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Dario Di Lernia – Fotogrammi. Catture di segmenti di spazio
Omogenee tra loro, le opere che si propongono per “Scatole Sonore” al Rialtosantambrogio, il 30 e il 31 maggio 2008, segnano il percorso di studio sviluppato dal 2003 al 2004.
Comunicato stampa
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Omogenee tra loro, le opere che si propongono per “Scatole Sonore” al Rialtosantambrogio, il 30 e il 31 maggio 2008, segnano il percorso di studio sviluppato dal 2003 al 2004.
Tematica delle opere esposte.
La mia ricerca si svolge su due livelli convergenti tra loro che ho chiamato Intangibile e Ambiente.
Il livello degli Intangibili (installazioni a volte di grandi dimensioni), indaga le costanti formali tra minimo e massimo, funge da ingrandimento del micro o da sintesi del macro, simula forme primigenie, ectoplasmi, protuberanze generatrici che si vanno ad attaccare come “ricordo” al tessuto circostante, sono comunque morfemi applicabili all’altro livello.
Quello degli Ambienti è il livello della complessità dove anche gli elementi approfonditi nel primo livello confluiscono come attributi. Qui non indago più su dei punti fuoriusciti o incombenti, ma su segmenti tridimensionali di realtà che tende a dilatarsi. La simulazione è qui generalizzata, analizza molteplici fattori.
Su questo fronte della ricerca sarebbe naturale la vocazione per la grande dimensione, alla quale rinuncio non tanto per la sua scarsa praticabilità, ma quanto per la sua relatività. Lo studio indaga allora sugli elementi costituenti, è il caso di Textures – studi di componenti di ambiente (progetto di esposizione per il foyer del Teatro Furio Camillo di Roma, dall’11 aprile al 4 maggio), dove anche l’elemento Intangibile è visibile, o sulla simulazione di spazi, come in questa proposta di Fotogrammi – catture di segmenti di spazio.
In quest’ultima i fotogrammi/quadro fungono da catturatori di brani di spazio visibile, sono ambiti di generazione.
E’ un lavoro che inizia nel 2003 con le Porzioni di Ambiente e prosegue nel 2004 con gli Ex01. Nei primi studi l’impostazione è molto rigorosa, volutamente contenuta, svolta su pochi elementi modulari, minimi, quinte concettuali, colori piatti. E’ uno spazio che prende spazio con poco.
Nel procedere su questa strada le griglie - di matrice analoga, che fungono da comune denominatore generativo, da ordinatore virtuale, entrando in conflitto-dialogo con le varie concezioni di spazio - cominciano a perdere il loro rigore e a entrare in contraddizione con se stesse, a generare forme minime, fino ad essere negli Ex01 contraddette, assorbite, annullate.
Sono lavori su brani di spazio, a volte esploso, a volte minimalizzato sollevato dal concetto orizzontale-verticale, ma che con esso rimane in relazione emotiva, simulando una costante equazione tra reale e astratto.
La tensione non è verso la formulazione di ipotesi razionali, ma verso la creazione di micro fratture emotive, nelle quali lasciare emergere spontaneamente sensazioni metafisiche. Una dimensione in cui ogni razionalità fisico-costruttiva è volutamente abolita.
E’ forte la volontà di andare fino al fondo, all’inizio dell’attività creativa, dove tutto può ancora accadere. La griglia aiuta a simulare una scrittura automatica, la tessitura razionalizzatrice serve da elemento “altro” (elemento da assorbire o da esaltare). E’ un ribaltamento delle consuetudini rispetto a quel punto in cui l’elemento “altro”(immaginazione, inconscio, natura emotiva) viene richiamato, quasi con prassi sciamanica. L’elemento di frattura si trova nel punto in cui a partire da un elemento oscuro, in ebollizione emotiva o semplicemente nascosto, si passa all’interazione con l’elemento razionale, inizialmente (paradossalmente) forviante. E’ una sorta di processo iniziatico in senso contrario. Come se si volesse utilizzare la trance (in cui ri-creare un fenomeno) per arrivare alla sfera razionale, alla ponderazione sistematica della necessità del fare.
E’ la sistematica del meta-progetto, su una trama sufficientemente larga, far passare i flussi emotivi, le priorità nascoste o embrionali, farle attaccare al concetto senza che questi diventi pre-concetto vincolante. Il lavoro parallelo sugli Intangibili gioca così un ruolo fondamentale, essendo essi le prime coagulazioni di materia apparentemente informe - i nostri stessi processi mentali profondi possono somigliare a elementi in fase di aborto. La genesi può essere vista come un grosso tumore, una metastasi che, solo secondo la nostra logica si è trasformata, fino ad arrivare al fiore, a quello che emozionalmente capiamo e apprezziamo. I coaguli Intangibili attaccati alle trame diventano forme riconoscibili, viatici di pensieri puri. E i filamenti presenti negli ambienti sono presenze apparentemente congelate di luce e di calore, sono diaframmi traslucidi. (Dario Di Lernia)
Tematica delle opere esposte.
