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Davide Battista – Holy nap
Davide Battista, fotografo romano espone nella mostra “Holy Nap”, gli scatti rubati durante i suoi viaggi di lavoro in giro per il mondo. Su una spiaggia o in mezzo al traffico, in metropolitana o durante una poppata, in un sambodromo o ad un rave party, coglie l’attimo in cui l’attività diurna frenetica, recede di fronte alla necessità fisiologica di staccare.
Comunicato stampa
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“Una pennichella distilla in pochi minuti la dolcezza di un’intera notte di sonno”
Dolcemente le palpebre si fanno pesanti, le membra intorpidiscono, l’udito affievolisce. Non importa in quale situazione, Lei si presenta pesante o leggera, con spontanea irriverenza, senza distinzioni sociali o di età, ed è difficile non farsi convincere ad assecondarla. Lei è la Pennichella o Pisolino, che dir si voglia, così Mediterranea e Latina, spesso fonte di controversie e recentemente rivalutata anche dalla scienza. Addirittura il grande Leonardo da Vinci, non ne poteva fare a meno. Questo uno dei segreti del suo genio?
Davide Battista,fotografo romano espone nella mostra “Holy Nap”, gli scatti rubati durante i suoi viaggi di lavoro in giro per il mondo. Su una spiaggia o in mezzo al traffico, in metropolitana o durante una poppata, in un sambodromo o ad un rave party, coglie l’attimo in cui l’attività diurna frenetica ,recede di fronte alla necessità fisiologica di staccare. Lentamente, chi viene abbracciato da Morfeo anche per pochi istanti, scivola in una dolce situazione estraniante che fa perdere l’aderenza con la realtà. Il silenzio rigenerativo che ne consegue,assume connotazioni di una sacralità che appare irrinunciabile. “Holy nap”, “Santa pennichella” tradotto letteralmente. La fotografia immortala questo sublime istante, dilatando all’infinito il suo concetto di spazio e tempo racchiudendo il tutto in doppia dimensione. L’istante non è più tale perché, viene innalzato sull’altare degli onori artistici contrastando la brevità della sua essenza e la foto si configura come somma di due pause. La principale è quella costituita dal soggetto che si addormenta, la seconda scaturisce dall’incontro di questo o questi con lo sguardo di Davide Battista che, prontamente li fotografa, carpendo un momento della pausa che amplia all’infinito. Il materiale su cui viene stampata, esula la classicità del cartaceo a favore del policarbonato e acciaio che, riflettono metaforicamente, l’irregolarità degli spazi ritagliati per la “pennichella”. Si, perché questa non ha rispetto di niente e nessuno e coglie sempre in luoghi ameni. I soggetti immortalati, dominano la scena fotografica in silenzio. Soffermiamoci per un attimo a pensare a quali e quante sono le possibilità espressive che offre l’umanità quotidiana, sono numerose, ma non è da tutti saperle decifrare e leggere. E’ come interpretare le note di un pentagramma. Quello che il fotografo romano ci propone, sono il frutto di una lettura attenta e sensibile delle scenografie che animano il panorama urbano di ogni giorno. Del resto la fotografia, è il grande mezzo che ha rivoluzionato l’arte mediante la riproduzione meccanica di ciò che vediamo, sdoganando in un certo senso la pittura che ha cominciato a meditare anche su altre vie. Che ci si trovi a Roma come a Rio de Janeiro, in Sicilia o in Spagna, quello che traspare dalle fotografie è una multiforme umanità ingenua e stanca accomunata da quei quindici o venti minuti ristoratori.
Le opere presenti, in mostra sono corredate ciascuna da un audio che intende riprodurre l’acustica ambientale inerente allo scatto effettuato al fine di creare una situazione artistica polisensoriale con effetti estranianti. Il visitatore si trova di fronte la fotografia e con l’ausilio delle cuffie presenti in loco si immerge completamente nel flusso di sensazioni, nato dall’incontro tra lo sguardo di Davide Battista e i soggetti.
