Si inaugura il 16 settembre alle 18,30 la mostra monrealese patrocinata dalla Regione Sicilia, dalla Provincia di Palermo e dal Comune di Monreale, che presenta una vasta selezione (circa un centinaio) di dipinti rappresentativi dell’opera di Davide Orler. L’attività di questo artista si sviluppa da oltre mezzo secolo, precisamente dal 1949, anno in cui, abbandonata l’Accademia di Belle Arti a Venezia, si arruola volontario nella Marina Militare e, di stanza a Messina, apre uno studio di pittura a Contesse, ispirandosi ai paesaggi e alle figure di Sicilia.

Orler ha dedicato sempre un’attenzione particolare alle vicende e alla storia dell’uomo narrando, attraverso le sue opere, gli episodi e le figure, spesso tragiche e tormentate, che più hanno colpito la sua sensibilità durante i suoi viaggi e le sue avventure di mare e di terra. Come per ogni vero ‘cantastorie’, l’interesse di Orler ha un risvolto epico e collettivo ed è comunque rivolto all’uomo, cui tutto si riferisce e ritorna, il paesaggio, le cose, gli eventi. La sua immagine è quindi caratterizzata da un fortissimo senso di comprensione, di condivisione, di pìetas per le storie di gioia e di dolore di coloro che lo circondano. Tre sono le principali fonti d’ispirazione del pittore, i suoi “luoghi” (tòpoi) per eccellenza: la montagna, sua terra d’origine; il mare, che gli offre tutto il movimento, il colore e l’energia che gli sono necessari per vivificare le immagini colme di pathos che sente in sé; l’universo del sacro

La mostra è suddivisa in cinque sezioni.

Un’ampia sezione è dedicata agli ambienti siciliani, da lui ritratti in due susseguenti periodi, con riferimenti fascinosi ed affascinanti al paesaggio (compresi alcuni suggestivi scorci degli Anni Cinquanta, oggi scomparsi) e alla gente di quest’antica terra, con alcuni scorci delle antiche vestigia d’età greca, delle umili case dei pescatori, della rigogliosa vegetazione, delle persone del popolo, segnate dal sole e dalla fatica.

In una seconda sezione sono le opere legate alla laguna veneziana, dalle luci soffuse e ovattate, così differenti da quelle ‘solstiziali’ estive e mediterranee di Sicilia, fatte di colori vivaci e maggiormente ‘violenti’.