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Daphne Maugham Casorati
Nella mostra viene documentato innanzitutto il primo periodo francese con piccole opere intorno agli anni venti, caratterizzato dall’uso tattile di colori puri e dal sintetismo della visione pittorica.
Comunicato stampa
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Per la prima volta una grande mostra, curata da Mirella Bandini, è dedicata a Daphne Maugham Casorati (Londra 1897 – Torino 1982), con più di sessanta opere comprese tra il 1919 e il 1970.
Proveniente da una famiglia inglese di diplomatici , artisti e famosi scrittori come lo zio William Somerset Maugham, Daphne Maugham Casorati ha seguito importanti studi di pittura a Parigi dal 1914 al 1921 all’Accademia Ranson con P. Sérusier e M. Denis, dai quali apprese una concezione spiritualistica teosofica del fare arte; poi nell’atelier di Mela Muter e all’Accademia di André Lhote. Dopo un perfezionamento alla prestigiosa Slade School of Art di Londra, nel 1925 si trasferì a Torino dalla sorella Cynthia, danzatrice nel Teatro di Gualino, per conoscere il pittore Felice Casorati che le aveva fatto un ritratto. Qui frequentò la scuola di pittura, fino al matrimonio nel 1931, allietato dalla nascita del figlio Francesco nel 1934. Dopo un breve periodo casoratiano, la sua pittura ritorna verso un naturalismo ricco di cromatismi strutturali, dove riappare la sua educazione francese e inglese, di tipo luministico. Personalità affermata, è presente nelle principali Biennali di Venezia dal 1928 al 1950 e ha ricevuto numerosi Premi. Il catalogo, edito da Ferrero, è anche la prima monografia sull’artista, e comprende gli apparati con un testo di Ivana Mulatero sull’antologia critica.
Nella mostra viene documentato innanzitutto il primo periodo francese con piccole opere intorno agli anni venti, caratterizzato dall’uso tattile di colori puri e dal sintetismo della visione pittorica (Lago di Ginevra, 1919; Ginevra, 1920; Scalo ferroviario, 1920) seguito da un gruppo di opere del periodo della sua frequentazione a Torino della Scuola di Casorati, negli anni compresi tra il 1926 e il 1930 (L’aia con cavallo, 1927; Persone nello studio, 1928; La colazione, 1930; Cantiere, 1930) che riflettono l’influenza del maestro delle volumetrie e negli spazi prospettici, plasticamente elaborati.
Distinguendosi con la sua personalità dall’ambiente artistico della città, in particolare dai Sei Pittori di Torino (Collina, 1931; Nudo seduto, 1938; Giardino di Pavarolo, 1940; Finestra a Pavarolo, 1940; Natura morta con ampolle, 1948). Nei decenni seguenti si svolge alternativamente verso ricerche espressioniste (Contadina, 1945) o astratteggianti, e verso ritorni a reminiscenze simboliste in opere sempre caratterizzate da una raffinata elaborazione cromatica e spaziale (Piccoli libri, 1955; Libri e conchiglia, 1955; Finestra verde, 1960; Agrumetro, 1970). Ottima ritrattista, ricordiamo oltre il Ritratto della madre, 1957, il Ritratto del pittore Menzio, 1954 e il Ritratto del maestro Ghedini, 1954.
Con la sua cultura e le sue doti pittoriche ha affiancato Felice Casorati, che ne fu in parte influenzato, in particolare nelle opere dipinte en plein air. Di natura schiva e riservata, ne visse quasi all’ombra, anche quando la loro casa era al centro della vita intellettuale torinese, frequentata da Lionello Venturi, Giacomo De Benedetti, Carlo Levi, Mario Soldati, Giacomo Noventa, i musicisti Casella e Ghedini, gli architetti Saroris e Rigotti.
La mostra sarà completata con il Ritratto di Daphne 1928 di Felice Casorati; da due opere della madre Beldy, una della sorella Clarisse Maugham Farrell e del figlio Francesco.
BIOGRAFIA
DAPHNE MAUGHAM CASORATI
Fino ad ora il luogo di nascita dell’artista inglese è stato sempre indicato come Londra, 1897, ma Daphne Maugham è più volte intervenuta sulla sua biografia, per iscritto e a voce, aggiungendo o togliendo alcuni dati importanti. Non è un dato certo il fatto che la sua origine sia da riferirsi a Londra. Da altre fonti, in particolare dai racconti di alcune sue amiche, si è accennato ad una nascita in terra francese, a Parigi, città dove il padre Charles, avvocato e diplomatico, era addetto all’ambasciata britannica, territorio inglese secondo la legislazione vigente in merito alle sedi di rappresentanza straniera.
