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David Seymour – Retrospettiva
Retrospettiva monografica dedicata a uno dei più leggendari fotoreporter del XX secolo: Il percorso espositivo si compone di 127 fotografie in bianco e nero, suddivise in 9 sezioni (Francia, La Guerra Civile in Spagna, Germania, L’Europa dopo la Seconda guerra mondiale, I bambini della guerra, Israele, Egitto, Celebrità, Ritratti di Chim), che illustrano le tappe fondamentali della sua intensa carriera
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Dal 3 aprile al 14 settembre 2014 la città di Torino ospita, nella sede di Palazzo Reale, una
retrospettiva monografica dedicata a uno dei più leggendari fotoreporter del XX secolo: David
Seymour (1911-1956) co-fondatore nel 1947 dell’agenzia Magnum Photos insieme a Henri
Cartier-Bresson e Robert Capa.
L’esposizione, organizzata da Silvana Editoriale, in collaborazione con Magnum Photos e
la Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici del Piemonte, è l’occasione per far
conoscere a un vasto pubblico il lavoro di David Seymour e la sua fondamentale eredità nel
campo del fotogiornalismo.
Il percorso espositivo si compone di 127 fotografie in bianco e nero, suddivise in 9 sezioni
(Francia, La Guerra Civile in Spagna, Germania, L’Europa dopo la Seconda guerra mondiale,
I bambini della guerra, Israele, Egitto, Celebrità, Ritratti di Chim), che illustrano le tappe
fondamentali della sua intensa carriera.
David Seymour, al secolo David Szymin – in seguito abbreviato nello pseudonimo Chim
(pronuncia Scim) –, nasce a Varsavia il 20 novembre 1911 da una famiglia benestante di
ebrei polacchi (il padre è uno stimato editore di libri Yiddish). Dopo gli studi in arti grafiche
a Lipsia, inizia la carriera fotografica a Parigi nel 1933, dove frequenta e diventa amico di
Robert Capa e Henri Cartier-Bresson, dal cui sodalizio amicale e lavorativo
nascerà nel 1947 l’agenzia Magnum Photos, alla quale si aggiungeranno successivamente
George Rodger e William Vandivert.
Intellettuale umanista, appassionato di politica, conoscitore di sei lingue, David Seymour è
uno dei primi fotoreporter di guerra: ama considerarsi un artigiano della fotografia, non un
artista; utilizza una macchina fotografica all’avanguardia, una Leica 35mm, per riuscire a
rendersi anonimo nel momento dello scatto e poter così immortalare persone e fatti nella
maniera più autentica possibile, spingendosi fin nel cuore dell’azione.
Segue i più significativi eventi politici dell’epoca per importanti riviste, tra cui “Life” e
“Regards”, a cominciare dalla Guerra Civile in Spagna, durante la quale scatta la celebre foto
della madre che allatta il suo bambino nel corso di una manifestazione contadina, diventata
inconsapevolmente un simbolo e un’icona di quella rivolta.
Allo scoppio della Seconda guerra mondiale, ripara a New York, ma riesce a tornare in
Europa nel 1943 arruolandosi nella US Air Force, con il delicato compito di fotointerprete
delle immagini aeree.
Documenta il suo tempo senza riserve, nutrito da una forte coscienza sociale che lo porta a
non sottrarsi mai, nemmeno di fronte alla difficoltà di raccontare l’infanzia rubata degli orfani
di guerra: in questi scatti riversa tutta la sua sensibilità ed empatia. La sua serie più celebre
è infatti I bambini della guerra, realizzata per l’Unicef negli anni del dopoguerra. Si tratta di
immagini toccanti, che hanno attirato l’attenzione dell’opinione pubblica sull’incredibile
numero di bambini orfani, mutilati fisicamente e spiritualmente.
David Seymour è stato ucciso a Suez nel 1956, mentre stava preparando un servizio per
“Newsweek” sul conflitto arabo-israeliano, quattro giorni dopo la firma dell’armistizio: la
macchina su cui viaggiava è stata crivellata da una mitragliatrice egiziana, durante il viaggio
per documentare uno scambio di prigionieri feriti.
Non si è mai sposato e non ha avuto figli: gli scatti indimenticabili che ha lasciato sono la sua
unica eredità, e la sua lezione più importante è il profondo rispetto per l’uomo che da essi
trapela. “Chim prendeva la sua macchina fotografica nel modo in cui un medico estraeva lo
stetoscopio dalla borsa, concentrando la sua diagnosi sul cuore. Il suo era vulnerabile” (Henri
Cartier-Bresson).
