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Davide Battistin – Beyond the Horizon
La mostra presenta quindici opere che Davide Battistin ha realizzato per l’occasione. Oli su tela, di grandi dimensioni, che raccontano una Venezia incantata, onirica, tanto cara ai veneziani
Comunicato stampa
Segnala l'evento
“Quello che all’inizio può sembrare uno spazio vuoto, in realtà risulta stranamente accogliente e
invita chi osserva ad abitarlo. Ma, soprattutto, Davide non rappresenta Venezia come una città
spenta o morta. Al contrario, sulle sue tele troviamo la Venezia della nostra immaginazione. Una
città incantata, che possiamo ancora intravedere di tanto in tanto… Uno spazio idealizzato,
personale che va oltre la realtà del presente e risuona dentro di noi, nella mente e nel cuore”.
Queste le parole di Ian Warrell, curatore della mostra Davide Battistin. Beyond the Horizon,
dal 13 dicembre al 27 gennaio prossimi, nella suggestiva cornice dell'Area Scarpa della
Fondazione Querini Stampalia
La mostra presenta quindici opere che Davide Battistin ha realizzato per l'occasione. Oli su tela, di
grandi dimensioni, che raccontano una Venezia incantata, onirica, tanto cara ai veneziani.
C'è Beyond the Horizon, il dipinto che dà il titolo alla mostra, ma anche Stillness, Canal Grande,
Redentore, nomi evocativi che rimandano all'immaginario collettivo di questa città sospesa tra
acqua e cielo e alla grande tradizione dei vedutisti, da Canaletto a Marieschi, da Bellotto a Guardi,
a Turner.
"L’idea di abitare un’opera si può utilizzare come metafora per esprimere il rapporto che Davide
Battistin ha con i suoi dipinti dedicati a Venezia. Anzi, alle Venezie, che sono tante quante sono le
occasioni per ri-crearla in pittura e quanti sono gli scenari adatti alla realizzazione del personale
vedutismo dell’artista. In realtà è come ci fossero due pittori in lui: quello narrativo e quello
contemplativo. Il primo è calato perfettamente nella tradizione figurativa che fa della Città
galleggiante un’icona universale; il secondo invece è quello che “diventa” Venezia, che pratica una
specie di immersione totale… dove sembra smarrirsi in una dimensione azzurra. Davide si lascia
possedere dall’atmosfera della sua città, che è colore; diciamo pure che il linguaggio visivo che
esprime questa dimensione non è altro che colore, le forme non esistono più – è la
trasfigurazione".
Così scrive Ivo Prandin nel saggio in catalogo che prosegue: “Osserviamo da vicino la sua azione
sulla tela e scopriamo che ha eliminato ogni traccia del pennello…come se volesse “dimenticare” il
tocco che serve a tessere le immagini; il ductus di Battistin viene superato e il colore si confonde in
una totalità che appartiene più al sogno che al mondo vivente… in Davide Battistin troviamo
piuttosto che è la pittura ad attirarlo dentro di sé, nel proprio corpo, a sedurlo.
Se dipingere è costruire con la luce, e l’arte è tradurre la materia in immagine, nel caso di Battistin
si può parlare di abbandono all’incantesimo, a quel processo di chimica fantastica che è la
creazione di figurazioni ai limiti della materia, quasi un evaporare o disincarnarsi, come accade
proprio al suo motif, a quella Venezia non più detta esplicitamente ma suggerita, sognata forse, se
il sogno è un “luogo di passaggio per un ritrovamento… è il resoconto poetico di un’esperienza dei
sensi eccitati allo spasimo, pura emotività”.
BIOGRAFIA
Davide Battistin
Nato a Venezia nel 1970, si diploma nel 1998 all’Accademia di Belle Arti della sua città con una
tesi su Guglielmo Ciardi.
Ha esposto a New York, Londra e San Francisco. Dal 2013 è rappresentato da Lineadacqua.
Ian Warrell
Curatore indipendente specializzato nell’arte britannica del diciannovesimo secolo. È stato
curatore alla Tate per oltre venticinque anni ed è il massimo esperto dell’opera di Turner.
invita chi osserva ad abitarlo. Ma, soprattutto, Davide non rappresenta Venezia come una città
spenta o morta. Al contrario, sulle sue tele troviamo la Venezia della nostra immaginazione. Una
città incantata, che possiamo ancora intravedere di tanto in tanto… Uno spazio idealizzato,
personale che va oltre la realtà del presente e risuona dentro di noi, nella mente e nel cuore”.