La mia ricerca si svolge su due livelli convergenti tra loro che ho chiamato Intangibile e Ambiente.
Il livello degli Intangibili (installazioni a volte di grandi dimensioni), indaga le costanti formali tra minimo e massimo, funge da ingrandimento del micro o da sintesi del macro, simula forme primigenie, ectoplasmi, protuberanze generatrici che si vanno ad attaccare come “ricordo” al tessuto circostante, sono comunque morfemi applicabili all’altro livello.
Quello degli Ambienti è il livello della complessità dove anche gli elementi approfonditi nel primo livello confluiscono come attributi. Qui non indago più su dei punti fuoriusciti o incombenti, ma su segmenti tridimensionali di realtà che tende a dilatarsi. La simulazione è qui generalizzata, analizza molteplici fattori.
Su questo fronte della ricerca sarebbe naturale la vocazione per la grande dimensione, alla quale rinuncio non tanto per la sua scarsa praticabilità, ma quanto per la sua relatività. Lo studio indaga allora sugli elementi costituenti, è il caso di Textures – studi di componenti di ambiente (progetto di esposizione per il foyer del Teatro Furio Camillo di Roma, dall’11 aprile al 4 maggio), dove anche l’elemento Intangibile è visibile, o sulla simulazione di spazi, come in questa proposta di Fotogrammi – catture di segmenti di spazio.
In quest’ultima i fotogrammi/quadro fungono da catturatori di brani di spazio visibile, sono ambiti di generazione.
E’ un lavoro che inizia nel 2003 con le Porzioni di Ambiente e prosegue nel 2004 con gli Ex01. Nei primi studi l’impostazione è molto rigorosa, volutamente contenuta, svolta su pochi elementi modulari, minimi, quinte concettuali, colori piatti. E’ uno spazio che prende spazio con poco.
Nel procedere su questa strada le griglie - di matrice analoga, che fungono da comune denominatore generativo, da ordinatore virtuale, entrando in conflitto-dialogo con le varie concezioni di spazio - cominciano a perdere il loro rigore e a entrare in contraddizione con se stesse, a generare forme minime, fino ad essere negli Ex01 contraddette, assorbite, annullate.
Sono lavori su brani di spazio, a volte esploso, a volte minimalizzato sollevato dal concetto orizzontale-verticale, ma che con esso rimane in relazione emotiva, simulando una costante equazione tra reale e astratto.
La tensione non è verso la formulazione di ipotesi razionali, ma verso la creazione di micro fratture emotive, nelle quali lasciare emergere spontaneamente sensazioni metafisiche. Una dimensione in cui ogni razionalità fisico-costruttiva è volutamente abolita.
E’ forte la volontà di andare fino al fondo, all’inizio dell’attività creativa, dove tutto può ancora accadere. La griglia aiuta a simulare una scrittura automatica, la tessitura razionalizzatrice serve da elemento “altro” (elemento da assorbire o da esaltare). E’ un ribaltamento delle consuetudini rispetto a quel punto in cui l’elemento “altro”(immaginazione, inconscio, natura emotiva) viene richiamato, quasi con prassi sciamanica. L’elemento di frattura si trova nel punto in cui a partire da un elemento oscuro, in ebollizione emotiva o semplicemente nascosto, si passa all’interazione con l’elemento razionale, inizialmente (paradossalmente) forviante. E’ una sorta di processo iniziatico in senso contrario. Come se si volesse utilizzare la trance (in cui ri-creare un fenomeno) per arrivare alla sfera razionale, alla ponderazione sistematica della necessità del fare.
E’ la sistematica del meta-progetto, su una trama sufficientemente larga, far passare i flussi emotivi, le priorità nascoste o embrionali, farle attaccare al concetto senza che questi diventi pre-concetto vincolante. Il lavoro parallelo sugli Intangibili gioca così un ruolo fondamentale, essendo essi le prime coagulazioni di materia apparentemente informe - i nostri stessi processi mentali profondi possono somigliare a elementi in fase di aborto. La genesi può essere vista come un grosso tumore, una metastasi che, solo secondo la nostra logica si è trasformata, fino ad arrivare al fiore, a quello che emozionalmente capiamo e apprezziamo. I coaguli Intangibili attaccati alle trame diventano forme riconoscibili, viatici di pensieri puri. E i filamenti presenti negli ambienti sono presenze apparentemente congelate di luce e di calore, sono diaframmi traslucidi. (Dario Di Lernia)
30
maggio 2008
Dario Di Lernia – Fotogrammi. Catture di segmenti di spazio
Dal 30 al 31 maggio 2008
arte contemporanea
Location
RIALTOSANTAMBROGIO
Roma, Via Di Sant'ambrogio, 4, (Roma)
Roma, Via Di Sant'ambrogio, 4, (Roma)
Sito web
www.dariodilernia.it
Autore