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Davide La Rocca – Ora di reazione
Diciassette nuovi lavori dell’artysita siciliano
Comunicato stampa
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Giovedì 25 settembre 2014, in occasione della decima edizione di Start, inaugura presso Guidi&Schoen Arte Contemporanea, la mostra Ora di Reazione, prima personale genovese dell’artista siciliano Davide La Rocca.
L’esposizione presenta una serie di lavori pittorici di grandi dimensioni realizzati nel corso dell’anno appena trascorso. La vicinanza al divisionismo è evidente nei lavori di La Rocca, sia nella composizione costituita da punti disposti sistematicamente sulla tela con grande precisione, sia nei procedimenti tecnici con i quali il pittore catanese trasferisce in pittura le immagini tratte da film e fotografie. Un’indagine sui meccanismi percettivi del reale, filtrata attraverso una maglia finissima di segni ridotti in particelle.
Irrimediabilmente attratto dal cinema e da quegli aspetti che lo rendono una messa in scena pittorica, ma non interessato alla contaminazione dei generi, convinto che il medium che si predilige debba rimanere integro e fedele alla sua natura, dopo un percorso artistico di oltre quindici anni che lo ha portato a misurarsi con gli stili più innovativi in campo pittorico, l’artista avverte ora l’urgenza di riposizionarsi all’interno della grande tradizione italiana, nella convinzione che la pittura possa offrire ancora territori inesplorati che vale la pena percorrere.
Siamo ancora disposti alla contemplazione di immagini statiche? È questa la domanda che permea questo nuovo ciclo di lavori e alla quale La Rocca sembra fornire una risposta senza speranza.
A differenza di quanto accadeva nelle serie precedenti, nelle opere in mostra i soggetti dei dipinti sono tratti da elaborazioni di fotogrammi provenienti da un lungometraggio al quale lo stesso La Rocca sta lavorando e che sarà pronto nei primi mesi del 2015. Una sorta di ribaltamento del modus operandi che passa così a provocare immagini in movimento, dopo averle in qualche maniera subite.
La mostra – ci spiega l’artista nel catalogo che accompagna l’esibizione, insieme a un testo critico di Fulvio Chimento – rappresenta “l’ora di reazione” in cui riaffermare il senso del dipingere recuperando il suo valore terapeutico. La preoccupazione del pittore deve consistere, secondo l’artista, unicamente nel cercare quell’aspetto che commuova o incuriosisca a tal punto da convincerlo a dipingere un quadro. La pittura deve risolvere nodi semantici, non necessariamente scardinare sintassi.
Prendendo spunto dalla quotidianità di una famiglia borghese dei primi del Novecento, vista attraverso la lente d’ingrandimento del processo pittorico, la mostra si apre con una grande tela in cui è ritratta la famiglia intenta a recitare la preghiera che precede il pasto serale intorno a una tavola imbandita e illuminata da candelabri. In un altro lavoro una donna, riversa su un letto, è vegliata da un’oscura presenza. Segue una ricognizione di primi piani di oggetti di proprietà della famiglia: un servizio da tè, un bicchiere di cristallo, il tasto di un pianoforte, il vassoio di una colazione già consumata, ma anche incursioni incongruenti, come una risonanza magnetica cerebrale, uno scheletro gigantesco (quello di De Dominicis), il ritratto di una pecora, una zuppa di piselli, fino a concludersi con due autoritratti.
Davide La Rocca, nato a Catania nel 1970, vive e lavora a Milano.
Dal 1999 ha partecipato a mostre personali e collettive presso gallerie d’arte e musei in Italia, Germania, Spagna, Austria, Belgio, Estonia e Cina. Tra queste “Collector’s Choice II” presso lo ZKM - Museum für Neue Kunst a Karlsruhe (2009), “XIV Quadriennale di Roma” alla Galleria Nazionale dʼArte Moderna di Roma (2005), “Lo sguardo del collezionista: VAF Stiftung e Collezione Giovanardi” al MART di Rovereto (2005), e “Vernice. Sentieri della giovane pittura italiana” a Villa Manin a Passariano, Udine (2004). Dal 2002 ha presentato le sue personali in Italia e in Germania.
