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David Reimondo – Pulse
Il lavoro di Reimondo parte dalla ripresa video del corpo in movimento, ripresa che poi elabora con un macchinario elettronico da lui stesso modificato, per poi usarlo impropriamente rendendolo eccezionalmente adatto a deformare l’immagine.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Joyce & Co. Galleria Artistico Letteraria in Genova, Vico del Fieno 13 rosso, è lieta di presentare la mostra personale di fotografia di DAVID REIMONDO intitolata "PULSE".
Il lavoro di Reimondo parte dalla ripresa video del corpo in movimento, ripresa che poi elabora con un macchinario elettronico da lui stesso modificato, per poi usarlo impropriamente rendendolo eccezionalmente adatto a deformare l'immagine. Le figure così ottenute, fotografate e stampate, vengono successivamente trattate manualmente con colori acrilici. Il lavoro si conclude con una colata di resina volutamente lasciata grezza e irregolarmente amalgamata.
Questo materiale ha la duplice funzione di sigillare eternamente l'immagine, ma anche quella di innescare un primordiale ricordo del feto e del liquido amniotico. Le figure fluttuano nella resina ricordando dei corpi, lentamente si trasformano giungendo a un nuovo equilibrio e, nell'attimo che precede il compimento, l'artista le immobilizza, per tramandarle nel tempo.
In questa mostra viene presentato il nuovo lavoro di Reimondo nel quale la resina continua a incapsulare i soggetti, sempre allo scopo di sospenderli nel tempo. A cambiare è la domanda che pone: qual'è l’anima dei nostri giorni? Chi si sofferma di fronte ad una sua opera non è più invitato a interrogarsi sulla propria anima, ma su quella della nostra società. Si moltiplica così l’esplorazione dei materiali e delle loro simbologie, evidenziando il cocktail di materialità e immaterialità che contraddistingue la vita contemporanea. Non un malinconico tentativo di rievocare la semplicità del passato, ma al contrario un invito a valorizzare le immaterialità dei nostri giorni.
"Nell'ultimo decennio del secolo scorso abbiamo visto chiaramente come l'arte, nel mondo occidentale, abbia subito una drastica differenziazione su binari completamente distinti e neppure paralleli.
Da un lato si è cercato di rafforzare la tendenza che l'avrebbe condotta a identificarsi sempre di più con l'opera stessa. Da qui l'assunzione, per quest'ultima, di una funzione fondamentale, fine a se stessa e portatrice di un valore culturale ma, soprattutto, economico.
Dall'altro lato l'arte veniva considerata tale soltanto se corredata di effetti shoccanti, provocatori, dal momento che era relegata nella categoria dei fenomeni di comunicazione di massa.
In questo modo l'arte subiva un processo di svilente semplificazione concettuale in quanto l'attenzione veniva rivolta, così come accade ancora oggi, unicamente all'opera, nel primo caso, oppure alla sua capacità comunicativa, nel secondo. Questo ha portato anche l'arte a essere identificata per il suo valore venale oppure per quello comunicativo, così come accade per tutte le altre attività simboliche dal momento che la società odierna considera solo questi come valori primari e indispensabili.
Ma il vero valore dell'arte muove ben al di là di queste semplicistiche visioni a cominciare dalla sua capacità di leggere anticipatamente gli accadimenti universali sottraendosi all'omogeneizzazione tipica della società massificata. Deve inoltre liberarsi dalla morsa costituita dai processi di produzione di consenso di massa che la società contemporanea tende a imporre sempre con maggiore forza.
