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Data Recovery
La mostra a cura di Övül Durmusoglu, vincitrice della IV Edizione del Premio Lorenzo Bonaldi per l’Arte – EnterPrize, si ispira a Uqbar, Tlön, Orbius tertius dello scrittore argentino Jorge Luis Borges, in cui la rappresentazione di un mondo non reale citato in un’enciclopedia si insinua progressivamente nella realtà fino a sostituirla completamente
Comunicato stampa
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Dal 30 maggio al 27 luglio 2008 lo SpazioZero della GAMeC – Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea di Bergamo ospita la mostra Data Recovery a cura di Övül Durmusoglu, vincitrice della IV Edizione del Premio Lorenzo Bonaldi per l’Arte – EnterPrize. Segnalata da Sabine Breitwieser (curatore indipendente, Vienna), Övül Durmusoglu è stata premiata nel giugno 2007 da una giuria internazionale composta da Dan Cameron (Direttore per le arti visive CAC – Contemporary Arts Center, New Orleans), Ralph Rugoff (Direttore Hayward Gallery, Londra) e Giacinto Di Pietrantonio (Direttore GAMeC, Bergamo).
Il Premio ideato dalla GAMeC con il sostegno della famiglia Bonaldi e nato dalla volontà di ricordare la passione per l’arte e per il collezionismo di Lorenzo Bonaldi è unico nel suo genere, poiché volto a sostenere la ricerca di un giovane curatore under 30 ed il suo progetto di mostra. Organizzato per la prima volta nel 2003, ha assunto cadenza biennale a partire dal 2005. Con questo riconoscimento si vuole sottolineare la centralità e il significato che la figura del curatore ha assunto nel panorama artistico internazionale, oltre a incoraggiare e sostenere il talento di un giovane in un momento estremamente vitale del suo percorso professionale.
Il Premio non è mai stato considerato un’occasione di competizione ma di crescita professionale e confronto. Proprio per questa ragione è nata l’idea nel 2005 di affiancare nell’anno della sua assegnazione un convegno dedicato, Qui. Enter Atlas - Simposio Internazionale di Giovani Curatori, a cadenza biennale e dal 2007 organizzato in collaborazione con lo S.M.A.K. Stedelijk Museum voor Actuele Kunst di Gent.
Il progetto di Övül Durmusoglu si ispira a Uqbar, Tlön, Orbius tertius dello scrittore argentino Jorge Luis Borges, in cui la rappresentazione di un mondo non reale citato in un’enciclopedia si insinua progressivamente nella realtà fino a sostituirla completamente. La parabola narrativa di questo racconto diventa la chiave di interpretazione di alcune pratiche artistiche contemporanee legate alla produzione di sapere e dall’altro porta lo spettatore ad interrogarsi su come la memoria, la storia e l’attualità siano influenzate.
In tempi in cui i mass media manipolano e diffondo le informazioni a grande velocità ed attribuiscono alla conoscenza la valenza di merce, gli artisti tendono a concentrarsi, invece, su dati ed informazioni nascosti e non privilegiati. Per questo motivo Data Recovery prende il titolo dal processo di recupero dei dati da mezzi di archiviazione danneggiati, abbandonati o inaccessibili, quando questi non possono essere recuperati.
Gli artisti invitati - Julie Ault e Martin Beck, Michael Blum, Banu Cennetoglu, Goldin+Senneby, Klub Zwei, Susanne Kriemann - trattano il tema dell’informazione come un campo d’azione e non come dato passivo.
Nel lavoro a parete, Information, Julie Ault e Martin Beck trasformano i dati socio-economici risultanti dall’andamento delle politiche di sviluppo sociale del governo statunitense dal 1964 ad oggi in un progetto artistico che dichiara apertamente l’opposizione a tale sistema. La video installazione Three Failures di Michael Blum, intrecciando le strade delle città di Malmö, Riga e New York, mette in scena una fiaba assurda sui fallimenti delle grandi ideologie del XX secolo: capitalismo, democrazia e socialismo. Determined Barbara, installazione fotografica di Banu Cennetoglu, porta ad interrogarsi sull’esistenza di un campo di addestramento militare della SFOR (Stabilisation Force in Bosnia and Herzegovina) costruito a Glamoc cacciando gli abitanti prima della guerra nell’ex Jugoslavia. Goldin+Senneby presentano il lavoro Gone Offshore - appositamente realizzato per Data Recovery e parte del progetto in progress Looking for Headless - invitando lo scrittore John Barlow ad intrattenere, durante l’inaugurazione, una conversazione con Övül Durmusoglu sul viaggio alle Bahamas realizzato per Looking for Headless. L’incontro verrà ripreso e ne scaturirà un video proiettato alla GAMeC durante la collettiva; sarà disponibile, inoltre, il diario di bordo tenuto da Barlow pubblicato in italiano per l’occasione. Nella video installazione Vaeter Taeter, Klub Zwei sottolinea come alcuni aspetti della storia, come il nazional-socialismo, siano ancora vivi nella società contemporanea e condizionino le vite dei discendenti dei responsabili di gravi colpe del passato. Susanne Kriemann con il libro d’artista dal titolo 12 650 000, realizzato appositamente per la mostra, si concentra sulla pesante struttura “Grossbelastungskörper” - collocata nel distretto di Tempelhof a Berlino nel 1941 su commissione dall’architetto nazista Albert Speer - rivisitandone la storia in un formato inatteso.
