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Davide Valenti – Mafia un altro mondo. Prima pubblicità del male
La pubblicità (da publicus) è volta rendere noto ciò che fino a quel momento non lo era. Qui al contrario sappiamo già tutto ma nessuno ne vuole parlare.
Comunicato stampa
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Mafia, un altro mondo.
Prima pubblicità del male
La pubblicità (da publicus) è volta rendere noto ciò che fino a quel momento non lo era. Qui al contrario sappiamo già tutto ma nessuno ne vuole parlare.
Si tratta di portare alla luce i tabù, quello che non si può dire in quanto cattivo, relegato nell'angolo degli innominati e innominabili, bollato di infamia, da cui si può venire contaminati soltanto accennandovi. Finché qualsiasi entità verrà marchiata come male per eccellenza risulterà consequenziale cullarsi nella sua mera presenza e accettarla in quanto dato di fatto.
In barba ai confini morali che un appropriato, ma relativo, senso dell'etica ritiene opportuno non valicare, l'artista si rivolge alla mafia come primo cliente.
Esce quindi nelle strade di Piacenza e Favara tappezzandole di manifesti pubblicitari, commissionati dalla mafia stessa, come si può evincere dal logo presente sui cartelloni, ricalcato su quello della Repubblica Italiana, ma recante la scritta: mafia, un altro mondo. Stiamo parlando di una società parallela che vive sullo stesso territorio occupato dallo Stato Italiano, proponendosi come alternativa. Finché la scelta sarà fra due stati ci sarà sempre qualcuno che opterà per la mafia, perché non c'è nulla che non abbia motivo di esistere. Una beretta, arma dei carabinieri, viene affiancata ad una lupara di dimensioni decisamente superiori: con l'Antistato si gode di maggiore protezione. La mafia, “il male”, e la sua pubblicità non ci lasciano tregua, ci inseguono anche in casa, se è vero che via radio possiamo seguire gli spot sponsorizzati da quella che, in un articolo di Repubblica, è stata definita “prima azienda del paese”. La ricchezza, la sicurezza, il risparmio e la libertà sembrano quindi stare da questa parte.
Non si tratta di una provocazione ma di un'urgenza espressiva, di combattere una forma mentis connaturata all'occidentalità e la pericolosità di valori metafisici e assoluti su cui adagiarsi. Nella, forse chimerica, intenzione di scuotere le coscienze dal proprio torpore.
Con questa campagna siamo solo alla prima della pubblicità dei cattivi, vedremo quale lato oscuro saremo portati ad esplorare la prossima volta.
Marta Barbieri
Prima pubblicità del male
La pubblicità (da publicus) è volta rendere noto ciò che fino a quel momento non lo era. Qui al contrario sappiamo già tutto ma nessuno ne vuole parlare.
Si tratta di portare alla luce i tabù, quello che non si può dire in quanto cattivo, relegato nell'angolo degli innominati e innominabili, bollato di infamia, da cui si può venire contaminati soltanto accennandovi. Finché qualsiasi entità verrà marchiata come male per eccellenza risulterà consequenziale cullarsi nella sua mera presenza e accettarla in quanto dato di fatto.
In barba ai confini morali che un appropriato, ma relativo, senso dell'etica ritiene opportuno non valicare, l'artista si rivolge alla mafia come primo cliente.
Esce quindi nelle strade di Piacenza e Favara tappezzandole di manifesti pubblicitari, commissionati dalla mafia stessa, come si può evincere dal logo presente sui cartelloni, ricalcato su quello della Repubblica Italiana, ma recante la scritta: mafia, un altro mondo. Stiamo parlando di una società parallela che vive sullo stesso territorio occupato dallo Stato Italiano, proponendosi come alternativa. Finché la scelta sarà fra due stati ci sarà sempre qualcuno che opterà per la mafia, perché non c'è nulla che non abbia motivo di esistere. Una beretta, arma dei carabinieri, viene affiancata ad una lupara di dimensioni decisamente superiori: con l'Antistato si gode di maggiore protezione. La mafia, “il male”, e la sua pubblicità non ci lasciano tregua, ci inseguono anche in casa, se è vero che via radio possiamo seguire gli spot sponsorizzati da quella che, in un articolo di Repubblica, è stata definita “prima azienda del paese”. La ricchezza, la sicurezza, il risparmio e la libertà sembrano quindi stare da questa parte.
Non si tratta di una provocazione ma di un'urgenza espressiva, di combattere una forma mentis connaturata all'occidentalità e la pericolosità di valori metafisici e assoluti su cui adagiarsi. Nella, forse chimerica, intenzione di scuotere le coscienze dal proprio torpore.
Con questa campagna siamo solo alla prima della pubblicità dei cattivi, vedremo quale lato oscuro saremo portati ad esplorare la prossima volta.
Marta Barbieri
19
marzo 2011
Davide Valenti – Mafia un altro mondo. Prima pubblicità del male
Dal 19 marzo al 30 aprile 2011
arte contemporanea
Location
PLACENTIA ARTE
Piacenza, Via Giovanni Battista Scalabrini, 116, (Piacenza)
Piacenza, Via Giovanni Battista Scalabrini, 116, (Piacenza)
Orario di apertura
da martedì a sabato 16-19
Vernissage
19 Marzo 2011, ore 18
Autore