E’ un dato certo l’anno, 1897, e altrettanto certo l’ambiente familiare da cui Daphne proviene, annoverando generazioni di artisti, specialmente dal ramo materno. La madre Mabel Hardy (Beldy) raffinata pittrice e musicista, era figlia di un noto pittore, Heywood Hardy e pronipote di Sir William Beechey, ritrattista alla corte della Regina Vittoria. Il fratello del padre, William Somerset Maugham, era scrittore di fama. Le sorelle di Daphne, entrambe artiste: Clarisse pittrice, e Cynthia abile danzatrice, unica allieva di Alexandre e Clotilde Sakharoff. La famiglia dell’alta borghesia londinese, cosmopolita e culturalmente aggiornata, costituì per Daphne la prima fonte di formazione nell’ambito dell’attività artistica, attività che ebbe nel 1914 una svolta decisiva, allorquando Daphne s’iscrisse, appena diciassettenne, all’Académie Ranson di Parigi, diretta dai simbolisti Paul Sérusier e Maurice Denis, i più importanti pittori Nabis dell’epoca, dove si iniziò a studi teosofici. Espose quindi con allievi della scuola alla Galerie Druet. Nel 1916, contemporaneamente a studi di lingue e ad un’intensa attività sportiva, frequentò l’atelier parigino della pittrice polacca Mela Munter, e negli anni tra il 1918 e il 1921 studiò con André Lhote all’Académie Notre-Dame des Champs. Nel 1921 espose un’opera al Salon d’Automne di Parigi. L’anno successivo ritornò a Londra con la famiglia e si perfezionò alla prestigiosa Slade School of Art della London University. Dopo questa solida preparazione pittorica, nel 1925 decise di trasferirsi a Torino dove viveva la sorella Cynthia, danzatrice impegnata negli spettacoli allestiti presso il Teatro privato di Riccardo e Cesarina Gualino, per conoscere il pittore Felice Casorati che aveva fatto il ritratto alla sorella. Frequentò quindi la Scuola privata di Casorati, dove ebbe per compagni, tra gli altri Lalla Romano, Nella Marchesini, Paola Levi Montalcini, Albino Galvano e Sergio Bonfantini, e divenne una tra le migliori sue allieve fino al matrimonio avvenuto nel 1931, allietato dalla nascita del figlio Francesco nel 1934.
La sua carriera di pittrice è stata scandita da numerose esposizioni pubbliche, alcune di prestigio internazionale, ricevendo fin da subito, ampi riconoscimenti. Ha esposto alle Biennali di Venezia del 1928, del 1930, del 1932, del 1934, del 1936, del 1938, del 1940, del 1948, del 1950; alla Quadriennale Nazionale d’Arte di Roma del 1935, del 1939, del 1943, del 1948, del 1959, del 1965; al Carnegie Institute di Pittsburgh dal 1928 al 1939 e in numerose gallerie private italiane. Ha ricevuto inoltre numerosi premi, nel 1931 nell’ambito della Mostra d’Arte Sacra di Padova, nel 1937 alla Fiera Internazionale di Parigi, e nel 1955 in occasione della VI° edizione della Mostra Nazionale Premio del Fiorino presso la Galleria dell’Accademia di Firenze.
Con la sua cultura e le sue doti pittoriche ha affiancato Felice Casorati, che ne fu in parte influenzato, in particolare nelle opere dipinte en plein air. Di natura schiva e riservata, ne visse quasi all’ombra, anche quando la loro casa era al centro della vita intellettuale torinese, frequentata da Lionello Venturi, Giacomo Debenedetti, Carlo Levi, Mario Soldati, Giacomo Noventa, i musicisti Casella e Ghedini, gli architetti Sartoris e Rigotti. Di Lionello Venturi c’è una definizione appropriata del valore e del significato della ricerca artistica di Daphne, in relazione al contesto dell’arte italiana del secondo dopoguerra, riportata nell’introduzione al catalogo della mostra collettiva “Exhibition of Contemporary Italian Painting” alla Redfern Gallery di Londra nel 1946. “…Daphne Maugham brought to these Italian investigations a wide experience of international trends”. Oltre a Venturi, molte altre firme autorevoli – Luigi Carluccio, Raffaele De Grada, Piero Bargis, Marziano Bernardi, Angelo Dragone e Leonardo Borgese – hanno accompagnato l’evolversi della pittura di Daphne, culminata in una serie di mostre personali agli inizi degli anni Settanta.
Dopo una lunga malattia Daphne Maugham Casorati si spegne a Torino nel 1982.
