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David Cesaria – Jackpop
A metà strada tra il Salento e Las Vegas, le installazioni luminose di David Cesaria vestono di colori sgargianti e atmosfere festose le debolezze dell’uomo contemporaneo
Comunicato stampa
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Tra tradizione popolare ed estetica neo-pop, a metà strada tra il Salento e Las Vegas, la galleria Area\B di Milano presenta, dall’8 novembre 2019 al 16 gennaio 2020, le installazioni luminose di David Cesaria (Mesagne (BR), 1976 – vive e lavora a Taranto) nella mostra personale “Jackpop”.
Partendo dalla tradizione delle luminarie salentine – da cui Cesaria trae la tecnica, ma anche le atmosfere gioiose – le dodici opere esposte approdano a un immaginario fatto di animali fantastici, gesti scaramantici, superstizioni popolari che restituiscono l’immagine di un uomo all’impegnativa ricerca di un equilibrio tra “filia” e “patia” – come sottolinea il curatore Igor Zanti –, tra piacere e dolore.
Dalla contrapposizione tra yin e yang a quella tra eros e thanatos, da Oriente a Occidente, la storia dell’uomo è una storia di opposti.
La continua tensione tra cielo e terra, e l’incapacità dell’essere umano di raggiungere una stabilità tra questi due estremi, ha fatto in modo che si sviluppassero pratiche o azioni che cercassero di avvicinare umano e divino.
La luce ha assunto sin dai tempi più antichi – si pensi al culto del sole degli Egizi – il valore metaforico di rappresentazione della divinità. Anche oggi, nella tradizione contemporanea della pittura monocroma, l’essenza stessa del colore, la luce per l’appunto, diviene metafora del divino.
Le luminarie tipiche del Sud Italia attingono allo stesso bacino semantico: anche in quel caso la luce è simbolo di mediazione tra umano e divino, nella sua accezione festosa ed effimera.
A tal proposito, nel testo che accompagna la mostra, il curatore scrive: “Questi apparati, queste “parazioni” – come vengono definite nel dialetto salentino – sono celebrazione e tributo dell’umano alla dimensione divina. Non sorprende, di conseguenza, che David Cesaria, artista di origini pugliesi, abbia trovato la sua cifra stilistica e creativa proprio ispirandosi alla tradizione delle parazioni”.
Rimanendo sul sottile confine che separa ma unisce il piacere e il suo opposto, Cesaria veste l’inquietudine umana di colori sgargianti e atmosfere chiassose che non possono però del tutto celare un vago senso di disagio.
Le sue Slot-machine, le ironiche Influencer e Disagio, solo per citare alcune delle opere in mostra, per quanto appaiano giocose e leggere, affrontano temi che toccano molti aspetti dell’incertezza del vivere.
Partendo dalla tradizione delle luminarie salentine – da cui Cesaria trae la tecnica, ma anche le atmosfere gioiose – le dodici opere esposte approdano a un immaginario fatto di animali fantastici, gesti scaramantici, superstizioni popolari che restituiscono l’immagine di un uomo all’impegnativa ricerca di un equilibrio tra “filia” e “patia” – come sottolinea il curatore Igor Zanti –, tra piacere e dolore.
Dalla contrapposizione tra yin e yang a quella tra eros e thanatos, da Oriente a Occidente, la storia dell’uomo è una storia di opposti.
La continua tensione tra cielo e terra, e l’incapacità dell’essere umano di raggiungere una stabilità tra questi due estremi, ha fatto in modo che si sviluppassero pratiche o azioni che cercassero di avvicinare umano e divino.
La luce ha assunto sin dai tempi più antichi – si pensi al culto del sole degli Egizi – il valore metaforico di rappresentazione della divinità. Anche oggi, nella tradizione contemporanea della pittura monocroma, l’essenza stessa del colore, la luce per l’appunto, diviene metafora del divino.
Le luminarie tipiche del Sud Italia attingono allo stesso bacino semantico: anche in quel caso la luce è simbolo di mediazione tra umano e divino, nella sua accezione festosa ed effimera.
A tal proposito, nel testo che accompagna la mostra, il curatore scrive: “Questi apparati, queste “parazioni” – come vengono definite nel dialetto salentino – sono celebrazione e tributo dell’umano alla dimensione divina. Non sorprende, di conseguenza, che David Cesaria, artista di origini pugliesi, abbia trovato la sua cifra stilistica e creativa proprio ispirandosi alla tradizione delle parazioni”.
Rimanendo sul sottile confine che separa ma unisce il piacere e il suo opposto, Cesaria veste l’inquietudine umana di colori sgargianti e atmosfere chiassose che non possono però del tutto celare un vago senso di disagio.
Le sue Slot-machine, le ironiche Influencer e Disagio, solo per citare alcune delle opere in mostra, per quanto appaiano giocose e leggere, affrontano temi che toccano molti aspetti dell’incertezza del vivere.
07
novembre 2019
David Cesaria – Jackpop
Dal 07 novembre 2019 al 16 gennaio 2020
arte contemporanea
Location
AREA/B
Milano, Via Passo Buole, 3, (Milano)
Milano, Via Passo Buole, 3, (Milano)
Orario di apertura
lun-ven, h. 10-18, sabato su appuntamento, domenica chiuso
Vernissage
7 Novembre 2019, ore 18.30
Ufficio stampa
Nora Comunicazione
Autore
Curatore