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Dark Matter Games
un progetto artistico che presenta e sviluppa pratiche che intrecciano la dimensione artistica e quella sociale, pratiche spesso escluse dallo spazio delle istituzioni artistiche più tradizionali.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Dark Matter Games è un progetto artistico che presenta e sviluppa pratiche che intrecciano la dimensione artistica e quella sociale, pratiche spesso escluse dallo spazio delle istituzioni artistiche più tradizionali. Ispirato al saggio Dark Matter di Gregory Sholette, il progetto presenta oltre venticinque pratiche artistiche che prevedono l’interazione sociale e la transdisciplinarità come punto di partenza.
Il programma prevede inoltre incontri con ricercatori e attivisti sul tema del rapporto tra arte, lavoro, economia, genere ed attivismo.
La tappa veneziana del progetto sarà seguita da pubblicazione, la cui presentazione avverrà a Bruxelles e Venezia in autunno.
Che cos’è Dark Matter?
Il concetto di dark matter è stato preso in prestito dall’astronomia: è la materia invisibile e subatomica che costituisce tutta la realtà. Il teorico e artista newyorkese Gregory Sholette utilizza questo termine per denotare una tendenza contro egemonica rintracciabile nel campo delle arti. Benchè la pratica artistica sperimentale, orizzontale, ibrida e radicata nel processo sociale sia essenziale nel mondo dell’arte in generale, rimane estremamente invisibile all’interno del sistema attuale, è materia oscura. Il mercato dell’arte, le grandi istituzioni e la storia dell’arte ufficiale rappresentano solo alcuni degli artisti più visibili. Ma quegli stessi artisti non potrebbero a loro volta esistere senza intercettare questa oscura materia liquida, questo movimento tellurico che incessantemente sperimenta e produce segni, simboli, pratiche ed azioni sociali. Noi crediamo che queste pratiche ibride ed innovative siano oggi più rilevanti di quanto lo siano mai state, quando all'invisibilità si affianca un sempre maggiore interesse del sistema istituzionale che "cattura" queste modalità "sotterranee", riducendole in molti casi a prodotti a misura delle industrie creative e culturali.
Per noi, invece, l'insieme di pratiche che definiamo dark matter, rappresenta un altro modo di lavorare e di condividere saperi, immaginari, desideri. Viene concepito un diverso modello di produzione, e ciò che ci interessa è come questo intelletto generale creativo possa organizzarsi.
Liberiamo la Materia Oscura! liberiamola attraverso le risorse della ricerca collettiva e dell’autogestione. La produzione artistica è la continua invenzione di strategie creative radicate nell’esperienza della produzione sociale. La formazione della società è un’immensa e produttiva ricchezza alla ricerca di forme di autodeterminazione e autorganizzazione.
Il risultato ha la forma del gioco, della scoperta, del potere di parola. Questa ricerca non è la conferma delle già note gerarchie, di come noi le conosciamo. Mira invece a dare voce a coloro che non ne hanno, e tutto ciò diventa soggetto politico, discorso comune, forma di espressione e linguaggio.
Una concatenazione di azione artistica e ricerca collettiva
Il metodo di Dark Matter Games comprende due componenti intrecciate basate sulla ricerca/azione. Investigheremo i momenti esistenti e concreti della Dark Matter - forze telluriche di creatività e resistenza che si trovano a sostenere e allo stesso tempo ad influenzare il circuito artistico ufficiale. Istigheremo nuove manovre della materia oscura con giochi urbani, azioni collettive e performance.
Perché Venezia?
Venezia è la città della prima e più famosa Biennale, e nei giorni di apertura la città si trasforma in un polo d’attrazione per l’intero sistema globale dell’arte. La città, che fornisce l’esclusivo scenario dell’evento, diventa a sua volta paradossalmente invisibile. La Biennale contribuisce a ridurre la complessità della città ad un’immagine brandizzata, offuscando la distinzione tra arte
contemporanea e turismo di massa. Allo stesso tempo, la Biennale ed il marasma di eventi collaterali (ufficiali e non) che ruota intorno ad essa, sono basati sul grande apporto di un lavoro totalmente invisibile, precario o non retribuito. Questa dialettica tra grande visibilità e totale invisibilità sarà uno dei nodi affrontati dai partecipanti dei Dark Matter Games.
