Davide Coltro, definito da Maurizio Sciaccaluga come uno dei nuovi protagonisti nella scena dell’arte contemporaneo, è un artista tra i più originali. Capace come pochi di cavalcare il confine che divide fotografia e pittura. Le sue opere sono il prodotto di una combinazione perfetta tra suggestioni pittoriche e soluzioni digitali, tra una concezione dell’opera classica e una tecnica all’avanguardia. Coltro dipinge con macchina fotografica e tastiera, stende velature col mouse, cita i giochi d’ombra e di luce del Seicento poscaravaggesco. Il nero, un buio cupo e assoluto da cui emergono come lampi una serie di volti, figure e architetture metropolitane, è l’elemento unificante di tutta la ricerca di Coltro. Si tratta di una oscurità senza punti di riferimento. I suoi soggetti sono molto semplici e banali, protagonisti delle più comuni scene metropolitane, ma ai quali l’artista rende affascinanti regalandogli un tocco di magia e avvolgendogli in atmosfere mistiche. Strappati dal contesto reale, sprofondati in una notte color pece che potrebbe non aver fine, cose e persone brillano di luce propria, restano in attesa di un evento forse soprannaturale. O magari si presentano come il prologo perfetto di un racconto fatto di sorprese e colpi di scena. L’insegna Hotel che emerge dalle tenebre o la luce rossastra di una finestra che combatte da sola l’oscurità sono gli incipit ideali di un thriller, le soglie oltre cui si può entrare all’inferno o in paradiso.
Un appuntamento pieno di fascino che la galleria d’arte catùs di Bologna presenta in concomitanza con altri eventi di cui l’artista è protagonista in gallerie d’arte a Napoli, Torino, Verona e Mantova

Presentazione ispirata dal testo critico di Maurizio Sciaccaluga della pubblicazione Arte - Editoriale Mondadori - del mese di Maggio 2005
Adattato da Silvana Cagnolo
Art director
Galleria d’arte catùs