Carlo Ercoli
Dolcemente le palpebre si fanno pesanti, le membra intorpidiscono, l’udito affievolisce. Non importa in quale situazione, Lei si presenta pesante o leggera, con spontanea irriverenza, senza distinzioni sociali o di età, ed è difficile non farsi convincere ad assecondarla. Lei è la Pennichella o Pisolino, che dir si voglia, così Mediterranea e Latina, spesso fonte di controversie e recentemente rivalutata anche dalla scienza. Addirittura il grande Leonardo da Vinci, non ne poteva fare a meno. Questo uno dei segreti del suo genio?
Davide Battista,fotografo romano espone nella mostra “Holy Nap”, gli scatti rubati durante i suoi viaggi di lavoro in giro per il mondo. Su una spiaggia o in mezzo al traffico, in metropolitana o durante una poppata, in un sambodromo o ad un rave party, coglie l’attimo in cui l’attività diurna frenetica ,recede di fronte alla necessità fisiologica di staccare. Lentamente, chi viene abbracciato da Morfeo anche per pochi istanti, scivola in una dolce situazione estraniante che fa perdere l’aderenza con la realtà. Il silenzio rigenerativo che ne consegue,assume connotazioni di una sacralità che appare irrinunciabile. “Holy nap”, “Santa pennichella” tradotto letteralmente. La fotografia immortala questo sublime istante, dilatando all’infinito il suo concetto di spazio e tempo racchiudendo il tutto in doppia dimensione. L’istante non è più tale perché, viene innalzato sull’altare degli onori artistici contrastando la brevità della sua essenza e la foto si configura come somma di due pause. La principale è quella costituita dal soggetto che si addormenta, la seconda scaturisce dall’incontro di questo o questi con lo sguardo di Davide Battista che, prontamente li fotografa, carpendo un momento della pausa che amplia all’infinito. Il materiale su cui viene stampata, esula la classicità del cartaceo a favore del policarbonato e acciaio che, riflettono metaforicamente, l’irregolarità degli spazi ritagliati per la “pennichella”. Si, perché questa non ha rispetto di niente e nessuno e coglie sempre in luoghi ameni. I soggetti immortalati, dominano la scena fotografica in silenzio. Soffermiamoci per un attimo a pensare a quali e quante sono le possibilità espressive che offre l’umanità quotidiana, sono numerose, ma non è da tutti saperle decifrare e leggere. E’ come interpretare le note di un pentagramma. Quello che il fotografo romano ci propone, sono il frutto di una lettura attenta e sensibile delle scenografie che animano il panorama urbano di ogni giorno. Del resto la fotografia, è il grande mezzo che ha rivoluzionato l’arte mediante la riproduzione meccanica di ciò che vediamo, sdoganando in un certo senso la pittura che ha cominciato a meditare anche su altre vie. Che ci si trovi a Roma come a Rio de Janeiro, in Sicilia o in Spagna, quello che traspare dalle fotografie è una multiforme umanità ingenua e stanca accomunata da quei quindici o venti minuti ristoratori.
Le opere presenti, in mostra sono corredate ciascuna da un audio che intende riprodurre l’acustica ambientale inerente allo scatto effettuato al fine di creare una situazione artistica polisensoriale con effetti estranianti. Il visitatore si trova di fronte la fotografia e con l’ausilio delle cuffie presenti in loco si immerge completamente nel flusso di sensazioni, nato dall’incontro tra lo sguardo di Davide Battista e i soggetti.
Carlo Ercoli
13
dicembre 2007
Davide Battista – Holy nap
Dal 13 al 31 dicembre 2007
arte contemporanea
Location
FONDAZIONE PASTIFICIO CERERE
Roma, Via Degli Ausoni, 7, (Roma)
Roma, Via Degli Ausoni, 7, (Roma)
Orario di apertura
dal lunedì al venerdì dalle 15.00 alle 19.00
Vernissage
13 Dicembre 2007, ore 19
Sito web
www.davidebattista.com
Autore
Curatore