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Darsena residency #3: Void / Marco Godinho – Tigers in Flip-Flops
Tigers in Flip-Flops è costituita da una ventina di opere concepite durante la residenza nella città lagunare – sviluppate a partire dagli stimoli visivi, storici, culturali ed antropologici del territorio – che spaziano dalla scultura in vetro alla fusione in stagno, dalla fotografia all’installazione ambientale di sound art, dal gioiello al neon, finanche all’uso concettuale della parola scritta
Comunicato stampa
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La Galleria Massimodeluca è orgogliosa di presentare Tigers in Flip-Flops, mostra finale della terza edizione di Darsena Residency ideata da Marina Bastianello. L’esposizione, curata da Daniele Capra, raccoglie il frutto del lavoro svolto dagli artisti del collettivo italo-belga VOID (Arnaud Eeckhout e Mauro Vitturini) e dal portoghese Marco Godinho, che sono stati ospitati nella galleria nel mese di luglio 2017.
Tigers in Flip-Flops è costituita da una ventina di opere concepite durante la residenza nella città lagunare - sviluppate a partire dagli stimoli visivi, storici, culturali ed antropologici del territorio - che spaziano dalla scultura in vetro alla fusione in stagno, dalla fotografia all’installazione ambientale di sound art, dal gioiello al neon, finanche all’uso concettuale della parola scritta. Il titolo della mostra, smaccatamente ironico, è ispirato a fatti di vita vissuta dagli artisti in galleria: l’ossimoro “tigri in infradito” allude infatti alla condizione dell’essere artista, continuamente in bilico tra il tentativo di un balzo felino e la difficoltà materiale di essere in ciabatte.
Tigers in Flip-Flops è corredata da una pubblicazione bilingue che contiene la documentazione della residenza, le immagini delle opere installate nello spazio e i testi del curatore.
Tra le opere in mostra la serie di sculture Glass work, realizzate dai VOID, nascono dall’idea di adoperare il suono per la modellazione del vetro secondo le tecniche di lavorazione tradizionali muranesi. Dopo essere state soffiate dal maestro vetraio, ancor calde, le masse di vetro sono state messe a contatto con delle superfici in metallo alle quali uno speaker trasduttore trasmetteva delle onde sonore. Tali onde hanno letteralmente plasmato la superficie, che si è impressa con la forma sinusoidale del suono.
Il suono della voce umana è invece l’elemento di partenza per Au claire de la lune, scultura che i VOID hanno realizzato sulla spiaggia, dopo aver inciso sulla sabbia la propria voce che canta la celebre canzone francese, grazie ad una apposita attrezzatura costruita sui modelli di fonautografo impiegati nella seconda metà dell’Ottocento per registrare il suono. Il solco è stato poi riempito con dello stagno fuso e la traccia sonoro è diventata un’articolata scultura di metallo sulla cui superficie si leggono le increspature della voce.
Ragiona invece sulla percezione psicologica della geografia la coppia di neon Going south is not the same as going north / Going north is not the same as going south di Marco Godinho, che sono orientati in modo che lo spettatore, mentre guarda l’opera, abbia gli occhi rivolti verso il punto cardinale indicato dall’opera (e cioè rispettivamente verso sud e nord). L’opera racconta, con una tautologia linguistica, come il nostro punto di vista e la nostra collocazione siano fondamentali non solo nella lettura topologica, ma anche nella costruzione culturale che abbiamo del nostro orizzonte.
The Mediterranean Sea as a suspended territory è un lavoro costituito da due orecchini in filo d’oro con la forma del Mar Mediterraneo, che durante l’inaugurazione saranno portati dalla direttrice della galleria. L’opera allude all’inestricabile rete di relazioni - culturali, economiche, sociali - che lega le persone che si affacciano su questo mare, che gli accadimenti geopolitici degli ultimi mesi sembrano farci dimenticare. È insieme un monito alla nostra condizione e un auspicio al cambiamento.
Darsena Residency #3 e la mostra Tigers in Flip-Flops sono sostenute da Angeloni dal 1927, Falkensteiner Hotel & Spa Jesolo, Studio Alberto Nale Dottore Commercialista e Vulcano Unità di Produzione Contemporanea.