Accompagna la mostra un catalogo bilingue.
Cenni Biografici
Övül Durmusoglu, curatore e scrittrice, vive a Istanbul e Vienna. Ha studiato Traduzione e interpretariato all'università di Bogazici (Istanbul) e si è specializzata in Arti visive e Progettazione della comunicazione visiva all’università di Sabanci (Istanbul). Ha partecipato a Critical Studies (2005-06) all’Art Academy di Malmö in Svezia. Ha avviato e organizzato un episodio di attivismo di strada e un progetto cittadino basato su una serie di conversazioni denominato EXOCiTi nel 2006, seguito da RadikalArt: Face-to-Face, un progetto per dei cartelloni per il quotidiano Radikal di Istanbul.
Nel 2007 ha collaborato ad alcune mostre con la Generali Foundation, è stata invitata come guest curator al sidewalk cinema a Vienna e ha partecipato al Steirischer Herbst Festival come co-curatore di next code:love a Gleisdorf. Durmusoglu ha co-curato Nightcomers alla 10° Biennale Internazionale di Istanbul. È stata una delle recenti ospiti del programma di ricerca residenziale del BAK di Utrecht e ha partecipato al workshop per curatori “Eyes Wide Open” organizzato dalla 5° Biennale di Berlino. Oltre a scrivere per alcune riviste locali di arte e cultura, come Cogito, Kaos GL e icon, fa parte del comitato editoriale dell’Altyazi Monthly Cinema Magazine di Istanbul. Suoi articoli sono stati pubblicati anche su Paletten (Gothenburg), n.paradoxa (Londra), Muhtelif (Istanbul/Berlino), Kulturrise (Vienna).
Il Premio ideato dalla GAMeC con il sostegno della famiglia Bonaldi e nato dalla volontà di ricordare la passione per l’arte e per il collezionismo di Lorenzo Bonaldi è unico nel suo genere, poiché volto a sostenere la ricerca di un giovane curatore under 30 ed il suo progetto di mostra. Organizzato per la prima volta nel 2003, ha assunto cadenza biennale a partire dal 2005. Con questo riconoscimento si vuole sottolineare la centralità e il significato che la figura del curatore ha assunto nel panorama artistico internazionale, oltre a incoraggiare e sostenere il talento di un giovane in un momento estremamente vitale del suo percorso professionale.
Il Premio non è mai stato considerato un’occasione di competizione ma di crescita professionale e confronto. Proprio per questa ragione è nata l’idea nel 2005 di affiancare nell’anno della sua assegnazione un convegno dedicato, Qui. Enter Atlas - Simposio Internazionale di Giovani Curatori, a cadenza biennale e dal 2007 organizzato in collaborazione con lo S.M.A.K. Stedelijk Museum voor Actuele Kunst di Gent.
Il progetto di Övül Durmusoglu si ispira a Uqbar, Tlön, Orbius tertius dello scrittore argentino Jorge Luis Borges, in cui la rappresentazione di un mondo non reale citato in un’enciclopedia si insinua progressivamente nella realtà fino a sostituirla completamente. La parabola narrativa di questo racconto diventa la chiave di interpretazione di alcune pratiche artistiche contemporanee legate alla produzione di sapere e dall’altro porta lo spettatore ad interrogarsi su come la memoria, la storia e l’attualità siano influenzate.
In tempi in cui i mass media manipolano e diffondo le informazioni a grande velocità ed attribuiscono alla conoscenza la valenza di merce, gli artisti tendono a concentrarsi, invece, su dati ed informazioni nascosti e non privilegiati. Per questo motivo Data Recovery prende il titolo dal processo di recupero dei dati da mezzi di archiviazione danneggiati, abbandonati o inaccessibili, quando questi non possono essere recuperati.
