Questi occhi scaturiti da violente pennellate nere popolano la galleria come i cartelloni pubblicitari la metropolitana. Un occhio, guardando alla strada e facendo un cenno dalla porta, vi invita ad entrare nella galleria, dove gli occhi in bianco e nero delle movie stars degli anni 50, violentemente delineati, vi fissano.
Funzionando come un modello del Panopticon di Jeremy Bentham, i dipinti sono i vostri carcerieri e vi tengono intrappolati col loro sguardo. Così, mentre venite a vedere i quadri, i quadri sono qui per guardarvi. Questa arte più che essere spettacolo vi sorveglia, è una maliziosa riproduzione della vita quotidiana nella moderna società tecnologica, rappresentata dagli occhi ingigantiti ed omnividenti di Hitchcock, Brando, Loren, Bergman, Deneuve, Cocteau e Bogart.
Come attori in un film anche noi possiamo essere buoni e cattivi, bianchi e neri, sommersi da immagini pubblicitarie che creano i nostri miti, dice Davide di Taranto, l’artista, ed è proprio a questo punto che “mitraglierò più nero sulla tela trasparente che riveste il primo dipinto, miniparticelle che fibrillano come parassiti intorno alle zone più scure. Sembra uno schermo ed in questo modo il dipinto assume una specie di movimento statico: cambia espressione se lo spettatore si muove da un punto all’altro, Il mio obiettivo è colpirlo, scrutando i suoi occhi con occhio clinico, sconcertandolo.”