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Dario Molinaro – I have a mysterious tale and cannot speak it
L‘artista possiede una “fiaba misteriosa di cui non ci può parlare”(I have a mysterious tale and cannot speak it) ma ce la può mostrare…
Comunicato stampa
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MAGAZZINI CRIMINALI
i Magazzini Criminali presentano
“I HAVE A MISTERIOUS TALE AND CANNOT SPEAK IT”
personale di Dario Molinaro
a cura di Chiara Messori
dal 13 ottobre al 4 novembre 2012
Sovrapposizioni scombinabili, questo mi fa immaginare l’opera di Molinaro, sembra di trovarsi di fronte ad un “ammucchiamento” di livelli, ognuno è disegnato, ognuno racconta qualcosa; tante storie singole che concorrono a formare un’unica favola in cui animali e umani convivono, tra realtà ed immaginazione. Tutto è composto, ordinato pur nella confusione, sembra che questi livelli si possan mettere e togliere a piacere, senza disturbare l’equilibrio formale della composizione. Forte è inoltre la compenetrazione fra dimensioni storiche diverse (i dinosauri preistorici passeggiano con i teen ager dotati di i-pod, a fianco a grossi topi, pantere e automobili sormontate da teschi) eppure niente ci stupisce, niente ci disturba, nel disordine ordinato delle sue composizioni.
L‘artista possiede una “fiaba misteriosa di cui non ci può parlare”(I have amisterious tale and cannot speak it)ma ce la può mostrare…
Servendosi di più punti di vista egli infatti ignora volutamente le regole prospettiche disegnando più in grande ciò che per lui ha maggior importanza, gli animali in primo luogo...
Attraverso il suo “bestiario” l’autore ci pone in relazione con quel momento della storia umana in cui l’uomo ha scoperto che l’animale poteva essere non solo “buono da mangiare”,ma anche e soprattutto “buono da pensare”. Infatti, fin dalla storia antica, educativa in particolare, gli animali sono stati utilizzati come modello di comportamento da seguire; caso esemplare è quello delle favole di Fedro che propongono brevi storie in cui i protagonisti sono solitamente gli animali parlanti, simboli trasparenti di caratteri e atteggiamenti umani.
Gli animali “traducono” lo sforzo dell’uomo per decifrare e dominare un destino che gli sfugge, incarnano simboli atti a rivelare i segreti dell’inconscio e a fungere da tramite fra mondo celeste e terreno, unione tra le due dimensioni: materiale e spirituale.
Ed è un’atmosfera senza dubbio “spirituale” e quella che si respira addentrandosi nei disegni a matita e china dell’artista, sorta di diario interiore in cui egli ci palesa i suoi luoghi, regni di silenzio ed estasi assolute composti da architetture che riportano alla mente le incisioni dei Piranesi i cui muri sono però imbrattati dalle bombolette dei writers, oppure ancora interni di case di cui riesce a coglire e ricreare “l’odore” fermando i movimenti dei commensali a tavola. Tratti precisi e dettagli studiati concorrono a delineare paesaggi in cui ritroviamo un gusto per l’illustrazione unito ad una certa “musicalità” compositiva. Quest’ultima è anche testimoniata dalla presenza di scritte che spesso sono frasi tratte da testi letterari o da riflessioni personali che s’intersecano con elementi numerici dal carattere esoterico che ci documentano la sua continua evoluzione.
L’artista, passeggiando nelle sue strade, trova lì la sua materia, attinge dal suo reale per restituircene una nuova visione influenzata anche dalla poesia, dalla letteratura e dalla storia dell’arte, motori della sua ricerca quotidiana.
Nonostante la saturazione di input che queste opere propongono, alla fin fine ci si rende conto che dentro c’è la realtà dell’artista e del mondo che lo circonda; una realtà restituitaci raccontandoci una favola dai significati oscuri ed intrisa di simboli.
Ma se è pur vero che i simboli “rivelano celando e celano rivelando” ,perché si prestano a differenti interpretazioni, alla verità del simbolo si potrebbe applicare il titolo famoso “Così è se vi pare”.