L’esposizione presenta una serie di lavori pittorici di grandi dimensioni realizzati nel corso dell’anno appena trascorso. La vicinanza al divisionismo è evidente nei lavori di La Rocca, sia nella composizione costituita da punti disposti sistematicamente sulla tela con grande precisione, sia nei procedimenti tecnici con i quali il pittore catanese trasferisce in pittura le immagini tratte da film e fotografie. Un’indagine sui meccanismi percettivi del reale, filtrata attraverso una maglia finissima di segni ridotti in particelle.
Irrimediabilmente attratto dal cinema e da quegli aspetti che lo rendono una messa in scena pittorica, ma non interessato alla contaminazione dei generi, convinto che il medium che si predilige debba rimanere integro e fedele alla sua natura, dopo un percorso artistico di oltre quindici anni che lo ha portato a misurarsi con gli stili più innovativi in campo pittorico, l’artista avverte ora l’urgenza di riposizionarsi all’interno della grande tradizione italiana, nella convinzione che la pittura possa offrire ancora territori inesplorati che vale la pena percorrere.
Siamo ancora disposti alla contemplazione di immagini statiche? È questa la domanda che permea questo nuovo ciclo di lavori e alla quale La Rocca sembra fornire una risposta senza speranza.
A differenza di quanto accadeva nelle serie precedenti, nelle opere in mostra i soggetti dei dipinti sono tratti da elaborazioni di fotogrammi provenienti da un lungometraggio al quale lo stesso La Rocca sta lavorando e che sarà pronto nei primi mesi del 2015. Una sorta di ribaltamento del modus operandi che passa così a provocare immagini in movimento, dopo averle in qualche maniera subite.
La mostra – ci spiega l’artista nel catalogo che accompagna l’esibizione, insieme a un testo critico di Fulvio Chimento – rappresenta “l’ora di reazione” in cui riaffermare il senso del dipingere recuperando il suo valore terapeutico. La preoccupazione del pittore deve consistere, secondo l’artista, unicamente nel cercare quell’aspetto che commuova o incuriosisca a tal punto da convincerlo a dipingere un quadro. La pittura deve risolvere nodi semantici, non necessariamente scardinare sintassi.
Prendendo spunto dalla quotidianità di una famiglia borghese dei primi del Novecento, vista attraverso la lente d’ingrandimento del processo pittorico, la mostra si apre con una grande tela in cui è ritratta la famiglia intenta a recitare la preghiera che precede il pasto serale intorno a una tavola imbandita e illuminata da candelabri. In un altro lavoro una donna, riversa su un letto, è vegliata da un’oscura presenza. Segue una ricognizione di primi piani di oggetti di proprietà della famiglia: un servizio da tè, un bicchiere di cristallo, il tasto di un pianoforte, il vassoio di una colazione già consumata, ma anche incursioni incongruenti, come una risonanza magnetica cerebrale, uno scheletro gigantesco (quello di De Dominicis), il ritratto di una pecora, una zuppa di piselli, fino a concludersi con due autoritratti.
Davide La Rocca, nato a Catania nel 1970, vive e lavora a Milano.
Dal 1999 ha partecipato a mostre personali e collettive presso gallerie d’arte e musei in Italia, Germania, Spagna, Austria, Belgio, Estonia e Cina. Tra queste “Collector’s Choice II” presso lo ZKM - Museum für Neue Kunst a Karlsruhe (2009), “XIV Quadriennale di Roma” alla Galleria Nazionale dʼArte Moderna di Roma (2005), “Lo sguardo del collezionista: VAF Stiftung e Collezione Giovanardi” al MART di Rovereto (2005), e “Vernice. Sentieri della giovane pittura italiana” a Villa Manin a Passariano, Udine (2004). Dal 2002 ha presentato le sue personali in Italia e in Germania.
25
settembre 2014
Davide La Rocca – Ora di reazione
Dal 25 settembre al 27 ottobre 2014
arte contemporanea
Location
GUIDI & SCHOEN
Genova, Piazza Dei Garibaldi, (Genova)
Genova, Piazza Dei Garibaldi, (Genova)
Orario di apertura
Da Lunedì pomeriggio a Sabato 10-1230 16-19
Vernissage
25 Settembre 2014, ore 18
Autore
Curatore