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Day return ticket
Nell’ambito di FotoGrafia – Festival Internazionale di Roma 2008. Il Day return ticket e` quel particolare tipo di biglietto che consente, ad un prezzo scontato, di andare e tornare da un luogo purche` il viaggio si compia in giornata.Comune ai lavori in mostra sono l`idea dello spostamento, inteso come viaggio pendolare, ma anche come volontario allontanamento mentale dal quotidiano, la forte percezione di una momentanea sospensione temporale
Comunicato stampa
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FotoGrafia – Festival Internazionale di Roma 2008
Day return ticket di Francesca Referza
Il Day return ticket e` quel particolare tipo di biglietto che consente, ad un prezzo scontato, di andare e tornare da un luogo purche` il viaggio si compia in giornata. E` il biglietto del pendolare, di quella particolare tipologia di viaggiatore che come un ingranaggio in una catena di montaggio, ogni giorno, compie lo stesso tragitto, segue le stesse traiettorie, vede sovrapporsi in rapida successione immagini di periferie urbane ad altre piu` metropolitane, ma ormai senza piu` percepire alcuna differenza. La visione diventa allora sfocata e lo spazio come sospeso.
Day return ticket riunisce Scansione, (2006) di Lorenzo Casali, video che registra il quotidiano pendolarismo acustico e visivo dell`artista tra Saronno e Milano, una serie di foto dal titolo Vetro sporco, di Ciro Meggiolaro, per il quale - nel viaggio, in qualsiasi viaggio, è come se il vagone si trasformasse in una bolla di sapone. E il guardare fuori attraverso i vetri è camminare rimanendo fermi - e Beyond nature, (2007) di Serena Porrati, assemblaggio ‘found footage’ di sequenze e frammenti tratte da film di famiglia girati in Europa, America e Sud America dagli anni Cinquanta ai giorni nostri.
Comune ai lavori in mostra sono l`idea dello spostamento, inteso come viaggio pendolare, ma anche come volontario allontanamento mentale dal quotidiano, la forte percezione di una momentanea sospensione temporale, la dilatazione della geografia, urbana e non, fino ad avere una visione appannata del paesaggio, non tanto per via del vetro che si frappone fra l`occhio e cio` che si guarda o della scarsa qualita` del girato quanto per lo status mentale che produce lo spostamento fisico. Una dimensione che dalla normalita` quotidiana, come per una controindicazione ipnotica determinata proprio dal movimento va oltre, Beyond nature appunto, e diventa metafisica.
Contenere, Ripetere, Definire di Massimo Arioli
Quello del fotografare è un atto nel tempo,
nel quale qualcosa
viene strappato al suo momento
e trasferito in una diversa forma continuità
Wim Wenders, Una volta, 1993
Parlare ancora di “quotidiano”? Isolarne il concetto significa accettare come inevitabile la normalità, la banalità, l’impossibilità di liberarsi dalla schiavitù di un’abitudine. Procedere in questo lavoro d’astrazione, rimanda ad una dimensione temporale più vasta, ad una idea di durata destinata alla frammentazione.
Intendere il quotidiano equivale ad inserire in questo flusso un tratto discontinuo, un corpo estraneo nell’ingranaggio del tempo, un elemento centrale che acquista senso e forza per ciò che si trova ai margini, qualcosa che è, in tutto e per tutto, analogo all’immagine video-fotografica.
Accade sempre più spesso di avere la sensazione di non capire ciò che guardiamo. Questo avviene ancor più drammaticamente di fronte ad un paesaggio, reale o virtuale, che sfili velocemente davanti ai nostri occhi. Nelle immagini di Ciro Meggiolaro, traguardate attraverso i vetri sporchi di un vagone ferroviario, l’inconscio ottico, quel momento in cui diventa visibile ciò che la percezione non è riuscita a catturare, ci viene in soccorso quale funzione primaria del dispositivo fotografico. L’operazione si riduce nel contenere, nel tenere a freno il desiderio di dare un senso e nello smussare l’ansia di colmare l’inadeguatezza. Lo sguardo prova ad ancorare la visione ad una sorta di marginatore con cui fissare le coordinate di quanto avviene davanti a noi. Il problema allora si trasforma: Che cosa vediamo quando guardiamo?
