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Dario Tironi
Le sculture di Tironi sono identità create dal consumismo. Nel lavoro di Dario Tironi si concretizza il monito di Bauman: consumo, dunque sono. Regala spunti di riflessione trasversali, coinvolgendo il fruitore e stimolando il dibattito, in un’atmosfera che non si fa mai pesante ma pensante.
Comunicato stampa
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Siamo nei primi anni del Novecento quando l’oggetto d’uso quotidiano entra nell’opera d’arte e, attraverso un processo di decontestualizzazione, diventa esso stesso opera.
A partire dal ready made di Duchamp si sono susseguiti movimenti e correnti per cui l’uso dell’oggetto, in tutta la sua fisicità quotidiana, ha avuto un’importanza poetica sostanziale come il Nouveau Réalisme, il New Dada, la Pop Art e Fluxus. È da diversi decenni che l’arte ci presenta questo tipo di immagini e non dovremmo, quindi, più stupirci di fronte ad artisti che per le loro opere attingono sapientemente alle lezioni del passato, riprendendo e reinterpretandone il linguaggio in forma contemporanea.
Eppure, quando ci si trova davanti a una scultura di Dario Tironi si rimane colpiti. È quasi impossibile non soffermarsi a osservare nel dettaglio, incuriositi -anche- dall’indubbia abilità tecnica dell’artista, in grado di realizzare sculture assemblando oggetti come fossero pezzetti di argilla plasmabili sotto le mani dello scultore e rimandando alla mente la bellezza classica della statuaria greco-romana.
In linea con la poetica Nuovo Realista, la materia prima delle opere di Tironi è composta da oggetti di recupero, rifiuti, prodotti di scarto provenienti dalla società dei consumi di massa. A differenza della corrente francese, però, Tironi non si concentra sulla dissacrazione della serialità industriale, non si limita a un approccio polemico e d’opposizione ma progredisce verso una denuncia più profonda che colpisce le coscienze individuali degli spettatori. Le sculture di Tironi sono identità create dal consumismo, dalla sete del possesso ma con sguardi sorprendentemente realistici che tradiscono malinconia. Nel lavoro di Dario Tironi si concretizza il monito di Bauman: consumo, dunque sono. Regala spunti di riflessione trasversali, coinvolgendo il fruitore e stimolando il dibattito, in un’atmosfera che non si fa mai pesante ma pensante.
A partire dal ready made di Duchamp si sono susseguiti movimenti e correnti per cui l’uso dell’oggetto, in tutta la sua fisicità quotidiana, ha avuto un’importanza poetica sostanziale come il Nouveau Réalisme, il New Dada, la Pop Art e Fluxus. È da diversi decenni che l’arte ci presenta questo tipo di immagini e non dovremmo, quindi, più stupirci di fronte ad artisti che per le loro opere attingono sapientemente alle lezioni del passato, riprendendo e reinterpretandone il linguaggio in forma contemporanea.
Eppure, quando ci si trova davanti a una scultura di Dario Tironi si rimane colpiti. È quasi impossibile non soffermarsi a osservare nel dettaglio, incuriositi -anche- dall’indubbia abilità tecnica dell’artista, in grado di realizzare sculture assemblando oggetti come fossero pezzetti di argilla plasmabili sotto le mani dello scultore e rimandando alla mente la bellezza classica della statuaria greco-romana.
In linea con la poetica Nuovo Realista, la materia prima delle opere di Tironi è composta da oggetti di recupero, rifiuti, prodotti di scarto provenienti dalla società dei consumi di massa. A differenza della corrente francese, però, Tironi non si concentra sulla dissacrazione della serialità industriale, non si limita a un approccio polemico e d’opposizione ma progredisce verso una denuncia più profonda che colpisce le coscienze individuali degli spettatori. Le sculture di Tironi sono identità create dal consumismo, dalla sete del possesso ma con sguardi sorprendentemente realistici che tradiscono malinconia. Nel lavoro di Dario Tironi si concretizza il monito di Bauman: consumo, dunque sono. Regala spunti di riflessione trasversali, coinvolgendo il fruitore e stimolando il dibattito, in un’atmosfera che non si fa mai pesante ma pensante.
30
marzo 2019
Dario Tironi
Dal 30 marzo al 20 aprile 2019
arte contemporanea
Location
GARE 82
Brescia, Via Villa Glori, 5, (Brescia)
Brescia, Via Villa Glori, 5, (Brescia)
Orario di apertura
da lunedì a sabato ore 15-19
Vernissage
30 Marzo 2019, ore 18.00
Autore
Curatore