Queste riflessioni richiederebbero maggiore spazio per l'approfondimento ma, in questa occasione, sono utili e sufficienti per introdurre con una determinata chiarezza il lavoro di David Reimondo. Egli mostra, infatti, di aver saputo leggere con lucidità queste nuove visioni mantenendosene distante ma, nello stesso tempo, sfruttandone alcuni caratteri positivi. A cominciare, per esempio, dal fatto che l'apparente semplificazione delle motivazioni e del valore dell'arte hanno facilitato l'avvicinamento a essa da parte delle grandi masse incapaci di cogliere, almeno inizialmente, la differenza fra la dimensione reale e quella simbolica. Attirandole invece con linguaggi apparentemente semplici, diventa possibile catturarle e incuriosirle obbligandole poi a riflettere sui messaggi contenuti nel lavoro stesso. Anche la dimensione estetica è importante nel lavoro di David in quanto trasporta le emozioni con l'incantesimo del colore che l'artista usa come inconscio rimando psicologico. Tipico esempio sono le "opere blu" nelle quali il colore stesso richiama l'acqua, qui intesa come madre primordiale; l'anima si rasserena e la memoria ritrova una piacevole sensazione di pace. Altra puntuale rappresentazione è quella che l'artista esegue nella raffigurazione del nostro pianeta: partendo dalla significativa semplicità e naturalità del pane, egli apporta delle bruciature che scurendolo fanno emergere la terra rimarcando simbolicamente il tragico effetto della presenza dell'uomo.
L'uso della resina stessa riprende il discorso iniziale in quanto questa sostanza, esistente in natura, ma riproducibile chimicamente, permette di fermare per sempre la memoria.
Possiamo pertanto considerare il lavoro di David Reimondo non solo pregevole esteticamente ma, soprattutto, portatore di profondi significati nei quali i ricordi del passato dialogano con le riflessioni contemporanee rispecchiando nel giovane artista una spiccata maturità.
La nostra visione ne rimane colpita e le emozioni sono imprigionate da quella stessa resina che, novella ambra, le porterà nel futuro." (Fabrizio Boggiano)
Immagine: DAVID REIMONDO, Toast Pixel, pane tostato in resina acrilica, 2004, cm. 205x115
Notizie su David Reimondo
David Reimondo è nato a Genova (Italia) nel 1971. Dopo avere concluso la scuola d'arte, ha fondato STUDIOMOBILE con un gruppo degli ex-compagni di scuola. lavorando con le varie gallerie d'arte di Genova, hanno prodotto video delle inaugurazioni. Durante questo periodo ha conosciuto l'artista Antonio Porcelli, con quale ha iniziato una collaborazione, che è durata molti anni, inizialmente come creatore di video-documentari ed in seguito includendo le sue proprie video-installazioni durante le performances del maestro.
Nel 1993, Reimondo è andato a Roma per frequentare una scuola di cinema ed in seguito ha lavorato sia in set di film che di TV. Era a Roma quando, durante il tempo libero, ha iniziato a sperimentare altri materiali e forme e dove ha esposto i suoi primi lavori in mostre collettive.
Nel 1998, ha deciso di dedicarsi a tempo pieno a quello che aveva cominciato a fare come esperimento: ha lasciato l'industria cinematografica per concentrarsi sulla sua propria arte ed è andato a Londra dove ora vive e lavora.
