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Dario Ballantini – Fine del Mito
In mostra una trentina di opere recenti dell’artista livornese
Comunicato stampa
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Il giorno sabato 17 settembre, alle ore 18.00 in via Olginati 7, presso la suggestiva location esterna della Galleria ComoArte, sar� inaugurata la personale di Dario Ballantini dl titolo �Fine de Mito�.
In mostra una trentina di opere recenti dell�artista livornese, gi� noto alle cronache per le sue �trasformazioni televisive� e le scenografie di spettacoli teatrali.
Dalle sue opere traspare una pittura caotica e fortemente descrittiva: �Fine del Mito� celebra con ossessione la desolazione delle periferiche fabbriche di Sironi; il suo segno, con la violenza dell�espressionismo, ripercorre con evidente impeto emozionale, il disagio esistenziale che ci opprime al di l� della rassicurante apparenza.
�Le opere di Dario Ballantini si propongono ai nostri occhi quale lucida allegoria di un comportamento che compete e ci identifica in maniera anche crudele e impetuosa, dove l�ironia e l�autoironia temperano solo in parte un diffuso, palpabile malessere esistenziale. L�uomo � schiacciato, spezzato, travolto dalle cose che si fanno pensieri, ossessioni, impulsi. E solo l�alimento, il veleno necessario per riavviare ogni giorno il desiderio di ricominciare, di rimettersi in pista, di correre verso l�immediato futuro dei minuti e delle ore che incombono.� Luciano Caprile
�La postmodernit� fatta uomo si chiama Dario Ballantini..." Ugo Nespolo
Cocktail d�inaugurazione alle ore 18,00, alla presenza dell�artista. Catalogo in galleria.
Dario Ballntini, nasce a Livorno nel 1964. Ha i primi incontri con la pittura gi� tra le mura di casa, con il padre che dipinge in stile neorealista e gli zii post-macchiaioli.
E' colpito dalle riproduzioni delle opere di Guttuso e Picasso, viste nei volumi degli Editori Riuniti distribuiti dal padre. Si appassiona ai fumetti (Jacovitti e gli autori Marvel) tentando di realizzarne alcuni personalmente.
Nell'adolescenza scopre le canzoni di Luigi Tenco, la cui figura diventa anche il soggetto di molti ritratti. Si iscrive all'indirizzo artistico del Liceo Sperimentale di Livorno, dove � allievo di Giancarlo Cocchia, diplomandosi nel 1984 e nel frattempo comincia anche a manifestarsi la sua feb bre da palcoscenico. A sedici anni visita a Parigi la grande mostra su Amedeo Modigliani al Museo dell'Arte Moderna, la cui opera sar� fondamentale per il suo iniziale percorso artistico. Il soggetto su cui si esercita � il volto di Tot� cos� irregolare da ricordare le scomposizioni cubiste. Conosce e frequenta il pittore Maurilio Colombini ed il gallerista Cesare Rotini, cominciando ad esporre nell'ambito Livornese-Toscano, dapprima con un ritratto di Pier Paolo Pasolini di stampo neorealista ed in seguito - con opere dal richiamo espressionista - in collettive e personali e tre partecipazioni alla rassegna Rotonda Exp�.
Nel 1989 frequenta un corso di grafica pubblicitaria tenuto dal prof. Baglioni e dello stesso anno � la sua ultima uscita personale con una mostra alla Galleria Teorema di Firenze. A questa seguir� un lungo periodo in cui l'artista si impegna soprattutto negli altri suoi campi di espressione: la televisione, il cinema ed il teatro.