Marco Godinho (Salvaterra de Magos 1978, vive a Parigi e Lussemburgo) affronta sensibilmente da diversi anni i temi dell'esilio, della memoria e della geografia, ispirati alla propria personale esperienza di vita nomade, sospesa tra lingue e culture diverse e nutrita dalla letteratura e dalla poesia. Da installazioni e video a disegni e a pratiche di collaborazione, le sue opere costituiscono una mappa di un mondo caratterizzato da esperienze personali e multiculturalismo. Nel 2016 ha tenuto mostre personali a MAMAC - Museo d'arte moderna e contemporanea di Nizza (F); nel 2015, MNAC - Museo Nazionale di Arte Contemporanea di Chiado, Lisbona (P); nel 2013, Museo Universitario di Antioquia, Medellin (CO) e Casinò Lussemburgo - Forum d'arte contemporanea (L); nel 2011, Mois de la Photo, Montreal (CDN); nel 2007, Chaudronnerie - FRAC Champagne-Ardenne, Reims (F). Ha partecipato ad esposizioni collettive come, nel 2017, Mondes Flottants, 14. Biennale di Lione (F); Tous, des sang-mêlés, MAC Val - Musée d'art Contemporain du Val-de-Marne (F); Homeland, ARGOS - Center for Art and Media, Bruxelles (B). Nel 2015 Eppur si muove, MUDAM - Musée d'Art Moderne Grand-Duc Jean, Lussemburgo (L); Everydayness - Alternativa, Wyspa Institute of Art, Danzica (PL); Bienal video y artes mediales – Autonomia, Museo National de Bellas Artes, Santiago del Cile (RCH); Les lignes du geste, Centro Pompidou-Metz e Frac Lorraine. Nel 2010, Marcher-Créer, Les rencontres d'Arles (F).
VOID è un collettivo di arte visiva e sound art con sede a Bruxelles, fondato nel 2013 e composto da Arnaud Eeckhout (Belgio 1987) e Mauro Vitturini (Italia 1985). La ricerca di VOID conduce principalmente alla realizzazione di installazioni tridimensionali, site-specific e time-based, in dialogo con il contesto che occupano. Tra le mostre personali di VOID si menzionano: Monographie Arts 10 6, La Médiatine, Bruxelles; Lorem Ipsum, Maison des Arts de Schaerbeek, Bruxelles (B) e Sound never dies, MAAC, Bruxelles, tutte nel 2016. Il lavoro è stato inoltre esposto in diversi musei e sedi come la fondazione ARTER a Istanbul (TR), il Carrillo Gill Museum di Città del Messico (MEX), BAM a Mons (B), OFF Biennale del Cairo (ET), Villa Croce Museum a Genova e Macro Testaccio a Roma.
Tigers in Flip-Flops è costituita da una ventina di opere concepite durante la residenza nella città lagunare - sviluppate a partire dagli stimoli visivi, storici, culturali ed antropologici del territorio - che spaziano dalla scultura in vetro alla fusione in stagno, dalla fotografia all’installazione ambientale di sound art, dal gioiello al neon, finanche all’uso concettuale della parola scritta. Il titolo della mostra, smaccatamente ironico, è ispirato a fatti di vita vissuta dagli artisti in galleria: l’ossimoro “tigri in infradito” allude infatti alla condizione dell’essere artista, continuamente in bilico tra il tentativo di un balzo felino e la difficoltà materiale di essere in ciabatte.
Tigers in Flip-Flops è corredata da una pubblicazione bilingue che contiene la documentazione della residenza, le immagini delle opere installate nello spazio e i testi del curatore.
Tra le opere in mostra la serie di sculture Glass work, realizzate dai VOID, nascono dall’idea di adoperare il suono per la modellazione del vetro secondo le tecniche di lavorazione tradizionali muranesi. Dopo essere state soffiate dal maestro vetraio, ancor calde, le masse di vetro sono state messe a contatto con delle superfici in metallo alle quali uno speaker trasduttore trasmetteva delle onde sonore. Tali onde hanno letteralmente plasmato la superficie, che si è impressa con la forma sinusoidale del suono.
Il suono della voce umana è invece l’elemento di partenza per Au claire de la lune, scultura che i VOID hanno realizzato sulla spiaggia, dopo aver inciso sulla sabbia la propria voce che canta la celebre canzone francese, grazie ad una apposita attrezzatura costruita sui modelli di fonautografo impiegati nella seconda metà dell’Ottocento per registrare il suono. Il solco è stato poi riempito con dello stagno fuso e la traccia sonoro è diventata un’articolata scultura di metallo sulla cui superficie si leggono le increspature della voce.
