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Davide Grazioli – Accidental Occidental
E’ possibile lo scambio culturale per mezzo del sapere mitico fra Oriente e Occidente? La ricerca artistica di Davide Grazioli pare affermare irrevocabilmente questa possibilità, percorrendo, di fatto, quelli che Hermann Hesse definiva “i ponti magici”
Comunicato stampa
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La fonte del dialogo fra culture diverse, nell’era postmoderna, è perseguibile senza l’approccio scientifico? E’ possibile lo scambio culturale per mezzo del sapere mitico fra Oriente e Occidente? La ricerca artistica di Davide Grazioli pare affermare irrevocabilmente questa possibilità, percorrendo, di fatto, quelli che Hermann Hesse definiva “i ponti magici”.
Milanese di nascita, divide il suo tempo fra l’Italia e l’India, ma non vi è niente di definitivo nella sua opera, che si nutre di nuova linfa ad ogni suo viaggio. E’ proprio quest’ultimo – il viaggio – a costituire l’effettiva meta delle sue peregrinazioni, e non il luogo geografico da lui raggiunto di volta in volta. Grazioli non è, pertanto, l’ennesimo occidentale affascinato dall’esotismo che si spoglia della sua identità e della sua storia per rinascere orientale. Tutt’ altro. Egli vive le esperienze con gli occhi di colui che è un prodotto della sua cultura d’origine e personale, e medita, cresce, conosce qualcosa a lui estraneo, con la curiosità e l’apertura mentale di chi è alieno da pregiudizi e stereotipi di stampo ottocentesco che ancora così fortemente influenzano l’uomo occidentale.
Lo scopo primario di Grazioli rimane, in ogni caso, quello di portarci in viaggio con lui, di filtrare per noi le conoscenze tramite la sua soggettività, il suo personale modo di vedere le cose, aspirando a rendere la sua esperienza universale e assoluta. Scopo perseguito realizzando tutte le sue opere con un processo che imita, a livello concettuale, quella riduzione di soggettività a cui l’artista allude, ma senza essere, nel farlo, pretenzioso. Nella sua opera vi è assenza di giudizio morale verso la superiorità di questa o quella cultura, o del modo di essere dell’artista rispetto a quello di chiunque altro, compreso quello di colui che osserva il suo lavoro. Il recupero del sapere mitico diventa, quindi, merce di scambio fra culture diverse, ma non opposte. E’, infatti, stupefacente osservare che, guardando le opere di Grazioli, siano innanzitutto le somiglianze, le basi comuni di Oriente e Occidente, i punti d’incontro fra questi due mondi, ad esserci evidenti, e non la loro estraneità, che siamo così spesso abituati ad accentuare ed estremizzare con facilità. Grazioli ci porta per mano a scrutare il mondo delle religioni orientali e della contemporaneità indiana, asiatica, proponendoci un ritorno alla spiritualità che la nostra cultura deterministica ha boicottato in favore del pensiero scientifico. E, senza scomodare Jung, parla al nostro inconscio perduto un linguaggio assolutamente comprensibile, proponendoci il recupero dell’Anima all’interno della nostra frenetica quotidianità.
Davide Grazioli (Milano, 1972) incontra nel 1998 Aldo Mondino, diviene suo allievo e assistente e quando nel 2000 il maestro fa un viaggio in India lo segue senza tornare indietro. Da quel momento divide il suo tempo tra Occidente e Oriente, cercando di vivere come su un ponte a cavallo tra due culture diverse, che si mettono in relazione mantenendo la propria individualità.
Su questi due piani vengono stabiliti dei veri e propri parallelismi, come nelle due coppie di opere Accidental Occidental e Dieux trouvés. Il primo dittico è composto da due stampe digitali su tela dove troviamo una di fronte all’altra una tipica scarpa maschile in pelle e una calzatura indiana di tela, successivamente rielaborate in modo che l’una si ritrovi ricostruita nel materiale dell’altra. Stesso ragionamento sta alla base di Dieux trouvés dove sono mischiati simboli religiosi cattolici ed induisti fino a raffigurare la Sacra Famiglia con in braccio non Gesù, ma un bambino con la proboscide, che altro non è che un personaggio delle credenze indiane.
Da un'intervista a Davide Grazioli:
"l'approccio che ho nella produzione artistica è totalmente concettuale, lo è a tal punto che il lavoro stesso non è mai spiegabile interamente se non vi si ricomprende anche il gesto/viaggio che lo ha generato. A sua volta il viaggio è fatto di incontri e di persone ed io semplicemente mi limito a lasciar arrivare le cose. Quello che avverto come l'unico vero lavoro è quello di mettermi "in contatto" in sintonia: il resto succede da se. In questa visione del tutto romantica i messaggi che arrivano in un certo senso non mi appartengono, io ne sono solo il canale, il veicolo."
Davide Grazioli
Nato a Milano nel 1972. Attualmente vive e lavora tra Milano e Madras (India).
