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Dario Agrimi / Raffaele Fiorella – Mutation
Nel vocabolario degli ultimi anni una parola si è imposta tra le altre con invasiva e ambivalente centralità: mutazione
Comunicato stampa
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Testo critico di Antonella Marino:
Nel vocabolario degli ultimi anni una parola si è imposta tra le altre con
invasiva e ambivalente centralità: mutazione. Dalla biologia, con i
promettenti e minacciosi progressi della genetica, alla sociologia,
antropologia o psicologia che indagano sugli influssi cognitivi delle
tecnoscienze, la mutazione è diventata sinonimo di alterazione o
cambiamento, negativo o positivo a seconda del punto di vista. Speranze ma
soprattutto vecchie e nuove paure si condensano intorno all¹immagine di
corpi mutanti e ibridi o di nuove specie. Mentre le vecchie categorie di
naturale e artificiale sono travolte, e dove non arriva la scienza è il
fervido campo dell¹immaginazione a formulare ipotesi, suggerire prospettive,
favorire ampliamenti di visione. Tra Molly ( precoce cyber-protagonista di
³Neuromante² di William Gibson) e Dolly ( la celebre pecora senza bisogno
di presentazioni), le mutazioni segnano un percorso circolare, che
dall¹immaginario artistico si estende alle scoperte della scienza e
viceversa. Non a caso letteratura, cinema, arti visive si popolano sempre
più di creature meticce, o di nuovi mutanti teriomorfi che attualizzano
mitici innesti uomo-animale.
In questo filone aperto appare perfettamente a suo agio il curioso uomo-cane
a grandezza ³reale² di Dario Agrimi, inedito e sbarbato ³Man-terrier ³ a
quattro zampe ( pardon braccia/gambe), che sembra uscito fresco fresco da un
laboratorio di strambi esperimenti post genetici. Servirà a far diventare
più fedele e affidabile la razza umana? O renderà più versatile e sapiente
quella canina? Non è facile dare risposte. Certo questo novello esemplare da
circo Barnum ( pare che tra le attrazioni dello spettacolo, oltre al noto
John Merrick uomo-elefante, ci fosse anche JoJo, acclamatissimo uomo-cane),
sta lì a stupirci, risvegliando in noi un¹atavica attrazione per le
deformità. E ponendoci provocatoriamente alcune domande (come fanno del
resto gli altrettanto spiazzanti piante/oggetti in vaso), condite però da
quella peculiare dose di ironia che caratterizza il giovane artista di
Trani. Complici le possibilità simulatorie offerte da un altro tipo di
meticciamento, quello linguistico- con passaggi alternati di ripresa
fotografica, manipolazione digitale e pittura- il terrier, tipica razza
da caccia inglese, diventa così figura di uomo cacciatore. A ricordo delle
nostre primordiali origini evolutive, che proiettate sulle tensioni d¹oggi
mettono in crisi pretese antropocentriche, proponendo un esercizio mentale
di contaminazioni teso a suggerire modalità diverse di approccio al mondo
circostante.
Più strettamente mutuato dal repertorio fantasy e fumettistico è invece il
gruppo di buffi mostriciattoli messi in scena dal barlettano Raffaele
Fiorella. Un¹ intera famiglia tipo - padre, madre e tre figlioli al seguito
- si para in posa fotografica come un allucinato team di fantasmi in
cartapesta. La mutazione in questo caso è ormai totale. Impossibile
distinguere tra sembianze ominidi ed animalesche, tra fantasia e realtà, nei
caratteri somatici di questi pupazzoni bianchi con grandi teste e
lunghissime braccia scimmiesche (una o due non fa differenza), occhioni
senz¹orbita o grosse orecchie, dentoni topeschi e protesi cornute...Sono
personaggi alieni, venuti da un premondo fantastico e mediatico, ma proprio
per questo in qualche modo familiari. Teneri più che minacciosi, sembrano
piuttosto antieroi grotteschi, che attingono a fantasie adulte calate nel
mondo dell¹infanzia ( come i protagonisti dei film di Tim Burton, referente
dichiarato per l¹autore). Ma che, esibendo la propria diversità domestica,
mettono anche il dito nella piaga di quell¹ illusione di normalità che
ognuno di noi cova nel profondo.
I ³mostri² dunque sono tra noi, sembra il messaggio implicito negli
scanzonati lavori di Fiorella e Agrimi. Divertenti piuttosto che
inquietanti, essi ci parlano di una mutazione futuribile, ma soprattutto di
un mutamento oggi più che mai auspicabile: la necessità cioè di fare i
conti con l¹alterità nelle sue diverse forme, contro pericolose barriere
difensive e omologanti.
