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Danilo Melandri – Narrazioni ceramiche
un’antologica del ceramista contemporaneo Danilo Melandri
Comunicato stampa
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Il Museo Internazionale delle Ceramiche in Faenza presenta un'antologica del ceramista contemporaneo Danilo Melandri. Più di 90 opere ripercorrono la storia dell’artista romagnolo, famoso per le sue maioliche e per la sua peculiarità di interprete in cui coesistono da un lato un’incredibile tecnica esecutiva, frutto di un percorso introspettivo, e dall’altro un’immensa immaginazione poetica.
Dal 3 marzo al 9 aprile 2006, 70 di queste opere saranno esposte negli spazi del Museo Internazionale delle Ceramiche in Faenza, mentre altre 20 si potranno ammirare all’interno della Banca di Romagna. Distante dal sistema delle pubbliche relazioni ma assolutamente attento alla vicende dell’arte, Melandri si caratterizza per la sua estensione poetica individuabile nella volontà di dare valore alle minime essenze di una quotidianità fatta di piccoli oggetti ovvero piccole cose da raccontare tra leggerezza e levità.
Oltre alle piccole maioliche policrome, dipinte con un segno pittorico anticonvenzionale, minuto e descrittivo, fanno parte della produzione dell’eclettico artista anche opere in ferro. Danilo Melandri nel suo percorso si lascia affascinare dai prodotti dell’industria pesante e dal materiale bellico della Prima Guerra Mondiale ed effettua viaggi che gli permetteranno di raccogliere una vera e propria collezione di reperti in ferro che esorcizza nelle sue piccole e delicate opere di maiolica.
Franco Bertoni, esperto delle Collezioni Moderne e Contemporanee del Museo Internazionale delle Ceramiche in Faenza e curatore della mostra scrive di lui:“ ha tenacemente coltivato un isolamento, fisico e interiore, che gli ha permesso di giungere a una cifra stilistica inedita e spiazzante. Con maniacale pazienza da miniaturista, Melandri si è dedicato a una singolare opera di introspezione dalla quale emergono sia i lontani tempi della fanciullezza sia i turbamenti provati di fronte a una modernità identificata con un macchinismo pesante, distruttivo e portatore di morte. Il microscopico e il macroscopico si fondono nel suo immaginario quasi a simboleggiare una condizione umana in lotta perenne contro i mostri da essa stessa generati. Gli apparati macchinistici assumono dimensioni enormi, i temi figurativi si dilatano e si ingigantiscono in modo abnorme… in una lotta autodistruttiva raccontata da Melandri con leggerezza e senza toni tragici, con candore e immediatezza”.
Danilo Melandri ha studiato a Faenza all’Istituto d’Arte per la Ceramica, la sua figura di riferimento è, per lui, Gianna Boschi, pittrice e ceramista dagli interessi apparentemente passatisti e antimoderni. Dopo la scuola, apre un laboratorio ceramico a Faenza in cui si dedica alla riproduzione di ceramiche tradizionali. A poco a poco, sostituisce il repertorio artigianale con la produzione di piccoli oggetti in maiolica policroma (piattini, lastrine, micro sculture di pochi centimetri) sui quali annota, con una calligrafia minutissima e immagini realizzate in punta di pennello, pensieri, ricordi e immagini. Tra le mostre personali si segnalano quelle di Lugo (1980), Faenza (1983 e 1997), Forlì (1995) e tra i premi quelli ottenuti a Todi (1996) e a Vietri sul Mare (2003). Nel 1997 viene invitato a esporre alla mostra “Skin Dimension” organizzata dalla Permanente di Milano e, nel 1999, all’Esposizione Internazionale di Montélimar.
Il catalogo, a cura di Franco Bertoni con testi di Jadranka Bentini, Franco Bertoni e Stefano Dirani, fa parte della collana che il Museo Internazionale delle Ceramiche in Faenza dedica alle mostre di ceramica moderna e contemporanea.
Dal 3 marzo al 9 aprile 2006, 70 di queste opere saranno esposte negli spazi del Museo Internazionale delle Ceramiche in Faenza, mentre altre 20 si potranno ammirare all’interno della Banca di Romagna. Distante dal sistema delle pubbliche relazioni ma assolutamente attento alla vicende dell’arte, Melandri si caratterizza per la sua estensione poetica individuabile nella volontà di dare valore alle minime essenze di una quotidianità fatta di piccoli oggetti ovvero piccole cose da raccontare tra leggerezza e levità.