Il suo sito è http://www.davidreimondo.com/
Mostre personali
2004
"Pulse", Joyce & Co. Galleria Artistico Letteraria, Genova (I)
2002
"Venti Ascensionali", Sala del Carmine, Orvieto (I)
2001
Galleria MM, Carate, Milano (I)
2000
Parete Bariatti, Milano (I)
1999
Il Pozzo, Genova (I)
1994
Performance "Age of Gold", Villa Serra Park, Genova (I)
Mostre collettive
2003
9th Cairo Biennale, Egitto (ET)
Sixteenth Summer Show 2003, Atkinson Gallery, Millfield, Somerset (UK)
"Freshair 2003", The VI Quenington Sculpture Show, Gloucestershire (UK)
"Corpi Liberi", Antico Palazzo della Pretura, Castell`Arquato, Piacenza (I), a cura di Fabrizio Boggiano
2002
"Il corpo e lo sguardo", Young Museum, Revere, Mantova (I), a cura di Nicola Dimitri
Art Fair, Padova (I)
Mondowind, Milano (I)
Diesel House Studios, London (UK)
IIª Biennale Mediterranea delle Arti di Tunisi, Tunisi (TN)
Galleria I 4 Gatti, Reggio Emilia (I)
2001
Art Fair, Parma (I)
III Biennale 2001 “De Fabula”, Genova (I)
"Paradiso Perduto", Galleria La Giarina, Verona (I), a cura di Maurizio Sciaccaluga
2000
Banca Popolare di Milano, Bergamo (I), organizzata da D’Ars Agency
"Energy Waves", Studio D’Ars, Milano (I)
1999
"The House of Detention", evento artistico in una prigione del Diciassettesimo secolo, Londra (UK), organizzata da Colosseum Project
1998
Barnet College, Londra (UK)
1995
Video-installazione per il Festival Internazionale di Poesia “Genovantacinque”, Genova (I)
1993
Arx Art Gallery, Torino (I)
1992
Video-installazione in collaborazione con l'artista Elena Cavallo, Alaya Art Gallery, Genova (I)
1991
Video-installazione, Museo di Sant’Agostino, Genova (I)
PUBBLICAZIONI
"Drink Show" N.12, Testo di Flavio Arensi
“Art in Italy” N.15, Testo di Sandro Riccaldone
“Flash Art” N.221, Testo di Chiara Carfi
“Images Art & Life” N.18, Testo di Nicola Dimitri
“Alias” (Manifesto) N.13, Testo di Ferruccio Geromini
“L'Arena”, Testo di Luigi Meneghelli
CATALOGHI
PULSE Testo di Fabrizio Boggiano
CORPI LIBERI Testi di Fabrizio Boggiano e Edoardo Di Mauro
CLOSE to READY Testo di Flavio Arensi
PARADISO PERDUTO Testo di Maurizio Sciaccaluga
PARETE BARIATTI Testo di Marina Mojana
IIIª BIENNALE DE FABULA Testo di Gianfranco Bruno
IIª BIENNALE MEDITERRANEENNE des Arts de la Ville de Tunis
Il lavoro di Reimondo parte dalla ripresa video del corpo in movimento, ripresa che poi elabora con un macchinario elettronico da lui stesso modificato, per poi usarlo impropriamente rendendolo eccezionalmente adatto a deformare l'immagine. Le figure così ottenute, fotografate e stampate, vengono successivamente trattate manualmente con colori acrilici. Il lavoro si conclude con una colata di resina volutamente lasciata grezza e irregolarmente amalgamata.
Questo materiale ha la duplice funzione di sigillare eternamente l'immagine, ma anche quella di innescare un primordiale ricordo del feto e del liquido amniotico. Le figure fluttuano nella resina ricordando dei corpi, lentamente si trasformano giungendo a un nuovo equilibrio e, nell'attimo che precede il compimento, l'artista le immobilizza, per tramandarle nel tempo.
In questa mostra viene presentato il nuovo lavoro di Reimondo nel quale la resina continua a incapsulare i soggetti, sempre allo scopo di sospenderli nel tempo. A cambiare è la domanda che pone: qual'è l’anima dei nostri giorni? Chi si sofferma di fronte ad una sua opera non è più invitato a interrogarsi sulla propria anima, ma su quella della nostra società. Si moltiplica così l’esplorazione dei materiali e delle loro simbologie, evidenziando il cocktail di materialità e immaterialità che contraddistingue la vita contemporanea. Non un malinconico tentativo di rievocare la semplicità del passato, ma al contrario un invito a valorizzare le immaterialità dei nostri giorni.
"Nell'ultimo decennio del secolo scorso abbiamo visto chiaramente come l'arte, nel mondo occidentale, abbia subito una drastica differenziazione su binari completamente distinti e neppure paralleli.
Da un lato si è cercato di rafforzare la tendenza che l'avrebbe condotta a identificarsi sempre di più con l'opera stessa. Da qui l'assunzione, per quest'ultima, di una funzione fondamentale, fine a se stessa e portatrice di un valore culturale ma, soprattutto, economico.
