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David Adjaye – Horizon
L’architetto britannico esplora il concetto della progettazione architettonica di padiglioni sin dal 2003, anno in cui è stato invitato a collaborare con Chris Ofili al Padiglione Britannico della Biennale di Venezia
Comunicato stampa
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‘Gli edifici sono strutture profondamente emotive che plasmano la nostra psiche. Si pensa che siano solo cose in cui ci si destreggia. Invece il temperamento di una persona è influenzato dalla natura degli spazi’. (David Adjaye)
Dopo John Miller, Tony Fretton, David Chipperfield, Jamie Fobert, Caruso St John, Future Systems, Garofalo Miura e Nicola di Battista, con David Adjaye si concluderà la serie di conferenze e mostre dell’Accademia Britannica di Roma dedicate al rapporto tra architettura e arte.
La mostra, ospitata dalla Casa dell’architettura dal 13 febbraio all’11 marzo 2008, comprende Horizon e Monoform collection.
Horizon, il più recente dei padiglioni realizzati da Adjaye, è influenzato dal paesaggio e dalla terra dell’Africa e del Medio Oriente. L’ispirazione arriva in particolare dalle forme architettoniche e dalle pietre di Aswan, in cui Adjaye si è imbattuto durante un suo viaggio in Egitto.
L’architetto britannico esplora il concetto della progettazione architettonica di padiglioni sin dal 2003, anno in cui è stato invitato a collaborare con Chris Ofili al Padiglione Britannico della Biennale di Venezia. Sono seguite le strutture temporanee per il Frieze Art Fair di Londra del 2003 e 2004. Adjaye ha poi lavorato ad altri due padiglioni a Londra e New York. Quest’ultimo progetto lo ha portato ad una collaborazione con Olafur Eliasson al Your black Horizon, alla Biennale di Venezia del 2005.
Per Adjaye, Horizon aggiunge una nuova dimensione alla forma architettonica. Con questo padiglione l’architetto ha voluto creare uno spazio meditativo. Entrandovi, l’individuo si trova di fronte ad un bellissimo paesaggio la cui vista è oscurata da un vetro opaco inciso. Il padiglione, realizzato in legno d’abete tinto di nero, crea un senso dello spazio attraverso l’illusione, poiché la percezione dell’orizzonte è contenuta all’interno dell’architettura e delle pareti dell’edificio.
Monoforms è la prima incursione di Adjaye nel campo del design di mobili. Anche quest’opera è influenzata dai viaggi in Africa dell’architetto e i vari pezzi sono stati sviluppati in relazione al padiglione Horizon.
Prendendo in considerazione il rapporto tra paesaggio e forme architettoniche, tra civiltà antiche e contesti edilizi moderni, Adjaye giunge alla creazione di quattro tipi di Monoforms, ciascuno chiamato con il nome di una città africana o del Medio Oriente.
Ogni oggetto è stato realizzato in granito verde di Hassan e noce massello con pezzi in schiuma di poliuretano e polimero rinforzato con vetro (ancora in sperimentazione), sollevando così questioni relative all’uso di materiali naturali e sintetici, e allo sguardo verso l’antico e il moderno.
Questa dialettica la si ritrova nei metodi di fabbricazione, inducendo a considerare, da un lato, il rapporto tra tecniche tradizionali nella realizzazione di sculture, mobili e opere d’architettura, e, dall’altro, il design contemporaneo che si avvale dell’informatica. Sebbene Adjaye utilizzi tecnologie contemporanee nel design e nella realizzazione dei lavori, ciascuno di essi viene però rifinito a mano.
La mostra di Roma, a cura di Marina Engel per la British School at Rome, in collaborazione con la Casa dell’Architettura a Roma e Albion, Londra, segna la prima presentazione al pubblico di Monoforms in Europa, esposti lo scorso dicembre al Miami Design. Horizon è stato esposto per la prima volta ad Albion, a Londra. La mostra è realizzata con il contributo di John S. Cohen Foundation, Bryan Guinness Charitable Trust, British Council, Buro Happold, I Guzzini, In Arch.