Perché i giochi?
Non intendiamo il termine gioco in senso letterale, anche se alcuni lavori saranno effettivamente tali (come ad esempio giochi di ruolo, oppure kit per effettuare mappature urbane che coinvolgono la corporeità). Altri progetti si basano su call pubbliche che invitano la dark matter veneziana alla interazione, alla partecipazione e alla riflessione intorno ai temi dell'evento (qui pensiamo a workshop, ma anche alla partecipazione a performance dialogiche in luoghi particolarmente significativi della città e così via).
S.a.L.E. Docks (presso i Magazzini del Sale di Venezia, Dorsoduro 265), fungerà da “quartiere generale” di tutta l'operazione.
Partecipanti
Peter Aers (Performance artist, BE)
Arquitecturas Colectivas (architects/activists, ES) Christian Bakalov (performance artist, BE/BU) Filip Berte (visual artist, BE)
Federico Bonelli (artist, IT) Ilenia Caleo (performer, IT)
Alessandro Carboni (visual artist, IT) Stijn Demeulenaere (sound artist, BE) Charles Esche (curator, NL)
Noah Fischer (artist, US)
Niko Hafkensheid & Valentina Stepanova (artists, BE/RUS) Roel Heremans (sound artist, BE)
Philip Janssens (visual artist & scenographer, BE) Melih Kiraç (choreographer TR)
Macao (art/activist collective, IT)
Tuur Marinus & Flup Marinus (artist duo, BE) Johann Merrick (sound artist, IT)
Diane Rabreau (artist, FR)
Marnix Rummens (dramaturge, BE) Robbert&Frank/Frank&Robbert (artist collective, BE) Annalisa Sacchi (scholar, IT)
Gregory Sholette (theorist & visual artist, US) Kuba Szreder (curator, PL)
S.a.L.E.Docks (art/activist collective, IT) Mauro Somavilla (visual artist, IT)
Einat Tuchman (performance artist BE/ISR) Hans Van Wambeke (visual artist, BE)
Karl Van Welden (artist, BE)
Gosie Vervloessem (performance artist, BE) Müge Yilmaz (visual artist, NL/TR)
A cura di: S.a.L.E.Docks
E' uno spazio indipendente per le arti contemporanee fondato 2007 da un gruppo di attivisti che ha occupato uno dei Magazzini del Sale, spazio da tempo in disuso nel cuore di Venezia. Da allora il nostro intento è quello di rovesciare quei processi che privatizzano i commons culturali. Tentiamo di farlo affrontando alcune questioni: la relazione tra grandi capitali investiti nell'arte e la precarietà endemica del lavoro culturale, l'uso neoliberale dell'arte come dispositivo di cattura del pensiero e degli immaginari sovversivi, il link tra arte, finanza, rendita e gentrificazione. Il S.a.L.E. lavora su livelli diversi, ma intrecciati. E' spazio aperto verso gli operatori culturali locali e, al tempo stesso, cura progetti culturali internazionali. Il S.a.L.E. organizza seminari, mostre, workshop, con ricerche e azioni pubbliche che sperimentano modelli di produzione culturale alternativi alla logica neoliberale.
Workspace Brussels
E' uno spazio di lavoro per le arti performative e visive con sede a Bruxelles. Assieme ad un gruppo di artisti indipendenti, Workspace persegue un progetto di incontro e ibridazione tra discipline diverse: performance, installazione, musica, architettura e design.
Maggiori informazioni e contatti
S.a.L.E. Docks:
-Marco Baravalle - marcobaravalle@gmail.com - www.darkmattergamet.net
-Roberta Da Soller – robidasoller@gmail.com - www.saledocks.org
Workspacebrussels
-Marnix Rummens – marnix@workspacebrussels.be - www.workspacebrussels.be
Dark Matter Games è supportato da: Vlaanderen Verbeeling Verkt Fondazione Finanza Etica
Osteria Nono Risorto Adrenalink Tattoo Iguana
Osteria Al squero Corner Pub Caffè Rosso
Bar Puppa Cantina Do Spade Il Santo bevitore
Trattoria alle due gondolette
Chet Bar Centrale Fies
Il programma prevede inoltre incontri con ricercatori e attivisti sul tema del rapporto tra arte, lavoro, economia, genere ed attivismo.