Proveniente da una famiglia inglese di diplomatici , artisti e famosi scrittori come lo zio William Somerset Maugham, Daphne Maugham Casorati ha seguito importanti studi di pittura a Parigi dal 1914 al 1921 all’Accademia Ranson con P. Sérusier e M. Denis, dai quali apprese una concezione spiritualistica teosofica del fare arte; poi nell’atelier di Mela Muter e all’Accademia di André Lhote. Dopo un perfezionamento alla prestigiosa Slade School of Art di Londra, nel 1925 si trasferì a Torino dalla sorella Cynthia, danzatrice nel Teatro di Gualino, per conoscere il pittore Felice Casorati che le aveva fatto un ritratto. Qui frequentò la scuola di pittura, fino al matrimonio nel 1931, allietato dalla nascita del figlio Francesco nel 1934. Dopo un breve periodo casoratiano, la sua pittura ritorna verso un naturalismo ricco di cromatismi strutturali, dove riappare la sua educazione francese e inglese, di tipo luministico. Personalità affermata, è presente nelle principali Biennali di Venezia dal 1928 al 1950 e ha ricevuto numerosi Premi. Il catalogo, edito da Ferrero, è anche la prima monografia sull’artista, e comprende gli apparati con un testo di Ivana Mulatero sull’antologia critica.
Nella mostra viene documentato innanzitutto il primo periodo francese con piccole opere intorno agli anni venti, caratterizzato dall’uso tattile di colori puri e dal sintetismo della visione pittorica (Lago di Ginevra, 1919; Ginevra, 1920; Scalo ferroviario, 1920) seguito da un gruppo di opere del periodo della sua frequentazione a Torino della Scuola di Casorati, negli anni compresi tra il 1926 e il 1930 (L’aia con cavallo, 1927; Persone nello studio, 1928; La colazione, 1930; Cantiere, 1930) che riflettono l’influenza del maestro delle volumetrie e negli spazi prospettici, plasticamente elaborati.
Distinguendosi con la sua personalità dall’ambiente artistico della città, in particolare dai Sei Pittori di Torino (Collina, 1931; Nudo seduto, 1938; Giardino di Pavarolo, 1940; Finestra a Pavarolo, 1940; Natura morta con ampolle, 1948). Nei decenni seguenti si svolge alternativamente verso ricerche espressioniste (Contadina, 1945) o astratteggianti, e verso ritorni a reminiscenze simboliste in opere sempre caratterizzate da una raffinata elaborazione cromatica e spaziale (Piccoli libri, 1955; Libri e conchiglia, 1955; Finestra verde, 1960; Agrumetro, 1970). Ottima ritrattista, ricordiamo oltre il Ritratto della madre, 1957, il Ritratto del pittore Menzio, 1954 e il Ritratto del maestro Ghedini, 1954.
Con la sua cultura e le sue doti pittoriche ha affiancato Felice Casorati, che ne fu in parte influenzato, in particolare nelle opere dipinte en plein air. Di natura schiva e riservata, ne visse quasi all’ombra, anche quando la loro casa era al centro della vita intellettuale torinese, frequentata da Lionello Venturi, Giacomo De Benedetti, Carlo Levi, Mario Soldati, Giacomo Noventa, i musicisti Casella e Ghedini, gli architetti Saroris e Rigotti.
La mostra sarà completata con il Ritratto di Daphne 1928 di Felice Casorati; da due opere della madre Beldy, una della sorella Clarisse Maugham Farrell e del figlio Francesco.
BIOGRAFIA
DAPHNE MAUGHAM CASORATI
Fino ad ora il luogo di nascita dell’artista inglese è stato sempre indicato come Londra, 1897, ma Daphne Maugham è più volte intervenuta sulla sua biografia, per iscritto e a voce, aggiungendo o togliendo alcuni dati importanti. Non è un dato certo il fatto che la sua origine sia da riferirsi a Londra. Da altre fonti, in particolare dai racconti di alcune sue amiche, si è accennato ad una nascita in terra francese, a Parigi, città dove il padre Charles, avvocato e diplomatico, era addetto all’ambasciata britannica, territorio inglese secondo la legislazione vigente in merito alle sedi di rappresentanza straniera.
