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David Tremlett
David Tremlett inaugura la sua seconda personale alla Noire Gallery: sessantatré opere illuminano e colorano i muri della galleria reinterpretando lo spazio.
Comunicato stampa
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David Tremlett inaugura la sua seconda personale alla Noire Gallery: sessantatré opere illuminano e colorano i muri della galleria reinterpretando lo spazio.
L’artista esordisce negli anni Sessanta nell’era dell’arte concettuale, fungendo da erede di una curiosità illuminista e di una sensibilità romantica del viaggio come ricerca interiore.
Nel tempo, è attraverso questa matrice che la sua opera si è arricchita di un singolare senso di originalità. Ciò che interessa all’artista è realizzare progetti in cui le forme siano libere, in equilibrio tra colore, geometria e proporzione. Dietro, c’è tutto un mondo di esperienze che diventa parte del suo lavoro: esperienze di viaggi lontani, la purezza della forma africana o giapponese, la bellezza delle chiese italiane…
“È come comporre musica o scrivere: a un certo punto fluisce fuori di te e ti trasporta. Il materiale originale è la tua storia”.
Ed è sempre l’artista ad affermare che l’evoluzione del colore utilizzato nelle proprie opere deriva dalla frequentazione dell’Italia: “In Italia, sono circondato dagli affreschi di Giotto, Piero della Francesca, Mantegna (…) sono costantemente immerso nel colore”.
Le opere esposte alla Noire Gallery, realizzate con i pastelli colorati, sono il frutto più evidente della vita dell’artista come “cittadino del mondo”, sin da quando raggiunse l’Australia facendo l’autostop nel 1971, e poi l’ Estremo Oriente, l’Africa e le Americhe.
Molto di più di una semplice tecnica artistica, l’uso del pastello è un modus vivendi, che Tremlett traduce nella “filosofia del viaggiare leggeri”.
L’artista non ha bisogno né di acqua né di solventi per diluire i suoi colori, non usa spatola o pennello. Quando realizza i suoi wall drawings massaggia la carta e le pareti con le dita e le mani. Il metodo è molto simile a quello che uno scultore userebbe per modellare l’argilla o il gesso: non ci sono intermediari fra il creatore e la materia.
Sono forme geometriche irregolari, determinate da linee perfette: trapezi, sezioni di cerchi, rettangoli spezzati che contengono parti dipinte di rosso, verde, arancione, grigio.
Colori che ricordano terre lontane, dove persino il bianco e il nero rivestono ruoli vitali.
“Tutto è accuratamente pensato e organizzato in studio. Non sperimento molto sulla carta, sperimento nella mia mente. Penso all’equilibrio fino a quando non ho chiara l’idea di quello che voglio. Quando lascio lo studio, tutto dev’essere finito”.
L’artista esordisce negli anni Sessanta nell’era dell’arte concettuale, fungendo da erede di una curiosità illuminista e di una sensibilità romantica del viaggio come ricerca interiore.
Nel tempo, è attraverso questa matrice che la sua opera si è arricchita di un singolare senso di originalità. Ciò che interessa all’artista è realizzare progetti in cui le forme siano libere, in equilibrio tra colore, geometria e proporzione. Dietro, c’è tutto un mondo di esperienze che diventa parte del suo lavoro: esperienze di viaggi lontani, la purezza della forma africana o giapponese, la bellezza delle chiese italiane…
“È come comporre musica o scrivere: a un certo punto fluisce fuori di te e ti trasporta. Il materiale originale è la tua storia”.
Ed è sempre l’artista ad affermare che l’evoluzione del colore utilizzato nelle proprie opere deriva dalla frequentazione dell’Italia: “In Italia, sono circondato dagli affreschi di Giotto, Piero della Francesca, Mantegna (…) sono costantemente immerso nel colore”.
Le opere esposte alla Noire Gallery, realizzate con i pastelli colorati, sono il frutto più evidente della vita dell’artista come “cittadino del mondo”, sin da quando raggiunse l’Australia facendo l’autostop nel 1971, e poi l’ Estremo Oriente, l’Africa e le Americhe.
Molto di più di una semplice tecnica artistica, l’uso del pastello è un modus vivendi, che Tremlett traduce nella “filosofia del viaggiare leggeri”.
L’artista non ha bisogno né di acqua né di solventi per diluire i suoi colori, non usa spatola o pennello. Quando realizza i suoi wall drawings massaggia la carta e le pareti con le dita e le mani. Il metodo è molto simile a quello che uno scultore userebbe per modellare l’argilla o il gesso: non ci sono intermediari fra il creatore e la materia.
Sono forme geometriche irregolari, determinate da linee perfette: trapezi, sezioni di cerchi, rettangoli spezzati che contengono parti dipinte di rosso, verde, arancione, grigio.
Colori che ricordano terre lontane, dove persino il bianco e il nero rivestono ruoli vitali.
“Tutto è accuratamente pensato e organizzato in studio. Non sperimento molto sulla carta, sperimento nella mia mente. Penso all’equilibrio fino a quando non ho chiara l’idea di quello che voglio. Quando lascio lo studio, tutto dev’essere finito”.
24
ottobre 2019
David Tremlett
Dal 24 ottobre 2019 al 31 gennaio 2020
arte contemporanea
Location
NOIRE GALLERY – VIA PIOSSASCO
Torino, Via Piossasco, 29, (Torino)
Torino, Via Piossasco, 29, (Torino)
Orario di apertura
da martedì a venerdi ore 10-18
Vernissage
24 Ottobre 2019, ore 18
Autore