Queste le parole di Ian Warrell, curatore della mostra Davide Battistin. Beyond the Horizon,
dal 13 dicembre al 27 gennaio prossimi, nella suggestiva cornice dell'Area Scarpa della
Fondazione Querini Stampalia
La mostra presenta quindici opere che Davide Battistin ha realizzato per l'occasione. Oli su tela, di
grandi dimensioni, che raccontano una Venezia incantata, onirica, tanto cara ai veneziani.
C'è Beyond the Horizon, il dipinto che dà il titolo alla mostra, ma anche Stillness, Canal Grande,
Redentore, nomi evocativi che rimandano all'immaginario collettivo di questa città sospesa tra
acqua e cielo e alla grande tradizione dei vedutisti, da Canaletto a Marieschi, da Bellotto a Guardi,
a Turner.
"L’idea di abitare un’opera si può utilizzare come metafora per esprimere il rapporto che Davide
Battistin ha con i suoi dipinti dedicati a Venezia. Anzi, alle Venezie, che sono tante quante sono le
occasioni per ri-crearla in pittura e quanti sono gli scenari adatti alla realizzazione del personale
vedutismo dell’artista. In realtà è come ci fossero due pittori in lui: quello narrativo e quello
contemplativo. Il primo è calato perfettamente nella tradizione figurativa che fa della Città
galleggiante un’icona universale; il secondo invece è quello che “diventa” Venezia, che pratica una
specie di immersione totale… dove sembra smarrirsi in una dimensione azzurra. Davide si lascia
possedere dall’atmosfera della sua città, che è colore; diciamo pure che il linguaggio visivo che
esprime questa dimensione non è altro che colore, le forme non esistono più – è la
trasfigurazione".
Così scrive Ivo Prandin nel saggio in catalogo che prosegue: “Osserviamo da vicino la sua azione
sulla tela e scopriamo che ha eliminato ogni traccia del pennello…come se volesse “dimenticare” il
tocco che serve a tessere le immagini; il ductus di Battistin viene superato e il colore si confonde in
una totalità che appartiene più al sogno che al mondo vivente… in Davide Battistin troviamo
piuttosto che è la pittura ad attirarlo dentro di sé, nel proprio corpo, a sedurlo.
Se dipingere è costruire con la luce, e l’arte è tradurre la materia in immagine, nel caso di Battistin
si può parlare di abbandono all’incantesimo, a quel processo di chimica fantastica che è la
creazione di figurazioni ai limiti della materia, quasi un evaporare o disincarnarsi, come accade
proprio al suo motif, a quella Venezia non più detta esplicitamente ma suggerita, sognata forse, se
il sogno è un “luogo di passaggio per un ritrovamento… è il resoconto poetico di un’esperienza dei
sensi eccitati allo spasimo, pura emotività”.
BIOGRAFIA
Davide Battistin
Nato a Venezia nel 1970, si diploma nel 1998 all’Accademia di Belle Arti della sua città con una
tesi su Guglielmo Ciardi.
Ha esposto a New York, Londra e San Francisco. Dal 2013 è rappresentato da Lineadacqua.
Ian Warrell
Curatore indipendente specializzato nell’arte britannica del diciannovesimo secolo. È stato
curatore alla Tate per oltre venticinque anni ed è il massimo esperto dell’opera di Turner.
12
dicembre 2018
Davide Battistin – Beyond the Horizon
Dal 12 dicembre 2018 al 27 gennaio 2019
arte contemporanea
Location
FONDAZIONE QUERINI STAMPALIA
Venezia, Campo Santa Maria Formosa, 5252, (Venezia)
Venezia, Campo Santa Maria Formosa, 5252, (Venezia)
Biglietti
La visita alla Collezione Intesa Sanpaolo è inclusa nel biglietto d’ingresso alla Fondazione Querini Stampalia: Intero € 14; ridotto € 10 Gratuito fino ai 18 anni compiuti
Tutte le domeniche ingresso gratuito ai residenti nel Comune di Venezia
Orario di apertura
Da martedì a domenica, dalle 10 alle 18
(la biglietteria chiude alle 17.30)
Chiuso lunedì
Vernissage
12 Dicembre 2018, ore 18
Autore
Curatore