Nel vocabolario degli ultimi anni una parola si è imposta tra le altre con
invasiva e ambivalente centralità: mutazione. Dalla biologia, con i
promettenti e minacciosi progressi della genetica, alla sociologia,
antropologia o psicologia che indagano sugli influssi cognitivi delle
tecnoscienze, la mutazione è diventata sinonimo di alterazione o
cambiamento, negativo o positivo a seconda del punto di vista. Speranze ma
soprattutto vecchie e nuove paure si condensano intorno all¹immagine di
corpi mutanti e ibridi o di nuove specie. Mentre le vecchie categorie di
naturale e artificiale sono travolte, e dove non arriva la scienza è il
fervido campo dell¹immaginazione a formulare ipotesi, suggerire prospettive,
favorire ampliamenti di visione. Tra Molly ( precoce cyber-protagonista di
³Neuromante² di William Gibson) e Dolly ( la celebre pecora senza bisogno
di presentazioni), le mutazioni segnano un percorso circolare, che
dall¹immaginario artistico si estende alle scoperte della scienza e
viceversa. Non a caso letteratura, cinema, arti visive si popolano sempre
più di creature meticce, o di nuovi mutanti teriomorfi che attualizzano
mitici innesti uomo-animale.
In questo filone aperto appare perfettamente a suo agio il curioso uomo-cane
a grandezza ³reale² di Dario Agrimi, inedito e sbarbato ³Man-terrier ³ a
quattro zampe ( pardon braccia/gambe), che sembra uscito fresco fresco da un
laboratorio di strambi esperimenti post genetici. Servirà a far diventare
più fedele e affidabile la razza umana? O renderà più versatile e sapiente
quella canina? Non è facile dare risposte. Certo questo novello esemplare da
circo Barnum ( pare che tra le attrazioni dello spettacolo, oltre al noto
John Merrick uomo-elefante, ci fosse anche JoJo, acclamatissimo uomo-cane),
sta lì a stupirci, risvegliando in noi un¹atavica attrazione per le
deformità. E ponendoci provocatoriamente alcune domande (come fanno del
resto gli altrettanto spiazzanti piante/oggetti in vaso), condite però da
quella peculiare dose di ironia che caratterizza il giovane artista di
Trani. Complici le possibilità simulatorie offerte da un altro tipo di
meticciamento, quello linguistico- con passaggi alternati di ripresa
fotografica, manipolazione digitale e pittura- il terrier, tipica razza
da caccia inglese, diventa così figura di uomo cacciatore. A ricordo delle
nostre primordiali origini evolutive, che proiettate sulle tensioni d¹oggi
mettono in crisi pretese antropocentriche, proponendo un esercizio mentale
di contaminazioni teso a suggerire modalità diverse di approccio al mondo
circostante.
Più strettamente mutuato dal repertorio fantasy e fumettistico è invece il
gruppo di buffi mostriciattoli messi in scena dal barlettano Raffaele
Fiorella. Un¹ intera famiglia tipo - padre, madre e tre figlioli al seguito
- si para in posa fotografica come un allucinato team di fantasmi in
cartapesta. La mutazione in questo caso è ormai totale. Impossibile
distinguere tra sembianze ominidi ed animalesche, tra fantasia e realtà, nei
caratteri somatici di questi pupazzoni bianchi con grandi teste e
lunghissime braccia scimmiesche (una o due non fa differenza), occhioni
senz¹orbita o grosse orecchie, dentoni topeschi e protesi cornute...Sono
personaggi alieni, venuti da un premondo fantastico e mediatico, ma proprio
per questo in qualche modo familiari. Teneri più che minacciosi, sembrano
piuttosto antieroi grotteschi, che attingono a fantasie adulte calate nel
mondo dell¹infanzia ( come i protagonisti dei film di Tim Burton, referente
dichiarato per l¹autore). Ma che, esibendo la propria diversità domestica,
mettono anche il dito nella piaga di quell¹ illusione di normalità che
ognuno di noi cova nel profondo.
I ³mostri² dunque sono tra noi, sembra il messaggio implicito negli
scanzonati lavori di Fiorella e Agrimi. Divertenti piuttosto che
inquietanti, essi ci parlano di una mutazione futuribile, ma soprattutto di
un mutamento oggi più che mai auspicabile: la necessità cioè di fare i
conti con l¹alterità nelle sue diverse forme, contro pericolose barriere
difensive e omologanti.
07
aprile 2006
Dario Agrimi / Raffaele Fiorella – Mutation
Dal 07 al 28 aprile 2006
arte contemporanea
Location
GALLERIA SPAZIOIKONOS
Bari, Via Ettore Carafa, 49, (Bari)
Bari, Via Ettore Carafa, 49, (Bari)
Orario di apertura
da lunedì a venerdì 17-19.30. Sabato e festivi per appuntamento
Vernissage
7 Aprile 2006, ore 19
Autore
Curatore