Oltre alle piccole maioliche policrome, dipinte con un segno pittorico anticonvenzionale, minuto e descrittivo, fanno parte della produzione dell’eclettico artista anche opere in ferro. Danilo Melandri nel suo percorso si lascia affascinare dai prodotti dell’industria pesante e dal materiale bellico della Prima Guerra Mondiale ed effettua viaggi che gli permetteranno di raccogliere una vera e propria collezione di reperti in ferro che esorcizza nelle sue piccole e delicate opere di maiolica.
Franco Bertoni, esperto delle Collezioni Moderne e Contemporanee del Museo Internazionale delle Ceramiche in Faenza e curatore della mostra scrive di lui:“ ha tenacemente coltivato un isolamento, fisico e interiore, che gli ha permesso di giungere a una cifra stilistica inedita e spiazzante. Con maniacale pazienza da miniaturista, Melandri si è dedicato a una singolare opera di introspezione dalla quale emergono sia i lontani tempi della fanciullezza sia i turbamenti provati di fronte a una modernità identificata con un macchinismo pesante, distruttivo e portatore di morte. Il microscopico e il macroscopico si fondono nel suo immaginario quasi a simboleggiare una condizione umana in lotta perenne contro i mostri da essa stessa generati. Gli apparati macchinistici assumono dimensioni enormi, i temi figurativi si dilatano e si ingigantiscono in modo abnorme… in una lotta autodistruttiva raccontata da Melandri con leggerezza e senza toni tragici, con candore e immediatezza”.
Danilo Melandri ha studiato a Faenza all’Istituto d’Arte per la Ceramica, la sua figura di riferimento è, per lui, Gianna Boschi, pittrice e ceramista dagli interessi apparentemente passatisti e antimoderni. Dopo la scuola, apre un laboratorio ceramico a Faenza in cui si dedica alla riproduzione di ceramiche tradizionali. A poco a poco, sostituisce il repertorio artigianale con la produzione di piccoli oggetti in maiolica policroma (piattini, lastrine, micro sculture di pochi centimetri) sui quali annota, con una calligrafia minutissima e immagini realizzate in punta di pennello, pensieri, ricordi e immagini. Tra le mostre personali si segnalano quelle di Lugo (1980), Faenza (1983 e 1997), Forlì (1995) e tra i premi quelli ottenuti a Todi (1996) e a Vietri sul Mare (2003). Nel 1997 viene invitato a esporre alla mostra “Skin Dimension” organizzata dalla Permanente di Milano e, nel 1999, all’Esposizione Internazionale di Montélimar.
Il catalogo, a cura di Franco Bertoni con testi di Jadranka Bentini, Franco Bertoni e Stefano Dirani, fa parte della collana che il Museo Internazionale delle Ceramiche in Faenza dedica alle mostre di ceramica moderna e contemporanea.
03
marzo 2006
Danilo Melandri – Narrazioni ceramiche
Dal 03 marzo al 09 aprile 2006
arte contemporanea
Location
MIC – MUSEO INTERNAZIONALE DELLE CERAMICHE
Faenza, Viale Alfredo Baccarini, 19, (Ravenna)
Faenza, Viale Alfredo Baccarini, 19, (Ravenna)
Biglietti
MIC: intero € 6,00
Cumulativo con Museo Carlo Zauli: € 8,00 (attualmente € 6,50)
Ridotto speciale: € 4,50 (riservato ai detentori di apposito coupon o convenzione)
Ridotto: € 3,00 (anziani oltre 65 anni, ragazzi dai 12 ai 16 anni, studenti di scuole medie superiori e universitari, gruppi di almeno 15 persone, soci T.C.I., soci Amico Treno, militari, invalidi)
Ridotto scolaresche: € 2,50
Orario di apertura
dalle 9 alle 13,30, sabato domenica e festivi dalle 9,30 alle 17,30
Vernissage
3 Marzo 2006, ore 17,30 Banca di Romagna - Faenza
ore 18,30 Museo Internazionale delle Ceramiche in Faenza
Ufficio stampa
ALEPH
Autore
Curatore