E’ un dato certo l’anno, 1897, e altrettanto certo l’ambiente familiare da cui Daphne proviene, annoverando generazioni di artisti, specialmente dal ramo materno. La madre Mabel Hardy (Beldy) raffinata pittrice e musicista, era figlia di un noto pittore, Heywood Hardy e pronipote di Sir William Beechey, ritrattista alla corte della Regina Vittoria. Il fratello del padre, William Somerset Maugham, era scrittore di fama. Le sorelle di Daphne, entrambe artiste: Clarisse pittrice, e Cynthia abile danzatrice, unica allieva di Alexandre e Clotilde Sakharoff. La famiglia dell’alta borghesia londinese, cosmopolita e culturalmente aggiornata, costituì per Daphne la prima fonte di formazione nell’ambito dell’attività artistica, attività che ebbe nel 1914 una svolta decisiva, allorquando Daphne s’iscrisse, appena diciassettenne, all’Académie Ranson di Parigi, diretta dai simbolisti Paul Sérusier e Maurice Denis, i più importanti pittori Nabis dell’epoca, dove si iniziò a studi teosofici. Espose quindi con allievi della scuola alla Galerie Druet. Nel 1916, contemporaneamente a studi di lingue e ad un’intensa attività sportiva, frequentò l’atelier parigino della pittrice polacca Mela Munter, e negli anni tra il 1918 e il 1921 studiò con André Lhote all’Académie Notre-Dame des Champs. Nel 1921 espose un’opera al Salon d’Automne di Parigi. L’anno successivo ritornò a Londra con la famiglia e si perfezionò alla prestigiosa Slade School of Art della London University. Dopo questa solida preparazione pittorica, nel 1925 decise di trasferirsi a Torino dove viveva la sorella Cynthia, danzatrice impegnata negli spettacoli allestiti presso il Teatro privato di Riccardo e Cesarina Gualino, per conoscere il pittore Felice Casorati che aveva fatto il ritratto alla sorella. Frequentò quindi la Scuola privata di Casorati, dove ebbe per compagni, tra gli altri Lalla Romano, Nella Marchesini, Paola Levi Montalcini, Albino Galvano e Sergio Bonfantini, e divenne una tra le migliori sue allieve fino al matrimonio avvenuto nel 1931, allietato dalla nascita del figlio Francesco nel 1934.
La sua carriera di pittrice è stata scandita da numerose esposizioni pubbliche, alcune di prestigio internazionale, ricevendo fin da subito, ampi riconoscimenti. Ha esposto alle Biennali di Venezia del 1928, del 1930, del 1932, del 1934, del 1936, del 1938, del 1940, del 1948, del 1950; alla Quadriennale Nazionale d’Arte di Roma del 1935, del 1939, del 1943, del 1948, del 1959, del 1965; al Carnegie Institute di Pittsburgh dal 1928 al 1939 e in numerose gallerie private italiane. Ha ricevuto inoltre numerosi premi, nel 1931 nell’ambito della Mostra d’Arte Sacra di Padova, nel 1937 alla Fiera Internazionale di Parigi, e nel 1955 in occasione della VI° edizione della Mostra Nazionale Premio del Fiorino presso la Galleria dell’Accademia di Firenze.
Con la sua cultura e le sue doti pittoriche ha affiancato Felice Casorati, che ne fu in parte influenzato, in particolare nelle opere dipinte en plein air. Di natura schiva e riservata, ne visse quasi all’ombra, anche quando la loro casa era al centro della vita intellettuale torinese, frequentata da Lionello Venturi, Giacomo Debenedetti, Carlo Levi, Mario Soldati, Giacomo Noventa, i musicisti Casella e Ghedini, gli architetti Sartoris e Rigotti. Di Lionello Venturi c’è una definizione appropriata del valore e del significato della ricerca artistica di Daphne, in relazione al contesto dell’arte italiana del secondo dopoguerra, riportata nell’introduzione al catalogo della mostra collettiva “Exhibition of Contemporary Italian Painting” alla Redfern Gallery di Londra nel 1946. “…Daphne Maugham brought to these Italian investigations a wide experience of international trends”. Oltre a Venturi, molte altre firme autorevoli – Luigi Carluccio, Raffaele De Grada, Piero Bargis, Marziano Bernardi, Angelo Dragone e Leonardo Borgese – hanno accompagnato l’evolversi della pittura di Daphne, culminata in una serie di mostre personali agli inizi degli anni Settanta.
Dopo una lunga malattia Daphne Maugham Casorati si spegne a Torino nel 1982.
10
giugno 2004
Daphne Maugham Casorati
Dal 10 giugno al 18 luglio 2004
arte contemporanea
Location
ARCHIVIO DI STATO
Torino, Piazza Castello, 209, (Torino)
Torino, Piazza Castello, 209, (Torino)
Orario di apertura
da martedì a domenica ore 10 – 19 ; lunedì chiuso
Vernissage
10 Giugno 2004, ore 18.30
Autore
Curatore