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Davide Grazioli – Accidental occidental
Accidental occidental presenta una panoramica completa degli ultimi lavori di Davide Grazioli realizzati per la maggior parte in India
Comunicato stampa
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Giovane artista di nascita milanese sviluppa la sua ricerca fra occidente e oriente. Il percorso espositivo è formato dallo sviluppo della ricerca tematica affrontata nella prima importante personale dell’artista avvenuta nel 2003 a Chennai / Madras presso la Lalit Kala Akademi presentata dal critico d’arte Ashrafi S. Bhagat. Partendo da una ricerca fotografica riprende momenti di vita contemporanea indiana dove nel quotidiano intriso di spiritualità le nuove tecnologie in frenetica evoluzione trovano posto accanto alle immagini sacre e ai templi, apparenti contraddizioni che vivono armonicamente.
DIPINTI: realizzati su lamiera utilizzando anche la maestria degli Hoarding Painters, giovani pittori specializzati nella realizzazione di insegne pubblicitarie e soprattutto di cartelloni cinematografici. La scelta dell’artista di ridurre la propria soggettività diventa così anche un modo per sottolineare il valore di queste figure destinate a scomparire, ma è anche uno stratagemma per parlare del ritorno della spiritualità in occidente utilizzando l’India come parametro del sacro. I soggetti sono close-up di particolari di templi Indù o di elementi che rimandano alla meditazione e alla preghiera. Realizzati con una fattura non rifinita si potrebbero accostare all’ideale estetico giapponese del wabi-sabi in cui la bellezza dell’opera è racchiusa nel suo non essere perfetta. Centrale è per l’artista la compenetrazione tra oriente e occidente in merito alla quale elegge come uno degli interpreti anche la figura del recentemente scomparso Tiziano Terzani.
LE “INSTALLAZIONI SPONTENEE”: serie di pezzi unici di light box di forma quadrata dove una selezione di 11 foto diventano delle sculture luminose.
SCULTURE: il fior di loto e dell’oppio si uniscono in un solo gambo nelle fusioni in bronzo e in alluminio dell’artista a simboleggiare la vera Guarigione che può avvenire solo unendo la medicina con la cura dell’anima.
DIGITAL WORKS: protagonisti sono gli oggetti simbolo di un’India che sta velocemente scomparendo. I Rickshaw, le Ambassador, i Santini dei diversi templi e divinità rielaborati in esplosioni di colore stampate su tela.
Per Grazioli il viaggio viene vissuto come stato di meditazione in cui l’artista (ed ogni viaggiatore) possa accrescere se stesso libero dai condizionamenti originari.
“Il viaggio è per me un tutt’uno col gesto artistico, i miei lavori sono solo una conseguenza”, dice Davide Grazioli.
Attraverso riferimenti iconografici e letterari Grazioli descrive a modo suo il ritorno della spiritualità in occidente.
DIPINTI: realizzati su lamiera utilizzando anche la maestria degli Hoarding Painters, giovani pittori specializzati nella realizzazione di insegne pubblicitarie e soprattutto di cartelloni cinematografici. La scelta dell’artista di ridurre la propria soggettività diventa così anche un modo per sottolineare il valore di queste figure destinate a scomparire, ma è anche uno stratagemma per parlare del ritorno della spiritualità in occidente utilizzando l’India come parametro del sacro. I soggetti sono close-up di particolari di templi Indù o di elementi che rimandano alla meditazione e alla preghiera. Realizzati con una fattura non rifinita si potrebbero accostare all’ideale estetico giapponese del wabi-sabi in cui la bellezza dell’opera è racchiusa nel suo non essere perfetta. Centrale è per l’artista la compenetrazione tra oriente e occidente in merito alla quale elegge come uno degli interpreti anche la figura del recentemente scomparso Tiziano Terzani.
LE “INSTALLAZIONI SPONTENEE”: serie di pezzi unici di light box di forma quadrata dove una selezione di 11 foto diventano delle sculture luminose.
SCULTURE: il fior di loto e dell’oppio si uniscono in un solo gambo nelle fusioni in bronzo e in alluminio dell’artista a simboleggiare la vera Guarigione che può avvenire solo unendo la medicina con la cura dell’anima.
DIGITAL WORKS: protagonisti sono gli oggetti simbolo di un’India che sta velocemente scomparendo. I Rickshaw, le Ambassador, i Santini dei diversi templi e divinità rielaborati in esplosioni di colore stampate su tela.
Per Grazioli il viaggio viene vissuto come stato di meditazione in cui l’artista (ed ogni viaggiatore) possa accrescere se stesso libero dai condizionamenti originari.
“Il viaggio è per me un tutt’uno col gesto artistico, i miei lavori sono solo una conseguenza”, dice Davide Grazioli.
Attraverso riferimenti iconografici e letterari Grazioli descrive a modo suo il ritorno della spiritualità in occidente.
31
marzo 2005
Davide Grazioli – Accidental occidental
Dal 31 marzo al 20 aprile 2005
arte contemporanea
Location
NT ART GALLERY
Bologna, Via Michelino, 33, (Bologna)
Bologna, Via Michelino, 33, (Bologna)
Orario di apertura
10,00 – 13,00 / 16,00 – 19,30 lunedi e domenica su appuntamento
Vernissage
31 Marzo 2005, ore 18.30
Ufficio stampa
STUDIO PESCI
Autore