La tappa veneziana del progetto sarà seguita da pubblicazione, la cui presentazione avverrà a Bruxelles e Venezia in autunno.
Che cos’è Dark Matter?
Il concetto di dark matter è stato preso in prestito dall’astronomia: è la materia invisibile e subatomica che costituisce tutta la realtà. Il teorico e artista newyorkese Gregory Sholette utilizza questo termine per denotare una tendenza contro egemonica rintracciabile nel campo delle arti. Benchè la pratica artistica sperimentale, orizzontale, ibrida e radicata nel processo sociale sia essenziale nel mondo dell’arte in generale, rimane estremamente invisibile all’interno del sistema attuale, è materia oscura. Il mercato dell’arte, le grandi istituzioni e la storia dell’arte ufficiale rappresentano solo alcuni degli artisti più visibili. Ma quegli stessi artisti non potrebbero a loro volta esistere senza intercettare questa oscura materia liquida, questo movimento tellurico che incessantemente sperimenta e produce segni, simboli, pratiche ed azioni sociali. Noi crediamo che queste pratiche ibride ed innovative siano oggi più rilevanti di quanto lo siano mai state, quando all'invisibilità si affianca un sempre maggiore interesse del sistema istituzionale che "cattura" queste modalità "sotterranee", riducendole in molti casi a prodotti a misura delle industrie creative e culturali.
Per noi, invece, l'insieme di pratiche che definiamo dark matter, rappresenta un altro modo di lavorare e di condividere saperi, immaginari, desideri. Viene concepito un diverso modello di produzione, e ciò che ci interessa è come questo intelletto generale creativo possa organizzarsi.
Liberiamo la Materia Oscura! liberiamola attraverso le risorse della ricerca collettiva e dell’autogestione. La produzione artistica è la continua invenzione di strategie creative radicate nell’esperienza della produzione sociale. La formazione della società è un’immensa e produttiva ricchezza alla ricerca di forme di autodeterminazione e autorganizzazione.
Il risultato ha la forma del gioco, della scoperta, del potere di parola. Questa ricerca non è la conferma delle già note gerarchie, di come noi le conosciamo. Mira invece a dare voce a coloro che non ne hanno, e tutto ciò diventa soggetto politico, discorso comune, forma di espressione e linguaggio.
Una concatenazione di azione artistica e ricerca collettiva
Il metodo di Dark Matter Games comprende due componenti intrecciate basate sulla ricerca/azione. Investigheremo i momenti esistenti e concreti della Dark Matter - forze telluriche di creatività e resistenza che si trovano a sostenere e allo stesso tempo ad influenzare il circuito artistico ufficiale. Istigheremo nuove manovre della materia oscura con giochi urbani, azioni collettive e performance.
Perché Venezia?
Venezia è la città della prima e più famosa Biennale, e nei giorni di apertura la città si trasforma in un polo d’attrazione per l’intero sistema globale dell’arte. La città, che fornisce l’esclusivo scenario dell’evento, diventa a sua volta paradossalmente invisibile. La Biennale contribuisce a ridurre la complessità della città ad un’immagine brandizzata, offuscando la distinzione tra arte
contemporanea e turismo di massa. Allo stesso tempo, la Biennale ed il marasma di eventi collaterali (ufficiali e non) che ruota intorno ad essa, sono basati sul grande apporto di un lavoro totalmente invisibile, precario o non retribuito. Questa dialettica tra grande visibilità e totale invisibilità sarà uno dei nodi affrontati dai partecipanti dei Dark Matter Games.
Perché i giochi?
