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David Ter-Oganyan / Sasha Galkina
personale di David Ter-Oganyan + special project di Sasha Galkina
Comunicato stampa
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Martedì 9 ottobre 2007 la Prometeogallery di Milano riapre la stagione espositiva con la seconda personale dell’artista russo David Ter-Oganjan. Personaggio di punta della scena artistica moscovita, David Ter-Oganjan ritorna – dopo la mostra “Break and Take” - nello spazio espositivo di Via Ventura con un nuovo ciclo di lavori su tela e un video realizzato da Alexandra Galkina.
Esponente di una estetica del sospetto, Ter-Oganjan mette in scena ogni volta situazioni di violenza, manifestazioni pubbliche, esplosioni terroristiche, macchine in fiamme e scontri urbani, banlieues insorgenti e modelli di bombe come soggetti privilegiati dei suoi lavori. Più o meno stilizzati, ridotti a sagome geometriche oppure trattati con macchie di vernice o con photoshop, questi soggetti da anni ritornano sempre nelle sue opere in maniera ossessiva come sindromi costanti del nostro tempo. Eppure il vero intervento artistico di Ter-Oganjan si colloca a livello percettivo.
Ogni immagine di David Ter-Oganjan è una sorta di terreno a rischio per lo sguardo dello spettatore: ambiguità visiva e insicurezza percettiva sfidano e mettono alla prova le sue capacità di identificazione e di critica. Ma l’artista lo fa in maniera ludica o attraverso un attitudine beffarda e contestataria. Se a tutti sono noti suoi “falsi ordigni ad orologeria” fatti di ordinari prodotti alimentari impacchettati con nastro adesivo, altrettanto noti e importanti sono i “banners” rossi della sua precedente attività in cui slogan in inglese di marca pop o punk venivano parzialmente occultati e resi illeggibili, almeno ad un primo sguardo.
Così nella sua prima personale presso la Prometeogallery, David Ter-Oganjan aveva rispolverato in una serie di tele tutto il lessico suprematista nascondendo, dietro le forme geometriche e le superfici piatte, diagrammi di schemi tattici di azioni pseudo-terroristiche oppure ipotetiche postazioni militari o piani di evacuazione e d’emergenza. Nella mostra attuale, al contrario, interviene sulla scala di una ventina di disegni trasponendo veloci e piccoli schizzi grafici fatti su pezzetti di carta sopra tele di grande formato. Dopo le tre opere appena esposte alla decima Biennale di Istanbul, Ter-Oganjan ne presenta qui una vasta serie.
In “Scale 50:1” – che è il titolo della mostra – quello che ad una prima impressione sembra un dipinto su tela, da vicino si rivela un disegno improvvisato, una notazione lasciata dalla penna velocemente su un taccuino, la ripetizione inconsulta di un gesto ordinario. Non a caso la stampa digitale lascia vedere gli schemi grafici da quaderno del foglio su cui lo schizzo è stato tracciato. Anche in questi disegni si riconoscono macchine in fiamme e scontri sociali ma in forma confusa e casuale. Ma con il salto di scala questa tensione inconscia sembra acquisire lo statuto dell’azione sociale, del compimento piuttosto che della prefigurazione.
Così il video di Alexandra Galkina ’Drawing is hard’ – in cui si vede una mano che traccia un disegno – fa da perfetta cornice alla mostra. Il salto di scala qui è acustico: l’amplificazione del rumore che la punta della matita fa sfregandosi sul foglio di carta lascia emergere una sorta di minaccia sonora nello spazio dell’esposizione e riconduce l’operazione del disegnare a quella di una vera e propria azione o incursione.
Esponente di una estetica del sospetto, Ter-Oganjan mette in scena ogni volta situazioni di violenza, manifestazioni pubbliche, esplosioni terroristiche, macchine in fiamme e scontri urbani, banlieues insorgenti e modelli di bombe come soggetti privilegiati dei suoi lavori. Più o meno stilizzati, ridotti a sagome geometriche oppure trattati con macchie di vernice o con photoshop, questi soggetti da anni ritornano sempre nelle sue opere in maniera ossessiva come sindromi costanti del nostro tempo. Eppure il vero intervento artistico di Ter-Oganjan si colloca a livello percettivo.
Ogni immagine di David Ter-Oganjan è una sorta di terreno a rischio per lo sguardo dello spettatore: ambiguità visiva e insicurezza percettiva sfidano e mettono alla prova le sue capacità di identificazione e di critica. Ma l’artista lo fa in maniera ludica o attraverso un attitudine beffarda e contestataria. Se a tutti sono noti suoi “falsi ordigni ad orologeria” fatti di ordinari prodotti alimentari impacchettati con nastro adesivo, altrettanto noti e importanti sono i “banners” rossi della sua precedente attività in cui slogan in inglese di marca pop o punk venivano parzialmente occultati e resi illeggibili, almeno ad un primo sguardo.
Così nella sua prima personale presso la Prometeogallery, David Ter-Oganjan aveva rispolverato in una serie di tele tutto il lessico suprematista nascondendo, dietro le forme geometriche e le superfici piatte, diagrammi di schemi tattici di azioni pseudo-terroristiche oppure ipotetiche postazioni militari o piani di evacuazione e d’emergenza. Nella mostra attuale, al contrario, interviene sulla scala di una ventina di disegni trasponendo veloci e piccoli schizzi grafici fatti su pezzetti di carta sopra tele di grande formato. Dopo le tre opere appena esposte alla decima Biennale di Istanbul, Ter-Oganjan ne presenta qui una vasta serie.
In “Scale 50:1” – che è il titolo della mostra – quello che ad una prima impressione sembra un dipinto su tela, da vicino si rivela un disegno improvvisato, una notazione lasciata dalla penna velocemente su un taccuino, la ripetizione inconsulta di un gesto ordinario. Non a caso la stampa digitale lascia vedere gli schemi grafici da quaderno del foglio su cui lo schizzo è stato tracciato. Anche in questi disegni si riconoscono macchine in fiamme e scontri sociali ma in forma confusa e casuale. Ma con il salto di scala questa tensione inconscia sembra acquisire lo statuto dell’azione sociale, del compimento piuttosto che della prefigurazione.
Così il video di Alexandra Galkina ’Drawing is hard’ – in cui si vede una mano che traccia un disegno – fa da perfetta cornice alla mostra. Il salto di scala qui è acustico: l’amplificazione del rumore che la punta della matita fa sfregandosi sul foglio di carta lascia emergere una sorta di minaccia sonora nello spazio dell’esposizione e riconduce l’operazione del disegnare a quella di una vera e propria azione o incursione.
09
ottobre 2007
David Ter-Oganyan / Sasha Galkina
Dal 09 ottobre al 15 novembre 2007
arte contemporanea
Location
PROMETEOGALLERY
Milano, Via Giovanni Ventura, 6, (Milano)
Milano, Via Giovanni Ventura, 6, (Milano)
Vernissage
9 Ottobre 2007, h 19.00
Autore
Curatore