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De-Forma oltre il confine del corpo
mostra collettiva
Comunicato stampa
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La propria immagine è per il Corpo un cerchio mancato ,dove l'intenzione percettiva si confonde con la convenzione della percezione. A nessuno infatti è concessa l'immagine fedele del proprio Corpo;la propria immagine è qualcosa che il Corpo “costituisce”, come lascia intendere la parola “Faccia”, dal latino “facies” che rinvia a facio, verbo dell'attuazione e della prassi.
E'una costruzione che il Corpo compie con lo sguardo, per cui la faccia è anche viso, dal latino visus, evidente allusione all'atto del vedere.
Guardando il volto ed il Corpo dell'uomo, solo una nostra supposizine ci fa ritenere che a lui siano noti i tratti che noi vediamo, in realtà per ciascuno di noi il volto è vuoto del nostro corpo spalancato sull'oggettualità del mondo.
L'immagine Corporea non si identifica con i limiti anatomici del nostro organismo, perchè non è una replica fedele della morfologia quale è descritta dall'anatomia ufficiale,ma bensi un' immagine vissuta che mi fa essere la dove arriva, non slo il mio tatto, la mia voce, il mio sguardo, la mia presenza.
Fin dagli albori della storia gli artisti hano ritratto, scolpito e dipinto la figura umana.
Nel corso degli ultimi decenni, il loro modo di intendere e vedere il corpo si è allontanato sempre più dalle norme ormai consolidate che ne definivano ruolo e significato. Gli artisti hanno cominciato a considerarlo non più come mero contenuto dell'opera, ma come strumento alla stregua di un pennello, di una cornice e di una superficie. L'idea di un sé fisico e mentale stabile e definito si è pian piano sgretolata sotto la pressione delle scoperte effettuate nel xx secolo nei campi della psicanalisi, della filosofia, dell'antropologia ,medicina e scienza.
Gli artisti hanno portato alla luce la temporalità, la contingenza e l'instabilità del corpo, sviscerando l'assunto secondo cui l'identità va “ricucita” sia dentro che fuori dai propri confini culturali.
Ben presto gli artisti sono giunti alla consapevolezza dell'esistenze di un sé invisibile, senza forma e dai confini indistinti e si sono interessati ai rischi, alle paure, alla mortalità, caducità, pericoli e alla sessualità che caratterizzano e a volte minacciano il Corpo.
Il Corpo è attraversato da più saperi, da più regimi discorsivi, diventando un Battleground, come recita un opera della Barbara Krouger, sul quale agire o del quale capire e comprenderne fragilità.
La visione filosofica Modernista privilegiava un soggetto Universale, il cogito trascendentale e spersonalizzato della filosofia cartesiana. L'invisibilità del corpo era una diretta conseguenza dell'ideologia e struttura sociale.
L'immagine del corpo è un processo di produzione e trasformazione di orinetamenti e inflessioni sempre diversificati. La cultura mette in moto sempre quella dialttica di esterno/ interno, di dentro/fuori, di tratti pertinenti e non, di sconfinamenti ed esclusioni che la caratterizza. L'immagine che abbiamo del Corpo funziona in rapporto a quello che è il nostro progetto del corpo , questo non deriva da intezioni individuali, ma dalla situazione socio culturale in cui siamo immersi.
La mostra vuole esplorare i confini del Corpo. Il corpo viene identificato come luogo che può essere penetrato ma che può anche penetrare e tarsformare gli spazi sociali. Ciò che viene inflitto al Corpo, inteso personalmente da ogni artista,viene inteso come visione del Corpo collettivo, diviene simbolo della società ed un Simbolo metafisico (emozione).
L'intenzionalità della mostra è poter creare un confronto tra diversi artisti e interpretazione della fuggevolezza del corpoe dei suo ipotetici confini , mettere a dura prova i valori morali del fruitore innescando una riflessione spirtuale sul Corpo e riducendo le distanze tra Arte e Corpo , introducendo il Concetto Lacananio di opera come riflessione del proprio io ed indurre una riflessione sul concetto universale di Corpo.
La mostra pone l'accento sul carattere grottesco e l'abbasamento a volte dello stato ideale del Corpo ad un realismo più grottesco. L'aspetto essenziale del grottesco è il deforme . Bachtin istituisce tra le cultura alta e popolare un confronto, associandovi alla prima il Corpo ideale classico e alla seconda il corpo grottesco, è un corpo in divenire, non è mai dato, né definito, si costituisce e si crea continuamente. L'immagine grottesca mostra non soltanto l'aspetto esteriore ma anche quello interiore del corpo. Da questo concetto possiamo estrapolare che Arte e vita sarebbero quindi due mondi non separati o antitetici , ma comunicanti, la forma non è puramente artistica ma si colloca ai confini tra arte e vita.
L'esagerazione, l'iperbolicità, la sovrabbondanza, la smisuratezza e sfuggevolezza sono i tratti definitivi del concetto della mostra progettata.
Saranno ammessi alla mostra artisti (pittori fotografi, sculturi) che studino e rielaborino il corpo ponenendo l'accento sui Confini ed elaboranino un confronto sul Corpo visto da diversi regimi discorsivi-artistici.