La sua gestualit� pittorica viene quindi "trasportata" in queste nuove esperienze, esprimendosi con gli studi preparatori di trucchi speciali per le sue note trasformazioni televisive - Striscia la Notizia - e con le scenografie per gli spettacoli teatrali: il suo Petrolini, Petrolini, di cui � autore e interprete, viene presentato in anteprima nel 1997 a Livorno in occasione di "Serata futurista". In questa occasione, Ballantini incontra Osvaldo Peruzzi, l'ultimo futurista vivente. Lo stesso spettacolo sar� in cartellone nel 2000 ad "Asti Teatro", rassegna diretta da Vittorio Sgarbi. Sempre nel 2000 conosce Michele Rossi per il quale realizza ritratti di alcuni grandi personaggi dello spettacolo italiano: Bice Valori, Fred Buscaglione ed Erminio Macario per il festival "Acquaviva nei Fumetti" di Acquaviva Picena (dove ha modo di conoscere Silvia Ziche e Giuseppe Palumbo) ed Aldo Fabrizi per l'omaggio realizzato dal comune di San Salvo. Nel Maggio 2001, come "inviato" per il tg satirico di Antonio Ricci, incontra a San Benedetto del Tronto Achille Bonito Oliva alla mostra "A.B.O. - Le arti della critica", con cui ha modo di parlare di pittura e da cui ricever� proficui consigli. Nello stesso periodo conosce il giornalista Stefano Lorenzetto che gli propone di realizzare una nuova esposizione personale alla Galleria Ghelfi di Verona. La presentazione del catalogo sar� affidata, grazie ai buoni auspici della comune amica Marta Marzotto, a Giancarlo Vigorelli. La mostra, tenutasi nel Maggio 2002, ha un ottimo successo di critica e di pubblico, costituendo quindi una vera e propria "rinascita"come pittore. Nell'Ottobre dello stesso anno, Ballantini espone alla Galleria Borromeo di Padova; nel mese successivo, visita Jean Michel Folon nello studio dell'artista a Montecarlo e Pietro Cascella nell'atelier di Fivizzano, i quali lo incoraggiano mostrando di apprezzare le sue opere. Intanto partecipa con il Gruppo Labronico ad un'esposizione al Parlamento Europeo di Bruxelles. Si intensifica il rapporto con Achille Bonito Oliva, che stimola Ballantini ad una scelta pi� coraggiosa ed accurata delle opere da preferire rispetto alla passata produzione. Anche Giancarlo Vigorelli, mostra di apprezzare questa trasformazione. Per il catalogo della mostra, il gallerista Sorrentino propone al prof. Luciano Caprile una visita nello studio di Ballantini a Milano. Da questo incontro nasce un'intesa culturale sulle tematiche delle opere e Caprile decide con entusiasmo di occuparsi della stesura del testo critico.
In mostra una trentina di opere recenti dell�artista livornese, gi� noto alle cronache per le sue �trasformazioni televisive� e le scenografie di spettacoli teatrali.
Dalle sue opere traspare una pittura caotica e fortemente descrittiva: �Fine del Mito� celebra con ossessione la desolazione delle periferiche fabbriche di Sironi; il suo segno, con la violenza dell�espressionismo, ripercorre con evidente impeto emozionale, il disagio esistenziale che ci opprime al di l� della rassicurante apparenza.
�Le opere di Dario Ballantini si propongono ai nostri occhi quale lucida allegoria di un comportamento che compete e ci identifica in maniera anche crudele e impetuosa, dove l�ironia e l�autoironia temperano solo in parte un diffuso, palpabile malessere esistenziale. L�uomo � schiacciato, spezzato, travolto dalle cose che si fanno pensieri, ossessioni, impulsi. E solo l�alimento, il veleno necessario per riavviare ogni giorno il desiderio di ricominciare, di rimettersi in pista, di correre verso l�immediato futuro dei minuti e delle ore che incombono.� Luciano Caprile
�La postmodernit� fatta uomo si chiama Dario Ballantini..." Ugo Nespolo
Cocktail d�inaugurazione alle ore 18,00, alla presenza dell�artista. Catalogo in galleria.
Dario Ballntini, nasce a Livorno nel 1964. Ha i primi incontri con la pittura gi� tra le mura di casa, con il padre che dipinge in stile neorealista e gli zii post-macchiaioli.
E' colpito dalle riproduzioni delle opere di Guttuso e Picasso, viste nei volumi degli Editori Riuniti distribuiti dal padre. Si appassiona ai fumetti (Jacovitti e gli autori Marvel) tentando di realizzarne alcuni personalmente.