Cenni biografici:
David Adjaye, uno degli architetti britannici contemporanei più noti, crea edifici che esaltano tanto l’esperienza quanto la funzione dell’architettura. Nel suo lavoro Adjaye combina sensualità e emotività attraverso un approccio concettuale agli elementi fondamentali della disciplina. Nato in Tanzania, la sua attività è stata influenzata da molteplici interessi che vanno dall’arte e l’architettura africana, alla musica e all’arte contemporanea occidentali. Le sue esplorazioni intorno al rapporto scalare, a misura, spazio, luce e materiali lo hanno condotto ad instaurare numerose collaborazioni con artisti, tra i quali ricordiamo Olafur Eliasson e Chris Ofili.
Adjaye ha fondato il suo studio nel 1994 e ha acquisito rapidamente una notevole reputazione dovuta al successo di alcune sue ristrutturazioni di bar, caffé e case private, tra cui l’Elektra House (Londra 2001) e Dirty House (Londra 2002). Nel 2001 la Adjaye Associates ha vinto il concorso per la progettazione di due Idea Store – biblioteche e centri di “lifelong learning” a Tower Hamlets a Londra. L’Idea Store di Chrisp Street ha vinto il RIBA Building Award nel 2005, mentre quello di Whitechapel è stato tra i finalisti dello Stirling Prize nel 2006.
Il successo di questi progetti ha fruttato alla Adjaye Associates numerose commissioni pubbliche, tra cui il Nobel Peace Centre a Oslo (2005). Nell’autunno del 2007 sono stati inaugurati a Londra tre importanti edifici pubblici che hanno riscosso un notevole successo: Rivington Place, un nuovo spazio per le arti visive creato per Iniva e Autograph ABP a Shoreditch; lo Stephen Lawrence Centre e il Bernie Grant Arts Centre, che ha realizzato le aspirazioni del deputato e leader dei diritti civili recentemente scomparso di cui porta il nome. La prima commissione pubblica di Adjaye negli Stati Uniti - la nuova sede del Museo di Arte Contemporanea di Denver - è stata inaugurata nell’ottobre del 2007.
Dopo John Miller, Tony Fretton, David Chipperfield, Jamie Fobert, Caruso St John, Future Systems, Garofalo Miura e Nicola di Battista, con David Adjaye si concluderà la serie di conferenze e mostre dell’Accademia Britannica di Roma dedicate al rapporto tra architettura e arte.
La mostra, ospitata dalla Casa dell’architettura dal 13 febbraio all’11 marzo 2008, comprende Horizon e Monoform collection.
Horizon, il più recente dei padiglioni realizzati da Adjaye, è influenzato dal paesaggio e dalla terra dell’Africa e del Medio Oriente. L’ispirazione arriva in particolare dalle forme architettoniche e dalle pietre di Aswan, in cui Adjaye si è imbattuto durante un suo viaggio in Egitto.
L’architetto britannico esplora il concetto della progettazione architettonica di padiglioni sin dal 2003, anno in cui è stato invitato a collaborare con Chris Ofili al Padiglione Britannico della Biennale di Venezia. Sono seguite le strutture temporanee per il Frieze Art Fair di Londra del 2003 e 2004. Adjaye ha poi lavorato ad altri due padiglioni a Londra e New York. Quest’ultimo progetto lo ha portato ad una collaborazione con Olafur Eliasson al Your black Horizon, alla Biennale di Venezia del 2005.
Per Adjaye, Horizon aggiunge una nuova dimensione alla forma architettonica. Con questo padiglione l’architetto ha voluto creare uno spazio meditativo. Entrandovi, l’individuo si trova di fronte ad un bellissimo paesaggio la cui vista è oscurata da un vetro opaco inciso. Il padiglione, realizzato in legno d’abete tinto di nero, crea un senso dello spazio attraverso l’illusione, poiché la percezione dell’orizzonte è contenuta all’interno dell’architettura e delle pareti dell’edificio.
Monoforms è la prima incursione di Adjaye nel campo del design di mobili. Anche quest’opera è influenzata dai viaggi in Africa dell’architetto e i vari pezzi sono stati sviluppati in relazione al padiglione Horizon.
