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David LaChapelle – Lost & Found
Una grande monografica presenta oltre 100 immagini che ripercorrono, dagli anni novanta a oggi, la carriera di uno dei più importanti e dissacranti fotografi contemporanei.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Casa dei Tre Oci di Venezia si appresta ad accogliere, dal 12 aprile al 10 settembre 2017, l’universo surreale, barocco e pop di David LaChapelle, uno dei più importanti e dissacranti fotografi contemporanei.
L’esposizione, curata da Reiner Opoku e Denis Curti, organizzata da Fondazione di Venezia e Civita Tre Venezie, presenterà oltre 100 immagini che ripercorrono la carriera dell’artista statunitense, dai primi progetti in bianco e nero degli anni novanta fino ai lavori, solo a colori, più recenti, opere divenute in gran parte iconiche e che gli hanno garantito un riconoscimento internazionale da parte di critica e pubblico.
Come grande novità, la rassegna, prima monografica di LaChapelle a Venezia, propone l’anteprima mondiale di New World, una nuova serie realizzata negli ultimi 4 anni. Sono 18 fotografie che segnano il ritorno alla figura umana e che ruotano attorno a temi come il paradiso e le rappresentazioni della gioia, della natura, dell’anima.
Osservando il percorso compiuto da LaChapelle negli ultimi 30 anni, si scopre come la sua fotografia si nutra da una parte del rapporto privilegiato con le riviste e la pubblicità, dove le icone della moda e dello star system agiscono come materia grezza per l’ispirazione, dall’altra parte della pratica creativa di esprimere la propria visione del mondo per immagini, influenzata senza dubbio dalla generazione di giovani artisti a lui coetanei, formata da Andy Warhol.
“Dalle viscere più profonde del complesso sistema della comunicazione, dell’advertising e dello star system - afferma Denis Curti, LaChapelle inizia a considerare l’”icona” il seme vero di uno stile che si fa ricerca e contenuto; nella Pop Art, trova l’ispirazione per riflettere sull’infinita riproducibilità dell’immagine; nel fashion e nel merchandising l’eccesso di realismo e mercificazione che, appunto, si converte in sogno”.
Il percorso espositivo prende avvio dagli anni novanta, quando Andy Warhol gli offre il suo primo incarico professionale fotografico per la rivista Interview. È in quel periodo che LaChapelle riflette sulle possibilità comunicative e divulgative dell’editoria, incredibilmente legate alla Pop Art.
Le sue fotografie denunciano le ossessioni contemporanee, il rapporto con il piacere, col benessere, con il superfluo e con una sfrenata esigenza di apparire. Il tutto ammantato da colori elettrici e superfici laccate, e caratterizzato dalla presenza ricorrente di un nudo sfacciato e aggressivo.
I soggetti sono le celebrità, da Michael Jackson a Hillary Clinton, da Muhammad Ali a Jeff Koons, da Madonna a Uma Thurman, da Andy Warhol a David Bowie, le cui immagini sono utilizzate come merce prodotta in serie, consapevolmente sacrificata sull’altare del sistema fondato sull’icona.
Il punto di svolta che segna il passaggio a una nuova fase della sua ricerca della sua evoluzione artistica è il viaggio a Roma del 2006. È in quest’occasione che, visitando la Cappella Sistina, rimane folgorato dagli affreschi di Michelangelo e dai fasti del potere religioso, che lo condussero ad abbracciare la monumentalità e la grandiosità del Rinascimento italiano.
Proprio il Diluvio universale di Michelangelo gli suggerì la creazione di The Deluge (Il Diluvio), in cui i rimandi al capolavoro michelangiolesco si mescolano ai marchi della società consumistica e alla bellezza ostentata dei corpi nudi.
La mostra prosegue con After the Deluge, fotografie che mostrano una realtà in cui tutti gli oggetti e i simboli del mondo attuale vengono sommersi e Awakened, in cui ritrae persone immerse in acqua in uno stato embrionale: una sorta di resurrezione dopo il diluvio.
Dopo il 2006 LaChapelle inizia a lavorare per serie fotografiche. Benché nascano autonomamente, ciascuna di esse si lega all’altra con una evidente coerenza, in un sottile equilibrio tra sacro e sacrilego, alternando soggetti differenti sul tema condiviso della Vanitas. Infatti, se in Earth Laughs in Flowers questo motivo è trattato attraverso la bellezza dei fiori appassiti, in Still Life viene rappresentato da una serie di statue di cera distrutte dai vandali che riproducono le sembianze di alcune stelle hollywoodiane.