Non intendiamo il termine gioco in senso letterale, anche se alcuni lavori saranno effettivamente tali (come ad esempio giochi di ruolo, oppure kit per effettuare mappature urbane che coinvolgono la corporeità). Altri progetti si basano su call pubbliche che invitano la dark matter veneziana alla interazione, alla partecipazione e alla riflessione intorno ai temi dell'evento (qui pensiamo a workshop, ma anche alla partecipazione a performance dialogiche in luoghi particolarmente significativi della città e così via).
S.a.L.E. Docks (presso i Magazzini del Sale di Venezia, Dorsoduro 265), fungerà da “quartiere generale” di tutta l'operazione.
Partecipanti
Peter Aers (Performance artist, BE)
Arquitecturas Colectivas (architects/activists, ES) Christian Bakalov (performance artist, BE/BU) Filip Berte (visual artist, BE)
Federico Bonelli (artist, IT) Ilenia Caleo (performer, IT)
Alessandro Carboni (visual artist, IT) Stijn Demeulenaere (sound artist, BE) Charles Esche (curator, NL)
Noah Fischer (artist, US)
Niko Hafkensheid & Valentina Stepanova (artists, BE/RUS) Roel Heremans (sound artist, BE)
Philip Janssens (visual artist & scenographer, BE) Melih Kiraç (choreographer TR)
Macao (art/activist collective, IT)
Tuur Marinus & Flup Marinus (artist duo, BE) Johann Merrick (sound artist, IT)
Diane Rabreau (artist, FR)
Marnix Rummens (dramaturge, BE) Robbert&Frank/Frank&Robbert (artist collective, BE) Annalisa Sacchi (scholar, IT)
Gregory Sholette (theorist & visual artist, US) Kuba Szreder (curator, PL)
S.a.L.E.Docks (art/activist collective, IT) Mauro Somavilla (visual artist, IT)
Einat Tuchman (performance artist BE/ISR) Hans Van Wambeke (visual artist, BE)
Karl Van Welden (artist, BE)
Gosie Vervloessem (performance artist, BE) Müge Yilmaz (visual artist, NL/TR)
A cura di: S.a.L.E.Docks
E' uno spazio indipendente per le arti contemporanee fondato 2007 da un gruppo di attivisti che ha occupato uno dei Magazzini del Sale, spazio da tempo in disuso nel cuore di Venezia. Da allora il nostro intento è quello di rovesciare quei processi che privatizzano i commons culturali. Tentiamo di farlo affrontando alcune questioni: la relazione tra grandi capitali investiti nell'arte e la precarietà endemica del lavoro culturale, l'uso neoliberale dell'arte come dispositivo di cattura del pensiero e degli immaginari sovversivi, il link tra arte, finanza, rendita e gentrificazione. Il S.a.L.E. lavora su livelli diversi, ma intrecciati. E' spazio aperto verso gli operatori culturali locali e, al tempo stesso, cura progetti culturali internazionali. Il S.a.L.E. organizza seminari, mostre, workshop, con ricerche e azioni pubbliche che sperimentano modelli di produzione culturale alternativi alla logica neoliberale.
Workspace Brussels
E' uno spazio di lavoro per le arti performative e visive con sede a Bruxelles. Assieme ad un gruppo di artisti indipendenti, Workspace persegue un progetto di incontro e ibridazione tra discipline diverse: performance, installazione, musica, architettura e design.
Maggiori informazioni e contatti
S.a.L.E. Docks:
-Marco Baravalle - marcobaravalle@gmail.com - www.darkmattergamet.net
-Roberta Da Soller – robidasoller@gmail.com - www.saledocks.org
Workspacebrussels
-Marnix Rummens – marnix@workspacebrussels.be - www.workspacebrussels.be
Dark Matter Games è supportato da: Vlaanderen Verbeeling Verkt Fondazione Finanza Etica
Osteria Nono Risorto Adrenalink Tattoo Iguana
Osteria Al squero Corner Pub Caffè Rosso
Bar Puppa Cantina Do Spade Il Santo bevitore
Trattoria alle due gondolette
Chet Bar Centrale Fies
11
maggio 2017
Dark Matter Games
Dall'undici al 15 maggio 2017
arte contemporanea
Location
ARSENALE DOCKS
Venezia, Castello, 40, (Venezia)
Venezia, Castello, 40, (Venezia)