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Daria Calvelli – …viaggio in… (contro)luce…
Ci sono tele che mostrano chiaramente un debito verso i grandi maestri dell’espressionismo astratto americano: De Koonig, per esempio, e le sue varie “women in red”; o altre in cui si ferma più vicino a noi e svolge una tenera dichiarazione d’amore per Afro o per Corpora, per Dorazio o per Crippa
Comunicato stampa
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Il Consigliere Culturale dell’Ufficio Egiziano Prof.ssa Suzanne Tantawy, il Presidente dell’Associazione RomaCultura Dott. Francesco Piccolo ed il Direttore organizzativo Pier Paolo Pinto la invitano alla presentazione della mostra “…Viaggio in..contro (luce)…”,personale di Daria Calvelli, tenuta dal Prof. Critico e Storico dell’Arte Livio Garbuglia.
…tentativo-processo: la luce diventa colore ed il colore luce…
Daria Calvelli
..i cubisti ed i fauves per primi. Daria ha amato questi movimenti perché gli sembravano gli esempi più riusciti di un’operazione di "rottura"con tutto ciò che la tradizione romantica aveva sedimentato.
A Daria la pittura serviva anche come passaporto della libertà, come permesso strappato con la
propria forza agli obblighi ed alle convenienze borghesi e familiari.
Una volta vinta la battaglia iniziale, le sue scorrerie sulla tela, alle prese con colori usati, talvolta per urlare e talaltra per cercare di commuovere, il corso delle "cose"ha preso il largo e si è realizzato quel miracolo, che si ripete spesso nella pittura, di dialogare con grandi maestri e grandi opere e restare contemporaneamente e semplicemente Daria Calvelli.
Ci sono tele che mostrano chiaramente un debito verso i grandi maestri dell'espressionismo astratto americano: De Koonig, per esempio, e le sue varie "women in red"; o altre in cui si ferma più vicino a noi e svolge una tenera dichiarazione d'amore per Afro o per Corpora, per Dorazio o per Crippa.
Ma Daria rimane lì, appiccicata ai suoi quadri, ai suoi colori, padrona del campo e delle sue scelte, della sua voglia di amare e di quella di trasgredire. Daria Calvelli non accetterebbe mai di riconoscersi in alcunché.
A lei, probabilmente, come a quasi tutti gli artisti della sua generazione, riesce difficile anche riconoscere se stessa nelle tele che dipinge, figuriamoci se pensa di lasciarsi invadere il campo della sua sensibilità ed anche quello della suscettibilità.
Mi apre il cuore alla speranza se penso che qualcuno usi il pennello per stendere colori e definire
immagini.
In un mondo invaso da insopportabili "istallazioni" Daria Calvelli fa parte di un gruppo di" resistenti"per i quali tifo con tutto il fiato che ho in gola..
Sen. Ottaviano del Turco
…tentativo-processo: la luce diventa colore ed il colore luce…
Daria Calvelli
..i cubisti ed i fauves per primi. Daria ha amato questi movimenti perché gli sembravano gli esempi più riusciti di un’operazione di "rottura"con tutto ciò che la tradizione romantica aveva sedimentato.
A Daria la pittura serviva anche come passaporto della libertà, come permesso strappato con la
propria forza agli obblighi ed alle convenienze borghesi e familiari.
Una volta vinta la battaglia iniziale, le sue scorrerie sulla tela, alle prese con colori usati, talvolta per urlare e talaltra per cercare di commuovere, il corso delle "cose"ha preso il largo e si è realizzato quel miracolo, che si ripete spesso nella pittura, di dialogare con grandi maestri e grandi opere e restare contemporaneamente e semplicemente Daria Calvelli.
Ci sono tele che mostrano chiaramente un debito verso i grandi maestri dell'espressionismo astratto americano: De Koonig, per esempio, e le sue varie "women in red"; o altre in cui si ferma più vicino a noi e svolge una tenera dichiarazione d'amore per Afro o per Corpora, per Dorazio o per Crippa.
Ma Daria rimane lì, appiccicata ai suoi quadri, ai suoi colori, padrona del campo e delle sue scelte, della sua voglia di amare e di quella di trasgredire. Daria Calvelli non accetterebbe mai di riconoscersi in alcunché.
A lei, probabilmente, come a quasi tutti gli artisti della sua generazione, riesce difficile anche riconoscere se stessa nelle tele che dipinge, figuriamoci se pensa di lasciarsi invadere il campo della sua sensibilità ed anche quello della suscettibilità.
Mi apre il cuore alla speranza se penso che qualcuno usi il pennello per stendere colori e definire
immagini.
In un mondo invaso da insopportabili "istallazioni" Daria Calvelli fa parte di un gruppo di" resistenti"per i quali tifo con tutto il fiato che ho in gola..
Sen. Ottaviano del Turco
18
luglio 2005
Daria Calvelli – …viaggio in… (contro)luce…
Dal 18 luglio al 18 agosto 2005
arte contemporanea
Location
CENTRO CULTURALE EGIZIANO
Roma, Via Delle Terme Di Traiano, 13, (Roma)
Roma, Via Delle Terme Di Traiano, 13, (Roma)
Vernissage
18 Luglio 2005, ore 18.30
Autore
Curatore