Principali mostre personali
1998 Cohn & Wolfe, Milano
1999 LT, Milano
Cohn & Wolfe, Milano
Nun, Milano
2001 La Posteria, Milano
Potenza ltd, Londra
2002 Private Banking UniCredito Italiano, Milano
2003 Accidental/Occidental, Lalit Kala Akademi, Madras, India
2004 Accidental/Occidental, Inter Nos, Milano
2005 Accidental/Occidental, nt art gallery, Bologna
Mostra collettiva
2003 Il Leone di Giuda, Galleria Piemonte Artistico Culturale, Torino
Milanese di nascita, divide il suo tempo fra l’Italia e l’India, ma non vi è niente di definitivo nella sua opera, che si nutre di nuova linfa ad ogni suo viaggio. E’ proprio quest’ultimo – il viaggio – a costituire l’effettiva meta delle sue peregrinazioni, e non il luogo geografico da lui raggiunto di volta in volta. Grazioli non è, pertanto, l’ennesimo occidentale affascinato dall’esotismo che si spoglia della sua identità e della sua storia per rinascere orientale. Tutt’ altro. Egli vive le esperienze con gli occhi di colui che è un prodotto della sua cultura d’origine e personale, e medita, cresce, conosce qualcosa a lui estraneo, con la curiosità e l’apertura mentale di chi è alieno da pregiudizi e stereotipi di stampo ottocentesco che ancora così fortemente influenzano l’uomo occidentale.
Lo scopo primario di Grazioli rimane, in ogni caso, quello di portarci in viaggio con lui, di filtrare per noi le conoscenze tramite la sua soggettività, il suo personale modo di vedere le cose, aspirando a rendere la sua esperienza universale e assoluta. Scopo perseguito realizzando tutte le sue opere con un processo che imita, a livello concettuale, quella riduzione di soggettività a cui l’artista allude, ma senza essere, nel farlo, pretenzioso. Nella sua opera vi è assenza di giudizio morale verso la superiorità di questa o quella cultura, o del modo di essere dell’artista rispetto a quello di chiunque altro, compreso quello di colui che osserva il suo lavoro. Il recupero del sapere mitico diventa, quindi, merce di scambio fra culture diverse, ma non opposte. E’, infatti, stupefacente osservare che, guardando le opere di Grazioli, siano innanzitutto le somiglianze, le basi comuni di Oriente e Occidente, i punti d’incontro fra questi due mondi, ad esserci evidenti, e non la loro estraneità, che siamo così spesso abituati ad accentuare ed estremizzare con facilità. Grazioli ci porta per mano a scrutare il mondo delle religioni orientali e della contemporaneità indiana, asiatica, proponendoci un ritorno alla spiritualità che la nostra cultura deterministica ha boicottato in favore del pensiero scientifico. E, senza scomodare Jung, parla al nostro inconscio perduto un linguaggio assolutamente comprensibile, proponendoci il recupero dell’Anima all’interno della nostra frenetica quotidianità.
Davide Grazioli (Milano, 1972) incontra nel 1998 Aldo Mondino, diviene suo allievo e assistente e quando nel 2000 il maestro fa un viaggio in India lo segue senza tornare indietro. Da quel momento divide il suo tempo tra Occidente e Oriente, cercando di vivere come su un ponte a cavallo tra due culture diverse, che si mettono in relazione mantenendo la propria individualità.
Su questi due piani vengono stabiliti dei veri e propri parallelismi, come nelle due coppie di opere Accidental Occidental e Dieux trouvés. Il primo dittico è composto da due stampe digitali su tela dove troviamo una di fronte all’altra una tipica scarpa maschile in pelle e una calzatura indiana di tela, successivamente rielaborate in modo che l’una si ritrovi ricostruita nel materiale dell’altra. Stesso ragionamento sta alla base di Dieux trouvés dove sono mischiati simboli religiosi cattolici ed induisti fino a raffigurare la Sacra Famiglia con in braccio non Gesù, ma un bambino con la proboscide, che altro non è che un personaggio delle credenze indiane.
Da un'intervista a Davide Grazioli:
"l'approccio che ho nella produzione artistica è totalmente concettuale, lo è a tal punto che il lavoro stesso non è mai spiegabile interamente se non vi si ricomprende anche il gesto/viaggio che lo ha generato. A sua volta il viaggio è fatto di incontri e di persone ed io semplicemente mi limito a lasciar arrivare le cose. Quello che avverto come l'unico vero lavoro è quello di mettermi "in contatto" in sintonia: il resto succede da se. In questa visione del tutto romantica i messaggi che arrivano in un certo senso non mi appartengono, io ne sono solo il canale, il veicolo."
Davide Grazioli
Nato a Milano nel 1972. Attualmente vive e lavora tra Milano e Madras (India).
Principali mostre personali
1998 Cohn & Wolfe, Milano
1999 LT, Milano
Cohn & Wolfe, Milano
Nun, Milano
2001 La Posteria, Milano
Potenza ltd, Londra
2002 Private Banking UniCredito Italiano, Milano
2003 Accidental/Occidental, Lalit Kala Akademi, Madras, India
2004 Accidental/Occidental, Inter Nos, Milano
2005 Accidental/Occidental, nt art gallery, Bologna
Mostra collettiva
2003 Il Leone di Giuda, Galleria Piemonte Artistico Culturale, Torino
12
novembre 2005
Davide Grazioli – Accidental Occidental
Dal 12 novembre al 04 dicembre 2005
arte contemporanea
Location
CENTRO D’ARTE RAFFAELLO (RESUTTANA)
Palermo, Via Resuttana, 414, (Palermo)
Palermo, Via Resuttana, 414, (Palermo)
Orario di apertura
tutti i giorni 10-13 e 16-20
Vernissage
12 Novembre 2005, ore 18
Autore
Curatore