Chiara Messori
i Magazzini Criminali presentano
“I HAVE A MISTERIOUS TALE AND CANNOT SPEAK IT”
personale di Dario Molinaro
a cura di Chiara Messori
dal 13 ottobre al 4 novembre 2012
Sovrapposizioni scombinabili, questo mi fa immaginare l’opera di Molinaro, sembra di trovarsi di fronte ad un “ammucchiamento” di livelli, ognuno è disegnato, ognuno racconta qualcosa; tante storie singole che concorrono a formare un’unica favola in cui animali e umani convivono, tra realtà ed immaginazione. Tutto è composto, ordinato pur nella confusione, sembra che questi livelli si possan mettere e togliere a piacere, senza disturbare l’equilibrio formale della composizione. Forte è inoltre la compenetrazione fra dimensioni storiche diverse (i dinosauri preistorici passeggiano con i teen ager dotati di i-pod, a fianco a grossi topi, pantere e automobili sormontate da teschi) eppure niente ci stupisce, niente ci disturba, nel disordine ordinato delle sue composizioni.
L‘artista possiede una “fiaba misteriosa di cui non ci può parlare”(I have amisterious tale and cannot speak it)ma ce la può mostrare…
Servendosi di più punti di vista egli infatti ignora volutamente le regole prospettiche disegnando più in grande ciò che per lui ha maggior importanza, gli animali in primo luogo...
Attraverso il suo “bestiario” l’autore ci pone in relazione con quel momento della storia umana in cui l’uomo ha scoperto che l’animale poteva essere non solo “buono da mangiare”,ma anche e soprattutto “buono da pensare”. Infatti, fin dalla storia antica, educativa in particolare, gli animali sono stati utilizzati come modello di comportamento da seguire; caso esemplare è quello delle favole di Fedro che propongono brevi storie in cui i protagonisti sono solitamente gli animali parlanti, simboli trasparenti di caratteri e atteggiamenti umani.
Gli animali “traducono” lo sforzo dell’uomo per decifrare e dominare un destino che gli sfugge, incarnano simboli atti a rivelare i segreti dell’inconscio e a fungere da tramite fra mondo celeste e terreno, unione tra le due dimensioni: materiale e spirituale.
Ed è un’atmosfera senza dubbio “spirituale” e quella che si respira addentrandosi nei disegni a matita e china dell’artista, sorta di diario interiore in cui egli ci palesa i suoi luoghi, regni di silenzio ed estasi assolute composti da architetture che riportano alla mente le incisioni dei Piranesi i cui muri sono però imbrattati dalle bombolette dei writers, oppure ancora interni di case di cui riesce a coglire e ricreare “l’odore” fermando i movimenti dei commensali a tavola. Tratti precisi e dettagli studiati concorrono a delineare paesaggi in cui ritroviamo un gusto per l’illustrazione unito ad una certa “musicalità” compositiva. Quest’ultima è anche testimoniata dalla presenza di scritte che spesso sono frasi tratte da testi letterari o da riflessioni personali che s’intersecano con elementi numerici dal carattere esoterico che ci documentano la sua continua evoluzione.
L’artista, passeggiando nelle sue strade, trova lì la sua materia, attinge dal suo reale per restituircene una nuova visione influenzata anche dalla poesia, dalla letteratura e dalla storia dell’arte, motori della sua ricerca quotidiana.
Nonostante la saturazione di input che queste opere propongono, alla fin fine ci si rende conto che dentro c’è la realtà dell’artista e del mondo che lo circonda; una realtà restituitaci raccontandoci una favola dai significati oscuri ed intrisa di simboli.
Ma se è pur vero che i simboli “rivelano celando e celano rivelando” ,perché si prestano a differenti interpretazioni, alla verità del simbolo si potrebbe applicare il titolo famoso “Così è se vi pare”.
Chiara Messori
13
ottobre 2012
Dario Molinaro – I have a mysterious tale and cannot speak it
Dal 13 ottobre al 04 novembre 2012
arte contemporanea
Location
MAGAZZINI CRIMINALI
Sassuolo, Piazzale Domenico Gazzadi, 4, (Modena)
Sassuolo, Piazzale Domenico Gazzadi, 4, (Modena)
Orario di apertura
Sabato e Domenica dalle 16 alle 19
per appuntamento: 392 4811485
Vernissage
13 Ottobre 2012, ore 18
Autore
Curatore