Gli artisti invitati - Julie Ault e Martin Beck, Michael Blum, Banu Cennetoglu, Goldin+Senneby, Klub Zwei, Susanne Kriemann - trattano il tema dell’informazione come un campo d’azione e non come dato passivo.
Nel lavoro a parete, Information, Julie Ault e Martin Beck trasformano i dati socio-economici risultanti dall’andamento delle politiche di sviluppo sociale del governo statunitense dal 1964 ad oggi in un progetto artistico che dichiara apertamente l’opposizione a tale sistema. La video installazione Three Failures di Michael Blum, intrecciando le strade delle città di Malmö, Riga e New York, mette in scena una fiaba assurda sui fallimenti delle grandi ideologie del XX secolo: capitalismo, democrazia e socialismo. Determined Barbara, installazione fotografica di Banu Cennetoglu, porta ad interrogarsi sull’esistenza di un campo di addestramento militare della SFOR (Stabilisation Force in Bosnia and Herzegovina) costruito a Glamoc cacciando gli abitanti prima della guerra nell’ex Jugoslavia. Goldin+Senneby presentano il lavoro Gone Offshore - appositamente realizzato per Data Recovery e parte del progetto in progress Looking for Headless - invitando lo scrittore John Barlow ad intrattenere, durante l’inaugurazione, una conversazione con Övül Durmusoglu sul viaggio alle Bahamas realizzato per Looking for Headless. L’incontro verrà ripreso e ne scaturirà un video proiettato alla GAMeC durante la collettiva; sarà disponibile, inoltre, il diario di bordo tenuto da Barlow pubblicato in italiano per l’occasione. Nella video installazione Vaeter Taeter, Klub Zwei sottolinea come alcuni aspetti della storia, come il nazional-socialismo, siano ancora vivi nella società contemporanea e condizionino le vite dei discendenti dei responsabili di gravi colpe del passato. Susanne Kriemann con il libro d’artista dal titolo 12 650 000, realizzato appositamente per la mostra, si concentra sulla pesante struttura “Grossbelastungskörper” - collocata nel distretto di Tempelhof a Berlino nel 1941 su commissione dall’architetto nazista Albert Speer - rivisitandone la storia in un formato inatteso.
Accompagna la mostra un catalogo bilingue.
Cenni Biografici
Övül Durmusoglu, curatore e scrittrice, vive a Istanbul e Vienna. Ha studiato Traduzione e interpretariato all'università di Bogazici (Istanbul) e si è specializzata in Arti visive e Progettazione della comunicazione visiva all’università di Sabanci (Istanbul). Ha partecipato a Critical Studies (2005-06) all’Art Academy di Malmö in Svezia. Ha avviato e organizzato un episodio di attivismo di strada e un progetto cittadino basato su una serie di conversazioni denominato EXOCiTi nel 2006, seguito da RadikalArt: Face-to-Face, un progetto per dei cartelloni per il quotidiano Radikal di Istanbul.
Nel 2007 ha collaborato ad alcune mostre con la Generali Foundation, è stata invitata come guest curator al sidewalk cinema a Vienna e ha partecipato al Steirischer Herbst Festival come co-curatore di next code:love a Gleisdorf. Durmusoglu ha co-curato Nightcomers alla 10° Biennale Internazionale di Istanbul. È stata una delle recenti ospiti del programma di ricerca residenziale del BAK di Utrecht e ha partecipato al workshop per curatori “Eyes Wide Open” organizzato dalla 5° Biennale di Berlino. Oltre a scrivere per alcune riviste locali di arte e cultura, come Cogito, Kaos GL e icon, fa parte del comitato editoriale dell’Altyazi Monthly Cinema Magazine di Istanbul. Suoi articoli sono stati pubblicati anche su Paletten (Gothenburg), n.paradoxa (Londra), Muhtelif (Istanbul/Berlino), Kulturrise (Vienna).
29
maggio 2008
Data Recovery
Dal 29 maggio al 27 luglio 2008
arte contemporanea
Location
GAMEC – GALLERIA D’ARTE MODERNA E CONTEMPORANEA
Bergamo, Via San Tomaso, 53, (Bergamo)
Bergamo, Via San Tomaso, 53, (Bergamo)
Biglietti
intero 4 euro, ridotto 2,50 euro: il biglietto dà diritto all’accesso a tutte le mostre
Orario di apertura
martedì–domenica: 10–19; giovedì 10–22, lunedì chiuso, aperto il 2 giugno
Vernissage
29 Maggio 2008, ore 18.30
Ufficio stampa
CLP
Autore
Curatore