Ogni gesto e ogni interrogativo di questo procedere verso l’ignoto per renderlo noto; ogni istante in cui poniamo in discussione l’urgenza stessa della domanda; ogni sguardo che va verso un mondo e da un mondo proviene è legato ad una giostra che si muove in maniera impercettibile e le cui figure non possono non ripresentarsi. Per Lorenzo Casali che presenta il video “Scansione”, tutto è connotato dalla ripetizione, dall’assistere al movimento che scandisce ossessivamente la stessa porzione di viaggio: percorrere il reale nei due sensi; lo spazio si presenta nell’entrare ed uscire quotidianamente ed incessantemente. Nel loop resta una sola traccia dell’accidentalità di quanto abbiamo vissuto. Pochi pixel, armati di voce propria, stanno a testimoniare la caducità del tutto e introducono un nuovo elemento di discontinuità e di irriducibilità.
Porre un limite al mondo dominato dalla visione diventa indispensabile. Visione che si configura come un deposito di memorie e si rivela per la facoltà di far crescere immagini moltiplicandole per numero ed amplificandone i significati. Siamo nel campo di chi vuole definire. Serena Porrati nel video Beyond Nature, definire equivale a stabilire l’inquadratura, il taglio e la posizione nello spazio disponibile. Alla stessa maniera di chi decide i tempi e i diaframmi per influenzare l’esposizione e la profondità di fuoco, Porrati arricchisce l’immagine proprio nell’esclusione dell’elemento umano e nel ribaltamento di valori e luoghi specifici dell’immagine familiare. Portando in primo piano lo sfondo, anteponendo il paesaggio, si stabilisce come regola l’inversione di ruoli in cui riabilitare è determinare un limite interno che affranchi, moderi le forze ma agiti fino a condizionare una nuova visione del reale.
Day return ticket di Francesca Referza
Il Day return ticket e` quel particolare tipo di biglietto che consente, ad un prezzo scontato, di andare e tornare da un luogo purche` il viaggio si compia in giornata. E` il biglietto del pendolare, di quella particolare tipologia di viaggiatore che come un ingranaggio in una catena di montaggio, ogni giorno, compie lo stesso tragitto, segue le stesse traiettorie, vede sovrapporsi in rapida successione immagini di periferie urbane ad altre piu` metropolitane, ma ormai senza piu` percepire alcuna differenza. La visione diventa allora sfocata e lo spazio come sospeso.
Day return ticket riunisce Scansione, (2006) di Lorenzo Casali, video che registra il quotidiano pendolarismo acustico e visivo dell`artista tra Saronno e Milano, una serie di foto dal titolo Vetro sporco, di Ciro Meggiolaro, per il quale - nel viaggio, in qualsiasi viaggio, è come se il vagone si trasformasse in una bolla di sapone. E il guardare fuori attraverso i vetri è camminare rimanendo fermi - e Beyond nature, (2007) di Serena Porrati, assemblaggio ‘found footage’ di sequenze e frammenti tratte da film di famiglia girati in Europa, America e Sud America dagli anni Cinquanta ai giorni nostri.
Comune ai lavori in mostra sono l`idea dello spostamento, inteso come viaggio pendolare, ma anche come volontario allontanamento mentale dal quotidiano, la forte percezione di una momentanea sospensione temporale, la dilatazione della geografia, urbana e non, fino ad avere una visione appannata del paesaggio, non tanto per via del vetro che si frappone fra l`occhio e cio` che si guarda o della scarsa qualita` del girato quanto per lo status mentale che produce lo spostamento fisico. Una dimensione che dalla normalita` quotidiana, come per una controindicazione ipnotica determinata proprio dal movimento va oltre, Beyond nature appunto, e diventa metafisica.