Ragiona invece sulla percezione psicologica della geografia la coppia di neon Going south is not the same as going north / Going north is not the same as going south di Marco Godinho, che sono orientati in modo che lo spettatore, mentre guarda l’opera, abbia gli occhi rivolti verso il punto cardinale indicato dall’opera (e cioè rispettivamente verso sud e nord). L’opera racconta, con una tautologia linguistica, come il nostro punto di vista e la nostra collocazione siano fondamentali non solo nella lettura topologica, ma anche nella costruzione culturale che abbiamo del nostro orizzonte.
The Mediterranean Sea as a suspended territory è un lavoro costituito da due orecchini in filo d’oro con la forma del Mar Mediterraneo, che durante l’inaugurazione saranno portati dalla direttrice della galleria. L’opera allude all’inestricabile rete di relazioni - culturali, economiche, sociali - che lega le persone che si affacciano su questo mare, che gli accadimenti geopolitici degli ultimi mesi sembrano farci dimenticare. È insieme un monito alla nostra condizione e un auspicio al cambiamento.
Darsena Residency #3 e la mostra Tigers in Flip-Flops sono sostenute da Angeloni dal 1927, Falkensteiner Hotel & Spa Jesolo, Studio Alberto Nale Dottore Commercialista e Vulcano Unità di Produzione Contemporanea.
Marco Godinho (Salvaterra de Magos 1978, vive a Parigi e Lussemburgo) affronta sensibilmente da diversi anni i temi dell'esilio, della memoria e della geografia, ispirati alla propria personale esperienza di vita nomade, sospesa tra lingue e culture diverse e nutrita dalla letteratura e dalla poesia. Da installazioni e video a disegni e a pratiche di collaborazione, le sue opere costituiscono una mappa di un mondo caratterizzato da esperienze personali e multiculturalismo. Nel 2016 ha tenuto mostre personali a MAMAC - Museo d'arte moderna e contemporanea di Nizza (F); nel 2015, MNAC - Museo Nazionale di Arte Contemporanea di Chiado, Lisbona (P); nel 2013, Museo Universitario di Antioquia, Medellin (CO) e Casinò Lussemburgo - Forum d'arte contemporanea (L); nel 2011, Mois de la Photo, Montreal (CDN); nel 2007, Chaudronnerie - FRAC Champagne-Ardenne, Reims (F). Ha partecipato ad esposizioni collettive come, nel 2017, Mondes Flottants, 14. Biennale di Lione (F); Tous, des sang-mêlés, MAC Val - Musée d'art Contemporain du Val-de-Marne (F); Homeland, ARGOS - Center for Art and Media, Bruxelles (B). Nel 2015 Eppur si muove, MUDAM - Musée d'Art Moderne Grand-Duc Jean, Lussemburgo (L); Everydayness - Alternativa, Wyspa Institute of Art, Danzica (PL); Bienal video y artes mediales – Autonomia, Museo National de Bellas Artes, Santiago del Cile (RCH); Les lignes du geste, Centro Pompidou-Metz e Frac Lorraine. Nel 2010, Marcher-Créer, Les rencontres d'Arles (F).
VOID è un collettivo di arte visiva e sound art con sede a Bruxelles, fondato nel 2013 e composto da Arnaud Eeckhout (Belgio 1987) e Mauro Vitturini (Italia 1985). La ricerca di VOID conduce principalmente alla realizzazione di installazioni tridimensionali, site-specific e time-based, in dialogo con il contesto che occupano. Tra le mostre personali di VOID si menzionano: Monographie Arts 10 6, La Médiatine, Bruxelles; Lorem Ipsum, Maison des Arts de Schaerbeek, Bruxelles (B) e Sound never dies, MAAC, Bruxelles, tutte nel 2016. Il lavoro è stato inoltre esposto in diversi musei e sedi come la fondazione ARTER a Istanbul (TR), il Carrillo Gill Museum di Città del Messico (MEX), BAM a Mons (B), OFF Biennale del Cairo (ET), Villa Croce Museum a Genova e Macro Testaccio a Roma.
30
settembre 2017
Darsena residency #3: Void / Marco Godinho – Tigers in Flip-Flops
Dal 30 settembre al 15 ottobre 2017
arte contemporanea
Location
MASSIMO DE LUCA GALLERY
Mestre, Via Torino, 105/q, (Venezia)
Mestre, Via Torino, 105/q, (Venezia)
Vernissage
30 Settembre 2017, ore 19
Autore
Curatore