». Nello stesso anno è tra i vincitori
del concorso «Un mosaico per Tornareccio».
Nel 2010, con altri pittori dell’Associazione «In tempo», ha partecipato ad un libro e una mostra intitolati «Noi credevamo». E ha preso parte, con altri cento pittori, ad una mostra ad
Hangzhou in Cina.
Nel 2016 ha presentato la mostra «Atlante inquieto» al Centro Plus Arte Puls di Roma. E ha
presentato il ciclo «Le terre dei ricordi» alla Galleria «I Preferiti» di Roma, riproposta nel 2017 al
Centro Culturale «Ailikit» di Minori.
Dalla fine del 2019, nel clima di restrizioni della lotta al Covid, lavora ad un ciclo dedicato a
«Penelope e alle sue Tele, fatte e disfatte».
Da un decennio partecipa alle attività dell’Associazione «In Tempo», fondata da Ennio Calabria,
con la quale ha collaborato alla stesura di due manifesti sulla pittura e a una serie di mostre
collettive a Roma, Milano e Varsavia.
La galleria Purificato - Zero ha incluso le sue opere nella mostra «Extravanguardia» che sta portando in giro in vari spazi pubblici d’Italia.
Hanno scritto, tra gli altri, di lui: Massimo Bignardi, Renato Civello, Carla Mazzoni, Ennio Calabria, Danilo Eccher, Patrizia Fiorillo, Gianni Garrera, Roberto Gramiccia, Ida Mitrano, Marcello
Napoli, Erminia Pellecchia, Vittorio Sgarbi, Gabriele Simongini, Claudio Strinati, Carmine Siniscalco, Marco Tonelli, Stefania Zuliani.
29
settembre 2023
Danilo Maestosi – Le tele di Penelope. Partitura a schema libero in 5 movimenti
Dal 29 settembre al 29 ottobre 2023
arte contemporanea
Location
MUSEO HENDRIK CHRISTIAN ANDERSEN
Roma, Via Pasquale Stanislao Mancini, 20, (Roma)
Roma, Via Pasquale Stanislao Mancini, 20, (Roma)
Orario di apertura
martedì - domenica, 9.30-19.30 (ultimo ingresso ore 19.00)
Vernissage
29 Settembre 2023, ore 17.00
Autore
Curatore