E'una costruzione che il Corpo compie con lo sguardo, per cui la faccia è anche viso, dal latino visus, evidente allusione all'atto del vedere.
Guardando il volto ed il Corpo dell'uomo, solo una nostra supposizine ci fa ritenere che a lui siano noti i tratti che noi vediamo, in realtà per ciascuno di noi il volto è vuoto del nostro corpo spalancato sull'oggettualità del mondo.
L'immagine Corporea non si identifica con i limiti anatomici del nostro organismo, perchè non è una replica fedele della morfologia quale è descritta dall'anatomia ufficiale,ma bensi un' immagine vissuta che mi fa essere la dove arriva, non slo il mio tatto, la mia voce, il mio sguardo, la mia presenza.
Fin dagli albori della storia gli artisti hano ritratto, scolpito e dipinto la figura umana.
Nel corso degli ultimi decenni, il loro modo di intendere e vedere il corpo si è allontanato sempre più dalle norme ormai consolidate che ne definivano ruolo e significato. Gli artisti hanno cominciato a considerarlo non più come mero contenuto dell'opera, ma come strumento alla stregua di un pennello, di una cornice e di una superficie. L'idea di un sé fisico e mentale stabile e definito si è pian piano sgretolata sotto la pressione delle scoperte effettuate nel xx secolo nei campi della psicanalisi, della filosofia, dell'antropologia ,medicina e scienza.
Gli artisti hanno portato alla luce la temporalità, la contingenza e l'instabilità del corpo, sviscerando l'assunto secondo cui l'identità va “ricucita” sia dentro che fuori dai propri confini culturali.
Ben presto gli artisti sono giunti alla consapevolezza dell'esistenze di un sé invisibile, senza forma e dai confini indistinti e si sono interessati ai rischi, alle paure, alla mortalità, caducità, pericoli e alla sessualità che caratterizzano e a volte minacciano il Corpo.
Il Corpo è attraversato da più saperi, da più regimi discorsivi, diventando un Battleground, come recita un opera della Barbara Krouger, sul quale agire o del quale capire e comprenderne fragilità.
La visione filosofica Modernista privilegiava un soggetto Universale, il cogito trascendentale e spersonalizzato della filosofia cartesiana. L'invisibilità del corpo era una diretta conseguenza dell'ideologia e struttura sociale.
L'immagine del corpo è un processo di produzione e trasformazione di orinetamenti e inflessioni sempre diversificati. La cultura mette in moto sempre quella dialttica di esterno/ interno, di dentro/fuori, di tratti pertinenti e non, di sconfinamenti ed esclusioni che la caratterizza. L'immagine che abbiamo del Corpo funziona in rapporto a quello che è il nostro progetto del corpo , questo non deriva da intezioni individuali, ma dalla situazione socio culturale in cui siamo immersi.
La mostra vuole esplorare i confini del Corpo. Il corpo viene identificato come luogo che può essere penetrato ma che può anche penetrare e tarsformare gli spazi sociali. Ciò che viene inflitto al Corpo, inteso personalmente da ogni artista,viene inteso come visione del Corpo collettivo, diviene simbolo della società ed un Simbolo metafisico (emozione).
L'intenzionalità della mostra è poter creare un confronto tra diversi artisti e interpretazione della fuggevolezza del corpoe dei suo ipotetici confini , mettere a dura prova i valori morali del fruitore innescando una riflessione spirtuale sul Corpo e riducendo le distanze tra Arte e Corpo , introducendo il Concetto Lacananio di opera come riflessione del proprio io ed indurre una riflessione sul concetto universale di Corpo.
La mostra pone l'accento sul carattere grottesco e l'abbasamento a volte dello stato ideale del Corpo ad un realismo più grottesco. L'aspetto essenziale del grottesco è il deforme . Bachtin istituisce tra le cultura alta e popolare un confronto, associandovi alla prima il Corpo ideale classico e alla seconda il corpo grottesco, è un corpo in divenire, non è mai dato, né definito, si costituisce e si crea continuamente. L'immagine grottesca mostra non soltanto l'aspetto esteriore ma anche quello interiore del corpo. Da questo concetto possiamo estrapolare che Arte e vita sarebbero quindi due mondi non separati o antitetici , ma comunicanti, la forma non è puramente artistica ma si colloca ai confini tra arte e vita.
L'esagerazione, l'iperbolicità, la sovrabbondanza, la smisuratezza e sfuggevolezza sono i tratti definitivi del concetto della mostra progettata.
Saranno ammessi alla mostra artisti (pittori fotografi, sculturi) che studino e rielaborino il corpo ponenendo l'accento sui Confini ed elaboranino un confronto sul Corpo visto da diversi regimi discorsivi-artistici.
24
gennaio 2015
De-Forma oltre il confine del corpo
Dal 24 gennaio al 14 febbraio 2015
fotografia
arte moderna e contemporanea
giovane arte
arte moderna e contemporanea
giovane arte
Location
GALLERIA PLAUMANN
Milano, Via Santa Marta, 8, (Milano)
Milano, Via Santa Marta, 8, (Milano)
Orario di apertura
da martedi a sabato 10-13 e 14,30-18,30
Vernissage
24 Gennaio 2015, 17
Autore
Curatore