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Dead line
Dead line attraverso gli interventi artistici di sei protagonisti dell’arte contemporanea delle nuove generazioni, segna il punto morto, lo spartiacque tra l’umano e l’inumano, la vita e la morte, il genio e la pazzia, il sogno e l’incubo
Comunicato stampa
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La conoscenza progressiva delle strutture economiche, dell’inconscio, della corporeità porta l’uomo moderno al desiderio di controllo su di esse. Queste conoscenze hanno quindi determinato nella contemporaneità un desiderio di autodeterminazione tale da prefigurare una sorta di “iper-umanesimo”.
L’effetto di tale processo si è rivelato negli ultimi decenni quando le biotecnologie hanno permesso di costruire realmente l’uomo nuovo, agendo sulla materia vivente.
Mentre gli scienziati si pongono obiettivi sempre più estremi, I filosofi si interrogano sull’istanza etica di queste ricerche che tendono a portare l’uomo oltre l’umano assecondando un desiderio d’onnipotenza. Il dibattito che ne è scaturito ha messo in luce una serie di problematiche etiche e morali che s’intersecano alla religione e alla scienza dando luogo ad una grande confusione nell’opinione pubblica.
Il raggiungimento di questa perfezione intellettuale e fisica, secondo alcuni canoni e modelli, può essere affascinante ma è altrettanto inquietante l’idea che possano scomparire le barriere fra animali e uomini, fra organico e plastico, fino allo spettro della clonazione umana.
L’arte, specchio dell’uomo e della sua contemporaneità, da tempo affronta queste tematiche sviluppandole attraverso due approcci molto differenti fra loro; da un lato troviamo la riproposizione degli schemi di bellezza imposti dai media e dalla moda (stupende, anoressiche fanciulle e uomini effeminati), dall’altro la rappresentazione di un’umanità snaturata straziata dalle manipolazioni genetiche: uomini trasformati in mostri antropomorfi, ibridazioni di ogni genere.
Questo delirio d’onnipotenza ci può far perdere il controllo di un potere troppo grande da gestire con razionalità? Dead line attraverso gli interventi artistici di sei protagonisti dell’arte contemporanea delle nuove generazioni, segna il punto morto, lo spartiacque tra l’umano e l’inumano, la vita e la morte, il genio e la pazzia, il sogno e l’incubo.
Questo forse è il monito dell’arte che è un’antenna sottile e penetrante, che non crede agli stereotipi televisivi, all’ottimismo della propaganda multimediale. L’artista oggi ha una voce debole, ma resta libero e cerca di insidiarsi come un virus nel sistema mediale per farci disilludere sull’esistenza di una felicità legata esclusivamente all’eterna giovinezza. “You are not save” installazione olografica di Nicola Evangelisti interpreta il senso d’insicurezza che permea l’epoca contemporanea per le tensioni internazionali. Il video “Induced Happiness” di Richard Journo analizza il rapporto tra la ricerca della felicità ed un certo operare della biogenetica teso ad interferire con la mente umana. Karin Andersen, attraverso i suoi lavori digitali, indaga l’estetica del post-umano connessa all’ibridazione ed alla mutazione genetica nel tentativo di far emergere il disagio dell’alterità; Christian Rainer esplora le relazioni tra entità che normalmente non comunicano fra loro come elementi vegetali e strutture architettoniche oppure animali che s’integrano in spazi umani. L’intento di Rainer è quello di creare un archetipo nuovo, sospeso in un limbo tra diverse categorie.
Infine, Fabio Gianni e Gigliola Caridi aprono una vertigine su un varco senza tempo in cui si azzera il confine tra la vita e la morte.
L’effetto di tale processo si è rivelato negli ultimi decenni quando le biotecnologie hanno permesso di costruire realmente l’uomo nuovo, agendo sulla materia vivente.
Mentre gli scienziati si pongono obiettivi sempre più estremi, I filosofi si interrogano sull’istanza etica di queste ricerche che tendono a portare l’uomo oltre l’umano assecondando un desiderio d’onnipotenza. Il dibattito che ne è scaturito ha messo in luce una serie di problematiche etiche e morali che s’intersecano alla religione e alla scienza dando luogo ad una grande confusione nell’opinione pubblica.
Il raggiungimento di questa perfezione intellettuale e fisica, secondo alcuni canoni e modelli, può essere affascinante ma è altrettanto inquietante l’idea che possano scomparire le barriere fra animali e uomini, fra organico e plastico, fino allo spettro della clonazione umana.
L’arte, specchio dell’uomo e della sua contemporaneità, da tempo affronta queste tematiche sviluppandole attraverso due approcci molto differenti fra loro; da un lato troviamo la riproposizione degli schemi di bellezza imposti dai media e dalla moda (stupende, anoressiche fanciulle e uomini effeminati), dall’altro la rappresentazione di un’umanità snaturata straziata dalle manipolazioni genetiche: uomini trasformati in mostri antropomorfi, ibridazioni di ogni genere.
Questo delirio d’onnipotenza ci può far perdere il controllo di un potere troppo grande da gestire con razionalità? Dead line attraverso gli interventi artistici di sei protagonisti dell’arte contemporanea delle nuove generazioni, segna il punto morto, lo spartiacque tra l’umano e l’inumano, la vita e la morte, il genio e la pazzia, il sogno e l’incubo.
Questo forse è il monito dell’arte che è un’antenna sottile e penetrante, che non crede agli stereotipi televisivi, all’ottimismo della propaganda multimediale. L’artista oggi ha una voce debole, ma resta libero e cerca di insidiarsi come un virus nel sistema mediale per farci disilludere sull’esistenza di una felicità legata esclusivamente all’eterna giovinezza. “You are not save” installazione olografica di Nicola Evangelisti interpreta il senso d’insicurezza che permea l’epoca contemporanea per le tensioni internazionali. Il video “Induced Happiness” di Richard Journo analizza il rapporto tra la ricerca della felicità ed un certo operare della biogenetica teso ad interferire con la mente umana. Karin Andersen, attraverso i suoi lavori digitali, indaga l’estetica del post-umano connessa all’ibridazione ed alla mutazione genetica nel tentativo di far emergere il disagio dell’alterità; Christian Rainer esplora le relazioni tra entità che normalmente non comunicano fra loro come elementi vegetali e strutture architettoniche oppure animali che s’integrano in spazi umani. L’intento di Rainer è quello di creare un archetipo nuovo, sospeso in un limbo tra diverse categorie.
Infine, Fabio Gianni e Gigliola Caridi aprono una vertigine su un varco senza tempo in cui si azzera il confine tra la vita e la morte.
28
ottobre 2006
Dead line
Dal 28 ottobre al 10 novembre 2006
arte contemporanea
Location
VILLA VOGEL
Firenze, Via Delle Torri, 23, (Firenze)
Firenze, Via Delle Torri, 23, (Firenze)
Orario di apertura
Lunedì – Venerdi’ 9.00-12.00 / 15.00-17.00
Vernissage
28 Ottobre 2006, ore 18
Autore
Curatore