Prendendo in considerazione il rapporto tra paesaggio e forme architettoniche, tra civiltà antiche e contesti edilizi moderni, Adjaye giunge alla creazione di quattro tipi di Monoforms, ciascuno chiamato con il nome di una città africana o del Medio Oriente.
Ogni oggetto è stato realizzato in granito verde di Hassan e noce massello con pezzi in schiuma di poliuretano e polimero rinforzato con vetro (ancora in sperimentazione), sollevando così questioni relative all’uso di materiali naturali e sintetici, e allo sguardo verso l’antico e il moderno.
Questa dialettica la si ritrova nei metodi di fabbricazione, inducendo a considerare, da un lato, il rapporto tra tecniche tradizionali nella realizzazione di sculture, mobili e opere d’architettura, e, dall’altro, il design contemporaneo che si avvale dell’informatica. Sebbene Adjaye utilizzi tecnologie contemporanee nel design e nella realizzazione dei lavori, ciascuno di essi viene però rifinito a mano.
La mostra di Roma, a cura di Marina Engel per la British School at Rome, in collaborazione con la Casa dell’Architettura a Roma e Albion, Londra, segna la prima presentazione al pubblico di Monoforms in Europa, esposti lo scorso dicembre al Miami Design. Horizon è stato esposto per la prima volta ad Albion, a Londra. La mostra è realizzata con il contributo di John S. Cohen Foundation, Bryan Guinness Charitable Trust, British Council, Buro Happold, I Guzzini, In Arch.
Cenni biografici:
David Adjaye, uno degli architetti britannici contemporanei più noti, crea edifici che esaltano tanto l’esperienza quanto la funzione dell’architettura. Nel suo lavoro Adjaye combina sensualità e emotività attraverso un approccio concettuale agli elementi fondamentali della disciplina. Nato in Tanzania, la sua attività è stata influenzata da molteplici interessi che vanno dall’arte e l’architettura africana, alla musica e all’arte contemporanea occidentali. Le sue esplorazioni intorno al rapporto scalare, a misura, spazio, luce e materiali lo hanno condotto ad instaurare numerose collaborazioni con artisti, tra i quali ricordiamo Olafur Eliasson e Chris Ofili.
Adjaye ha fondato il suo studio nel 1994 e ha acquisito rapidamente una notevole reputazione dovuta al successo di alcune sue ristrutturazioni di bar, caffé e case private, tra cui l’Elektra House (Londra 2001) e Dirty House (Londra 2002). Nel 2001 la Adjaye Associates ha vinto il concorso per la progettazione di due Idea Store – biblioteche e centri di “lifelong learning” a Tower Hamlets a Londra. L’Idea Store di Chrisp Street ha vinto il RIBA Building Award nel 2005, mentre quello di Whitechapel è stato tra i finalisti dello Stirling Prize nel 2006.
Il successo di questi progetti ha fruttato alla Adjaye Associates numerose commissioni pubbliche, tra cui il Nobel Peace Centre a Oslo (2005). Nell’autunno del 2007 sono stati inaugurati a Londra tre importanti edifici pubblici che hanno riscosso un notevole successo: Rivington Place, un nuovo spazio per le arti visive creato per Iniva e Autograph ABP a Shoreditch; lo Stephen Lawrence Centre e il Bernie Grant Arts Centre, che ha realizzato le aspirazioni del deputato e leader dei diritti civili recentemente scomparso di cui porta il nome. La prima commissione pubblica di Adjaye negli Stati Uniti - la nuova sede del Museo di Arte Contemporanea di Denver - è stata inaugurata nell’ottobre del 2007.
13
febbraio 2008
David Adjaye – Horizon
Dal 13 febbraio all'undici marzo 2008
architettura
arte contemporanea
arte contemporanea
Location
CASA DELL’ARCHITETTURA – ACQUARIO ROMANO
Roma, Piazza Manfredo Fanti, 47, (Roma)
Roma, Piazza Manfredo Fanti, 47, (Roma)
Orario di apertura
dal lunedi al sabato dalle 10 alle 18
Vernissage
13 Febbraio 2008, ore 20
Autore
Curatore