Nel corso della sua carriera, l’artista statunitense non ha certo trascurato il confronto con la fotografia di paesaggio, che diventa un suo ambito artistico a partire dal 2013. A Venezia saranno esposte alcune fotografie appartenenti al ciclo Gas Station and Land Scape, nelle quali ricostruisce modelli di impianti petroliferi e stazioni di rifornimento in scala, attraverso materiali riciclati, come cartoni delle uova, schede madri per computer, bigodini, cannucce e altro. Negli allestimenti più elaborati LaChapelle ha fotografato questi piccoli plastici nella foresta pluviale di Maui, nel deserto e lungo la costa californiana.
È proprio per queste sue oniriche raffigurazioni della realtà, che la critica lo ha definito “Il Fellini della Fotografia”.
La serie inedita di New World segna il ritorno di LaChapelle alla figura umana.
Il progetto, che verrà presentato in anteprima a Venezia, ha richiesto 4 anni di lavoro. I temi centrali sono il paradiso e le rappresentazioni della gioia, della natura, dell’anima, cercando la modalità per fotografarle in natura.
In questo, LaChapelle dichiara di essere stato ispirato da Odilon Redon, pittore francese di fine ‘800 - inizio ‘900, visto al Musée d’Orsay, William Blake, e, ancora una volta, Michelangelo e Michael Jackson. Altra fonte d’ispirazione, la musica di Pharell Williams e in particolare, la sua canzone “Happy”.
Con queste fotografie LaChapelle si pone come fine quello di riflettere su questioni metafisiche come il viaggio dell’anima dopo la morte, la gioia e le rappresentazioni del paradiso.
Lunedì 10 aprile si svolgerà in anteprima un incontro con David LaChapelle presso l’Aula Magna Tolentini (Iuav di Venezia, S. Croce 191), organizzato dalla Fondazione di Venezia e l’Università Iuav.
Accompagna la mostra un catalogo Marsilio Editori (edizione bilingue italiano/inglese).
Con il supporto di Tre Oci Club, rete di aziende “amiche” che sostiene la Casa dei Tre Oci
ATVO
Colorificio San Marco
Distilleria Nardini
Grafica Veneta
Magis Design
Marsilio Editori
Amo creare tramite l’uso della fantasia, tramutando in immagine i miei sogni
David LaChapelle
L’esposizione, curata da Reiner Opoku e Denis Curti, organizzata da Fondazione di Venezia e Civita Tre Venezie, presenterà oltre 100 immagini che ripercorrono la carriera dell’artista statunitense, dai primi progetti in bianco e nero degli anni novanta fino ai lavori, solo a colori, più recenti, opere divenute in gran parte iconiche e che gli hanno garantito un riconoscimento internazionale da parte di critica e pubblico.
Come grande novità, la rassegna, prima monografica di LaChapelle a Venezia, propone l’anteprima mondiale di New World, una nuova serie realizzata negli ultimi 4 anni. Sono 18 fotografie che segnano il ritorno alla figura umana e che ruotano attorno a temi come il paradiso e le rappresentazioni della gioia, della natura, dell’anima.
Osservando il percorso compiuto da LaChapelle negli ultimi 30 anni, si scopre come la sua fotografia si nutra da una parte del rapporto privilegiato con le riviste e la pubblicità, dove le icone della moda e dello star system agiscono come materia grezza per l’ispirazione, dall’altra parte della pratica creativa di esprimere la propria visione del mondo per immagini, influenzata senza dubbio dalla generazione di giovani artisti a lui coetanei, formata da Andy Warhol.
“Dalle viscere più profonde del complesso sistema della comunicazione, dell’advertising e dello star system - afferma Denis Curti, LaChapelle inizia a considerare l’”icona” il seme vero di uno stile che si fa ricerca e contenuto; nella Pop Art, trova l’ispirazione per riflettere sull’infinita riproducibilità dell’immagine; nel fashion e nel merchandising l’eccesso di realismo e mercificazione che, appunto, si converte in sogno”.
Il percorso espositivo prende avvio dagli anni novanta, quando Andy Warhol gli offre il suo primo incarico professionale fotografico per la rivista Interview. È in quel periodo che LaChapelle riflette sulle possibilità comunicative e divulgative dell’editoria, incredibilmente legate alla Pop Art.
Le sue fotografie denunciano le ossessioni contemporanee, il rapporto con il piacere, col benessere, con il superfluo e con una sfrenata esigenza di apparire. Il tutto ammantato da colori elettrici e superfici laccate, e caratterizzato dalla presenza ricorrente di un nudo sfacciato e aggressivo.
I soggetti sono le celebrità, da Michael Jackson a Hillary Clinton, da Muhammad Ali a Jeff Koons, da Madonna a Uma Thurman, da Andy Warhol a David Bowie, le cui immagini sono utilizzate come merce prodotta in serie, consapevolmente sacrificata sull’altare del sistema fondato sull’icona.