Nell'adolescenza scopre le canzoni di Luigi Tenco, la cui figura diventa anche il soggetto di molti ritratti. Si iscrive all'indirizzo artistico del Liceo Sperimentale di Livorno, dove � allievo di Giancarlo Cocchia, diplomandosi nel 1984 e nel frattempo comincia anche a manifestarsi la sua feb bre da palcoscenico. A sedici anni visita a Parigi la grande mostra su Amedeo Modigliani al Museo dell'Arte Moderna, la cui opera sar� fondamentale per il suo iniziale percorso artistico. Il soggetto su cui si esercita � il volto di Tot� cos� irregolare da ricordare le scomposizioni cubiste. Conosce e frequenta il pittore Maurilio Colombini ed il gallerista Cesare Rotini, cominciando ad esporre nell'ambito Livornese-Toscano, dapprima con un ritratto di Pier Paolo Pasolini di stampo neorealista ed in seguito - con opere dal richiamo espressionista - in collettive e personali e tre partecipazioni alla rassegna Rotonda Exp�.
Nel 1989 frequenta un corso di grafica pubblicitaria tenuto dal prof. Baglioni e dello stesso anno � la sua ultima uscita personale con una mostra alla Galleria Teorema di Firenze. A questa seguir� un lungo periodo in cui l'artista si impegna soprattutto negli altri suoi campi di espressione: la televisione, il cinema ed il teatro.
La sua gestualit� pittorica viene quindi "trasportata" in queste nuove esperienze, esprimendosi con gli studi preparatori di trucchi speciali per le sue note trasformazioni televisive - Striscia la Notizia - e con le scenografie per gli spettacoli teatrali: il suo Petrolini, Petrolini, di cui � autore e interprete, viene presentato in anteprima nel 1997 a Livorno in occasione di "Serata futurista". In questa occasione, Ballantini incontra Osvaldo Peruzzi, l'ultimo futurista vivente. Lo stesso spettacolo sar� in cartellone nel 2000 ad "Asti Teatro", rassegna diretta da Vittorio Sgarbi. Sempre nel 2000 conosce Michele Rossi per il quale realizza ritratti di alcuni grandi personaggi dello spettacolo italiano: Bice Valori, Fred Buscaglione ed Erminio Macario per il festival "Acquaviva nei Fumetti" di Acquaviva Picena (dove ha modo di conoscere Silvia Ziche e Giuseppe Palumbo) ed Aldo Fabrizi per l'omaggio realizzato dal comune di San Salvo. Nel Maggio 2001, come "inviato" per il tg satirico di Antonio Ricci, incontra a San Benedetto del Tronto Achille Bonito Oliva alla mostra "A.B.O. - Le arti della critica", con cui ha modo di parlare di pittura e da cui ricever� proficui consigli. Nello stesso periodo conosce il giornalista Stefano Lorenzetto che gli propone di realizzare una nuova esposizione personale alla Galleria Ghelfi di Verona. La presentazione del catalogo sar� affidata, grazie ai buoni auspici della comune amica Marta Marzotto, a Giancarlo Vigorelli. La mostra, tenutasi nel Maggio 2002, ha un ottimo successo di critica e di pubblico, costituendo quindi una vera e propria "rinascita"come pittore. Nell'Ottobre dello stesso anno, Ballantini espone alla Galleria Borromeo di Padova; nel mese successivo, visita Jean Michel Folon nello studio dell'artista a Montecarlo e Pietro Cascella nell'atelier di Fivizzano, i quali lo incoraggiano mostrando di apprezzare le sue opere. Intanto partecipa con il Gruppo Labronico ad un'esposizione al Parlamento Europeo di Bruxelles. Si intensifica il rapporto con Achille Bonito Oliva, che stimola Ballantini ad una scelta pi� coraggiosa ed accurata delle opere da preferire rispetto alla passata produzione. Anche Giancarlo Vigorelli, mostra di apprezzare questa trasformazione. Per il catalogo della mostra, il gallerista Sorrentino propone al prof. Luciano Caprile una visita nello studio di Ballantini a Milano. Da questo incontro nasce un'intesa culturale sulle tematiche delle opere e Caprile decide con entusiasmo di occuparsi della stesura del testo critico.
17
settembre 2005
Dario Ballantini – Fine del Mito
Dal 17 settembre all'otto ottobre 2005
arte contemporanea
Location
GALLERIA COMOARTE
Como, Via Olginati, 7, (Como)
Como, Via Olginati, 7, (Como)
Orario di apertura
da martedì a sabato 10,30-13 e 15-19
Vernissage
17 Settembre 2005, ore 18
Autore