Dall'altro lato l'arte veniva considerata tale soltanto se corredata di effetti shoccanti, provocatori, dal momento che era relegata nella categoria dei fenomeni di comunicazione di massa.
In questo modo l'arte subiva un processo di svilente semplificazione concettuale in quanto l'attenzione veniva rivolta, così come accade ancora oggi, unicamente all'opera, nel primo caso, oppure alla sua capacità comunicativa, nel secondo. Questo ha portato anche l'arte a essere identificata per il suo valore venale oppure per quello comunicativo, così come accade per tutte le altre attività simboliche dal momento che la società odierna considera solo questi come valori primari e indispensabili.
Ma il vero valore dell'arte muove ben al di là di queste semplicistiche visioni a cominciare dalla sua capacità di leggere anticipatamente gli accadimenti universali sottraendosi all'omogeneizzazione tipica della società massificata. Deve inoltre liberarsi dalla morsa costituita dai processi di produzione di consenso di massa che la società contemporanea tende a imporre sempre con maggiore forza.
Queste riflessioni richiederebbero maggiore spazio per l'approfondimento ma, in questa occasione, sono utili e sufficienti per introdurre con una determinata chiarezza il lavoro di David Reimondo. Egli mostra, infatti, di aver saputo leggere con lucidità queste nuove visioni mantenendosene distante ma, nello stesso tempo, sfruttandone alcuni caratteri positivi. A cominciare, per esempio, dal fatto che l'apparente semplificazione delle motivazioni e del valore dell'arte hanno facilitato l'avvicinamento a essa da parte delle grandi masse incapaci di cogliere, almeno inizialmente, la differenza fra la dimensione reale e quella simbolica. Attirandole invece con linguaggi apparentemente semplici, diventa possibile catturarle e incuriosirle obbligandole poi a riflettere sui messaggi contenuti nel lavoro stesso. Anche la dimensione estetica è importante nel lavoro di David in quanto trasporta le emozioni con l'incantesimo del colore che l'artista usa come inconscio rimando psicologico. Tipico esempio sono le "opere blu" nelle quali il colore stesso richiama l'acqua, qui intesa come madre primordiale; l'anima si rasserena e la memoria ritrova una piacevole sensazione di pace. Altra puntuale rappresentazione è quella che l'artista esegue nella raffigurazione del nostro pianeta: partendo dalla significativa semplicità e naturalità del pane, egli apporta delle bruciature che scurendolo fanno emergere la terra rimarcando simbolicamente il tragico effetto della presenza dell'uomo.
L'uso della resina stessa riprende il discorso iniziale in quanto questa sostanza, esistente in natura, ma riproducibile chimicamente, permette di fermare per sempre la memoria.
Possiamo pertanto considerare il lavoro di David Reimondo non solo pregevole esteticamente ma, soprattutto, portatore di profondi significati nei quali i ricordi del passato dialogano con le riflessioni contemporanee rispecchiando nel giovane artista una spiccata maturità.
La nostra visione ne rimane colpita e le emozioni sono imprigionate da quella stessa resina che, novella ambra, le porterà nel futuro." (Fabrizio Boggiano)
Immagine: DAVID REIMONDO, Toast Pixel, pane tostato in resina acrilica, 2004, cm. 205x115
Notizie su David Reimondo
David Reimondo è nato a Genova (Italia) nel 1971. Dopo avere concluso la scuola d'arte, ha fondato STUDIOMOBILE con un gruppo degli ex-compagni di scuola. lavorando con le varie gallerie d'arte di Genova, hanno prodotto video delle inaugurazioni. Durante questo periodo ha conosciuto l'artista Antonio Porcelli, con quale ha iniziato una collaborazione, che è durata molti anni, inizialmente come creatore di video-documentari ed in seguito includendo le sue proprie video-installazioni durante le performances del maestro.
Nel 1993, Reimondo è andato a Roma per frequentare una scuola di cinema ed in seguito ha lavorato sia in set di film che di TV. Era a Roma quando, durante il tempo libero, ha iniziato a sperimentare altri materiali e forme e dove ha esposto i suoi primi lavori in mostre collettive.