Il punto di svolta che segna il passaggio a una nuova fase della sua ricerca della sua evoluzione artistica è il viaggio a Roma del 2006. È in quest’occasione che, visitando la Cappella Sistina, rimane folgorato dagli affreschi di Michelangelo e dai fasti del potere religioso, che lo condussero ad abbracciare la monumentalità e la grandiosità del Rinascimento italiano.
Proprio il Diluvio universale di Michelangelo gli suggerì la creazione di The Deluge (Il Diluvio), in cui i rimandi al capolavoro michelangiolesco si mescolano ai marchi della società consumistica e alla bellezza ostentata dei corpi nudi.
La mostra prosegue con After the Deluge, fotografie che mostrano una realtà in cui tutti gli oggetti e i simboli del mondo attuale vengono sommersi e Awakened, in cui ritrae persone immerse in acqua in uno stato embrionale: una sorta di resurrezione dopo il diluvio.
Dopo il 2006 LaChapelle inizia a lavorare per serie fotografiche. Benché nascano autonomamente, ciascuna di esse si lega all’altra con una evidente coerenza, in un sottile equilibrio tra sacro e sacrilego, alternando soggetti differenti sul tema condiviso della Vanitas. Infatti, se in Earth Laughs in Flowers questo motivo è trattato attraverso la bellezza dei fiori appassiti, in Still Life viene rappresentato da una serie di statue di cera distrutte dai vandali che riproducono le sembianze di alcune stelle hollywoodiane.
Nel corso della sua carriera, l’artista statunitense non ha certo trascurato il confronto con la fotografia di paesaggio, che diventa un suo ambito artistico a partire dal 2013. A Venezia saranno esposte alcune fotografie appartenenti al ciclo Gas Station and Land Scape, nelle quali ricostruisce modelli di impianti petroliferi e stazioni di rifornimento in scala, attraverso materiali riciclati, come cartoni delle uova, schede madri per computer, bigodini, cannucce e altro. Negli allestimenti più elaborati LaChapelle ha fotografato questi piccoli plastici nella foresta pluviale di Maui, nel deserto e lungo la costa californiana.
È proprio per queste sue oniriche raffigurazioni della realtà, che la critica lo ha definito “Il Fellini della Fotografia”.
La serie inedita di New World segna il ritorno di LaChapelle alla figura umana.
Il progetto, che verrà presentato in anteprima a Venezia, ha richiesto 4 anni di lavoro. I temi centrali sono il paradiso e le rappresentazioni della gioia, della natura, dell’anima, cercando la modalità per fotografarle in natura.
In questo, LaChapelle dichiara di essere stato ispirato da Odilon Redon, pittore francese di fine ‘800 - inizio ‘900, visto al Musée d’Orsay, William Blake, e, ancora una volta, Michelangelo e Michael Jackson. Altra fonte d’ispirazione, la musica di Pharell Williams e in particolare, la sua canzone “Happy”.
Con queste fotografie LaChapelle si pone come fine quello di riflettere su questioni metafisiche come il viaggio dell’anima dopo la morte, la gioia e le rappresentazioni del paradiso.
Lunedì 10 aprile si svolgerà in anteprima un incontro con David LaChapelle presso l’Aula Magna Tolentini (Iuav di Venezia, S. Croce 191), organizzato dalla Fondazione di Venezia e l’Università Iuav.
Accompagna la mostra un catalogo Marsilio Editori (edizione bilingue italiano/inglese).
Con il supporto di Tre Oci Club, rete di aziende “amiche” che sostiene la Casa dei Tre Oci
ATVO
Colorificio San Marco
Distilleria Nardini
Grafica Veneta
Magis Design
Marsilio Editori
Amo creare tramite l’uso della fantasia, tramutando in immagine i miei sogni
David LaChapelle
11
aprile 2017
David LaChapelle – Lost & Found
Dall'undici aprile al 10 settembre 2017
fotografia
Location
CASA DEI TRE OCI
Venezia, Fondamenta De Le Zitelle, 43, (Venezia)
Venezia, Fondamenta De Le Zitelle, 43, (Venezia)
Biglietti
12,00 € intero 10,00 € ridotto studenti under 26 anni, over 65, titolari di apposite convenzioni 8,00 € ridotto speciale gruppi superiori alle 15 persone 24,00 € ridotto famiglia (2 adulti + 2 under 14) 5,00 € ridotto scuole Gratuito, bambini fino ai 6 anni, un accompagnatore per ogni gruppo, disabili e accompagnatore, due insegnanti accompagnatori per classe, giornalisti con tessera, guide turistiche
Orario di apertura
Tutti i giorni 10 – 19; chiuso martedì
Vernissage
11 Aprile 2017, ore 11 su invito
Editore
MARSILIO
Ufficio stampa
CLP
Ufficio stampa
CIVITA GROUP
Autore
Curatore