Contenere, Ripetere, Definire di Massimo Arioli
Quello del fotografare è un atto nel tempo,
nel quale qualcosa
viene strappato al suo momento
e trasferito in una diversa forma continuità
Wim Wenders, Una volta, 1993
Parlare ancora di “quotidiano”? Isolarne il concetto significa accettare come inevitabile la normalità, la banalità, l’impossibilità di liberarsi dalla schiavitù di un’abitudine. Procedere in questo lavoro d’astrazione, rimanda ad una dimensione temporale più vasta, ad una idea di durata destinata alla frammentazione.
Intendere il quotidiano equivale ad inserire in questo flusso un tratto discontinuo, un corpo estraneo nell’ingranaggio del tempo, un elemento centrale che acquista senso e forza per ciò che si trova ai margini, qualcosa che è, in tutto e per tutto, analogo all’immagine video-fotografica.
Accade sempre più spesso di avere la sensazione di non capire ciò che guardiamo. Questo avviene ancor più drammaticamente di fronte ad un paesaggio, reale o virtuale, che sfili velocemente davanti ai nostri occhi. Nelle immagini di Ciro Meggiolaro, traguardate attraverso i vetri sporchi di un vagone ferroviario, l’inconscio ottico, quel momento in cui diventa visibile ciò che la percezione non è riuscita a catturare, ci viene in soccorso quale funzione primaria del dispositivo fotografico. L’operazione si riduce nel contenere, nel tenere a freno il desiderio di dare un senso e nello smussare l’ansia di colmare l’inadeguatezza. Lo sguardo prova ad ancorare la visione ad una sorta di marginatore con cui fissare le coordinate di quanto avviene davanti a noi. Il problema allora si trasforma: Che cosa vediamo quando guardiamo?
Ogni gesto e ogni interrogativo di questo procedere verso l’ignoto per renderlo noto; ogni istante in cui poniamo in discussione l’urgenza stessa della domanda; ogni sguardo che va verso un mondo e da un mondo proviene è legato ad una giostra che si muove in maniera impercettibile e le cui figure non possono non ripresentarsi. Per Lorenzo Casali che presenta il video “Scansione”, tutto è connotato dalla ripetizione, dall’assistere al movimento che scandisce ossessivamente la stessa porzione di viaggio: percorrere il reale nei due sensi; lo spazio si presenta nell’entrare ed uscire quotidianamente ed incessantemente. Nel loop resta una sola traccia dell’accidentalità di quanto abbiamo vissuto. Pochi pixel, armati di voce propria, stanno a testimoniare la caducità del tutto e introducono un nuovo elemento di discontinuità e di irriducibilità.
Porre un limite al mondo dominato dalla visione diventa indispensabile. Visione che si configura come un deposito di memorie e si rivela per la facoltà di far crescere immagini moltiplicandole per numero ed amplificandone i significati. Siamo nel campo di chi vuole definire. Serena Porrati nel video Beyond Nature, definire equivale a stabilire l’inquadratura, il taglio e la posizione nello spazio disponibile. Alla stessa maniera di chi decide i tempi e i diaframmi per influenzare l’esposizione e la profondità di fuoco, Porrati arricchisce l’immagine proprio nell’esclusione dell’elemento umano e nel ribaltamento di valori e luoghi specifici dell’immagine familiare. Portando in primo piano lo sfondo, anteponendo il paesaggio, si stabilisce come regola l’inversione di ruoli in cui riabilitare è determinare un limite interno che affranchi, moderi le forze ma agiti fino a condizionare una nuova visione del reale.
11
aprile 2008
Day return ticket
Dall'undici aprile al 31 maggio 2008
fotografia
Location
SPAZIO SENZATITOLO
Roma, Via Panisperna, 100, (Roma)
Roma, Via Panisperna, 100, (Roma)
Orario di apertura
martedì- sabato 17-20 ;mattina su appuntamento
Vernissage
11 Aprile 2008, ore 19
Autore
Curatore