La mostra è accompagnata da un volume che comprende una selezione di fotografie del
percorso espositivo, oltre a un contributo critico di Francesco Zanot.
retrospettiva monografica dedicata a uno dei più leggendari fotoreporter del XX secolo: David
Seymour (1911-1956) co-fondatore nel 1947 dell’agenzia Magnum Photos insieme a Henri
Cartier-Bresson e Robert Capa.
L’esposizione, organizzata da Silvana Editoriale, in collaborazione con Magnum Photos e
la Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici del Piemonte, è l’occasione per far
conoscere a un vasto pubblico il lavoro di David Seymour e la sua fondamentale eredità nel
campo del fotogiornalismo.
Il percorso espositivo si compone di 127 fotografie in bianco e nero, suddivise in 9 sezioni
(Francia, La Guerra Civile in Spagna, Germania, L’Europa dopo la Seconda guerra mondiale,
I bambini della guerra, Israele, Egitto, Celebrità, Ritratti di Chim), che illustrano le tappe
fondamentali della sua intensa carriera.
David Seymour, al secolo David Szymin – in seguito abbreviato nello pseudonimo Chim
(pronuncia Scim) –, nasce a Varsavia il 20 novembre 1911 da una famiglia benestante di
ebrei polacchi (il padre è uno stimato editore di libri Yiddish). Dopo gli studi in arti grafiche
a Lipsia, inizia la carriera fotografica a Parigi nel 1933, dove frequenta e diventa amico di
Robert Capa e Henri Cartier-Bresson, dal cui sodalizio amicale e lavorativo
nascerà nel 1947 l’agenzia Magnum Photos, alla quale si aggiungeranno successivamente
George Rodger e William Vandivert.
Intellettuale umanista, appassionato di politica, conoscitore di sei lingue, David Seymour è
uno dei primi fotoreporter di guerra: ama considerarsi un artigiano della fotografia, non un
artista; utilizza una macchina fotografica all’avanguardia, una Leica 35mm, per riuscire a
rendersi anonimo nel momento dello scatto e poter così immortalare persone e fatti nella
maniera più autentica possibile, spingendosi fin nel cuore dell’azione.
Segue i più significativi eventi politici dell’epoca per importanti riviste, tra cui “Life” e
“Regards”, a cominciare dalla Guerra Civile in Spagna, durante la quale scatta la celebre foto
della madre che allatta il suo bambino nel corso di una manifestazione contadina, diventata
inconsapevolmente un simbolo e un’icona di quella rivolta.
Allo scoppio della Seconda guerra mondiale, ripara a New York, ma riesce a tornare in
Europa nel 1943 arruolandosi nella US Air Force, con il delicato compito di fotointerprete
delle immagini aeree.
Documenta il suo tempo senza riserve, nutrito da una forte coscienza sociale che lo porta a
non sottrarsi mai, nemmeno di fronte alla difficoltà di raccontare l’infanzia rubata degli orfani
di guerra: in questi scatti riversa tutta la sua sensibilità ed empatia. La sua serie più celebre
è infatti I bambini della guerra, realizzata per l’Unicef negli anni del dopoguerra. Si tratta di
immagini toccanti, che hanno attirato l’attenzione dell’opinione pubblica sull’incredibile
numero di bambini orfani, mutilati fisicamente e spiritualmente.
David Seymour è stato ucciso a Suez nel 1956, mentre stava preparando un servizio per
“Newsweek” sul conflitto arabo-israeliano, quattro giorni dopo la firma dell’armistizio: la
macchina su cui viaggiava è stata crivellata da una mitragliatrice egiziana, durante il viaggio
per documentare uno scambio di prigionieri feriti.
Non si è mai sposato e non ha avuto figli: gli scatti indimenticabili che ha lasciato sono la sua
unica eredità, e la sua lezione più importante è il profondo rispetto per l’uomo che da essi
trapela. “Chim prendeva la sua macchina fotografica nel modo in cui un medico estraeva lo
stetoscopio dalla borsa, concentrando la sua diagnosi sul cuore. Il suo era vulnerabile” (Henri
Cartier-Bresson).
La mostra è accompagnata da un volume che comprende una selezione di fotografie del
percorso espositivo, oltre a un contributo critico di Francesco Zanot.
02
aprile 2014
David Seymour – Retrospettiva
Dal 02 aprile al 14 settembre 2014
fotografia
Location
MUSEI REALI – PALAZZO REALE DI TORINO
Torino, Piazzetta Reale, 1, (Torino)
Torino, Piazzetta Reale, 1, (Torino)
Biglietti
Intero: 8 €, Ridotto: 5
Orario di apertura
dal martedì alla domenica: 9.30 - 18.30 (ultimo ingresso ore 18.00) chiuso il lunedì
Editore
SILVANA EDITORIALE
Autore