Nel 1998, ha deciso di dedicarsi a tempo pieno a quello che aveva cominciato a fare come esperimento: ha lasciato l'industria cinematografica per concentrarsi sulla sua propria arte ed è andato a Londra dove ora vive e lavora.
Il suo sito è http://www.davidreimondo.com/
Mostre personali
2004
"Pulse", Joyce & Co. Galleria Artistico Letteraria, Genova (I)
2002
"Venti Ascensionali", Sala del Carmine, Orvieto (I)
2001
Galleria MM, Carate, Milano (I)
2000
Parete Bariatti, Milano (I)
1999
Il Pozzo, Genova (I)
1994
Performance "Age of Gold", Villa Serra Park, Genova (I)
Mostre collettive
2003
9th Cairo Biennale, Egitto (ET)
Sixteenth Summer Show 2003, Atkinson Gallery, Millfield, Somerset (UK)
"Freshair 2003", The VI Quenington Sculpture Show, Gloucestershire (UK)
"Corpi Liberi", Antico Palazzo della Pretura, Castell`Arquato, Piacenza (I), a cura di Fabrizio Boggiano
2002
"Il corpo e lo sguardo", Young Museum, Revere, Mantova (I), a cura di Nicola Dimitri
Art Fair, Padova (I)
Mondowind, Milano (I)
Diesel House Studios, London (UK)
IIª Biennale Mediterranea delle Arti di Tunisi, Tunisi (TN)
Galleria I 4 Gatti, Reggio Emilia (I)
2001
Art Fair, Parma (I)
III Biennale 2001 “De Fabula”, Genova (I)
"Paradiso Perduto", Galleria La Giarina, Verona (I), a cura di Maurizio Sciaccaluga
2000
Banca Popolare di Milano, Bergamo (I), organizzata da D’Ars Agency
"Energy Waves", Studio D’Ars, Milano (I)
1999
"The House of Detention", evento artistico in una prigione del Diciassettesimo secolo, Londra (UK), organizzata da Colosseum Project
1998
Barnet College, Londra (UK)
1995
Video-installazione per il Festival Internazionale di Poesia “Genovantacinque”, Genova (I)
1993
Arx Art Gallery, Torino (I)
1992
Video-installazione in collaborazione con l'artista Elena Cavallo, Alaya Art Gallery, Genova (I)
1991
Video-installazione, Museo di Sant’Agostino, Genova (I)
PUBBLICAZIONI
"Drink Show" N.12, Testo di Flavio Arensi
“Art in Italy” N.15, Testo di Sandro Riccaldone
“Flash Art” N.221, Testo di Chiara Carfi
“Images Art & Life” N.18, Testo di Nicola Dimitri
“Alias” (Manifesto) N.13, Testo di Ferruccio Geromini
“L'Arena”, Testo di Luigi Meneghelli
CATALOGHI
PULSE Testo di Fabrizio Boggiano
CORPI LIBERI Testi di Fabrizio Boggiano e Edoardo Di Mauro
CLOSE to READY Testo di Flavio Arensi
PARADISO PERDUTO Testo di Maurizio Sciaccaluga
PARETE BARIATTI Testo di Marina Mojana
IIIª BIENNALE DE FABULA Testo di Gianfranco Bruno
IIª BIENNALE MEDITERRANEENNE des Arts de la Ville de Tunis
07
maggio 2004
David Reimondo – Pulse
Dal 07 maggio al 04 giugno 2004
arte contemporanea
Location
GALLERIA JOYCE & CO.
Genova, Via Giovanni Tomaso Invrea, 25r, (Genova)
Genova, Via Giovanni Tomaso Invrea, 25r, (Genova)
Orario di apertura
dal martedì al sabato dalle 9,30 alle 12,30 / dalle 15,30 alle 19
Vernissage
7 Maggio 2004, dalle ore 18.00 alle ore 21.00